giovedì 10 marzo 2016

Il commento, strumento di conoscenza in rete


Quando ero giovane (nemmeno fossi già nonna!), ero una tipa da comitiva, giravo con un motorino che a Caltanissetta non aveva nessuno: era un premio di lavoro vinto da mio padre e io, i primi tempi, me ne vergognavo tantissimo, salvo poi diventare "unica" in una città in cui le ragazze di quindici anni avevano il SÌ della Piaggio rigorosamente blu o color antracite. Il mio era rosso fiammante e aveva gli ammortizzatori davanti, una cosa pazzesca! 
Scusate la digressione. Dicevo... 

A quindici anni ero una da comitiva: tampasiavo con un'amica in Viale della Regione, mitico luogo di ritrovo della gioventù nissena anni 80/90 e mi intrattenevo con amici, compagni di scuola, conoscenti, cercando divertimento e dialogo. Parlavo, raccontavo, volevo sapere dagli altri, interagivo, chiedevo, facevo conversazione. Mi piaceva "conoscere" le persone che frequentavo: non un nome e una pacca sulle spalle, ma una testa, un modo di ragionare, di scherzare. Mi interessava scoprire cosa ci fosse dietro sorrisi e  strette di mano.
Lo faccio ancora. Non ho perso l'abitudine di capire con chi ho a che fare quando conosco qualcuno, perché solo così riesco a misurare le distanze nel rapporto con le persone.
Ma con una sostanziale differenza: prima mi presentavo fisicamente agli incontri nelle piazze all'aperto, viaggiavo in sella a un motorino, mi sedevo accanto a qualcuno su una panchina, gesticolavo e muovevo le labbra, oggi viaggio attraverso un motore di ricerca, mi siedo di fronte al monitor di un computer, schiaccio pulsanti e scrivo pensieri.
Che possiamo farci, questa è l'era delle amicizie virtuali e quale strumento ci permette di conoscere le persone senza potere parlare direttamente con loro guardandole negli occhi?
Il signor "commento", utile, quanto prezioso ausilio in conversazioni che non potrebbero trovare altro sfogo in rete.

Siete d'accordo con me che commentare nel blog di qualcuno o ricevere commenti nel proprio sia come partecipare a una discussione fra persone che si scambiano opinioni? Certo, non abbiamo un caffè davanti o tè e pasticcini, ma è l'unica forma di interazione che ci consente di avvicinare i nostri pensieri, di conoscere le nostre idee, di "capirci".
Non sarà mai come intuire un'intenzione osservando dal vivo un atteggiamento; parlare ha un sapore diverso, ma il commento è la nostra voce e io continuo a "fare comitiva" anche senza recarmi tutti tutti i giorni in Viale della Regione.

Considerato, dunque, che per me il vero nucleo dei rapporti che si vogliono mantenere nei nostri blog è chiuso nei commenti, penso che si possa fare un'analisi anche del tipo di commento che vale a capire come e con chi si interagisce.

C'è il COMMENTO CORPOSO, che dà soddisfazione, perché dimostra un interesse vero per l'argomento che stai trattando, quello che ti dà l'input per nuove discussioni, che mette carne al fuoco, che stimola riflessioni aggiuntive. Un simile commento  dà la possibilità di capire chi c'è dietro di esso e di tenerne conto in altre conversazioni virtuali. Di solito, questi commentatori sono quelli che formano lo zoccolo duro delle presenze nel blog.

C'è il COMMENTO OCCASIONALE, lasciato d'impulso da un "precario della rete" che, magari, ha letto un articolo del blog interessante e vuole offrire un contributo di pensiero. Sai che, probabilmente, non tornerà a trovarti, ma ti fa piacere che abbia buttato un occhio sulle cose che hai scritto.

C'è il COMMENTO PROVOCATORIO, di chi ha bisogno di sfogarsi e trova una via facile per farlo commentando in modo superfluo, solo per suscitare una reazione. È il "seminar-killer" che depista, sposta l'attenzione, viene a disturbare (anche se il più delle volte trova indifferenza).

C'è il COMMENTO SUPERFICIALE, facile da riconoscere, di chi dice una cosa tanto per dirne una, quello dal quale non cavi elementi di conoscenza e da cui è facile tenersi a distanza perché è come se quella persona ti stesse dicendo "okay, la butto lì, ma non mi interessa sapere di più". Così, prendi atto e lasci il commento dov'è, con educazione, senza cercare di approfondire.

Poi c'è il commento sentito e quello di circostanza; quello spontaneo e quello scritto per inerzia. Il commento di scambio, che al pari del voto, viene dato se tu lo dai a me; il commento piazzato con un punto e quello che apre parentesi; il commento al commento, che fanno gli ospiti a quelli di altri ospiti nel tuo blog e che è l'esempio più riuscito di interazione fra amici.

Ecco, il mio vero piacere, come credo quello di chiunque gestisca uno spazio virtuale, è ricevere commenti e lasciarli a mia volta. E nella duplice veste padrona di casa che risponde/commentatrice nei blog altrui, il mio atteggiamento è coerente.
Non mi piace liquidare con frasette modello botta/risposta inglese: 
"ti piace scrivere?" 
"Sì, mi piace".
Non mi piace essere liquidata con risposte ovvie, con poca argomentazione: 
"sai, io credo che quando scriviamo, venga fuori quella parte intima di noi..." 
"hai ragione".

Non mi piace commentare quando la mia idea può risultare polemica.
Non mi piace che qualcuno venga a dirmi "ma che cavolo stai dicendo".

Scherzo e gradisco lo scherzo altrui, però entro in confidenza solo se trovo porte aperte, altrimenti so stare al mio posto.

Capisco bene che quando si deve rispondere a tanti la cosa si faccia più complicata, ma a parte che io sono tranquilla con i miei visitatori (numero controllato, dunque gestibile), anche se ne avessi una caterva darei conto a tutti, anzi ci andrei a nozze, perché mi piace intrattenermi con gli amici, chiacchierare, stare in loro compagnia. 

Ve l'ho detto che a quindici anni ero una tipa da comitiva e che mi piaceva conoscere le persone attraverso la conversazione...?

78 commenti:

  1. Ecco che ti vedo correre ali al vento, ops ali alle ruote sul tuo motorino rosso fiammante. Bella questa immagine. Oggi sono la prima a commentare, di solito arrivo a tarda sera se non il mattino dopo :-)
    Comunque è vero, oggi scrivere commenti nei blog è il nuovo modo di fare conversazione, è bello anche perché ormai mi sembra di conoscervi tutti quasi personalmente Del resto condividere una passione come quella della scrittura avvicina moltissimo. E quindi è proprio un bel salotto virtuale!

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    1. Avere gli stessi interessi aiuta il contatto e avvicina le persone e la nostra è una bella comitiva!
      Sapessi, cara Giulia, ho finito per amare il mio SI rosso: era impossibile non notarmi e c'era sempre qualcuno che lo vedeva da qualche parte. Pensa che una volta, avevo parcheggiato sotto lo studio di un dentista (ma non era a Montmartre!) e, uscendo, ho trovato un biglietto incastrato sotto il sedile lasciatomi da un amico che, passando di là, lo aveva riconosciuto. Insidiosissima arma a doppio taglio! :)

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  2. Messa così, però, inibisce. Commento? Non commento?
    Che faccio? Se lo faccio devo dire una cosa intelligente, mica posso buttarla là, dopo quello che hai scritto.
    E poi: mi si nota di più se non commento o se commento poco, magari citando il motorino rosso, giusto per far vedere che ho letto?

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    1. Pure io! Stavo pensando di commentare il post con un laconico "hai ragione" e scappare via. Però temo che Marina non esiterà a radiarmi dal blog ... :-D

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    2. I commenti di chi si sofferma sul Taccuino sono sempre intelligenti, che siano lunghi, corti o a mezz'asta!
      Tu, poi, ti sei guadagnato il diritto di non dire o di dire quello che vuoi, anche facendo finta di leggere l'articolo! ;P

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  3. A me piace ricevere e dare il commento argomentato, in quanto leggo il post per intero. Purtroppo il tempo è quello che è, e il tutto richiede... tempo, appunto. :-) A questo proposito, mi fanno un po' sorridere quelle persone che aprono un blog, e si aspettano di avere subito una valanga di commenti. E, oltretutto, non commentano mai sui blog altrui.

    Anch'io ho il mio gruppetto di blog cui sono affezionata, di recente se ne sono aggiunti di nuovi tra cui il tuo. Ne ho anche depennati altri in cui non vedo più aggiornamenti da anni.

    Questo è proprio il bello degli intrecci virtuali... sono come strade che ora si intersecano, ora si allontanano.

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    1. C'è anche una sorta di simpatia a pelle, che dici? Scatta una specie di feeling immediato che salta i passaggi delle manovre di avvicinamento e delle varie tecniche di conquista. Si entra subito in confidenza come se ci si conoscesse da tempo (con te, come con molti altri, mi è capitato questo). Poi c'è sempre chi ti delude, chi ti molla, chi non si lascia conquistare, chi ha bisogno di più tempo, un po' come nei normali rapporti umani. Il bello degli intrecci virtuali, proprio così! :)

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  4. Sì, capisco bene quello che vuoi dire. Non è proprio la stessa cosa del contatto diretto, però anche il commento sul blog è una forma di "società", uno scambio di opinioni. Personalmente apprezzo ogni tipo di commento che ricevo, anche quelli palesemente del genere "superficiale" perché denotano comunque un'attenzione verso il mio blog. Certo, un commento corposo e approfondito stimola maggiormente la discussione.
    Comunque, in linea di massima anche nella vita di società materiale di fronte a persone in carne e ossa capita sempre l'interlocutore gradevole, quello meno gradevole, quello che sembra star lì solo per scroccare tè e pasticcini... Bisogna accettare la "comitiva" così come è ;-)

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    1. Hai ragione quando dici che ogni tipo di commento è gradito. In una comitiva c'è di tutto, la persona con cui puoi parlare di talune cose, quella con cui puoi farti solo una risata, quella che saluti a inizio e fine serata.
      La varietà crea dinamismo. Anche nei blog! :)

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  5. E' molto bello secondo me anche quando si crea una certa confidenza al punto che i commentatori si rispondono tra loro senza che il proprietario del blog si senta obbligato a intervenire. Tipo commentarore A scrive una cosa e commentatore B risponde più al commento che al post stesso. A me spiace quando commento sempre in un blog e i relativi blogger poco o niente da me, ecco in questi casi un "mi piace" giusto per testimoniare il passaggio se non si ha tanto da dire o poco tempo. E' vero detta così sembra un po' voto di scambio, ma io la chiamo reciprocità. Baci Sandra che no, il motorino figurati non l'ha mai avuto.

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    1. Sì, è molto bello quando c'è una reciprocità che, come dici tu, non è tanto un voto di scambio ma è un continuare un dialogo da un blog a un altro. Ed è anche una forma di rispetto. Però capisco che chi ha blog molto più seguiti del mio non possa seguire tanti altri blog o magari, pur leggendo i post che lo interessano, non abbia tempo di fermarsi a commentare. :)

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    2. La reciprocità dovrebbe essere una specie di tacita regola. Pensa che io mi ostino a commentare su alcuni blog che non mi ca.... manco di striscio! Però, mi piace quello che dicono e allora poco mi importa. Magari non piace a loro ciò che scrivo io, che è anche possibilissimo!
      Pochi ma buoni, cara Sandra. Pochi ma buoni! :)

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    3. Anche questo è vero, Silvia. Si hanno delle priorità che è giusto rispettare. Poi, non lo sai se ti seguono e il tempo è sempre tiranno, vero, verissimo!

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  6. Anche io sono una logorroica, nel commentare, mi piace lo scambio, mi piace anche andare avanti per un po', botta e risposta, come fossimo in chat. Allo stesso modo però evito di commentare se non ho niente di interessante da dire. Non sento di aver bisogno di "far presenza", e mi innervosisco quando qualcuno passa dalla mia pagina con tale intento. Sai che sono un po' sensitiva: mi accorgo subito se chi commenta non ha letto l'articolo. :)

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    1. Chi commenta senza leggere mi ricorda i vecchietti al bar che commentano le notizie dai titoli sul giornale! :D :D
      Comunque sì, è un po' fastidioso, a meno che non sia esplicitamente dichiarato. :)

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    2. È esattamente quello che voglio dire: anch'io, spesso, mi accorgo se il commento segue un filo logico o è piantato lì per caso. Nemmeno voglio il commento a tutti i costi: se è superfluo dire qualcosa, è inutile aggiungerla a ciò che è già stato detto. Mi comporto così io nei blog che seguo, così vorrei fosse anche per il mio. Però se io nel mio commento ti rivolgo una domanda, mi piacerebbe che tu tornassi a darmi una risposta! Attenzione! Le dimenticanze sono ammesse, tutte: parlo io, poi! ma se dimentichi tutte le volte...

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    3. I vecchietti con il giornale in mano, ahaha!

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    4. Sì è vero, è così. Non sai quante volte mi è capitato di cercare un'interazione e non trovare poi riscontro: del resto, ormai il link era stato messo, a cosa serviva tornare?
      Comunque ammetto che mi dà molto fastidio anche il contrario: sui blog altrui, c'è una domanda fuoriluogo solo perché io risponda, così aumenta la visibilità del post...
      In poche parole, non mi piacciono le strategie. Su internet sono naturale, come lo sono nella vita. :)

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    5. Sì, anch'io! Non riesco a essere strategica e questo è un male, lo sai, vero, Chiara? Che esordienti self-publisher ci apprestiamo a essere se poi dobbiamo sbracciarci per trovare strategie vincenti di vendita? :P
      No, vabbè, però, almeno nei commenti, possiamo ancora permettercelo! :)

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    6. Guarda, nonostante la mia totale assenza di strategie il blog va benissimo. Se non avessi lettori o commenti forse mi fare un paio di domande, ma così non ne sento il bisogno. Inoltre in questo momento non è nemmeno uno strumento promozionale; per me è svago puro. :)

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    7. Giusto. Divertiamoci. Quando sarà il momento, si penserà a tutto il resto! :)

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  7. Mi faccio sempre un po' di scrupoli quando commento in un blog altrui o quando rispondo ai commenti sul mio blog. Con una leggera differenza: in casa altrui è sempre bene essere molto educati e rispettosi degli spazi non nostri, a casa propria, pur con le dovute cautele e senza comunque dimenticare l'educazione, si è più liberi di scegliere come gestirsi.
    Nei blog altrui cerco di non essere troppo prolissa (oh, forse adesso lo sono?) perché penso che chi riceve commenti non possa neanche dedicare ore e ore a leggere commenti molto lunghi e a rispondere a tutti, sebbene mi piaccia articolare un minimo il mio pensiero. Sul mio blog, per quanto riguarda la lunghezza, mi faccio meno problemi, anche perché penso che chi mi scrive apprezzi una risposta completa piuttosto che una riga di circostanza. Cerco anche di non centrare troppo le mie risposte su di me, ma piuttosto di coinvolgere il commentatore con le sue esperienze e le sue eventuali difficoltà. Mi sembra una forma di rispetto nei loro confronti. Anche se non sempre mi riesce bene. :)

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    1. Ti riesce benissimo, invece, sperimentato! :)
      Io provo a stringere il contenuto dei miei commenti per le stesse ragioni tue e anche quando scrivo due righe cerco di dare efficacia alle mie parole, cioè provo a fare capire che, comunque, il mio pensiero nasce dalle considerazioni fatte su ciò che ho letto. Poi, certo, non so mai se ciò venga percepito in questo modo. In genere, però, mi piace dire cose che possano aiutare il consolidamento di un rapporto (nei limiti imposti dallo strumento virtuale, ovviamente)

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    2. A me non danno assolutamente fastidio i commenti lunghi. Al contrario, mi fanno piacere, perché significa che la persona ha letto il contenuto del post e ci ha anche riflettuto. Quindi "a casa mia" non fatevi scrupoli del genere. ;)

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    3. Per la serie: "orgoglio prolisso", ahaha, che- tra parentesi- non dispiace neanche a me! :)

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  8. Io adesso non so che dire.
    Come se di solito lo sapessi.
    Marina, mi hai messo in crisi. Sigh.

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    1. Allora vieni pure sotto al mio commento-ombrello :)

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    2. E tu sei come Michele: una che qui può fare come vuole e ciò che vuole! Cche ve devo dì: me so' affezionata! :P :D

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    3. @Michele: ci avevo pensato ma sono stata intimorita dalla persona che non conoscevo e sono scappata quaggiù. Viva me. Viva. Viva. :D
      @Marina: io ti lovvo moltissimo. Moltissimissimo. Ora piango. <3 <3 <3

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  9. Mah, non so che dire se non che qui mi trovo a mio agio. Non riesco a capire come vengo percepito, ma io mi trovo a mio agio. Posso lasciarmi andare a speculazioni serie piuttosto che di puro pour parler, come posso affrontare questioni importanti con la dovuta leggerezza (non superficialità) certo di incontrare corrispondenza. Intelligenza.
    I commenti sono importanti, è vero. Con il tempo ho capito, ho imparato a distinguere tra coloro che vogliono solo mettere una tacca in virtù del do ut des e tra coloro che hanno un reale piacere nello scambio. In alcuni casi mi sono reso conto di aver dato troppa importanza a blogger che in realtà se la ridono del mio eccessivo entusiasmo nell'instaurare nuove amicizie. Sono così anche nella vita: furioso e feroce quando mi incazzo, e ultra disponibile a manifestare gioia e contentezza quando mi trovo bene, senza vergogna e senza il timore di apparire ridicolo. Pecco di inesperienza, in fondo pur avendo aperto i battenti nel dicembre 2014, è solo dal maggio 2015 che interagisco con altri blogger, quindi nemmeno un anno di attività. Non mi creo troppi problemi, il blog è un passatempo, un prendere le distanze dalla snervante, pesantissima, routine quotidiana. Ho incontrato delle belle persone, alcune con cui ho contatti anche in forma privata, di questo sono felice. Nonostante alcuni, pochissimi, casi di manifesta spocchia, sono contento di quello che ho trovato nella blogosfera. Nello specifico del mio rapporto con "il taccuino dello scrittore", paradossalmente mi godo il piacere della conversazione proprio perché mi sento diverso da te. Vite diverse, esperienze diverse, percorsi diversi. Questo mi attrae come una calamita. I punti di convergenza si trovano comunque nel piacere dello scambio di impressioni, con garbo e cortesia.
    Anche a me, come a te, non piace commentare quando la mia idea può risultare inutilmente polemica, abbiamo troppa, tanta, vita addosso da permetterci il lusso di non dover dimostrare niente a nessuno. Ok, ho finito, puoi tirare il fiato. Io ti mando un sorriso, vedi tu…

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    1. Perché... io non lo voglio tirare il fiato: tra me e te, sai che conversazioni davanti a un caffè! Tu sei autentico, non c'è affettazione, non c'è eccesso, quello che dici è sempre pertinente.
      Sei il prototipo del commentatore ideale: attento, sensibile, serio quando il discorso richiede serietà, spiritoso quando il clima è più leggero.
      Caro Massimiliano, tu sei una passeggiata di salute!
      Ridicolo? Sei meravigliosoooo!
      E dopo questa pubblica, sentita, dichiarazione, al sorriso aggiungo un bacio rigorosamente virtuale! :)

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    2. Hahahaha è la storia della mia vita... sempre baci virtuali. No, per fortuna non è vero. Ti ringrazio Marina, ti ringrazio davvero.
      Però, è vero o no che a essere troppo spontanei si passa un po' da scemotti?

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    3. Dipende da come manifesti la spontaneità, se in modo intelligente oppure no!
      L'occhio attento coglie la differenza! Anche chi non si ferma alle apparenze! ;)

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  10. Hai perfettamente ragione a dire che il commento è l'anima del blog. Io aggiungerei anche che forse sarebbe più bello se più persone commentassero, invece di avere solo una percentuale minima di lettori che commentano, come ha gran parte dei blogger. Non che io mi lamenti, anzi: mi fa piacere anche se vengo letto e basta, e anche se ultimamente il mio blog e semi-deserto, non mi lamento. Penso però che ricevere più commenti e più in generale avviare più dialoghi con i miei lettori e con gli altri blogger mi farebbe ancor più piacere :) .

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    1. Io sono convinta che le amicizie richiedano tempo per consolidarsi, pensa poi quelle virtuali in cui sai di parlare con un nome, che talvolta è persino uno pseudonimo! Di alcuni non conosci nemmeno il volto perché oltre allo pseudonimo usano un avatar o qualcosa che non ne permette il riconoscimento. È tutto... forse difficile no, ma comunque un po' strano! Allora, hai bisogno di essere più paziente perché devi lasciare il tempo alle persone che vogliano farlo di conoscerti meglio, di capire se hanno piacere a frequentarti tramite un blog. Poi, come in ogni cosa, ci sono alti e bassi, la novità può attirare l'attenzione, poi coltivare il proprio giardinetto dev'essere sempre un piacevole diversivo. L'importante è, per me, non dare mai troppo peso alle aspettative e trovare anche nei commenti semplici occasioni di scambio e di svago

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  11. Io ero un tipo silenzioso con poche amicizie scelte. Però il commento mi piace perché non è invasivo, non impone la sua attenzione, come, ad esempio, lo squillo di un telefono, lo si dà e lo si riceve quanto si ha il giusto tempo e la giusta predisposizione.

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    1. Io sono sempre stata socievole, ma anche molto esigente, così avevo tante conoscenze e, come te, poche amicizie scelte.
      Ci vuole tempo e la predisposizione è un elemento fondamentale, questo è vero: non mi sento mai obbligata a commentare; lo faccio se mi va e quando mi va, però è anche vero che in alcuni blog mi viene spontaneo come la telefonata che faccio quotidianamente a mia madre.

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  12. "Hai ragione".. :-)



    I commenti "fanno" conversazione. E aiutano molto a capire le persone con cui si ha a che fare. Resta comunque una distanza abissale fra la parola scritta e la parola detta: a costo di dire un'ovvietà, parlando di "persona personalmente" si possono notare molti altri particolari come sguardi, espressioni, pause, sorrisi e mimica in generale che in un commento, per quanto possa essere forbito e studiato, non si riuscirebbero mai a racchiudere adeguatamente. E a volte questi particolari "extra" rendono più l'idea e il senso di quel che si sta dicendo. Lo stesso tono con cui si scrive un commento (ma anche una e-mail o un banale sms) è molto difficile da trasmettere. Il commento scritto ha tuttavia altri pregi: permette di colmare distanze fisiche e temporali che altrimenti limiterebbero, e di molto, il raggio delle proprie amicizie, anche se solo virtuali.
    Quanto alle categorie che proponi, penso che oltre a CORPOSO, OCCASIONALE, PROVOCATORIO e SUPERFICIALE (e tutte le altre), manca il commento FUORI LUOGO. Che non è "fuori luogo" solo in termini di tema, ma è "fuori luogo" anche in termini "energetici": certi commenti (che si ricevono su altri blog) hanno l'effetto di disturbare l'energia positiva, stroncando sul nascere la voglia di entrare in relazione e, magari, in sintonia. E' anche vero che dipende molto dal blogger stesso, dalle tematiche che tratta e dal modo in cui le propone. E mi fermo qui perché altrimenti diventa FUORI LUOGO questo mio stesso commento... :-P

    Personalmente non sono uno che lascia commenti solo perché ne vuole a sua volta. Li lascio solo quando vengo stimolato dall'argomento perché penso che la spontaneità sia importante.

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    1. Bene, ti sei salvato! :P

      Io ho capito cosa vuoi dire, lo sai: uno parte in quarta, con una bella partecipazione, l'energia giusta, come dici tu; si aspetta la risposta che dia sazio... e alla fine vieni liquidato con due frasette senza anima, quasi indisponenti, persino! Ma molto dipende proprio dal fatto di non potere afferrare il tenore della frase detta, perché scriverla è senza colore, se non ti impegni a dargliene uno. Poi c'è chi ci prova e chi non ha interesse ad "arrivare" all'ospite nel modo migliore. Questi sono motivi di disaffezione, ahimè! Ma magari chi ha tanti amici in rete, non fa caso se strada facendo ne perde qualcuno! Pazienza!
      La spontaneità, invece, quella è trasparente: si vede subito!
      (Oddio, Darius, ho gli incubi da feltro babilonese! :) )

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    2. ('sto feltro babilonese sta diventando una maledizione. Dobbiamo liberarcene una volta per tutte! ... :D )

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  13. Ciao Marina, io credo che i pensieri che scriviamo siano la nostra carta di identità in questo spazio virtuale, anche se molto dipende da quanta voglia abbiamo di farci conoscere e di mostrarci per quello che siamo davvero. Per quanto mi riguarda, gli scambi che decido di avere con alcune persone, qui, sui blog, sono virtuali solo nel mezzo che utilizzano, per il resto è tutto reale e sentito fortemente. Poco mi interessa il commentino di presenza e poco mi importa farlo. Seguo chi mi piace, anche se non sono ricambiata (c'est la vie!), lascio i miei pensieri se ho qualcosa da dire, se credo di poter dare un contributo anche piccolissimo, altrimenti me ne resto zitta e leggo, il che è come dire fermarsi ad ascoltare chi qualcosa da dire ce l'ha. Spesso, la timidezza mi impedisce di esprimermi come vorrei e scrivo e cancello e riscrivo e scrivo un'altra cosa, non scrivo affatto, perché essere nel virtuale non mi aiuta, ma almeno chi mi ospita può essere certa/o che la mia non è una presenza di circostanza. Detto ciò, io qui sono a mio agio o mi sarei fermata venti righe fa. Tuttavia, confesso che anche da te mi è capitato di leggere, di scrivere, riscrivere, cancellare... ^_^

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    1. Leggere, scrivere, riscrivere è una cosa che faccio anch'io, cara Iara, se no che verrebbero fuori tutti quei commenti perfettini perfettini con verbi e parole messi al punto giusto!
      Verba volant scripta manent, dicevano qualche lustro fa i latini e nei commenti ci scontriamo sempre - vuoi o non vuoi- con questa specie di responsabilità! Poi ci diciamo "scrittori", capirai... non sarebbe da noi! :)
      La tua spontaneità è evidente e con me niente formalismi: io ti vedo come una di quelle amiche con cui mi intratterrei a lungo a chiacchierare e chiacchierare, di tutto, senza problemi... e, in piccolo, è quello che provo a fare anche attraverso questo blog.
      E poi, confesso una mia incapacità, insieme a tante altre in campo informatico: devi sapere che io vengo a trovarti nel tuo profilo di google plus (altrimenti come decanterei le tue capacità poetiche!), ma non posso partecipare attivamente, perché il mio account è collegato ad Ali di Carta, il mio laboratorio. Ne ho creato uno anche a nome mio, ma... non so come cambiarlo ogni volta che voglio fare una condivisione. E quando ci ho provato, mi si è bloccato per un problema di password e chissà cos'altro ho combinato.
      Ma dammi tempo e risolverò il problema ;)

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    2. ^_^ Ma non preoccuparti, neanche io ultimamente vado tanto sul mio profilo! E' questo il punto: io con chi voglio incontrarmi mi incontro ovunque, non per forza in casa mia, anche se è bello ospitare. Lunghe chiacchierate dici?... non per darmi delle arie, ma in quelle sono abbastanza brava. :-)

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    3. Ce la giochiamo?
      Magari davanti a una bella tazza di tè! ;)

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  14. C'è poi il commento mattone, quello che sarebbe corposo ma è troppo lungo e noioso da leggere.

    Io sono un'amante del commento flash, quello stringato che però riassume tutto, aggiunge un tocco di classe e lascia con un sorriso sulle labbra.

    A dirlo sembra tanto facile... :D

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    1. In genere, anche io provo a non dilungarmi troppo in chiacchiere, perché è vero che in giro si leggono certi papelli che il mio libro di procedura civile, al confronto, sembra una passeggiata in pianura! :)
      Le risposte brevi e argute conquistano anche me. Tu te la cavi benissimo! ;)

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  15. I commenti sono una brutta bestia, invece. Voi tutti state lì a sottovalutare, a dirne un sacco di bene: ma non è vero. Bisogna sempre dire delle cose intelligenti, appropriate, e io infatti sono sempre in difficoltà. Per esempio, adesso, che cosa sto scrivendo? Non ne ho la più pallida idea! Mi sembrava di fare un intervento come si deve, di quelli che elevano sia me, che il blog che mi ospita, e invece mi rendo conto che sto solo infilando una parola dopo l'altra, senza sugo.
    Adesso devo concludere, e non so proprio che dire. Come concludo? :)

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    1. Con un brindisi: il tuo sugo è sempre molto buono e anche oggi non era male!
      Cin cin! :D

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  16. Vediamo se Blogger ci fa la grazie di lasciarlo il commento... Ci provo sempre almeno 10 volte poi getto la spugna. Stamattina avevo scritto che questo blog mi piace molto e che diventa come quei salottini dei café londinesi dove vai a prendere caffè/té, dolcetto e resti a fare quattro chiacchiere con amici e magari diventa un luogo di incontro. Sul mio blog non commenta quasi mai nessuno forse sono troppo acido nei miei articoli? Non lo so. Oppure sono poco interessanti, il che può essere. Oppure valgono tutte e due le cose. Avere commenti sul blog è una bella cosa perché ti permette almeno di capire che qualcuno ti ha letto. Certo una volta mi capitò su un altro blog di avere dei commenti di persone che sapevano tutto loro e che solo la loro opinione era giusta, ovviamente commentarono con nomi di fantasia e con email false. Non sapevo manco come dirgli che erano stati un tantino invadenti... Oramai diventa difficile fare qualsiasi cosa. Continua così :) .

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    1. Non so da cosa dipenda esattamente, forse anche dalla presenza nei blog altrui, dal modo in cui si interagisce con gli altri, la frequenza degli aggiornamenti che crea abitudine, davvero non saprei! È un processo spontaneo, però, nel senso che il commento non si chiede, se c'è è meglio, se non c'è non è detto che non ci sia interesse.
      Mi piace che il mio blog sembri un salottino dei cafè inglesi, mi piace pensare che qui chiunque possa sentirsi a proprio agio.

      Insomma, alla fine Blogger ti ha fatto la grazia! :)

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  17. messa così crea un po' di obbligo...
    io trovo ridicoli i complimenti di auto reclame...
    poi li leggo con tale interesse, che quelli che hanno corpo e valore, mi portano ad intrecciare rapporti veri...

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    1. No, nessun obbligo, per carità! Non facciamo che parlare di spontaneità, qui e altrove!
      Quali sono i complimenti di auto réclame?

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  18. I commenti rilasciati sui vari blog sono la carta di tornasole della vera personalità dei blogger, più ancora dei post sui loro blog. Chi è superficiale o generico o equidistante o moderato o saggio nei commenti, sarà anche freddo e inutile a casa sua. Mi piacciono i commenti imprevedibili, brevi e spiazzanti. Quando tutti sono d'accordo e la pensano allo stesso modo penso che sia inutile perdere tempo nella conversazione.
    E' pieno anche di blogger, anche ben frequentati, che quando gli lasci un commento non in linea con il loro pensiero ti trattano con i guanti e danno risposte di circostanza molto educate, con il sottotesto "togliti di torno". Ogni tanto mi piace provocare la loro reazione pavloviana.
    Vorrei che quelli che mi mettono i mi piace si facessero sentire. Credo che se un blogger continua a metterti un mi piace e non commenta, vuol dire che sto sbagliando io qualcosa, che non hanno ancora la mia piena fiducia, che non appaio alla pari nel confronto, ma sembro un poco stronzo.
    C'è gente che mi fa addormentare dopo due righe anche se ne scrive una. Altri scrivono papiri che fanno addormentare dopo una riga. I commenti che mi piacciono di più sono quelli che rilanciano la discussione, che la animano, non che la risolvono o la confermano, ma la agitano.
    E poi c'è Marina. Credo di averla conquistata con un commento, o è stata lei a farlo?, non ricordo più. Ma entrambi abbiamo capito con una sola riga di commento che eravamo disponibili e sinceri entrambi, pronti a rischiare di diventare intimi.
    Helgaldo

    Se poi tutto questo commento, come al solito viene mangiato dal tuo blog, allora non commenterò mai più... passa a wordpress appena puoi....

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    1. Me la sono scansata, fiuuuu!
      Irrinunciabile mister Helgaldo! Abbi pazienza con questa piattaforma, sto cercando di educarla! :)

      Certe volte rispondere a una provocazione con toni moderati più che una cortesia (o un'ipocrisia, dipende) è la difficoltà di fare capire il pensiero che realmente si vuole comunicare; un'attenzione verso la possibilità di generare equivoci, che poi dispiacciono, perché in fondo ci si conosce ma sempre fino a un certo punto: ci vuole poco a ferire sensibilità e questo, in genere, mi scoccia.
      Credo che nel tuo caso, molti si sentano inibiti dalla tua funzione di "guida" esercitata con così elevata competenza da provocare un po' di soggezione. Mi arrogo il diritto di interpretare qualche atteggiamento schivo, pur senza averne gli elementi, sulla base di mere presunzioni iuris tantum (un risveglio improvviso del mio "animus" legale!)
      Ma chiediamo direttamente a loro: PERCHÈ NON VI PRESENTATE IN CASA DI HELGALDO?
      Che poi, che strano, io sono entrata nel tuo blog e mi sono trovata talmente bene da non volermene andare più! Ormai sono diventata un pezzo della tua argenteria! :D
      E dunque, ci siamo riusciti?
      A diventare intimi, intendo! O stiamo correndo ancora questo rischio?

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  19. L'intimità è un rischio che vale la pena correre, sempre. :)

    La provocazione non è fare polemica. Provocare per me vuol dire puntare a un rapporto personale, che ti mette in gioco. Raccontarsi e non raccontare. Questo a molti (a qualcuno) non piace perché dissolve le distanze e mostra i limiti che tutti abbiamo. Se qualcuno scrive in un post, per esempio, che per scrivere una storia vincente serve un incipit efficace, io gli chiedo subito di scrivermene uno, per farmi capire ciò che vuole dire. Allora si ritrae dietro frasi di circostanza. Amo e apprezzo chi ci prova, e non ha paura di mostrare i propri limiti. Queste sono persone vere, come te. Gli altri si nascondono dietro le parole che scrivono, con la scusa di essere scrittori.

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  20. Risposte
    1. Ma no, sono tutto chiacchiere e distintivo.

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    2. Secondo me, si parte da presupposti diversi: c'è chi con il blog si mette su un piano rialzato rispetto al resto del mondo e chi si mescola al mondo e cerca spunti interessanti da cui imparare. Io faccio parte della seconda categoria e ci sono cose che sto capendo, della scrittura, che nemmeno tutti i manuali con le regole ben spiegate o i blog che ne parlano avrebbero mai potuto farmi capire. Perché sono in cammino e se c'è qualcuno che mi aiuta a correggere il tiro sono felicissima di mettermi in gioco, provando e sperimentando, anche a costo di dimostrare di non essere ancora all'altezza di certe prestazioni narrative.
      Poi c'è anche la componente emotiva: molti si vergognano o magari si sentono insicuri e non vogliono tirarsi la zappa sui piedi! :)

      Sei tutto chiacchiere e distintivo. E infatti ti distingui! :)

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  21. Mah :D Sinceramente il blog e i commenti sono una palestra, per me stessa, soltanto per me. La sfida è accogliere tutti e tutti i modi di pensare. Non solo non ci riesco come vorrei, ma spesso mi rendo conto dei miei limiti, tanti.
    Non mi piace polemizzare gratuitamente, però sarebbe poco onesto essere sempre in accordo e dunque lo stesso deve essere per i commenti ricevuti. In fondo ciò che è meraviglioso, è la diversità.
    Penso sia ovvio che devono esserci basi dalle quali partire (educazione, rispetto, voglia di comunicare), ecco...
    Sul commento frettoloso e di circostanza, non penso troppo male: ci sono persone timide, altre che non sono sicure di ciò che sanno, altre che hanno difficoltà col web (ce ne sono, ce ne sono...). Quello che non sopporto è lo spam: proprio odioso :P
    Non sarei troppo rigida, in definitiva, nel dare connotazioni sulla base dei soli commenti, tranne nel caso in cui con la persona si instauri un rapporto a lungo termine e più "articolato". Ognuno vale per il proprio modo di essere, in questo caso di scrivere. Suonerebbe falso leggere soltanto commenti briosi e "belli" (con la cifra soggettiva, per altro): le persone sono una ricchezza perché tutte differenti.

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    1. No, scrivere sempre commenti briosi e belli stonerebbe con quella spontaneità che, per me, deve sempre intervenire quando decidi di partecipare a una discussione, come farsi vedere sempre in ordine e ben truccate pure quando si va al balcone a stendere la roba. Il commento frettoloso e di circostanza, poi, non vuol dire quello breve, fatto di poche parole. Ringrazio sempre chi dedica anche due righe al post che scrivo, io intendo quello che dimostra sufficienza, che non è per forza quello che ricevo io nel mio blog, ma anche (soprattutto) quello che mi dedica il padrone di casa di un blog che sono io a visitare. Magari mi aspetto di essere trattata con più calore, invece vengo liquidata in modo rapido e insoddisfacente.

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    2. ...e a quel punto, se accadde più volte, anche ciao ciao :P Mi è capitato: sembra di essere sgraditi, dunque, io mi allontano! Poi c'è anche da tener conto dello "stile" del blogger di casa: c'è chi fa della concisione un punto di forza, ma tratta tutti quelli che passano allo stesso modo!
      Buon pomeriggio Marina ^_^

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    3. È un processo spontaneo, cioè in questi casi non mi viene più naturale lasciare commenti, dunque, se il blog è interessante, passo dietro le quinte, continuo a seguirlo ma in silenzio! :)
      Buona serata! :)

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  22. Questo appartiene alla categoria "commento superficiale" perchè non saprei come approfondire la discussione, hai gia detto tutto tu :P

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    1. Ma questo era un post "di servizio", che non si prestava a chissà quali discussioni. Fa sempre piacere comunque ricevere un feedback, anche solo per dire sono passato e ho letto quello che hai scritto. :)

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  23. Ok, mi arrendo... ammetto di essere passato, sia ieri che oggi, e di aver letto sia il post che i commenti.

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    1. E volevi scansartela? :D
      Passare così, alla chetichella, senza lasciare nemmeno un ciao?
      Bravo, ti sei fermato! :) :)

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  24. Sono sicuramente colpevole di commenti superficiali, ma non dettati da disinteresse. Mi capita di leggere un post e non avere nulla da aggiungere, ma di voler far sapere al blogger che ho letto il post e l'ho apprezzato. Purtroppo in rete la presenza silente e l'assenza si somigliano molto!

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    1. La differenza si nota. Io, per esempio, non ritengo affatto che i tuoi commenti siano superficiali, perlomeno non qui. Non è una questione di quantità: si può dire tanto in tre parole e niente in dieci righe. Penso di percepire l'intenzione che c'è dietro. Anche in caso di assenze. :)

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  25. Che cos'è che tampasiavi? :D
    CMQ dici bene, molto più che nei social network (dove il commento è troppo semplice, troppo scontato, dove ci si fa quasi più notare per la mancanza che per la presenza) i commenti ai post sono davvero importanti per costruire una relazione, per conoscersi meglio, ma anche per "fare rete"!

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    1. Tampasiare significa perdere tempo in giro. E a quindici anni era la mia attività preferita! :)
      Ora, qualche volta, vorrei ancora farlo, ma sono costretta a tampasiare di meno!
      Il commento è anche un modo per fare rete ed è vero: mi è capitato spesso di visitare blog altrui leggendo i commenti fatti in giro. È come lasciare un biglietto da visita.

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    2. Ah, tampasiare è l'antenato di Facebook! :D

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  26. Il commento, è vero, ti permette di capire chi c'è dall'altra parte. Come lettore mi è capitato alle volte di non ricevere risposta, altre di ricevere la risposta "contentino" (ti rispondo giusto per educazione), altre ancora quella strapiena di sufficienza. In tutti questi casi mi sono allontanato da quei blog.
    Come blogger ti posso raccontare il caso di un mio commentatore. Ogni volta che commento sul suo blog (in cui peraltro non risponde ai commenti di nessuno), dieci minuti dopo è sul mio a commentare. Tipo botta e risposta. Se non vado sul suo blog, niente, non passa da me. Molto clinico. I suoi commenti comunque constano di una frasetta di 3-4 parole (tipo "un libro molto interessante"), seguito dai saluti. Se mettesse anche degli STOP sarebbe un telegramma.

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    1. Anche tu hai una bella esperienza nel campo "commenti". Alla fine, sul web, ci si imbatte in un sacco di situazioni che ti portano a fare delle scelte, anche quella di perdere interesse per un blog. Non so se capita anche a te, ma la sincerità è una componente che intercetto subito quando qualcuno risponde ai miei commenti e quando qualcuno commenta da me. E non è un fatto di brevità o sintesi: puoi lasciarmi scritte due parole, purché mi diano la sensazione di essere "vere".
      Di solito, quando qualcuno entra nel mio blog e si presenta con un commento, vado a cercare in rete la sua pagina e la metto subito "in osservazione": mi piace scoprire nuovi contatti, soprattutto quando sono interessanti. "Arcani" è in elenco! ;)

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    2. Beh, grazie, se passi da me è un piacere, ma nessun obbligo! :)
      Sì, credo che con un po' di esperienza si capisca se il commento è sincero o è fatto tanto per (per esempio per catturarsi follower). A questo proposito mi vengono in mente i "cacciatori di follower" che infestano la giungla di g+, che aggiungono contatti a caso e non li seguono mai mai.
      In genere i miei articoli per come sono fatti non danno luogo a discussioni elaborate, ma anche solo un paio di righe fanno comunque piacere, ti dà l'impressione di non parlare a vuoto, che sarebbe l'equivalente di aprire la la finestra e parlare senza che sotto ci sia qualcuno ad ascoltarti.

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    3. No, per carità, non potrei mai sentirmi obbligata. Ho dato un'occhiata e l'ho trovato interessante, adesso piano piano approfondisco.
      Non sono iscritta a google plus, ma immagino che funzioni come per Twitter con i suoi followers: a caso tantissimi, utili e validi pochi! :)

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