mercoledì 14 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 67: Riepilogo


Questa settimana ci siamo persi a Montmartre in un dedalo di vicoli intricatissimo, dove ogni stradina buia e desolata aveva il nome di un verbo desueto che abbiamo inserito nella storia del Thriller paratattico n. 67.
Che s'ha da fà pé campà - ha pronunciato la giovane donna parigina mentre adonestava, cavagnava, locupletava, avellava, barbugliava e traccheggiava nella speranza di trovare presto una via di uscita dal labirinto... e da questo esercizio.😛

Chi si è prestato al gioco ha scritto delle versioni divertenti e l'ultima, in versi, ha offerto a quei vocaboli la dimora a essi più congeniale. Chi meglio di Michele Scarparo poteva riuscire in questa impresa.

Non avevo idea dei significati dei verbi che ho scelto, sono andata per suoni evocativi, quello che mi è piaciuto di più è stato "cavagnare"; "avellere", alla fine, non è che il tempo infinito del più comune participio passato "avulso" e "traccheggiare", nel mio dialetto siciliano, è in uso con il termine "tracchiggiu" che ha lo stesso significato.

I verbi sono questi:

ADONESTARE: fare apparire onesto, giustificare
CAVAGNARE: scavare buche nel terreno per piantare alberi
LOCUPLETARE: arricchire, rendere ricco.
AVELLERE: togliere via, strappare.
BARBUGLIARE:parlare in modo interrotto e confuso, senza riuscire a pronunciare distintamente le parole.
TRACCHEGGIARE: temporeggiare, mandare per le lunghe una trattativa o altro, in modo da non prendere o ritardare una decisione, o comunque per guadagnare tempo.

E queste le versioni di questa settimana:

****

Viola Emi

Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio. La sua innocenza ingenua adonesta quel luogo. La giovane cammina fra i vicoli costeggiando un lungo muro, ha paura, entra finalmente in una casa. Non è tempo di mettersi a cavagnare anche se il giardino – ben visibile attraverso la portafinestra – attira la sua attenzione. Sale le scale, comincia a intravedere una luce, si trova nel mezzo di un bar frequentato da uomini ubriachi. Sarà lei a locupletare la loro nottata? Gli uomini si avventano su di lei: la vogliono rapinare, forse abusarne. Ogni difesa l’avella. La donna urla di terrore, i maniaci la legano, la buttano in un fiume, aspettano sulla riva di vederla divorata dai topi. Barbuglia. La donna sprofonda nell’acqua, comincia a dondolare. Si sente soffocare. Vuole solo lasciarsi andare e non traccheggiare più. Una mano la scuote, si sveglia, finalmente la voce amica del dentista: «Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!»


Glò

Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio. Una grande pena l'ha costretta a vagare senza meta: come poter adonestare agli occhi del fidanzato quel suo tradimento, consumato con l'amico fidato? La giovane cammina fra i vicoli costeggiando un lungo muro, ha paura, entra finalmente in una casa. Si ferma per qualche frazione di secondo e ripensa al loro primo incontro, quando il solerte fidanzato cafagnava nel giardino della casa della vecchia zia - "Un giardiniere!" le aveva detto con disprezzo l'anziana - poi si ridesta dai ricordi. Sale le scale, comincia a intravedere una luce, si trova nel mezzo di un bar frequentato da uomini ubriachi. Torna al passato, si sovviene delle accuse della famiglia: "Quel giardiniere! Vuole locupletare alle nostre spalle!". Gli uomini si avventano su di lei: la vogliono rapinare, forse abusarne. Nello stato confusionale nel quale versa, la giovane ripensa al promesso sposo mentre avelle le piante ormai morte, quelle delle rose a lei così care, ma la situazione di pericolo imminente riacutizza i sensi. La donna urla di terrore, i maniaci la legano, la buttano in un fiume, aspettano sulla riva di vederla divorata dai topi. Il suo è ormai un flebile barbugliare, incomprensibile agli altri, dietro ai fantasmi dei giorni felici. La donna sprofonda nell'acqua, comincia a dondolare. Si sente soffocare. E dire che aveva tracheggiato a lungo prima di buttarsi tra le braccia dell'amante... come aveva potuto, si domanda, e prende a singhiozzare convulsamente. Una mano la scuote, si sveglia, finalmente la voce amica del dentista: «Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!»


La mia 

Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio.
Sta ancora pensando a quell'artista da quattro soldi che non le aveva dato le indicazioni corrette ADONESTANDO il suo proposito di aiutarla.
La giovane cammina fra i vicoli costeggiando un lungo muro, ha paura, entra finalmente in una casa. Pensa alla campagna, a quanto bello le sembri adesso CAFAGNARE, dopo tutto il tempo sprecato a sognare la città. Sale le scale, comincia a intravedere una luce, si trova nel mezzo di un bar frequentato da uomini ubriachi. Perché, fissano tutti la sua borsa? Il fatto che sia firmata non significa che lei sia ricca o che ABBIA LOCUPLETATO qualcuno acquistandola: è stato un regalo, ma quei bruti non lo sanno. Gli uomini si avventano su di lei: la vogliono rapinare, forse abusarne, AVELLENDOLE ogni speranza. La donna urla di terrore, i maniaci la legano, la buttano in un fiume, aspettano sulla riva di vederla divorata dai topi. Con la testa confusa comincia a BARBUGLIARE: "voglio ca...fa...gnare. Fatemi cafagnare, fa...te...mi...". La donna sprofonda nell’acqua, comincia a dondolare. Si sente soffocare. Una mano la scuote, mentre l'altra STA TRACCHEGGIANDO con una pinza e una garza, si sveglia, finalmente la voce amica del dentista: «Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!» 


Massimiliano Riccardi

Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei una scura coltre di buio. Nulla di quello che vede intorno a sé riesce ad adonestare la sensazione di malvagità e di luogo turpe che incombe. La giovane cammina fra i vicoli costeggiando un lungo muro, ha paura, entra finalmente in una casa. Piuttosto che affrontare nuovamente il buio di quei vicoli, preferirebbe cafagnare il più profondamente possibile e nascondersi. Sale le scale, comincia a intravedere una luce, si trova nel mezzo di un bar frequentato da uomini ubriachi. Niente da fare, nemmeno lì è al sicuro. Quella vista, quegli uomini rozzi non fanno che locupletare il suo terrore. Si porta le mani al volto impietrita. Gli uomini si avventano su di lei: la vogliono rapinare, forse abusarne. Gli sguardi bramosi sembrano voler avellere in lei qualunque speranza di essere risparmiata. La donna urla di terrore, i maniaci la legano, la buttano in un fiume, aspettano sulla riva di vederla divorata dai topi. Può solo barbugliare poche frasi disperate, piange, capisce che la fine è vicina. La donna sprofonda nell’acqua, comincia a dondolare. Si sente soffocare. Prova a traccheggiare spingendo il capo più in su che può. Tutto inutile. Un grido soffocato le scoppia nel petto. L'acqua le riempie i polmoni. 
Una mano la scuote, si sveglia, finalmente la voce amica del dentista: «Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!»


Michele Scarparo

Una giovane donna si trova sperduta 
Nel quartiere parigino di Montmartre
Intorno a lei una scura coltre di buio.

Tanto è bella che adonesta, pare,
Persin il porto della Senna; ma nessun l'aiuta:
Dal terror, la linga sua è muta
E gl'occhi suoi non ardiscon di guardare.

La giovane cammina fra i vicoli 
Costeggiando un lungo muro, 
Ha paura, entra finalmente in una casa.

S'ïo avessi le rime aspre e chiocce,
Cafagnerei 'l tristo buco
Sovra 'l qual piantar parole bellocce!

Sale le scale, comincia a intravedere una luce, 
Si trova nel mezzo di un bar 
Frequentato da uomini ubriachi. 

Ahi, giovinetta, di quanto mal fu matre,
non la tua gioventù, ma quel tuo fianco
che locupleterà le rive atre!

Gli uomini si avventano su di lei: 
la vogliono rapinare, forse abusarne. 

Quivi la cingon: a chi piace se la scelga;
non v'è nessuno ch'osi porre un freno 
tanto che lei s'augura che un'onda l'avelga. 

La donna urla di terrore, i maniaci la legano, 
la buttano in un fiume, aspettano sulla riva 
di vederla divorata dai topi. 

«Pape Satàn, pape Satàn aleppe!»,
barbuglia lei, la voce chioccia;
tirando verso il fondo, le sue zeppe.

La donna sprofonda nell’acqua, comincia a dondolare. 
Si sente soffocare. 

Vuol saper dove la montagna giace,
sì che possibil sia l'andare in suso;
ché traccheggiar a chi più sa più spiace.

Una mano la scuote, si sveglia, finalmente 
la voce amica del dentista: 

«Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!» 

10 commenti:

  1. E' stato divertente. "Il Michele" ha addirittura scomodato quel nasone dell'Alighieri. Forte.

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    1. Tra le altre cose su "Pape Satàn aleppe" ci sono ancora discussioni sulla giusta interpretazione. Il mio vecchio prof di lettere diceva che si trattava di una semplice invocazione, poi una decina di anni fa ho incontrato un testo che identifica un riferimento alla kabbalah ebraica, probabilmente un messaggio iniziatico a qualche sua conoscenza.

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    2. C'erano un paio di richiami ovvi dalla memoria: adonestare e "Pape Satan" con barbugliare. Tutti gli altri sono frutto di un po' di ricerche e un minimo di adattamento. Quello più forzato è cafagnare; in nessun caso ho ricontato la metrica: è stato solo un gioco. :)

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    3. Sei stato comunque molto bravo, ritmo di metrica o no poco importa, si gioca e ci si diverte, il senso è questo.

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    4. Anche la mia insegnante identificava la frase come un'invocazione che presentava in chiaro solo la presenza di Satana (Satan). Altro non so.

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    5. Sì Marina, Dante si presta a ogni forma di dietrologia. Tornando al post, ancora grazie per avermi fatto partecipare, stavo prendendo la deriva. Mi sono divertito da matti.
      Ou, poi la Glò è una bella scoperta, mannaggia, questa ci leva il pane di bocca se si mette a scrivere 😃😃😃😃

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  2. Caspiterina! Siete stati proprio bravi, questo esercizio era bello tosto! Ma Marina i verbi come li avevi trovati? Il classico metodo del "apri il vocabolario a caso"? :)

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    1. Ho fatto una ricerca apposita. Sono affascinata dalle parole di uso raro. Avevo segnato altri termini arcaici e poi ho fatto una cernita fra quelli che mi hanno colpito di più. Ma "cafagnare" è il numero uno. :D

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  3. E finalmente arrivo! XD Esercizio divertentissimo e concordo che Scarparo fece l'impresa!!! Metrica o meno, ottima l'idea e divertente il risultato.
    Al solito dico che ce la siamo cavata tutti, eh... siam proprio bravi :D
    P.S.: del resto stiamo per dare alle stampe questo "progetto" (oddio penso a Fuffas/Crozza mentre scrivo XD)

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