mercoledì 7 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 66: Riepilogo


"Prometto di non andare più a Montmartre" è una raccolta di racconti, un saggio, un compendio di esercizi di stile, un libro di scrittura creativa interattivo. Nella nostra fantasia è stato tutto ciò e le quarte di copertina, oggetto della prova della settimana scorsa, hanno tentato di sottolineare il valore dell'opera in ognuna di queste vesti.

Mi sono immaginata in libreria a sfogliare il manuale. 
Cosa mi aspetterei di trovare scritto dietro un titolo del genere?

Se fosse una raccolta di racconti, vorrei sapere di cosa parlano quei racconti, dove sono ambientati, la quarta dovrebbe fornirmi degli spunti per capire se potrebbe piacermi leggere storie del genere, degli input in grado di accendere la lampadina della mia curiosità e del  mio interesse.
Se fosse un libro di esercizi letterari, vorrei capire che tipo di esercizi mi vengono proposti, se li troverei coinvolgenti al punto da farmi andare tutta contenta alle casse con il pensiero fisso di sperimentarne subito qualcuno.
E se fosse un saggio? Vorrei sapere su cosa mi fornisce informazioni, quale tematica approfondisce, sarei curiosa di saperne di più?

Le nostre quarte risponderebbero, dunque, alle mie domande?

Ho avuto difficoltà a scegliere quella per me più convincente: perché sono tutte valide o perché nessuna lo è veramente?

A me sono piaciuti questi lanci persuasivi:

"Con uno stile peculiare per ogni autore e la forza delle parole che sanno andare lontano e percorrere i sentieri dell’inconfessabile..." di Sandra

"Avete davanti a voi l'alba di un nuovo genere letterario." di Darius Tred

"Un libro infinito, quindi. Infinito quanto infinite sono le possibili varianti di una stessa storia." di Helgaldo.

Tuttavia, qualcosa mi dice che dobbiamo lavorare su alcuni dettagli per arrivare a essere dei "quartisti" impeccabili.

Per esempio, partendo dalla mia quarta, il mio intento era fare una sintesi in poche righe dei due racconti contenuti nel libro allo scopo di suscitare curiosità sulle due storie, ma non so se lo stacco fra l'uno e l'altro nucleo sia bello da vedersi (a parte che AA.VV tutti convergenti su due racconti fa più esperimento di scrittura collettiva.)

Sugli altri mi sono fatta un'idea che, magari, potremo discutere insieme nei commenti.
Volevo chiedere a voi, se avete trovato una quarta che potrebbe catturare l'attenzione del lettore più delle altre.
Cosa ne pensate?

Le quarte, per me, sono croce e delizia, più croce, in realtà, che delizia. Non per niente esistono professionisti che, in un contesto editoriale, trovano la chiave giusta per presentare al meglio qualunque cosa, perché, non occorre ricordarlo, una buona quarta di copertina deve soddisfare le esigenze di marketing forse prima di quelle del lettore, deve puntare a ottenere la vendita del libro e per fare ciò deve irrobustirne il potenziale.

Io non ce la so. Ma voglio imparare a farlo.
Chi si autopubblica, a maggior ragione, deve saperlo fare bene. 

Chi ne sa di più, allora, consigli: chi ha partecipato alla prova del Thriller di questa settimana, ma anche chi non lo ha fatto. 
È sempre bene confrontarsi su un argomento che a parole sappiamo spiegare (il web è pieno di articoli che dicono cosa sia una quarta di copertina), ma come ce la caviamo, poi, con i fatti?  

Quale di queste che ho riepilogato sotto si avvicina di più all'idea di una quarta di copertina che dicasi "quarta di copertina"?

Qui non si scherza: stiamo parlando di un best-seller, mica vendiamo brodo di ceci! 😋

****

Sandra

La paura corre lungo i muri in un quartiere sconosciuto in quella che forse è la città più amata al mondo: Parigi, che non è solo ville lumiere ma sa trasformarsi in buio e fa presagire incontri sbagliati.
Venti giovani autori s’incontrano e Montmartre e lasciano che la propria eroina, una giovane donna sola, se la veda con un tentativo di stupro. Molte le sfaccettature di una vicenda sordida e truce raccontata a più voci e declinata in diverse possibilità con un unico filo conduttore: il terrore. Il thriller paratattico finalmente esce dalla sua sede originale, il web, per arrivare nelle case di chi non teme di aprire la porta a una povera disgraziata che si è persa a Montmartre.
Un inimmaginabile finale restituisce l’integrità alla donna che forse ha solo sognato, ma dove, se non la si ritrova nel suo letto?
Con uno stile peculiare per ogni autore e la forza delle parole che sanno andare lontano e percorrere i sentieri dell’inconfessabile, scivolando nei tabù e arrivando a toccare persino note di inaspettata ironia, il romanzo oltre a promettere di non andare più a Montmartre, promette e soprattutto mantiene alto il livello di una narrazione perfetta per il dopo panettone di queste prossime feste. 


Darius Tred

Il Thriller Paratattico giunge finalmente in libreria. Se non ne avete mai sentito parlare - ed è altamente probabile - è proprio perché sul web è stato un successo strepitoso. Come si spiega allora un paradosso simile? Il web, dovreste saperlo, è un mondo infinito, la blogosfera è una vera e propria terra di confine sempre piena di sorprese: solo lì è possibile trovare i blog di narrativa di autori che nulla hanno da invidiare ai blasonati scrittori le cui opere affollano gli scaffali delle librerie. Autori mossi dal puro piacere per la scrittura, animati da ferventi ideali narrativi e sempre tesi a perseguire la perfezione delle regole auree di grammatica, semantica e strutture sintattiche. Ma anche capaci di sfide narrative memorabili in grado di soddisfare una platea di lettori sempre più vasta e trasversale.
Il Thriller Paratattico, nato inizialmente come esercizio di scrittura, ha via via attirato le migliori penne della blogosfera, giungendo all'invidiabile edizione numero 66. Come può la trama che vede una povera ragazza perdersi tra i vicoli di Montmartre suscitare una scia narrativa così longeva, copiosa e sempre ricca di accattivanti colpi di scena? Avete tra le mani solo alcune delle possibili risposte perché il Thriller non è più solo un esercizio. Non è più uno sterile insieme di storie. E nemmeno una saga infinita.
Avete davanti a voi l'alba di un nuovo genere letterario.


Michele Scarparo

Se le avventure della ragazza di Montmartre hanno avuto un valore emblematico, è in questi racconti che lo humor, la spietatezza, la gaia allegria contenute in questa breve storia paratattica trovano il proprio massimo fulgore. Una manciata di racconti per cogliere le mille sfaccettature della realtà, presentata da ciascuno degli autori secondo il proprio punto di vista.
"Prometto di non andare più a Montmartre" è l'assicurazione che ciascuno di noi vorrebbe sentirsi dire, con la segreta speranza di vederla disattesa. In attesa dell'inevitabile finale, sempre uguale eppure sempre sorprendente.


Glò

"Tutto quello che avreste voluto leggere in un solo libro: amore, violenza, surrealismo, cronaca nera, indagine psicologica.
Prometto di non andare più a Montmartre non è un azzardo letterario, ma l'opera a più voci che tutti dovrebbero avere sempre con sé: una sorta di vademecum che all'occorrenza può confortare, far ridere o riflettere. Una grandiosa raffigurazione delle passioni umane nella loro complessità e, al contempo, un fine compendio di esercizi di stile letterario che farebbe impallidire Queneau."


Iara R.M

“Prometto di non andare più a Montmartre”: Emozioni, in una manciata di passi.

Ogni settimana, una giovane donna percorre la stessa strada. Ogni settimana, quella strada non è mai la stessa. Uno dei quartieri più famosi di Parigi, diventa lo scenario di avventure terrificanti, talvolta, fantastiche. “Prometto di non andare più a Montmartre”, è una selezione originale di racconti che a partire da una comune cornice letteraria, sviluppa intrecci inediti e sorprendenti giocando col probabile e l'improbabile della vita. Nato in rete come gioco letterario finalizzato a svelare e comprendere i segreti della scrittura creativa, il “Thriller Paratattico”, così com'è conosciuto dai frequentatori del web, oggi, diventa un libro e promette di essere non solo un'utile guida alla scrittura professionale, ma anche una raccolta avvincente di narrazioni. 


Barbara Businaro

Indagini a Montmartre

Scopriamo i retroscena del caso internazionale “Prometto di non andare più a Montmartre”, il libro più venduto dell'anno, nelle stesse vie del rinomato quartiere parigino.
Cosa si nasconde dietro ad ogni singolo autore di questa curiosa antologia, con un'unica storia riscritta in ben 66 versioni, numero legato agli ambienti esoterici? Qualcuno li ha visti aggirarsi curiosi per i vicoli bui, addentrarsi nei bar e ristoranti importunando gli altri clienti (tanto che gli avventori li hanno ufficialmente banditi), occupare le sale d'attesa dei medici odontoiatri per verificare le procedure d'anestesia, sedersi sulle rive della Senna a parlare addirittura con i topi. 
Quale segreto si cela offuscato all'interno di quelle misteriose pagine?
Antiche sette, tesori millenari, scrigni del destino, viaggiatori alieni?
Ripercorriamo insieme allo scrittore Dan Brown, esperto in simbolismo, anagrammi e crittografia, le tracce lasciate a Parigi da ognuno di loro, con interviste esclusive a chi è entrato in diretto contatto con questa impenetrabile associazione.


Helgaldo

Il libro che hai tra le mani in questo istante è un testo sulla scrittura tanto da leggere quanto da scrivere.

Ripercorrendo le orme dei famosi Esercizi di stile di Queneau, propone a partire da un breve soggetto cinematografico di Hitchcock, le migliori variazioni stilistiche che ne sono scaturite da un’infinità di sfide tra aspiranti scrittori blogger, sfide svoltesi sul web nell’arco di due anni.

Dunque, nei fatti è un libro di scrittura creativa tutto da leggere. Ma soprattutto è un libro interattivo tutto da scrivere. Inquadrando con vostro tablet o smartphone il QR code che troverete all’interno del volume, sarete trasportati in tempo reale nella prossima competizione stilistica che si terrà sul web, alla quale potrete partecipare di persona, mettendo subito alla prova le vostre capacità creative. 

Un libro infinito, quindi. Infinito quanto infinite sono le possibili varianti di una stessa storia. 


La mia 

Una giovane donna si addentra incauta nel quartiere di Montmartre. La paura accompagna i suoi passi in mezzo ai vicoli bui e desolati. A pochi metri da lei, dentro un edificio illuminato da una luce in cima a una scala, un bar è il covo di un branco di malvagi. Una trappola per la sua ingenuità.

Una giovane donna si sveglia sul lettino di uno studio dentistico. Le gira ancora la testa, ha un vago ricordo di corde, ratti famelici e di un lento annegamento nella Senna. Un incubo costatole mezza corona. È sempre l'apparenza a ingannare e il dentista, in realtà, nasconde un'identità diversa. 

Questi due racconti, in cui la protagonista non a caso è sempre una giovane donna, svelano una Parigi inedita, teatro di mistero e occultismo e mettono in scena un'umanità grottesca e sbandata capace di passare con leggerezza da una risata fra amici a un efferato delitto o di non farsi scrupolo alcuno pur di raggiungere biechi scopi.
Con un grande senso del ritmo, gli autori di questo libro catturano gli aspetti più inquietanti della realtà giovanile, scoprendo il lato più crudo e schietto di un mondo in cui inquietudine, audacia e imprudenza sono solo promesse per accedere all'inferno.

53 commenti:

  1. Queste quarte sono tutte molto lunghe: la misura, invece, sarebbe quella di Glò. Questo per dire che è più difficile di quanto già sembri difficile. :)

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    1. La tua ha la stessa lunghezza, più o meno. È una buona quarta?

      (Non è una domanda ironica, eh, sto chiedendo)

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    2. La mia è ricalcata su quella di non mi ricordo quale raccolta di racconti (forse "nove racconti" di Salinger, forse altro).
      È una buona quarta? A me non piace molto. Di certo è una quarta come quelle che si trovano in libreria (e neppure quelle, di solito, mi piacciono).
      Quello che posso dire è che sarebbe una quarta onesta: dice quello che c'è nel libro. La parte più debole mi sembra quella del marketing: invoglia (eventualmente) solo chi già conosce il contenuto.

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    3. Concordo con Michele. La lunghezza non è corretta, in primis. Quella che più si avvicina a una quarta è quella di Glò anche per il contenuto.
      Non è assolutamente facile scrivere le quarte.
      Io parto da gennaio ad allenarmi per farle.

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    4. Nella tua quarta hai detto che si tratta di racconti, dunque io ho in mano un libro che narra delle storie. Perché dovrei comprarlo? perché contengono humor, perché sono spietate. Questi sono gli unici elementi su cui muoverei la mia curiosità, perché le quattro righe finali non mi sono molto chiare, non le ho capite.

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    5. Perché tutti vorremmo che la ragazza fosse ligia alla propria promessa e non andasse più a cercar rogne a Montmartre.
      Allo stesso tempo, dato che la storia ci piace, vorremmo che lei NON fosse ligia alla promessa e che ci torni. :)

      (Come dico sempre: se lo devi spiegare, è scritto male)

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    6. Chiaro, ma troppo sofistico. :)

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  2. Concisa, efficace, d'impatto.
    Le prime regole.
    Se notate la versione di Glò, noterete che convince il lettore a comprarlo,con la quarta di copertina devi dargli la motivazione per acquistarlo.

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    1. La quarta di Glò, secondo me, manca anche di un solo rigo prima di tutto il resto, qualcosa che introduca il lettore nel cuore della storia.
      Non è un azzardo letterario, è un'opera a più voci, ma di che parla? È un'antologia di racconti che parlano di amore, violenza, surrealismo ed è anche un compendio di esercizi di stile? Sono confusa.

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    2. Zut! XD Ho dato per scontato che precedentemente fosse presente la sinossi :P Quindi ho tralasciato del tutto la questione, concentrandomi sul marketing XD
      Pensavo in grande, oh! :D
      E concordo con le tue osservazioni.
      Per quanto riguarda le altre quarte, secondo me sono genericamente lunghette - e mi sono piaciute, si sappia.

      Comunque... che bello partecipare con voi tutti! Stimolante e utilissimo *_*

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    3. Proviamo a darci una mano, Glò, che la teoria è bella, ma poi è sul campo di battaglia che ci misuriamo. :)
      Quanto mi fai felice quando dici che trovi tutto utile e stimolante! ^_^

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  3. Allora, la quarta de Nove racconti di Salinger è un pezzo di dialogo tratto dal racconto Un giorno ideale per i pescibanana - 11 righe per essere precisi. Questo offre una nuova opzione quarta di copertina: un brevissimo brano tratto dall'opera stessa, il che ha notevoli vantaggi ed elimina un sacco di rogne, a essere Salinger, ovvio, occorre che il pezzo abbia un'attrattiva non da poco.
    Tornando alle nostre, posso dire che la mia mi piace ancora molto?

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    1. La tua, Sandra, andrebbe spuntata. Per esempio, il primo periodo e il secondo (fino a terrore) sembrano due inizi alternativi: "La paura corre lungo i muri..." e "molte le sfaccettature di una storia...". Ritoccherei anche la parte finale con la frase sul dopo panettone delle prossime feste.

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    2. ok, grazie, fatto! :D Sandra

      Venti giovani autori s’incontrano e Montmartre e lasciano che la propria eroina, una giovane donna sola, se la veda con un tentativo di stupro. Molte le sfaccettature di una vicenda sordida e truce raccontata a più voci e declinata in diverse possibilità con un unico filo conduttore: il terrore. Il thriller paratattico finalmente esce dalla sua sede originale, il web, per arrivare nelle case di chi non teme di aprire la porta a una povera disgraziata che si è persa a Montmartre.

      Un inimmaginabile finale restituisce l’integrità alla donna che forse ha solo sognato, ma dove, se non la si ritrova nel suo letto?

      Con uno stile peculiare per ogni autore e la forza delle parole che sanno andare lontano e percorrere i sentieri dell’inconfessabile, scivolando nei tabù e arrivando a toccare persino note di inaspettata ironia, il romanzo oltre a promettere di non andare più a Montmartre, promette e soprattutto mantiene alto il livello di una narrazione senza precedenti.

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    3. Beh,che dici, non suona molto meglio? :)
      Direi proprio di sì. :)

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  4. Ma infatti in una quarta si può citare un pezzo del libro.

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  5. Non lo so Marina. Nessuna quarta mi ha folgorata, ma in tutte ho trovato un input che mi è piaciuto. Poi, più tardi, con calma, scrivo bene cosa.
    Nella mia, c'era l'intenzione di incuriosire accennando al contenuto, senza però svelare tutto. Ho trovato giusto dire come è nato il libro ed evidenziare il potenziale dei racconti da un punto di vista tecnico. Letture, ma non solo insomma.

    Quando leggo le quarte, dico la verità, non sempre trovo spiegato tutto. Molte lasciano aperte punti di domanda, curiosità, dubbi; e capita che sia proprio uno di quei tre punti interrogativi a spingermi a comprare il libro. Ora io non so cosa sia meglio, ma forse, certe regole standard non spiegano tutto quello che c'è da sapere.

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    1. Sai che ho avuto anch'io la sensazione di poter prendere qualcosa di buono in ognuna delle quarte? La tua aveva anche un sottotitolo.
      Io da una quarta mi aspetto sempre di capire cosa leggerò, qui era chiaro che si trattasse di racconti. Poi, però, voglio convincermi che, se sono racconti, essi abbiano qualcosa di curioso o speciale. Ecco, la tua quarta, da questo punto di vista, mi è sembrata un po' debole.

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    2. E' perché lo devi comprare per scoprirlo! :-P
      Scherzo. E' difficilissimissimo. (che non si può scrivere neanche questa parola, ma rende l'idea credo.)

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  6. Una quarta di copertina è un testo che dev'essere autonomo, deve parlare nel modo più completo possibile a un lettore potenziale che non ne sa nulla. Non mi pare che questo sia avvenuto per la maggior parte delle quarte.

    Quella di Darius dà per scontato che il lettore sappia che cosa sia il thriller paratattico, senza mai spiegarlo. Solo dopo la metà si dice genericamente che è un esercizio di scrittura. Troppo poco.

    Le avventure della ragazza di Montmartre di Michele restano ugualmente misteriose se già non ne conosci il contesto d'origine.

    La quarta di Sandra, Barbara, e tua potrebbe essere equivocata facilmente per un romanzo o un'antologia di racconti di varia umanità.

    Glò è l'unica che fa riferimento a Queneau (a mio parere doveroso), però scrivendo "un'opera a più voci" e "una grandiosa raffigurazione delle passioni umane" porta fuori strada usando parole tipiche dei grandi romanzi (Guerra e pace, I miserabili...).

    Anche Iara parla di una selezione di racconti...

    Sembra che tutto sia studiato per fare credere al lettore che ci troviamo di mano un testo di narrativa. Poi lo acquista e dice che quelli del marketing mi hanno ingannato... Dare sempre la colpa al marketing.

    Helgaldo

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    1. Dunque avremmo dovuto dare per scontato che si tratta di un testo che contiene esercizi di stile?
      In effetti, abbiamo agito liberamente secondo ciò che la fantasia ci dettava: per questo io e altri lo abbiamo considerato come un testo di narrativa provando a presentarlo come tale.

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    2. Non so, io ho dato per scontato che sia una raccolta dei nostri esercizi.

      Helgaldo

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    3. Ma il lettore non lo può sapere. Noi possiamo darlo per scontato.
      Esercitarsi.Non è semplice per nulla.
      Con la quarta ti giochi un bel po' dell'acquisto.

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  7. Giusto per avere un approccio di riferimento: la quarta degli Esercizi di stile di Queneau.

    Esercizi di stile è un esilarante testo di retorica applicata, un'architettura combinatoria, un avvincente gioco enigmistico. Però è anche un manifesto letterario (antisurrealista), un tracciato di frammenti autobiografici, la trascrizione di una serie di sogni realmente effettuati da Queneau. È perfino un testo politico, nonché un'autoparodia. Questo è quanto emerge dalle riflessioni che Stefano Bartezzaghi ha dedicato, in un lavoro di anni, a questo libro-capolavoro. E la sua postfazione al volume diventa complementare alla classica e sempre illuminante introduzione di Umberto Eco, del quale si conserva, ovviamente, anche la traduzione. In appendice, alcuni esercizi lasciati cadere nell'edizione definitiva, un indice preparatorio e l'introduzione, scritta da Queneau per un'edizione del 1963.

    Come vedete esercizi di stile scritto all'inizio è un chiaro segnale del genere di libro, non inganna il lettore, ma lo guida all'acquisto ragionato.

    Helgaldo

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    1. Quindi, trovi che le nostre quarte siano fuorvianti?
      Forse, avremmo dovuto semplicemente parlare del testo come un libro che racchiude esercizi di stile nati nel web?

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    2. Io l'ho inteso così.

      helgaldo

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  8. Una quarta di copertina è un breve testo che parla del testo. Citare Hitchcock, Queneau, l'origine dal web. Come in Esercizi di stile citare le novità introdotte da Bartezzaghi e la traduzione storica di Umberto Eco.

    Helgaldo

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  9. Scrivo cosa penso quarta per quarta, sperando che il mio punto di vista possa essere utile:

    La quarta di Sandra, soprattutto nella versione corretta mi piace, anche se parla di “romanzo” che forse, non rispecchia totalmente la natura del libro.

    La quarta di Darius Tred, l'ho trovata un pochino pretenziosa. Questa parte: “Il Thriller Paratattico, nato inizialmente come esercizio di scrittura, ha via via attirato le migliori penne della blogosfera, giungendo all'invidiabile edizione numero 66. Come può la trama che vede una povera ragazza perdersi tra i vicoli di Montmartre suscitare una scia narrativa così longeva, copiosa e sempre ricca di accattivanti colpi di scena? Avete tra le mani solo alcune delle possibili risposte perché il Thriller non è più solo un esercizio”, mi è piaciuta tantissimo. La trovo molto attinente con la natura del testo. Le ultime frasi, però, sono impegnative. Le cambierei.

    La quarta di Michele, è vaga. Non accenna alle origini del libro, al fatto che ogni racconto (?) (come li dobbiamo chiamare?) nasce da un esercizio di scrittura creativa.
    La quarta di Glò, rispetta la lunghezza necessaria e mi convince quando parla di un'opera a più voci, una sorta di vademecum che all'occorrenza può confortare, far ridere o riflettere. Anche la citazione a Queneau è appropriata. La prima frase non mi convince e neanche l'interpretazione dei brani come testi dove si raffigura la complessità umana.

    La quarta di Barbara

    Della quarta di Marina, mi sono piaciute le descrizioni delle trame, anche se taglierei alcuni dettagli. La terza parte la toglierei, perché spiega altri aspetti della storia che secondo me il lettore potrebbe scoprire leggendo. Lascerei l'ultima parte e aggiungerei il riferimento all'origine del libro.

    La quarta di helgaldo, mi è piaciuta più delle altre. Specialmente l'idea del QR code.
    Però, non ci sono accenni alla trama.

    La quarta di Barbara, è complessa, ricca. Mi è piaciuta, però, la trovo un pochino distante dalla realtà del nostro paratattico.

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    1. La trama, a mio parere, era la cosa meno importante, perché non stiamo leggendo un romanzo. E' un breve soggetto cinematografico che noi riscriviamo usando altre modalità.

      Si poteva per esempio riportare integralmente il testo di partenza e poi dire che il libro ne contiene la riscrittura metaforica, con similitudini, in rima, fantascientifica... ecc. ecc.

      Però l'importante è dire qualcosa che si ritrova nel libro e non dare informazioni che non ricalcano i contenuti. Almeno, per me è importante.

      Helgaldo

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    2. Quello che ho pensato anch'io.Citando almeno una delle frasi emblematiche come dicevo sopra.
      Si potrebbe approfondire con un post specifico sulle quarte. A buon intenditor...

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    3. Secondo me c'è stato proprio un errore, meglio un equivoco di interpretazione della prova: io, per esempio, avendo dato per assodato che il libro contenesse racconti, ho fatto entrare il brano paratattico suddividendolo nelle due porzioni di trama. E poi ho provato a pizzicare la curiosità con qualche frasona. (Ho preso atto anche dei suggerimenti di Iara, leggendo la sua critica.)

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    4. Però non la chiamare critica che mi sento a disagio. Ho solo riferito impressioni, magari anche sbagliate.

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    5. Ma no, io non utilizzo il termine con l'accezione negativa, non hai motivo di sentirti a disagio. :)

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    6. Chiedo venia, ma io l'ho scritta con intento "comico". Non era una quarta concordante con il soggetto proposto da Marina, cioè l'antologia di racconti, ma la quarta di un ipotetico saggio che esce successivamente, dopo che tale antologia diventa un bestseller. Sulla stessa scia di tutti quei libricini che si accodano alle grandi vendite sperando in qualche briciola di mercato. Dalle indagini sul Codice Da Vinci al significato religioso dell'eternità di Twilight. :)

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    7. Non devi chiedere venia, Barbara, qui abbiamo tutti dato interpretazioni diverse all'esercizio. Il saggio post antologia bestseller era originale, io l'avevo intesa proprio così (anche perché tu lo hai spiegato tra parentesi)

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  10. Scusate, ho pasticciato con la formattazione. E' che dal cellulare vedo male. :-(

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  11. Io personalmente avrei iniziato riportato il testo iniziale " Una giovane donna..." ecc.
    Poi mi sono chiesta a chi rivolgermi. In questo caso può avere un ampio pubblico poiché si tratta di racconti e diversi ogni volta. Giocare sul fatto che un libro interattivo.Soprattutto farsi la domanda: perché dovrebbe comprare questo libro un lettore? Convinciamolo.Accattiviamolo.

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    1. Fallo adesso, Tiziana. L'esercizio non ha scadenze, lo diciamo sempre. Prova a scrivere la tua quarta.

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  12. Scusate gli errori. Cucino e scrivo. Appoggio il mestolo. :D

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    1. Non è il mio forte la quarta, per fortuna la fanno gli altri al mio posto. Motivo per cui ad anno nuovo bisognerà esercitarsi un po'.
      Vediamo così.


      Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio.
      Questo non è che l'inizio di tutti i racconti del libro,pronti a nascere sottoforma di esercizi di scrittura, ogni volta diversi, sulla scia di Queneu. Dalla frase tratta da un breve soggetto cinematografico di Hitchcock, puoi leggere e scrivere il tuo racconto in modi infiniti. Se si ha voglia di sperimentare la propria creatività a 360 gradi, il libro contiene una parte interattiva in cui ci si può collegare direttamente al web. Un gioco di scrittura senza fine.

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    2. Non è male, hai fatto un sunto delle cose dette. Hai fatto bene a provarci.

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  13. Le uniche che possono andare sono quelle di Michele, Glò e Iara. Tutte le altre sono troppo lunghe. Quella di Michele è troppo confusa, quindi direi che le altre due potrebbero essere adatte.
    Quella di Glora forse la migliore per il dono della concisione.

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    1. Glora è la fusione tra Glò e Iara? :D
      E allora brave entrambe.

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    2. No, direi che Gloria (di cui ho dimenticato una i) è Glò.

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    3. :D
      Non sapevo si chiamasse Gloria.
      Glò tra tutte mi è piaciuta di più di tutti.
      Io, facendola in un secondo momento sono influenzata, ma ci sono comunque delle regole ben precise. La quarta è il biglietto da visita. Se ben fatta, invoglia a comprare il libro. Non la sottovalutarei.

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    4. È sicuramente quella che si avvicina di più all'idea di quarta di copertina.

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    5. Però ora confesso: io ci ho messo la solita "leggerezza", diciamo che le esagerazioni erano volute, e non opportune ;) Calcavo sulla "grandiosità", ma mettendoci ironia. Ovviamente, presa "sul serio", la mia quarta ha i punti deboli rilevati da tutti voi (grazie veramente, ripeto che mi piace moltissimo il confronto che nasce qui!). E le osservazioni di Helgaldo sono preziosissime. Prossima volta faccio la seria, prometto XD (Forse?)

      P.S.: chiamatemi come più vi piace ;) per alcuni sono anche Giò :D Ma Gloria è "il nome" :D

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  14. Con il senno di poi, mi viene da dire che è molto difficile scrivere una quarta senza individuare bene il target di lettori che si vuole catturare. Ad esempio, in questo caso specifico, si poteva puntare ai lettori "generici" (cioè quelli che non hanno mai sentito parlare del Thriller) o ai lettori interessati a esercizi di scrittura (cioè una cerchia molto più ristretta).

    Io ho provato (senza riuscirci, evidentemente :-D ) a catturare entrambi i gruppi citando "sfide narrative memorabili in grado di soddisfare una platea di lettori sempre più vasta e trasversale" e scrivendo esplicitamente che il Thriller è "nato inizialmente come esercizio di scrittura" che "ha via via attirato le migliori penne della blogosfera".

    Non sono un quartista navigato, ma penso che le migliori quarte (o meglio: quelle che più mi colpiscono) sono quelle che contengono almeno una domanda che stuzzica il lettore a cercare la risposta (per trovare la quale dovrebbe essere spinto ad acquistare il libro). E quindi ci ho messo una domanda... ;-P
    E poi ho concluso con una bella frase roboante ("alba di un nuovo genere letterario") :-D

    La citazione di Queneau, pur condivisibile per gli "addetti" ai lavori, secondo me restringe troppo il target di potenziali lettori perché, obiettivamente, non tutti potrebbero sapere di chi si tratta.

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    1. Ottime osservazioni, Darius. Quella sulla possibilità di mettere una domanda e la citazione.

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    2. Io ho capito lo spirito della tua quarta, tuttavia l'ho inquadrata di più nell'area "promo": la userei per un lancio pubblicitario. La fine la spara grossa, però, ci sta, alcune case editrici potrebbero utilizzare una frase del genere (tipo Garzanti?) :D

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