martedì 31 maggio 2016

Le pippe mentali dello scrittore (esordiente o aspirante)

Disegno di Floriana Rampanti

E quel pensiero martellante con cui ci fissiamo, quel tarlo che ci corrode, ci preoccupa, ci stressa, dove lo mettiamo? Diamogli un attributo: compulsivo, definiamolo con un termine: paranoia, oppure semplicemente chiamiamolo nel modo in cui è più riconosciuto: pippa mentale, che non è proprio una finezza linguistica, ma rende l'idea.

Il pensiero compulsivo, che diventa paranoia e ci trasforma tutti in onanisti cerebrali è, forse, il più comune dei mali, perché sfido chiunque a negare di essersi arrovellato almeno una volta nella vita su questioni, fatti, convinzioni campati in aria, ma talmente condizionanti da entrare in un circuito da cui è impossibile venire fuori.

Io sono la regina delle pippe mentali, lo ammetto senza se e senza ma: mi scelgo un filo lunghissimo attorno al quale attorcigliare tutti i pensieri e ci provo persino gusto a intrecciarli ben benino per complicarmi la via d'uscita e rimanere dentro quel labirinto più che posso.
Mi arrovello su certe dinamiche che non voglio spiegarmi (e apposta non ho detto "che non so spiegarmi", perché basterebbe poco per darmi certe risposte, sono io che mi ostino a non cercarle), rimugino su frasi che non mi piacciono, su parole che potrebbero essere fraintese o che io potrei avere frainteso e mi faccio film mentali che un regista ci vincerebbe l'Oscar.
Mastico, mastico pensieri senza ingoiarli mai. Finirò per strozzarmi!

Questo in genere. E in veste di scrittrice esordiente come me la cavo?
Un po' meglio, forse, ma sono sicura che non sia così per tutti.

Avete mai provato a soffermarvi sulle paturnie di chi muove i primi passi (anche i secondi e pure i terzi) nel mondo della scrittura? Provo a mostrarvi un campionario attendibile al quale potete aggiungere qualche loop che mi è sfuggito.

Pippe mentali di un aspirante scrittore con un sogno nel cassetto: pubblicare un libro

Manda un manoscritto...
arriverà a destinazione? A quest'ora dovrebbero averlo ricevuto. Lo avranno cestinato? Lo staranno leggendo? Li avrò incuriositi? La lettera di presentazione era efficace? E la sinossi, era convincente?

 ... e non riceve risposta
che fine ha fatto il mio libro? Lo sapevo, non lo hanno nemmeno letto. Non è piaciuto. Perché non è piaciuto? Ma potrebbero almeno contattarmi per darmi qualche notizia! Perché non mi risponde nessuno?

Manda una mail per avere chiarimenti su qualcosa
non mi hanno scritto, come li risolvo i miei dubbi? Non avranno letto la mail. L'hanno letta e ignorata. È finita nello spam. Che faccio, riscrivo o aspetto ancora qualche giorno?

Fa leggere a qualcuno ciò che ha scritto e non ha riscontri né in positivo né in negativo
lo avrà finito? Gli è piaciuto? Ma se gli fosse piaciuto mi avrebbe detto qualcosa, allora non gli è piaciuto e non sa come dirmelo.

Tutto quello che scrive riceve critiche negative
non so scrivere, perché mi ostino a scrivere? Quello che scrivo non piace perché è brutto. È inutile, non sono capace. Lascio perdere? 

(Quelli che non lasciano perdere, in genere, si danno al self-publishing! - battuta concessa?)

Pippe mentali di uno scrittore esordiente

Scrive un nuovo libro
sarò apprezzato come con il precedente? Devo essere all'altezza del precedente. Non posso deludere le aspettative. Questa volta devo essere più bravo a promuovere il libro. Ma perché non riesco a vendere di più? Devo stare attento a non commettere errori...

Ha in corso la stesura del nuovo libro
sto raccontando una storia interessante? Ma perché per gli altri è facile e a me sembra un'impresa impossibile? Non so più cosa scrivere. Dove sei finita, ispirazione? Panico da pagina bianca. Non ce la farò mai. Come ci sono riuscito la prima volta?

E chi scrive solo per diletto, per divertirsi, per se stesso, invece, com'è messo a seghe mentali?
Non ne ha, che domande!

La tortura psicologica cui ci sottoponiamo, spesso, aumenta il nostro livello di stress, allora sì che occorrerebbe recuperare il senso che attribuiamo al piacere di scrivere, che non può trasformarsi in preoccupazione o generare ansia, ma dev'essere sempre, prima di tutto, un pensiero sereno, che distende l'animo, non lo altera.

Daje, Marì, c'hai provato! Non ti riesce bene: se non ti impippi un pochino non sembri nemmeno tu!

Scusate, ho dei pensieri compulsivi che mi aspettano: li ho spinti fuori dalla porta per scrivere queste quattro righe, ma adesso stanno provando a sfondarla!



74 commenti:

  1. Già. Specie poi quando salta fuori uno che, mai né visto e né sentito prima, scrive mezza pagina e finisce sulla bocca di tutti: allora son dolori, per chi rimugina! :)

    PS: la foto dei pensieri è fantastica ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I miei sono davvero agguerriti, quando ci si mettono! :)

      Elimina
  2. Ecco vedi, chi si dà al self publishing si evita le pippe del mandare il manoscritto all'editore. :D

    E su coloro che non lasciano perdere e si danno al self, mi pare giusto... qui da noi c'è posto per tutti. ;)

    Certo, peccato che non ti sei lasciata andare alle paturnie dello scrittore da self.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potrebbe essere l'argomento di una prossima riflessione: pippe democratiche. Ce n'è per tutti!

      Elimina
  3. PIPPE MENTALI SANDRESCHE ormai note: perchè il mio agente non ha proposto Le affinità a un BIG?
    Farei meglio a cambiare agente?
    Quando scade il contratto? Questa è facile, basta controllare.
    Ne cerco un altro!
    E se non lo trovo?
    E se non lo trovo tra quelli che non chiedono contributo per la lettura del manoscritto, cerco tra quelli "a pagamento?" E se mentre sto cercando arrivano i termini per recedere?
    Recedo anche se non ho ancora trovato un altro agente?
    E se lo trovo e gli dico che sono ancora vincolata al vecchio contratto e mi manda a stendere?
    Mando la raccomandata di disdetta e lo cerco dopo?
    E se non lo trovo proprio proprio neppure dopo aver dilapidato cifre assurde per farmi leggere?
    Non ero più felice se quei soldi me li bevevo in spritz?
    Le mie paturnie vivono quotidianamente con me, non mi sento tanto bene. Sandra
    Sì, ma se mai ci provi?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, Sandra, quella degli spritz è proprio la mia: saranno almeno tre anni che non me ne bevo uno. Sempre in tiro, sempre cercando di emergere, con tanto stress e anche delle belle spese. Per non parlare delle ore rubate anche solo al dormire.
      Sempre più spesso penso di aver fatto male, a non bermi quegli spritz.

      Elimina
    2. Michele, Michele, sfondiamoci di spritz io e te e chi vorrà unirsi. A leggere lucidamente il mio commento e la tua risposta mi viene proprio da scrivere un bel bilancio in negativo, anche con 4 libri pubblicati e cose belle fatte, ma in questo momento il prezzo mi sembra altissimo e anche le pippe mentali. Ti abbraccio Sandra

      Elimina
    3. Per sfondarci di spritz mi associo come solidale che tifa per gli amici.
      Ma un giorno i blogger scrittori prenderanno i potere contro i cloni dell'editoria! Ehm... scenario troppo funesto da distopico, ma vero per dinci..

      Elimina
    4. E speriamo carissimo Marco che quel giorno non sia lontanissimo e allora altro che Spritz! Spumante, bollicine italiane, che sono nazionalista! Tutti noi, che abbiamo lottato e abbiamo avuto amici fantastici come te, a fare il tifo, noi che crediamo ancora nel potere delle belle storie scritte bene e non nel potere dei 10000 amici su FB, di lavore già nell'editoria e quant'altro che spesso una bella storia non la fa. POWER TO THE BLOGGER Sandra

      Elimina
    5. Sì, dai, organizziamo un movimento: gli Spritz Blogger, con logo e jingle pubblicitario! :D

      Elimina
    6. "Spritz Blogger
      per noi l'effervescenza delle parole è naturale!"
      ...stampiamo anche le magliette? ;)

      Elimina
    7. Sarebbe una figata! Le magliette personalizzate: blogger d'assalto, altroché romantico movimento! :)

      Elimina
  4. Se di pippe mentali te ne fai solo per la tua scrittura, sei fortunata, c'è chi sta peggio - per esempio io. Ogni mia azione è accompagnata da paturnie, dallo scrivere sul blog (piaceranno i post? I fan abbandoneranno il blog perché sono poco interessante?) alle mie attività quotidiane come la cucina (sono bravo a cucinare? Il piatto che ho preparato è buono?). Anche per questo commento, mi sono chiesto prima: è opportuno postarlo? È pertinente all'argomento del post? Marina si offenderà nel leggerlo? Non mi risponderà nemmeno? Le sto antipatico? Ho sempre di questi dubbi, quando commento un blog altrui :) .

    No, non è bello essere me :D .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'insicurezza su tutto ciò che faccio è una persecuzione anche per me, caro Mattia, però non mi tiro mai indietro: "preferisco dire chi sacciu che chi sapia"
      Dialetto siculo.
      Traduzione: "preferisco dire chessò che che sapevo"
      Qui sei come a casa tua, lo sai. Non devi temere mai il giudizio di nessuno, meno che mai il mio!
      Ti offendi se del club dei "pipparoli" ti nomino presidente? :P

      Elimina
    2. Ma le mie pippe mentali non dipendono dalla persona che ho davanti, sono naturali e congenite. Non è colpa tua, come di nessuna delle altre persone con cui interagisco: le ragioni delle mie insicurezze sono dentro di me, non vengono mica da voi :) .

      Per il club dei pipparoli, puoi farmi anche imperatore a vita. Sono abbastanza sicuro di avere tutte le qualità per esserlo. Oppure no? Se ho una sicurezza come questa, vorrà dire che non sono adatto a questo ruolo? Oppure questa nuova insicurezza mi rende adatto? Un bel paradosso :D !

      Elimina
    3. Sappi che comunque ti capisco.

      Ahah, il paradosso vero è che ci facciamo le pippe sulle pippe rispondendo con una pippa... Sì, decisamente imperatore a vita! :D

      Elimina
  5. Ma nella foto chi è il pensiero con il berrettino giallo e il viso stralunato? :-)

    All'elenco aggiungerei le paturnie da presentazione, che per me stanno diventando persino peggiori di quelle della scrittura e della pubblicazione. Come segue:

    1) "perché il mio editore non organizza più presentazioni del mio libro"?
    2) "perché Tizio mi aveva promesso una presentazione, e non l'ha mai organizzata? Gli sto antipatica?"
    3) "e se alla prima presentazione del nuovo libro non viene nessuno a parte mio marito e mio figlio (e quest'ultimo pure mugugnando)?"
    4) "e se il giorno della presentazione c'è lo sciopero dei mezzi? e se va a fuoco il locale?"
    ecc. ecc. (aggiungerne a piacere)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ok, mi ha dato il via libera cara Cristina ne approfitto subito.
      e se vengono ma non comprano il mio libro?
      e se vengono ma si capisce che lo fanno solo per il buffet?
      e se quel giorno non mi sento bene?
      e se all'ultimo minuto il locale cambia idea? (è capitato a una mia amica, scalzata da uno scrittore più famoso, quando lei si era già organizzata ovviamente e, venendo da fuori, prenotato e pagato di tasca sua pure l'hotel!)
      Sandra

      Elimina
    2. Proseguo, carissima! Vedo che ho trovato terreno fertile... :-):

      - e se tra il pubblico c'è qualcuno che mi fa le domande antipatiche e imbarazzanti?
      - e se continuano a interrompermi e perdo il filo del discorso?
      - e se passa di là uno storico stile Franco Cardini e mi chiede una cosa che non so?
      - e se faccio la presentazione con un altro scrittore che vende più di me, e tutti comprano il suo libro e non il mio?
      - e se inciampo nel gradino della sala bar e casco lunga distesa, oppure rovescio i tavoli degli aperitivi?
      - e se qualcuno si mette a sbadigliare al punto tale da slogarsi la mascella?

      (La cosa capitata alla tua amica è terribile!)

      Elimina
    3. E se in mezzo a una bella discussione mi scappa: "se diventerei scrittrice..."?
      No, magari quella è un'eventualità veramente rara, però il vuoto di memoria sì. Io, per la mia presentazione, avevo pensato di dire delle cose e di dirle in un certo modo. Sai, tipo modalità attore davanti allo specchio che prova la sua parte?
      Ebbene, ne avessi spiccicata una durante la serata! :)

      Per il resto, tu è Sandra avete fatto un elenco di pippe da presentazione di libro da farci un fascicolo! :)

      Elimina
    4. Bel pensiero, quello col cappellino giallo! È il più vistoso e perciò il più molesto. Neutralizzarlo è una battaglia persa in partenza! :)

      Elimina
    5. Marina, sai che alla mia primissima presentazione ("Il pittore degli angeli") c'era un'insegnante di lettere? Quelle sono proprio le occasioni in cui rischi di sbagliare congiuntivi e condizionali, e in cui potresti dire: "Vadi, vadi..."

      Per le presentazioni ne ho fatte qualcuna, ma molte cose dei miei appunti le avevo proprio saltate. Dipende molto dal tempo che hai a disposizione e dal clima che si va a creare. Comunque quella che era andata meglio in assoluto era stata proprio la prima: la fortuna del principiante?

      Elimina
    6. E anche la sua bravura! Non può essere tutto merito della buona stella! :)
      Alla mia di presentazione, invece, la prima nella mia città, in seconda fila c'era la prof. di italiano al Liceo, che io non tolleravo molto e che non avrebbe mai pensato, un giorno, di venire a sentirmi parlare di un mio libro (testuali parole sue, quando ci siamo viste: con un occhio permaloso, direi che non fosse un gran complimento, anche se so che un altro era il senso o, almeno, continuo a sperarlo! :))

      Elimina

  6. Mi unisco allo spritz anch’io! Che fa sempre bene rilassarsi un po’
    io ho un sacco di pippe mentali, ma come nella favolettta di Esopo dell’asino e dei due viandanti (se non la conoscete vi riporto il link)
    http://www.paroledautore.net/fiabe/classiche/esopo/contadino_figlio_asino.htm

    so che nessuno può mettere d’accordo tutti in assoluto, figurati se io posso farlo con la mia scrittura.
    A volte rileggendo quello che scrivo alterno momenti in cui mi sembra di aver scritto una storia bellissima a momenti in cui mi sembra di aver scritto una schifezza.
    L’ultima volta il mio beta reader si è entusiasmato per una pagina che io avevo considerato appena passabile.
    Insomma è impossibile non avere paturnie, io le ho, ma ho accettato il fatto di averle e quindi cerco di non curarmene (troppo…)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, conosco quella favoletta, tempo fa ci ho fatto un post!

      Ti sei alleata col nemico, dunque! :P

      Elimina
    2. Chi è il nemico, non l'ho capita...comincio a invecchiare Marina!

      Elimina
    3. Ahah, scusa, Giulia, sono stata sibillina io! Mi riferivo alle paturnie che hai accettato di avere! :D

      Elimina
    4. E fai benissimo, cara, che tanto, combatterle non serve proprio a nulla! :)

      Elimina
  7. In merito alle pippe mentali, io sono ONAN IL BARBARO.
    Bella carrellata di emozioni e sensazioni condivisibili. Scagli la prima pietra chi non ha i calli sulla mano o le sinapsi in corto circuito in base al tipo di manipolazione scelta per elaborare l'ansia.
    Sorrido quando leggo qua e là nei vari blog affermazioni del tipo: io scrivo per me stesso; non mi interessano le opinioni altrui; eccetera, percetera, stracetera. Può essere vero, sicuramente, molti hanno il valore aggiunto di scrivere in base al proprio gusto senza farsi condizionare... ma si scrive per farsi leggere. Avere un blog, un sito, pubblicare articoli, in generale stride con questo tipo di affermazioni, se uno scrive per se stesso si compra un bel diario e lo ripone nel cassetto dopo essersi ritemprato l'animo con questa bellissima valvola di sfogo.
    Mi sono riconosciuto in molte delle cose che hai scritto nel post, non dovendo rendere conto a nessuno dei miei sentimenti non faccio fatica ad ammetterlo. Ho vissuto quasi tutte le fasi che hai descritto. Tormento e estasi di coloro che intraprendono la strada della scrittura e lottano a colpi di interpunzione, con armi caricate a colpi di fantasia e di pensieri più o meno articolati.
    Hai toccato un tasto dolente, con la giusta leggerezza e divertimento. Bello, è così che si deve fare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È esattamente così che stanno le cose, caro Max: chi scrive vuole che qualcuno lo legga, tutto il resto è chiacchiera romantica e anche un po' paracula! ;)
      Spesso scrivo per trovare conforto nei pensieri degli altri: anche questa è una pippa. Forse è un po' triste da dire ma io sono felice di avere toccato un tuo tasto dolente, nel mal comune si trova una scappatoia. Sempre con leggerezza. Sempre con divertimento. Ma mai con superficialità. :)

      Elimina
    2. Sempre, ne abbiamo già parlato. La leggerezza e il divertimento sono il mantello che protegge dalle turbolenze provocate dal passaggio della fredda ala dell'imbecillità.
      Talvolta seri, ma mai seriosi. Alle volte leggeri, ma mai superficiali.

      Elimina
  8. Per me genera ansia qualunque cosa. Anche preparare l'insalata. Sono la regina delle paranoie.

    Nel mondo della scrittura, ammetto che il self me ne crea molte di più. Nota bene: è il secondo libro che autopubblico. Che masochista. :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che poi, non so se è un caso, ma più si vive di paturnie, più si tentano le strade che contribuiscono a determinarle!
      Sì, c'è un po' di sano masochismo! Ma guai a non essere "masochisti" in questi casi! Su cosa fonderemmo le nostre speranze? :)

      Elimina
  9. La pippa mentale non si può evitare del tutto, sopratutto per chi, come me, vi è incline per carattere. Si può separarla dal tempo dell'azione: mentre scrivo scrivo, poi mi arrovellerò. Di certo il "tempo dell'attesa" è il peggiore. Invii, attendi risposta e intanto ti angosci, ti angosci, ti angosci...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la natura fa il suo! Ho un'amica che invidio tantissimo: l'acqua la bagna, il vento l'asciuga. Se io mi bagno, nemmeno il sole ci può! E in più mi ammalo! :)
      E comunque le attese sono davvero uno strumento di tortura!

      Elimina
  10. Dici: "sarò apprezzato come con il precedente? Devo essere all'altezza del precedente. Non posso deludere le aspettative. Questa volta devo essere più bravo a promuovere il libro. Ma perché non riesco a vendere di più? Devo stare attento a non commettere errori.."
    Io penso che siano domande che si pongono tutti, anche al decimo libro. Quando scrivi un nuovo libro e pure lo finisci, anche se sei Stephen King te lo chiedi sempre come andrai, se hai fatto meglio o peggio. Certo se hai scritto un solo libro e stai approcciando al secondo è ovvio che te lo chiedi molto di più, ma non sono tanto convinto. Secondo me sono domande che valgono più o meno sempre. Se poi un autore affermato, hai un editore che ti scrive un plot e tu scrivi il romanzo che l'editore vuole in base al plot che ti ha dato e che sa che piazzerà, si occupa di vendertelo, ma parliamo sempre di montagne di soldi, esercito di editor, e di ufficio marketing.
    Poi se uno proprio vuole vendere di più si sa più o meno cosa deve scrivere. Deve evitare romanzi di formazione e magari inoltrarsi in dettagliate pratiche sadomaso, uso di frustini con personaggi banali, uomini bellissimi e donne che magari si mordono il labbro per 500-700 pagine, una pagina sì e l'altra pure :) . Fare una trilogia dove fanno sesso in tutti i modi possibili e immaginabili e tra lo sdegno e la curiosità, tra chi ne parla male, malissimo, bene e benissimo ti sei venduta 50 milioni di copie su tutto il globo magari in 3 mesi, ci fanno il film che fanno uscire il giorno di San Valentino (perché lo sanno tutti che a San Valentino si usano i frustini), i CD con le tracce audio del film. Nuova ennesima ristampa di tutta la trilogia, poi scrivi e pubblichi anche un quarto episodio.
    Credo si sia capito di quale libro parlo e di quale autrice :) .
    Tornando al tema del tuo articolo, penso che uno scrittore che è sicurissimo di sé non lo trovi. Quando uno scrive si pone 3547 domande, modifica la trama, deve mettere su dei personaggi buoni, scegliere le parole giuste per raccontare la storia e poi deve sapersi vendere. Non sono cose che tutti hanno, alla fine uno si concentra su quello che sa fare e/o vuole fare e ci mette una pietra sopra se vende poche copie e ha fatto due anni di editing, magari la prossima volta venderà lo stesso numero di copie e magari non lo edita affatto il libro. Se gli mancano basi e conoscenze per organizzare eventi, per avere una recensione su un giornale, ecc... Alla fine se vai avanti è perché inizi a pensare che ti piace narrare storie e magari ti riesce bene per 5-10 persone perché sono quelle che ti hanno avvicinato e ti hanno letto e ti hanno apprezzato, gli altri non ti hanno conosciuto e tu non sai come farti conoscere. Ovviamente il "tu" non è rivolto a teMarina, ma è generico. È rivolto in primis a me stesso ed è rivolto in genere a tutti. :) Se uno vuole diventare famoso a tutti i costi non deve fare lo scrittore, di questo ne sono convinto. Quanto meno attore, bello e bravo e magari all'estero, ma là c'è molta concorrenza e non è affatto scontato di diventare lo stesso famoso :D .

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma non sarebbe tutto più facile e più bello se prendessimo le cose per quelle che sono: le attese come momenti di pausa, i fallimenti come momenti di crescita, i desideri come speranze e non come pretese?
      Ma chi ce lo fa fare, caro Giovanni, ad arrovellarci sempre sul perché e il percome!
      Credo anch'io che tutte le persone che tengono molto a ciò che fanno si riempiono di elucubrazioni mentali, anche i "big", anche l'autrice di cui parli tu che si è portata a casa fama e soldi, ma pure una bella fetta di ansia da prestazione futura (forse): che si inventerà per non fare "sfumare" il suo successo?

      Elimina
  11. State tranquilli: là fuori c'è di certo qualcuno con un nodoso bastone in mano pronto a randellarvi e a ridurvi in poltiglia. Altro che pippe mentali :)
    Quindi? Quindi niente: avanti a tutta forza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Marco, quello che dici non è del tutto sbagliato, purtroppo. Quindi, l'invito ad andare avanti è un imperativo assoluto.

      Elimina
    2. Beh, no, pure le randellate non me le accollo. Intensifico il passo anch'io! :)

      Elimina
  12. Le mie pippe mentali (non poche) hanno avuto un calo drastico quando ho interiorizzato che 1) le abbiamo tutti, 2) non se le fila nessuno,3) non contribuiscono in alcun modo ai risultati. All'inizio, però, i patemi... quasi quasi li rimpiango. Adesso mi stresso di meno, ma le motivazioni non sono tutte positive.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sul fatto che siano un freno per il conseguimento dei risultati hai ragione da vendere: sono continui bastoni fra le ruote che rallentano il cammino delle idee e i progetti. Mannaggia a loro!
      Capisco anche quando parli del rimpianto del patema: averne uno significa comunque avere scommesso su qualcosa o avere qualcosa che bolle in pentola ed è sempre meglio di essere ai nastri di partenza. :)

      Elimina
  13. Io sono dell'idea che, nel limite, le pippe mentali siano sintomo di un sano scrupolo nel fare al meglio le proprie attività. Ovviamente sarebbe opportuno che la razionalità accompagnata da una sana autostima (senza cadere nell'autocelebrazione) ci riportino nei ranghi senza farci sclerare senza motivo.
    Nel mio caso tutte le pippe si concentrano in una sola, almeno per quanto riguarda la scrittura: avrò scritto una porcata?
    Credo che l'editing del mio romanzo sarà il più lungo della storia e non escludo che arrivi il giorno in cui dirò: sì, questo romanzo è proprio una porcata, il suo posto giusto è nella stufa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, la pippa mentale è uno scleramento immotivato. Un corto circuito che si innesca quando ci fissiamo su qualcosa che vediamo solo noi. Essere mossi da un sano scrupolo che non ci fa prendere le cose alla leggera è un conto, arrovellarsi sempre su un dubbio, fino a vedere solo i lati negativi è un altro: tu, con la paura che il tuo romanzo non sia bello lo dimostri. E anch'io che ho la stessa fissa.
      Esiste una cura?

      Elimina
  14. Confesso spudoratamente che nessuna delle pippe mentali indicate per gli scrittori esordienti mi assilla.

    ...Racconto senza preoccuparmi che la storia sia interessante.
    ...So sempre cosa scrivere (in realtà ho il barbatrucco: mi metto a scrivere quando ho qualcosa da scrivere :-D ...).
    ...Non ho mai il panico da pagina bianca (vedi barbatrucco già accennato).
    ...Non sono mai abbandonato dall'ispirazione (solito barbatrucco...).

    ...
    ...
    ...
    ... non sono uno scrittore... ?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, lo sei eccome, ma ti sei cacciato nei guai: adesso sarai lo scrittore aspirante più invidiato da tutti noi, poveri pipparoli! :)

      Elimina
  15. Post come questi dovrebbero essere letti dai demolitori di professione e dilettanti, tanto per ricordare che uno scrittore è una persona.
    Ovviamente le pippe mentali sono trasversali XD e alla fine, senza eccessi che possano bloccare, credo siano un toccasana, ché senza, temo, l'ego potrebbe peccare e tanto :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In piccole dosi sono un controllo naturale su certe spinte dell'ego, è vero, il problema è quando quei pensieri sono orde barbariche assetate di sangue, allora, in quel caso, l'ego viene letteralmente sepolto.
      Alla fine facciamo tutti come dice Giulia: impariamo a conviverci, anche perché è bere o affogare! :D

      Elimina
  16. ... E poi, ci sarebbero anche le pippe mentali degli aspiranti esordienti, ma ve le risparmio. :-p
    Buona giornata. :-)

    RispondiElimina
  17. PS. Con aspiranti esordienti intendo proprio gli esordienti nei primi approcci con la scrittura, eh. :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bella questa categoria! :D
      Invece dovresti proprio dirci quali sono: sai in quanti potrebbero ritrovarsi nelle tue parole?

      Elimina
    2. E' fichissimo scrivere: voglio scrivere, ma ne sarò capace?
      Ho avuto un'idea per un racconto: Ma sarà una buona idea? Magari è una cavolata o una roba già scritta da altri e meglio di come saprei fare io; c'è anche il rischio che sembri un'idea furbescamente copiata.
      Dopo aver scritto: Avrò corretto tutti i refusi? La punteggiatura l'avrò usata correttamente? Forse, sarebbe meglio raccontare tutto in prima persona; potrei provare anche a utilizzare il tempo presente; quindi, aggiusta qua, cambia lì. Leggi e rileggi: e no, non ti sembra più quella gran cosa. L'idea era migliore quando stava nella testa. Poi, capita anche che nel frattempo ti imbatti in racconti scritti da altri e tutto quello che hai scritto tu, ti sembra il tema di una ragazzina della seconda elementare. Ti poni problemi e domande a cui non sai rispondere e ti mancano i tempi della scuola quando per i tuoi dubbi c'era la maestra a rispondere o almeno, a segnare in rosso tutti gli errori e a suggerirti esattamente quali regole usare. Quando scrivi un racconto tuo, invece, non c'è nessuno che ti può dire esattamente come fare. (Grammatica, a parte)
      Accanto a queste pippe mentali di natura pratica, si affiancano quelle di natura filosofica: Temo di contaminare tutta la mia storia con il mio carattere e i miei difetti. Quindi, come faccio, per esempio, a impedirmi di essere enfatica? sentimentale? moralista? Prolissa? Sarò riuscita a tenere le parti di me che non vanno bene per quel personaggio sotto controllo?
      Beh, così è Marina. Pensierini proprio da scolaretta. E intanto, mi chiedo se scrivere faccia proprio per me o se non sia meglio lasciar perdere. (E intanto, però, scrivo.)

      Elimina
    3. Hai reso l'idea perfettamente, Iara e, soprattutto la prima parte, ha poco a che vedere con le pippe dell'aspirante esordiente e molto più con quelle di chiunque schiacci un dito sulla tastiera per scrivere qualcosa. Sembra facile!
      Però, onestamente, non mi pare che tu faccia meglio a lasciare perdere, anzi! Devi provarci, eccome: con le tue idee e per come le esprimi a parole scritte, ti sei guadagnata alla grande il titolo di aspirante scrittrice saltando la tappa "esordiente"! :)

      Elimina
  18. Ehi, bello sapere che sono in buona compagnia!! Vedo che ci facciamo tutti grandi pippe mentali qui :)
    Però (concedimelo) almeno quelle dei manoscritti inviati non ce le ho più. Non ti dico che sollievo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fuori uno, brava!
      Avere un pensiero di questa portata in meno, è un'energica spinta in avanti! :)

      Elimina
  19. Eh, avere un bel po' di pippe mentali è comunque un buon segno, significa che il cervello è attivo. Forse in modo sbagliato, sicuramente con qualche dispersione inutile di energia, ma almeno la luce interna è accesa.
    Posso garantirti che è assai peggio quando non hai nessuna sega mentale in corso, quando non hai più nessuna domanda da porti...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti, sembra un paradosso, ma quando i pensieri ci assillano vorremmo scansarli come la peste, quando ci lasciano in pace, andiamo a cercarli. Non si può vivere senza. Dove sono finiti i tuoi?

      Elimina
    2. Sì sentono abbastanza inutili in questo momento...

      Elimina
    3. Ariano, ritorna in te e riacciuffa la bellezza dei tuoi pensieri, che qui mi ero abituata alla tua presenza! ;)

      Elimina
  20. Io me la vivo abbastanza serenamente. Poche pippe mentali, ma in compenso spesso tante incazzature e frustrazioni.
    Però quel "accidenti, sarà piaciuto almeno un po'? non è che dicono di sì, solo per non darmi dispiacere?" credo sia comune a tutti. Beh, forse tranne agli "Artistoni". :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E noi che di "oni" abbiamo solo le frustrazioni ci dispiacciamo da artistini! :)

      Elimina
  21. Ciao piacere di conoscerti!👋 Oddio con le email sono uguale a te, ho sempre paura che non le ricevono, dato che non ottengo risposta quando invio i curriculum. A volte le spedisco due volte, ma una risposta potrebbero pure darla no? Riguardo l'ansia, ero ansiosa quando avevo una verifica al Liceo e non dormivo di notte, ora mi sono calmata, anche perché mi sono diplomata l'anno scorso, ahah!
    http://gattaracinefila.blogspot.it/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vanessa, benvenuta, è un piacere mio conoscerti.
      Uno stress, quelle mail senza risposta: tutto il pensiero concentrato sulla posta in arrivo... che non arriva mai! :)
      Con i curriculum ho un'esperienza lunghissima...
      Non vorrei scoraggiarti, ma io sono un tantino più grande di te... e l'ansia mi ha inseguito per tutto il periodo dell'università, quando ho cominciato a lavorare, quando ho intrapreso la strada della "mamma a tempo pieno"...
      Salvati, sei ancora in tempo! Combattila da subito! :)
      Per il resto, che fai, scrivi anche tu?
      Anzi, adesso vado a dare un'occhiata io stessa nel tuo blog!

      Elimina
  22. Butta la spazzatura, Dan!
    Questa è la prima cosa che mi viene in mente. Non sono esente da pippe mentali (nessuno lo è, e se vi dice il contrario, sta mentendo), però riconosco l'ingorgo e allora dico "Butta la spazzatura, Dan!"
    Non sto ammazzando nessuno, sto solo scrivendo!
    La citazione completa dal film Peaceful warrior (meglio il libro: Dan Millman, La via del guerriero di pace...da non confondere col Guerriero di luce di Coelho)
    "Butta la spazzatura, Dan. La spazzatura è tutto ciò che ti separa dalla sola cosa che conta: questo momento, qui, ora. E quando sarai davvero qui e adesso ti stupirai di quello che puoi fare e di quanto bene puoi farlo."

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo fa coppia con il consiglio sotto di Lisa. Li accorpo: apro la finestra e butto la spazzatura.
      Sperando che non se ne accorga nessuno! ;)

      Elimina
  23. I tuoi pensieri fan davvero paura (quelli della foto, non quelli scritti, quelli, ahimè, li conosco talmente bene che non mi fanno più né caldo né freddo).

    C'è una tecnica che consigliamo noi pissicologhi: quando qualcuno vive nella tua testa, magari qualcuno che non ti piace, e se ne sta lì a sbafo senza pagare l'affitto e non riesci proprio a fargli capire che sarebbe il caso di sloggiare, alzati, vai alla porta, apri la porta e con il braccio metti fuori questa persona dalla porta. Chiudi la porta e via.
    Io in realtà non metto in pratica il mio stesso consiglio, perché, vedi, nel momento in cui sono a letto e faccio per alzarmi per cacciare un mio pensiero mi sento talmente idiota che mi metto a ridere e già mi sento meglio. Quel che faccio, però, è immaginarmi di buttare la persona dalla finestra. :D

    Se decidi di provare poi dimmi com'è andata! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...ma non mi prenderanno per pazza a vedermi aprire e chiudere la porta con le mani per aria tutto il giorno?! :D

      Elimina
    2. Oh, ma io li ho buttati tutti fuori dalla porta... e hai visto che facce! Roba da non dormirci per mesi!
      Ho capito: di qualcuno mi devo liberare definitivamente. Ci provo, dai!
      Però, ahaha, Barbara, ha ragione! Magari per aprire e chiudere le porte, aspetto di essere sola in casa.

      Elimina
  24. Pur avendo da poco inviato una sinossi, non ho particolari paturnie al momento. Forse perché "Lui" ha risposto in tempo reale, dicendo che ciò che ho scritto nella mail l'ha incuriosito e mi farà avere un feedback entro fine mese. o forse perché, come ben sai, tutte le pippe mentali possibili e immaginabili me le sono fatte prima! :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai esaurito le vecchie cartucce, pronta per le nuove? :)
      Scherzo, resta senza paturnie il più a lungo possibile e incrocio le dita con te per il feedback!
      (Fiuu, la sinossi andava bene!) :)

      Elimina
    2. Sì dai, mi prendo una pausa dalle paturnie visto che nei prossimi giorni ti manderò il capitolo nuovo... e lì ce ne saranno parecchie! :-D

      Elimina