giovedì 26 novembre 2015

Shopping terapia


Non so se definirmi anomala io o definire gli altri "fanatici" quando, in preda all'ansia da "momento di svago", rubato al lavoro o dovuto a qualunque altra esigenza, si riversano per le vie della città portafoglio alla mano e lista di compere da fare. 
Avete mai sperimentato la formula toccasana dell'acquisto compulsivo? quello dettato da un particolare stato d'animo, che alleggerisce la mente da ogni pensiero regalando quei pochi attimi di  benessere ormai rari nel quotidiano vivere?
Si chiama "shopping terapia", una pratica in uso tanto nell'universo femminile quanto in quello maschile (immagino), che posso testimoniare nella mia veste di donna che non ama particolarmente dedicare il proprio tempo al maniacale giro di negozi con i suoi entra/esci/entra/esci e obbligatoria tappa contemplativa di fronte a ogni vetrina. 
Con un'eccezione.

Le mie amiche sono innamorate delle "uscite scopo acquisti". Mi coinvolgono (mio malgrado) in mostruosi tour de force per trovare lo stivaletto okkay o il giubbino fashion e mi costringono a entrare nei negozi di abbigliamento, quelli con tre piani divisi in settori, con centinaia di stand espositivi pieni di merce, colori, marche, misure, l'ultima 42 appena venduta, provo la 44 casomai la faccio stringere dalla sarta e dunque camerini, attese per indossare, controllare, apprezzare, verificare, vedi se c'è anche in blu, al limite prendilo rosso. Dentro, caldo tropicale, con pompe di calore a palla, perché il cliente invernale deve trovare conforto, qui da noi, oppure freddo polare con condizionatori tarati a 15 gradi, perché il cliente estivo vuole refrigerarsi mentre medita i suoi acquisti.
Un'autentica prova di resistenza fisica e mentale che ho sempre detestato.
Ma non finisce qui: sempre loro, le mie amiche (e sempre io, che le accompagno), sudano sette camicie, mettono sottosopra un intero espositore di maglie, lasciano il segno del loro disastro in mano a commesse pazienti e poi escono dal negozio con solo una pashmina che riescono pure a infilare dentro la borsa, senza poter nemmeno mostrare il risultato del loro shopping sfrenato, almeno un paio di buste con il logo del negozio, chessò!

E poi, finalmente, arriva il mio momento. Sono in minoranza, ma non vedo l'ora di prendermi la mia rivincita: aspetto, dopo tanta atarassica tolleranza, di svoltare l'angolo in fondo alla strada. Eccola, svettante, l'insegna che mi illumina d'immenso e piega verso il basso i sorrisi delle mie amiche; una vetrina ricca, che espone gli ultimi arrivi, vende nomi e storie: una meravigliosa libreria.




Chi è quell'alieno che non ne subisce il fascino? Scusate il giudizio sommario, ma non si può rimanere indifferenti di fronte a un luogo così magico.
Ti aspettiamo fuori, prendi il libro che ti serve, noi intanto andiamo a vedere la vetrina della gioielleria accanto. No, adesso entrate con me: quale gioiello è più prezioso di un libro?

La libreria pullula di vite, fantasie e mondi provenienti da ogni dove, un atlante geografico di luoghi, di persone le più svariate che raccontano, parlano di qualcosa e lo fanno dalle pagine chiuse di migliaia di testi organizzati negli scaffali per categorie, colorati, di forme e dimensioni diverse. 
Già l'odore di una libreria mi inebria.
Cammino lungo i corridoi e mi soffermo in tutta calma su ogni titolo, non è la frenetica ricerca del capo di abbigliamento che più mi stia meglio indosso, ma una tranquilla indagine sulle storie che verranno ad abitare per qualche giorno nella mia mente. Perché compro un jeans quando è strettamente necessario e so dove andare ad acquistarlo senza farmi il giro delle sette chiese per trovarne uno che vada bene più di un altro, già provato altrove; invece entro in libreria anche solo per il piacere di prendere in mano un testo e sfogliarlo, di sventagliarne le pagine davanti al naso per sentire l'odore della carta; di leggere trame, guardare figure, lasciarmi conquistare da un titolo o da una copertina. 
La mia vocazione alla lettura coccolata da migliaia di libri. 
Maglia rossa o maglia blu? L'ultimo di Murakami o l'edizione con copertina rigida e nuova prefazione de "Il giovane Holden"?
La mia scelta è fatta.

E mentre le mie amiche sbuffano annoiate seguendomi lungo la corsia della narrativa straniera e poi di quella italiana e poi dei classici senza tempo con rapido volo anche sulla narrativa per ragazzi, io sento di avere recuperato tutto il tempo perduto in mezzo a stoffe ed etichette; in più, porto alla cassa un paio di libri, uscendo con al braccio due bei sacchetti di carta riciclata che, tra le altre cose, non inquinano l'ambiente.

Ecco, la mia eccezione allo shopping terapia è la tappa obbligata in una libreria, condizione necessaria perché io accetti di buon grado il sacrificio dell'uscita per negozi con le amiche.
Bocciando i negozi e salvando le amiche.


52 commenti:

  1. Neppure io sono un'amante della shopping-terapia, posso entrare in un magazzino di prodotti hi-tech ma non sto a impazzire sul cellulare del momento o il tablet di ultima generazione. Però ho perduto anche la passione per le librerie, sarà che ormai tendo a comprare libri via internet. L'unica shopping-terapia che mi è rimasta è quella dei negozi Tiger, pensa un po' :-D

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    1. Tiger: oggettistica per la casa, o mi sbaglio?
      Beh, lì entro più volentieri anch'io e mio marito mi asseconda di più!
      Lui sa quanto è fortunato a non avere una moglie che lo trascini negozi negozi! :)

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    2. Oggettistica a basso costo in genere: giocattolini, passatempi, accessori per l'abbigliamento, per la scuola, per il tempo libero... Sono spesso cose simpatiche che strappano un sorriso.
      Mia moglie è come le tue amiche, quindi non posso andare in giro con lei nei centri commerciali onde evitare crolli nelle regioni genitali, per fortuna mia figlia non ha ancora preso la malattia dello shopping e me ne posso andare in giro con lei a fare due passi FUORI dal centro commerciale :-D

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    3. Eh eh, ma tua figlia crescerà e vorrà i primi trucchi e poi scarpe e accessori alla moda... Due contro uno: buona fortuna! :P

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  2. Ti capisco. Per me il top è entrare in libreria con un buono regalo da spendere... :-)

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    1. E lì perdi una giornata per scegliere il libro più adatto da acquistare con quel buono! Lo so, lo so: sensazione meravigliosa!

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    2. ...oppure la perdi a caccia di edizioni economiche tra gli scaffali per massimizzare al massimo l'importo del buono... Finora il mio record è stato di 4 libri con un buono da 30 euro... :-) (però ammetto di avere aggiunto tre o quattro euro...)

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    3. Intanto sei fortunato ad avere a tua disposizione buoni per l'acquisto di libri. Mi fosse mai capitato, oh!

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    4. Ho raffinato una tecnica infallibile :-) : a Natale familiari e amici mi chiedono sempre cosa possono regalarmi. Io, sempre a corto di idee, rispondo sempre che "un buono regalo da spendere in libreria" va sempre bene. Non importa se ogni anno il regalo è sempre lo stesso, e nemmeno se poi è doppio (cioè me lo regalano in due persone diverse). Al compleanno (che arriva pochi giorni dopo Natale...) stessa tattica: quindi ogni anno a gennaio faccio il pieno :-) ...

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    5. Io una volta ho fatto lo stesso, ma omettendo la parola "buono": mi sono ritrovata a Natale con un libro di Danielle Steel, uno di Nicholas Sparks e uno di Andrea Vitali. Da suicidio!

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  3. Non disdegno lo shopping di vestiario ma quello in libreria ah lo preferisco di certo. Ci sono stata giusto ieri sera. Sandra

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    1. Sandra, per Natale sono a Milano: un giro in libreria insieme? :)

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    2. Ehi, leggo solo ora! Certissimo MA CHE BELLA SORPRESA!
      Ti porto alla OPEN fatti viva, io sarà fuori città dal 31 dicembre al 3 gennaio (Toscana). Per il resto sempre presente, a dire il vero lavoro anche la mezza del 24 e poi 28 29 e 30 dicembre ma ci si organizza. In che zona sarai? Scrivimi. UHHHH CHE BELLO L'ho già detto? Grazie per avermelo detto. Sandra

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    3. :) ti scrivo una mail.
      A domani!

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  4. Io sono una persona molto... ehm... parsimoniosa, quindi l'idea di spendere mi mette ansia, più che rilassarmi! E poi odio provare capi su capi, di solito ne provo due o tre e poi sono già stanca. Quindi capirai che lo shopping non fa per me.
    Per rilassarmi, invece, entro in libreria come fai tu... e, inspiegabilmente, ogni volta almeno un libro mi salta in mano e insiste per farsi comprare. Non riesco proprio a resistere!

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    1. Elisa cara, come ti capisco: quei libri che ti chiamano e se tu ti allontani ti fermano provando a conquistarti con le copertine, le trame, il nome dell'autore. Quale porto con me? Non posso scegliervi tutti! anche lì, ahimè, gli acquisti devono essere oculati: noi siamo in quattro, eh!

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  5. Il miglior modo di spendere soldi. Quando esco da una libreria, sono inebriata.
    Ho appena comprato un Murakami anch'io! :)

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    1. Il primo che ho letto, nonché primo amore e rimasto primo in tutto. :)
      Ottimo acquisto. Poi mi farai sapere che ne pensi. :)

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  6. Io e l'acquisto compulsivo siamo agli antipodi. Prima di acquistare qualcosa faccio sempre ricerche per capire quale sia il modello più adatto a me (anche se devo comprare un paio di calze :D ).
    Come posto magico, quasi quanto le librerie, aggiungo i negozi di cartoleria e articoli per l'ufficio +_+ (vorrei portar via tutto ma alla fine non compro mai niente :D )

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    1. Sì, anch'io mi tuffo a pieni occhi in mezzo a quaderni, penne, carta, la cartoleria è un altro di quei posti magici e a questo punto completo l'elenco di preferenze aggiungendo mercerie e... negozi di ferramenta (non volevo dirlo... ma l'ho detto!) :D

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  7. Mi unisco anche io agli amanti delle librerie: adoro farci un giro, anchequando purtroppo non ho soldi da spendere, ma già dare un'occhiata ai libri è piacevole (anche se a starci troppo spesso mi succede che non mi sento troppo bene - una specie di sindrome di Stendhal :D ). Mi succede più o meno lo stesso con fumetterie e negozi di dischi, che poi sono altre due mie passioni; i negozi di vestiti invece non mi interessano, ci entro solo se ho qualcosa da comprare, lo prendo e poi me ne vado. Credo di essere un tipo a cui non piace curare più di tanto l'apparenza e preferisce la cultura. Purtroppo però chi la pensa così è una minoranza assoluta: prova ne è che, almeno dalle mie parti, il numero di librerie in ogni centro commerciale va da 0 a 1, mai sopra, mentre di negozi di vestiti almeno una mezza dozzina sono sempre presenti (chissà perché poi, vendono tutti la stessa roba...). Tristezza.

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    1. Non dirlo a me. Nella mia città, le librerie sono merce rara: nessuno legge e molti punti vendita sono stati costretti a tirare giù le saracinesche. Hai detto bene, tristissimo. Sto rinascendo qui a Roma, dove ogni sabato, quando accompagno mio figlio al Conservatorio, corro alla Feltrinelli che è lì vicino ed esco solo dopo le due ore di lezione di pianoforte! Anch'io vorrei portarmi a casa interi banchi di libri, ma a mani vuote non esco quasi mai! :)

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  8. Lo shopping è un momento che vivo con terrore. Ma terrore non descrive il mio stato d'animo. E' l'arma di distruzione psico-fisica che le donne utilizzano per fiaccare la resistenza di noi maschietti. Ore di giri per negozi. Poi dopo lo stordimento, la confusione mentale, il prolungarsi di movimenti afinalistici nell'aria in cerca di un qualche soccorso divino, vengo premiato con un "passo" in libreria, ma è tardi, sono rimasti pochi soldi. Di solito svengo sul bancone della saggistica e vengo soccorso da una signora con in mano l'ultima edizione di 50 sfumature di grigio a cui chiedo di porre fine alle mie sofferenze con un deciso colpo di tacco 12 alla tempia. Qualche volta, come accadde una bellissima volta, mi ritrovo una sorpresa. Il vagare e il tribolare era tutta una prova per vedere se mi meritavo una edizione della biografia di Lucio Cornelio Silla edita dall'Enaudi e oramai fuori edizione che mia moglie, di nascosto e con la complicità del libraio, era riuscita a recuperare.

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    1. Ahah, sono una donna anomala ma io sto decisamente dalla parte di voi maschietti torturati dallo shopping di mogli/fidanzate/figlie/amiche/amanti (no, quello solo nelle "sfumature" della vita raccontate nei libri rosa).
      Ma devo aggiungere, purtroppo, che anch'io sono costretta ad andare nei miei negozi preferiti da sola (per l'elenco, vedi commento sopra, in risposta ad Andrea): figli e marito non si conciliano con le mie lunghe permanenze fra gli scaffali di una libreria o, peggio, fra lana, nastri e stoffe di una merceria. Un posto che mette d'accordo tutti? i negozi di elettronica, dove lascio gli uomini nel reparto tecnologia mentre io mi rifugio in quello piccoli elettrodomestici!
      Ce n'è per tutti!
      E comunque tu sei un santo e tua moglie lo sa (il premio a sorpresa ne è la dimostrazione!) :)

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    2. Naa, è lei che è santa, io scherzo. Voi Donne siete sante. La mia si ritrova un bestione di un metro e novantacinque che gli sballonzola per casa seminando indumenti, cartacce o quant'altro.

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  9. Da quando il mio scaffale dei libri in attesa ha raggiunto dimensioni mammouthesche non riesco più a fare giri in libreria. Ne ho tentato uno sabato ma sono dovuto scappare dopo meno di dieci minuti... mi mancava l'aria!
    In compenso mi diverto ad andare a caccia di libri impossibili degli anni '60 o '70 nei mercatini rionali, ogni volta che ne tirano su uno dalle mie parti. Sarà l'età...

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    1. Si narra di una allampanata figura, canuta e di saio vestita che vaga nelle campagne della maremma con in mano una copia di un libro di Moccia. Al grido di: "PENTITEVI, CODESTO E' LO ARNESE DELLO DIMONIO" mette in fuga gli astanti. Una volta entrando nel bar dello sport di un paese pronunciò una frase completa con tutti i verbi e gli avverbi al posto giusto, dopo l'ultimo congiuntivo correttamente esposto accadde il dramma: Due tentativi di suicidio, quattro emorragie cerebrali, due ictus e il resto dei presenti colpiti da violenta epistassi. Leggende...

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    2. Si narra anche di un operatore sanitario alto un metro e novantacinque, che entra nel bar dello sport, dopo essere stato cacciato di casa dalla moglie in seguito all'ennesimo litigio, causa: la sua inveterata abitudine di strappare i libri anni 60 e 70 per farne palle di carta che poi getta a terra. Visto il trambusto in corso, con gente in preda a panico da improvvisa epistassi e fatalmente colpita da emorragia cerebrale, si narra di un suo pronto intervento sul luogo, subito arrestatosi alla vista dell"arnese dello demonio": il libro di Moccia. Rivolto al possessore canuto dello stesso, il corpulento operatore gli intima di dargli l'oggetto del peccato, mentre fra un massaggio cardiaco e un altro si risveglia la sua fanatica ossessione: afferra il testo, con rabbia e ispirazione lo strappa pagina per pagina riempiendo il luogo di palle di carta sparse per terra. "Meno male che mia moglie non è qui" - è il suo ultimo pensiero.

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    3. hahaha la conoscevi anche tu la leggenda (mi aspetto una sequela di insulti da Ivano)

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    4. Ivano faccia cosa vuole io intanto..... RIDO!!!!!!!!!!!!! ahahhaahhaha
      siete forti!!!!

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    5. Quasi quasi per Natale invece di "Joshua" mi regalo "Tre metri sopra il cielo"...

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    6. Aaaaaaaaaah, colpo basso!!!! Feroce, tremendo, adorabile e fantastico Ivano

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  10. Come ti capisco! Con l'unica eccezione che anche le mie amiche prediligono lo shopping librario, con loro ho passato meravigliose ore in libreria a consigliarci questo e quello. Anche il marito tollera SOLO lo shopping in libreria o fumisteria. Anzi, non credo riuscirei a stringere legami profondi con chi disdegna la libreria...

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    1. Amiche e marito dalla tua parte? Ma tu sei una privilegiata, mia cara Antonella!
      Invidia pura! :)

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    2. Non riesco a frequentare chi non legge.

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  11. Vado nei negozi di vestiti solo per accompagnare qualche amica insistente, se devo andare per me preferisco andare a colpo sicuro nei soliti negozi che conosco e perdere poco tempo, odio provare abiti, dopo un minuto mi vien già voglia di scappare. In libreria mi piace andarci da sola, così posso perdermi tra gli scaffali senza troppi stress, a meno che non riesca ad andarci con quelle poche amiche che amano i libri più dei vestiti. :-)

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    1. Peccato abitare tutte in posti diversi, altrimenti organizzerei volentieri un uscita pomeridiana fra amiche lettrici, con tappa tè, pasticcini e libreria. :)

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  12. Come ti capisco! Io non sono amante dello shopping, alle mie amiche dico semplicemente "vi aspetto in biblioteca" e arrivano sempre troppo presto, anche se sono passate ore. :D

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    1. La biblioteca è un altro di quei posti bellissimi che amavo frequentare più ai tempi del liceo. Con università e dopo università sono passata all'acquisto dei libri nuovi di zecca. Però ricordo ancora il silenzio e l'odore di quel luogo: che nostalgia! Lì, sì che le mie amiche venivano volentieri!

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  13. Ciao Marina, io odio lo shopping compulsivo e decisamente non lo pratico. Tanto so già che una volta a casa mi renderei conto che di tutti gli acquisti nessuno mi fa realmente piacere.
    Quanto alle librerie... non ci entro perchè altrimenti ci vorrebbe la valigia per uscire.... e siccome ho ancora tantissimi libri in attesa di lettura....
    Ciao bella!

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    1. Sì, la libreria è pericolosa: ti mette in crisi perché 1) vorresti riempirti la borsa di libri e invece al massimo puoi portarne via uno/due; 2) non sai mai a quale acquisto dare la precedenza quando la scelta è ampia.
      Se decido di non comprare, non ci entro nemmeno: invece di un piacere, diventa una sofferenza, sennò! :)

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  14. Non è il tuo caso, però ho notato spesso che le donne scrittrici dicono di odiare lo shopping come se questo qualificasse il loro ruolo da intellettuali. Io non ho paura di sembrare frivola se dico che andare per negozi mi piace moltissimo, ma in solitaria.
    I motivi:
    1) non sono un'acquirente compulsiva e ho bisogno dei miei tempi per scegliere, quindi non voglio che la gente si annoi
    2) sono tendenzialmente insicura e non voglio farmi condizionare
    3) da buona ligure sono riservata riguardo al denaro e non voglio che gli altri vedano quanto spendo.
    L'unica deroga è concessa a mia mamma solo perché ogni tanto mi fa un regalino. Il mio marito insiste sempre per accompagnarmi perché pensa mi faccia piacere (luoghi comuni!) ma io sto molto meglio quando non lo vedo sbadigliare sulla "sedia dell'uomo" senza saper distinguere fra una scarpa rossa e una bordeaux ("a me sembrano uguali").
    Quando vado in libreria, è la stessa cosa. Mi piace andarci da sola. Mi imbosco come se dovessi incontrarmi con lo spacciatore! :-D

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    1. Ahah, non so perché ma io ti vedo con un mare di pacchi e pacchetti in mano, però senza frivolezza, attenzione, solo con molta allegria! :)
      Che poi, ogni tanto... un'uscita per negozi me la faccio anch'io, soprattutto in periodo di sconti. Sola, come te. Solissima! :D

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    2. Mi piace lo shopping perché mi piace essere vestita bene, ma se gli abiti crescessero spontaneamente dentro l'armadio sarei molto più contenta perché odio la confusione. ;)

      Ieri a Sanremo c'era il black-friday: siccome ero in ferie sono andata in centro e l'ho scoperto per caso. Mi sono comprata un paio di stivaletti e due maglie a prezzo di saldo e sono tornata a casa molto soddisfatta. Per l'occasione, c'era anche mio marito. Era già con me quando sono uscita di casa, e gli ho gentilmente concesso di rimanere!

      P.S. Sto scrivendo: fra stasera e domattina ci sarà posta per te!

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    3. :)
      Bene, ti aspetto come sempre!

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  15. io mi consolo con lo shopping in libreria!!!!! Ieri uscita dall'ospedale dopo un'esame un pò dolorosetto e antipatico mi sono consolata in libreria dove ho comprato un libro... Piccole donne e piccole donne crescono. Da ragazzina li ho letti e riletti all'infinito e forse volevo ritrovare un pò della spensieratezza di quei tempi..

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    1. Ho amato anch'io quei libri da ragazzina. Hai fatto benissimo: un libro può consolare, tenere compagnia, riempire ogni tipo di vuoto.
      Andrà sempre tutto bene, vedrai.
      Salutami le sorelle March! :)

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  16. Oh sì, la shopping-terapia funziona solo in libreria! Altrove mi ci devono portare con la forza... ;)

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