martedì 5 settembre 2017

#cosahosmessodileggere: sconsigli letterari



Siamo tutti contenti di annunciare al mondo i libri che stiamo leggendo, disinteressati, invece, a comunicare quelli che non leggeremo mai o che abbiamo smesso di leggere. 
Si può non leggere un libro per pregiudizio, per gusto personale, non mi va, non ho tempo, desidero dedicarmi ad altro, tuttavia in questo caso non sappiamo cosa realmente ci perdiamo e potremmo lasciare sugli scaffali testi meritevoli o evitare, ma senza saperlo, opere di scarsa qualità. Smettere di leggere un libro, invece, decreta una precisa scelta, una concreta presa di posizione: non voglio andare avanti perché non mi piace, è diverso da come me lo aspettavo, non mi conquista, non lo capisco, lo trovo brutto.
Così, le letture fatte o in corso prendono il largo in rete, sono consigliate, condivise, recensite, quelle ripudiate restano incidenti di percorso.

Se è vero che parlare di libri accende la curiosità, contribuisce alle statistiche di vendita, serve a rimpolpare le vetrine reali e virtuali, a nutrire discussioni e confronti sui social, potrebbe essere utile per gli stessi scopi dire:”ho cominciato a leggere X libro, ma non ce l’ho fatta a finirlo?” Cioè quanta influenza avrebbe sul pubblico un hashtag come quello suggerito dal post di Helgaldo, #cosahosmessodileggere?
“Infinite Jest” di David Foster Wallace può attirare lettori se la discussione bilancia le opinioni di chi lo ha letto (capolavoro contemporaneo/polpettone incomprensibile), ma li scoraggia se viene aggiunto all’elenco delle opere abbandonate a metà strada?
Se io sono disposta a dare fiducia a chi mi garantisce che “Dopo lunga e penosa malattia” di Andrea Vitali è un libro godibile, sarei  capace di scartarlo sapendo che ci sono lettori che non sono andati oltre pagina venti?
Certo, per le case editrici, gli autori, le librerie, è meglio un tam tam di #cosastoleggendo che una “lista nera” di #cosahosmessodileggere: non compiaci scrittori o editori, non ti garantisci lo scambio di favori, non ti ingrazi la stima di nessuno, sei un elemento di disturbo per chi si affanna a fare marketing, anche se qua avrei qualche dubbio: purché se ne parli, Oscar Wilde docet.

Vi va di fare i “disturbatori” di questa catena di libri letti e discussi, della diffusa abitudine di blog e social di spacciare preferenze e giudizi sulle opere?
Basta con gli hashtag #stoleggendo, #librosulcomodino, #cosaleggo et similia, inauguriamo l’era del #nonloleggopiù, #libroabbandonatosulcomodino, #cosahosmessodileggere.
Scopriamo il gusto nuovo di spiegare i motivi per cui non siamo riusciti a finire un libro, invece di indagare quelli per cui è valsa la pena leggerlo.

Formiamo un elenco di sconsigli letterari, chissà quanti titoli verrebbero fuori.

Comincio io, anzi no, il primo della lista è il libro abbandonato da Helgaldo, che per primo, nel suo blog, ha lanciato la provocazione:

1) Quel pasticciaccio brutto di via Merulana - Carlo Emilio Gadda
(due righe di motivazione le aggiungerà lui, se vorrà)

I miei sono:

2) Prometto di sbagliare – Pedro Chagas Freitas (di cui ho ampiamente parlato in un post.)

3) Le benevole – Jonathan Littel
Pensavo di trovare una narrazione sferzante, una di quelle indimenticabili per intensità di trama e personaggi. Invece la lettura mi è risultata pesante, fin dall’inizio, il protagonista è insulso, la storia è lenta, di una noia mortale: chiuso a pagina 267 di 943.)







4) Ossessione – Elisabeth Kostova
L’idea di un amore che diventa tormento, l’arte in primo piano che può consumare fino a essere distruttiva, mi erano sembrati buoni stimoli per leggere questo romanzo. Ma leeeento, diomio che noia! 644 pagine ripetitive diventano davvero un’ossessione: una lunghezza ingiustificata, non ne ho potuto più a pagina 136.





E i vostri?






49 commenti:

  1. Moby Dick - Abbandonato a pagina nonso (letto su ereader) all'ennesimo capitolo che elenca le diverse specie di balene, di come si cacciano e di cosa se ne può trarre (povere bestie!)

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    1. Sì, pesantuccio, me lo ricordo. Lo lessi in contemporanea a due mie amiche, al liceo. Avevamo fatto una scommessa su chi lo avesse finito per prima: io la persi spudoratamente (fui proprio l'ultima a finirne la lettura.)

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  2. Ne ho mollati due proprio di recente. Me ne viene in mente anche un terzo, che molti considerano un capolavoro, abbandonato per lo stesso motivo, ovvero che erano noiosi e non riuscivo a entrare nella storia. Io non mi lascio spaventare dai "tomi", ma almeno devono raccontarmi qualcosa. :)

    Ci sono poi quelli abbandonati perché sembravano scritti da un bambino delle elementari...

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  3. Ciao Marina. Io ti indico_
    1) "La bussola d'oro" di Pulmann. Non so, non mi ha proprio preso. Forse perché è più per ragazzi. Mollato prima di arrivare a metà.
    2) "Vizio di forma" di Pynchon. Ti annoi perché succedono una marea di cose di cui non capisci bene il senso ed è tutto confusissimo, non si capisce nulla di ciò che stia succedendo. Mollato dopo un'agonia di 200 pagine.
    3) L'acchiappasogni di S. King. Imbarazzante. Semiautoscopiazzato da It e scopiazzato da Alien. Con tanto di infestante alieno endoparassita corporeo che nella sintomatologia patogenica fa emettere al soggetto rutti e scorregge all'aroma di banana (giuro!). L'espulsione (tipo quella di Alien) avviene però in un bagno (puoi immaginare da dove esca, giuro!); per fortuna qui King si limita allo show don't tell. Mollato dopo 200 disgustose pagine.
    4) "Nella fine è il mio principio" di A. Christie. Uno dei suoi libri più famosi. Mollato dopo 30-40 pagine. Non mi ha preso.

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    1. A. Christie dev'essere stata la peggiore: almeno con gli altri hai sofferto fino a pag. 200. :)

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  4. #cosahosmessodileggere a pagina 148 è Quer pasticciaccio brutto de via Merulana che con la scusa dell'omicidio e dell'indagine ogni occasione è buona per raccontare sporte della spesa, gente in orbace, quarte di reggiseno, inquilini dei palazzi, nipotine. Un fatto di tre righe e una digressione di trenta. Nel linguaggio di Gadda, ma il traduttore di Google in questo caso non aiuta.

    Helgaldo

    Poi ho fatto un sondaggio: ma tu Gadda lo riesci a leggere? No, ma è bellissimo!

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    1. Dalle mie parti si dice : fatti fama e va cùrcati. :)

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  5. Ho fatto una riflessione simile su 2 libri letti quest'estate che però non rientrano negli abbandonati per vari motivi.

    I miei sono:
    L'uomo che voleva uccidermi di Yoshida Shūichi (letto tutta la prima parte ma troppo lento, probabilmente avevo bisogno di altro in quel momento; lo riprenderò)
    Non dormirai mai più di Aldo Costa (letto solo il primo capitolo e mi ha fatto l'effetto contrario -al titolo- a ogni pagina; forse lo riprenderò)
    Il richiamo del cuculo di Robert Galbraith (ovvero J. K. Rowling ma non ho letto neanche Harry Potter) (non ho finito neanche il prologo, non lo riprenderò)

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    1. Uhm, dicevo "forse lo riprenderò" con Le benevole. Non l'ho più fatto. C'è talmente tanta roba da leggere che figurati se uno ritorna al ripescaggio.

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  6. Uno per tutti Marina. Il dottor Zivago! Lo so che è un capolavoro della letteratura russa ma io sono arrivata al punto di pensare a due soluzioni: o gettavo il libro (in libreria) o mi suicidavo. Ho scelto la prima.
    Ultimamente ho iniziato e mollato dopo poche pagine Chiara Gamberale (Adesso, mi pare fosse il titolo, non lo ricordo nemmeno). Leggevo ma non mi diceva niente. Non so! A volte penso che quando un libro non ti piace è perchè non è il momento giusto per leggerlo. Mi è anche capitato di prendere in mano titoli posati in tempi passati per "incompatibilità" e trovarli dopo piacevoli. E' possibile o sono matta?

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    1. Possibilissimo. Io ricordo di avere mollato "I viceré" e di avere avuto la curiosità di riprendere il romanzo di recente. Certe volte, soprattutto con i classici, i tempi si fanno maturi in ritardo.

      Ecco, sperimento su me stessa il condizionamento da #cosahosmessodileggere: avevo una mezza idea sulla Gamberale. Il tuo abbandono per inconsistenza non mi facilita la scelta.

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  7. Ci ho rimuginato tutta la mattina. Sono abbastanza soddisfatta dei libri che ho letto, ma uno l'ho lasciato alle prime pagine.

    #cosahosmessodileggere
    I dolori del giovane Werther di Goethe.

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  8. Io sono fra i pochi che ha abbandonato a metà "Il nome della rosa" di Eco perché l'ho trovato noiosamente anti-letterario, uno sfoggio di erudizione e di lessico del professore più che un romanzo.
    Ho abbandonato a metà anche "La nausea" di Sartre, sarà pure un capolavoro ma a me la nausea è venuta leggendolo.
    Ultimamente mi è successo di mollare a metà un classico come "L'idiota" di Dostoevskj, e mi è dispiaciuto perché ho letto "Delitto e castigo", "Memorie dal sottosuolo", "Il giocatore" e "Notti bianche" e mi erano piaciuti tutti. Con "L'idiota" invece proprio non ci ho empatizzato.

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    1. Mi ricordo la tua posizione anti-Eco,
      Può anche capitare che un autore non piaccia in tutte le sue produzioni letterarie: io, per esempio, non ho amato "Guerra e pace" come "Anna Karenina", ricordo di avere saltellato per le pagine durante quei lunghi capitoli che parlavano della guerra.

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  9. I miei sono il suddetto Gadda e Cent'anni di solitudine, confido nel tempo per un sano recupero XD
    Non credo di poter addurre motivazioni se non che si tratta di un mio limite (gusto, aspettativa, disturbo per narrazione... ci possono essere infinite variabili XD).

    Sulla questione sconsigli... per le osservazioni in corso da social, sono inutili tanto quanto i consigli. Ciascuna discussione su X titolo/autore ha detrattori e fan, soltanto che alcune volte vince il branco (ovvero una delle due parti urla più forte), ma in termini di gradimento cambia nulla.
    Tanto che il giorno successivo, riproponendo la questione dalla parte avversa, si hanno reazione opposte.

    Per tanti ammiratori di Haruf ce ne sono altrettanti che lo detestano. Cito perché si tratta di un autore "caldo" ad oggi ;)

    P.S.: che poi io faccio schifo, non avendo sconsigliato mai nulla, nemmeno il mio "graditissimo" MartinMai'NaGioiaEden ^_^

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    1. Sì, è come dici, in fondo: tu hai abbandonato un libro che resta fra i miei preferiti: "Cent'anni di solitudine", ma certo so che non mi avvicinerei mai a Gadda e nemmeno al "tuo" Albinati (a proposito, a che punto sei?)
      Visto che, comunque, tutto è relativo, almeno sfoghiamoci sul fallimento delle nostre letture, ogni tanto. :)

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    2. Albinati è diventato il mio manuale da consultazione XD Ogni tot, leggo un bel po' di pagine, mi irrito e nello stesso tempo mi dico che è un grande scrittore, lo ripongo brontolando tra me e passo ad altra lettura XD
      E continuo a consigliarlo, eh! :D

      Con Cent'anni voglio ritentare!!! Sono certa di perdermi molto!

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    3. Albinati controverso, so quanto ti sta facendo tribolare: per questo un po' mi incuriosiesce un po' mi spaventa.
      Io amo la letteratura sudamericana e amo il realismo magico: non potevo non apprezzare Il grande Gabo. 😉

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  10. Infinite Jest ce l'ho da mesi e non ho mai avuto la forza di iniziarlo.

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    1. Ancora è nella lista: "non letti", ma con possibilità di lettura? O con rinuncia a priori?
      Se lo cominci fammelo sapere: è impegnativo, asssai.

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  11. A me successo di abbandonare intenzionalmente "Memorie di Adriano" di Yourcenair e "Non ti muovere" di Mazzantini (regalo di una ex, che dopo un simile consiglio di lettura poteva solo diventare ex). Sicuramente anche qualcos'altro, che ora non ricordo.
    Perché ho scritto intenzionalmente? Perché mi è anche successo di non finire libri che mi stavano piacendo. Per esempio "I promessi sposi", letto durante una vacanza estiva ma non portato a termine entro la fine della vacanza stessa e mai più recuperato.
    Di solito, comunque, una volta iniziati porto a termine anche i libri che mi appassionano così così. E' davvero raro che smetta di leggere un libro intenzionalmente.

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    1. Povera ex: l'effetto collaterale di un incauto acquisto. 😄
      Cosa non ti è piaciuto di "Memorie di Adriano"?
      I Promessi Sposi, lettura estiva, ma pensa! Anch'io ho riletto il romanzo sotto l'ombrellone quest'estate e l'ho finito in poco più di sette giorni.

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    2. L'idea di mimetizzarsi nell'interiorità di un personaggio storico e parlare per lui... non mi è piaciuta proprio. Ho abbandonato la lettura dopo trenta pagine.

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  12. Ciao Marina, ottimo il suggerimento di Helgado. Brava per il tuo tam tam! Raccolgo l'hastag-meme e preparo un post ;)

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    1. Sono contenta. Verrò a leggere i tuoi titoli rinnegati. 😉

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  13. Ho appena piantato lì "Flatlandia" di Edwin Abbott: una storia ambientata in un mondo a due dimensioni, dove le linee sono punti ecc.... Colpa mia: ad un certo punto ha iniziato a scoppiarmi la testa. Altri, così sui due piedi, non mi vengono in mente, ma di sicuro il "Pasticciaccio", che mi diedero da leggere alle medie, lo piantai lì dopo tre pagine (fortunatamente mi era stato concesso un titolo riserva).

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    1. Che poi, pure sti professori: il pasticciaccio alle medie!
      Dopo quello che ho sentito su questo libro, solo l'idea mi terrorizza. 😨

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  14. Non mi viene in mente niente perché tendo a finire sempre quello che leggo, però ho dei libri che non ho mai cominciato e restano lì in attesa vana, uno di questi è Stabat Mater di Tiziano Scarpa premio strega di non so quale anno, ho letto solo l'inizio, poi l'ho abbandonato sul comodino per diverso tempo e adesso è nella mia libreria a prendere la polvere. Magari più avanti posso ritentare, chissà...

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    1. Ne ho un paio così: presi, lasciati sul comodino qualche sera e poi riposati per letture a data da destinarsi: prime pagine, talvolta prime righe e poi un bel "ciao, magari ci rivediamo"

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  15. L'idea di un post con #cosahosmessodileggere: sconsigli letterari mi sembra non solo originale, ma persino doverosa! Premetto che sono una masochista che vuole andare fino in fondo al libro che sta leggendo, e quindi quelli che vado a citare sono degli autentici "casi":
    1. "Il castello" di Kafka, l'ho iniziato per due volte e per due volte l'ho lasciato a metà.
    2. "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza, ne ho parlato anche sul blog. Lo considero uno smacco in quanto l'ho mollato a venti pagine dalla fine. Ti rendi conto? Non ce la facevo più!!!

    "Il pasticciaccio" di Gadda l'avevo letto fino in fondo, ma non ci avevo capito niente. Potrebbe essere un altro #, che dici? #libri che ho letto e di cui non ho capito niente. ;)

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    1. Però, il tuo è un record assoluto: nessuno abbandonerebbe mai una lettura a venti pagine dalla fine. 🙂
      Perché no, hashtag #libriincomprensibili: se ci penso un attimo, qualche titolo mi viene 😉

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  16. Io è tutta estate che sto lottando con Rinascimento Privato di Maria Bellonci. È uno dei libri del gruppo di lettura, ho superato la metà e ho tempo fino al 22, per cui una parte di me dice di riprovarci. L'altra si ricorda la noia infinita delle pagine precedenti mi dice che forse è addirittura meglio stirare. E ho detto tutto.

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    1. Ho avuto la tua esperienza con la lettura condivisa su Twitter (col gruppo di cui faccio parte) di Ben Lerner, "Nel mondo a venire". Ho faticato, sbuffato e l'ho letto solo perché in compagnia di altri. Trovavo sempre qualcosa di meglio da fare e poi recuperavo nei momenti morti, tipo durante il tempo di cottura della pasta, a pranzo. Penso di avere detto tutto anch'io.

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  17. Fregandomene dell'altrui giudizio, le dirò bella signora infortunata che io non ho mai sopportato quel gran rompiballe di Alessandro Manzoni. Odioso quel suo "Gli sposi promessi", ancor di più "I Promessi sposi"; poi tutto il resto, tragedie e liste per la spesa. Per finire a quella stupenda "Ei fu, siccome immobile e andò all'inferno in automobile.
    Al secondo posto di NON gradimento pongo "Il nome della rosa" indigeribile fin dall'inizio; d'altra parte "Baudolino" non lo smentisce (sono stato fermato da conati di vomito rapace a pagina 40 oppur 50), per finire con "L'isola del giorno dopo" che proprio classificai tra le più sublimi cagate letterarie del secolo, mentre invece "Il pendolo di Focault" quasi mi piacette. Fino a pagina 70 mi ha portato -senza che ci capissi un ciufolo- "Kant e l'ornitorinco".
    So di crearmi tanti "inimici" ma me ne fotto allegramente. Orbene classifico come la più sublime opera di defecazione umanoide "Pastorale americana".
    Malgrado la violenza delle ondte di sterco che mi avvolgevano, ho eroicamente resistito fino all'ultima parola, raggiunta dopo sforzi enormi nel tempo in cui potevo leggere le Tre cantiche divine.
    Mai più farò simili inani sforzi. lo giurai.

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    1. Intanto benritrovato.
      "I promessi sposi" stavano antipatici pure a me, ne avevo un ricordo scolastico che ho sempre avuto intenzione di recuperare. E il momento è venuto quest'estate, quando ho deciso di rileggerlo con un'ottica nuova rispetto alla lettura di trent'anni fa. Sapevo di riabilitare il romanzo che, in alcune parti e soprattutto in alcuni suoi personaggi, è unico.
      Di Eco ho letto poco e, devo dire, a me "Il nome della rosa" è piaciuto molto.
      La defecazione umanoide di "Pastorale americana" la capisco, invece.
      Non ho opposto la tua eroica resistenza, ma ho faticato un po' anch'io ad arrivare alla fine.

      (Mi fa piacere ritrovarti in forma. 🤗)

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  18. Si è mangiato il mio commento :'(

    Comunque, bellissima iniziativa!

    Mi accodo a chi non è riuscito a terminare "Il dottor Zivago", qualche commento più su. Si era formato un mix di mancanza di empatia e odio viscerale per Lara, tanto che a un certo punto mi sono detta che, se propio dovevo soffrire, tanto valeva studiare per gli esami.
    Un altro libro mollato alle prime pagine è stato "Che tu sia per me il coltello", di Grossman. Considerando che a stento ero arrivata alla fine de "Il sorriso dell'agnello", credo di avere proprio un problema con l'autore.

    Comunque prima o poi darò anche a loro una seconda possibilità. In fondo, anche "I miserabili" erano stati abbandonati a pagina 20 per visissitudini varie, mentre questa estate l'ho ripreso in mano e ora veleggio con curiosità intorno a pagina 500. E' proprio vero che per alcuni libri magari non è ancora l'ora giusta.

    Eleonora

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    1. Eh, io ho visto solo il film del dottor Zivago e Grossman non piace tanto nemmeno a me. Invece "I miserabili", nell'ottica del recupero dei classici cui mi sto dedicando da un po' di tempo a questa parte, sono in elenco.
      Comunque, è indubbio che ci siano letture che richiedono il tempo e il momento giusti per essere affrontate, hashtag #letturetemporaneamentearchiviate. 😉

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  19. A parte rari casi, come Ivano, è difficile che io smetta intenzionalmente un libro. Alle volte mi sono fatto del male continuando imperterrito. Ammetto di aver abbandonato a mezza via La coscienza di Zeno. Forse non era il momento giusto per leggerlo tutto, boh.

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    1. Forse il bello dei libri è proprio questo: semplicemente esistere, per lasciarci tutto il tempo di decidere quando aprirli.
      Già, il solo vederli nella libreria è una gioia. Sapessi quanti ne ho da leggere, quanti da rileggere, quanti da non riaprire, ma lì a testimoniare la mia passione per la lettura.

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  20. Lasciare un libro, per me, è sempre un po' una sconfitta. Però, pur non essendo una grande lettrice, qualcuno l'ho lasciato pure io.
    Al volo mi vengono in mente:
    - Lessico familiare di Natalia Ginzburg: me lo avevano propinato a scuola e probabilmente era troppo presto per leggerlo, quindi lo conto fino ad un certo punto, però lo ricordo come insopportabile;
    - La sposa bambina di Padma Viswanathan, che pure mi sono comprata da sola in un momento di amore per l'oriente, che ho provato a leggere tre volte, arrivando sempre allo stesso punto, ma che ho trovato di una lentezza esasperante
    - Cell di Stephen King, che mi ha annoiato fin da subito
    - In Patagonia di Bruce Chatwin, che è stata una delusione immensa e di cui ho scritto qui: https://squittydentrolarmadio.blogspot.it/2013/09/in-patagoniabruce-chatwin.html

    Mi associo ai commenti sopra su Manzoni. Odio a prima lettura.

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    1. In effetti ho notato, dalle cose dette, che i libri abbandonati sono quelli che annoiano, prevalentemente; peggio, quando nutri delle aspettative. Chissà se basta solo lasciare passare del tempo, se è solo una questione di maturità oppure se certi gusti restano immutabili a prescindere da autori e titoli.
      Per esempio, quanto sì è disposti a concedere una possibilità al Manzoni che, cacchio, ha scritto un libro bellissimo e tutti ce lo ricordiamo odioso? 😃

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    2. Io ci ho pensato anche a concedere questa possibilità, ma mi è venuto il mal di pancia solo al pensiero.
      Secondo me ce l'hanno reso così odioso a scuola, che il recupero diventa proprio difficile.

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  21. Ne ho scritto anch'io, quando mi sono arenata dinanzi a una pagina di "Se una notte d'inverno un viaggiatore" di Calvino.
    Ho cercato di capire cosa non funzionasse, ma tutto quello che riuscivo a pensare era che rinunciare sarebbe stato un sollievo, e ho chiuso.
    Ho abbandonato anche:
    "Cent'anni di solitudine" di Garcia Marquez,
    "La Compagnia dell'anello" di Tolkien,
    "Abbaiare stanca" di Pennac,
    ... e mi pare in gioventù di aver finito fra spasimi "Per chi suona la campana".

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    1. Anche tu "cent'anni di solitudine", come Gloria.
      Sono belle queste testimonianze che attestano le diversità di gusti dei lettori. Come dire ce n'è per tutti, puoi essere un classico, un best seller, ricco e famoso: se non piaci, non piaci.🙂

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  22. E' interessante questo argomento; tocchi con mano che i gusti sono non solo diversi, ma spesso opposti: quello che è un capolavoro per una persona è una noia mortale per l'altra. In questo momento sento che sto perdendo The Dome, di Stephen King. Eccesso di sfracellamenti nella prima pagina, da cui non mi sono ancora ripresa. ;)

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    1. Sì, dici una cosa che penso anch'io, che pensiamo tutti, in fondo. Del resto, non potrebbe essere altrimenti: le chances sono per tutti e anche i più grandi possono cadere in disgrazia.

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