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domenica 24 febbraio 2019

Il Taccuino narrante: osservazioni, note e spunti tratti dalla quotidianità - L’INVIATA SPECIALE


Sono le 18:00, infilo agenda e ipad nella borsa: pesa quanto una sporta che esplode dopo la mia incursione in un supermercato, ma è tutto necessario. Non a caso ho scelto la tracolla che porto, di solito, in viaggio: l'agenda è una fedele compagna in occasioni come queste, l’iPad, usato in modalità e-reader, mi serve per fare passare in un fiat i venti minuti in metro.
Sto andando alla presentazione di un libro.

Parto con netto anticipo rispetto alla programmazione dell’evento: è previsto per le 19:30, ma la mia solerzia è solo giustificata dal rischio di trovarmi senza posto a sedere, in una situazione che vorrò documentare con foto e qualche annotazione cartacea, per cui mi sarà necessario stare comoda. 
Già, perché premedito di scrivere un post sull’esperienza, visto che di fatto non sono interessata al libro che sarà presentato, ma mi sono auto-investita del ruolo di “inviata speciale” per conto di mia madre. Lei ha un debole... mica per l’autrice del romanzo, nooo! lei ha un debole per il lettore del romanzo e io voglio farle un regalo: vado all’incontro soltanto per testimoniare in presa diretta le doti, fisiche e professionali, dell’ospite in questione, che è un attore:


Non ho mai letto nulla di Chiara Gamberale e conosco Lino Guanciale soltanto come il medico legale di cui si innamora “l’allieva” di Alessia Gazzola, nella fiction televisiva e in qualche altro ruolo di cui mi racconta mia madre (negli ultimi tempi impazza in diverse serie tv, che io però, non ho mai seguito); l’unica persona che richiama veramente la mia attenzione è il moderatore, Luca Briasco, che stimo professionalmente.

Scendo alla fermata Barberini e percorro via del Tritone, fingendo di essere interessata alle vetrine dei negozi; non ho fretta e, dopo un quarto d’ora, sono dentro la Galleria Alberto Sordi: il palchetto è montato nell’atrio, proprio davanti alla libreria Feltrinelli e quello che vedo mi fa imprecare a denti stretti: c’è già una folla pazzesca!



Sono ancora le 18:45, le sedie sono straoccupate e si è formata una cintura umana attorno alle transenne con il nastro, che delimitano la zona pubblico seduto. Mi intrufolo mentre posso ancora farlo e mi piazzo in seconda fila di fronte al palco: visuale dignitosa, movimenti ancora possibili. 


Mi guardo attorno e mi viene spontaneo registrare la presenza di un pubblico prevalentemente femminile: sarà un caso?


Le fasce d’età sono rappresentate tutte: si va dalle ragazzine accompagnate dalle madri (chi avrà portato chi?), alle nonne per le quali mi chiedo: “sono lettrici o appartenenti al fanclub di Lino Guanciale, come lo sarebbe stata mia madre, se fosse stata qui con me?”


Scatto qualche foto col cellulare e, nonostante la scomodità della posizione eretta, non rinuncio a tirare fuori dalla valigia di Mary Poppins l’agenda; solo che fa caldo e il giubbotto addosso comincia a soffocarmi: la cappa di calore e l’esito della camminata accendono nel mio corpo delle vampate che partono dai reni, si irradiano lungo la schiena e si disperdono in mezzo alla sciarpa che tengo avvolta al collo. La gente aumenta, il cerchio di persone si stringe, allora decido che voglio sopravvivere e con qualche mossa scomposta ripongo l’agenda in borsa, ficco il cellulare nella tasca dei pantaloni, tolgo sciarpa e giubbotto e riprendo agenda e cellulare. Ma io che non ho mai amato fare shopping, come ho potuto cedere alla tentazione di concedermi un’eccezione giusto in questa occasione? Così adesso, oltre alla tracolla di cinque chili che mi spezza la spalla, il giubbotto, schiacciato sotto l’ascella insieme alla sciarpa infilata dentro una manica, il cellulare trattenuto con le dita sull’agenda che tengo aperta su un avambraccio, tra le gambe stringo anche il sacchetto con la maglia acquistata approfittando degli ultimi giorni di saldi. E tutto questo per mandare a mia madre via whatsapp le foto del suo beniamino!
Sono una figlia devota.

Mi scappa una risata, che cerco di simulare con un colpetto di tosse: dietro di me una signora sta parlando con qualcuno al telefono; al suo interlocutore non dice: “sono alla presentazione del nuovo romanzo di Chiara Gamberale”, ma “sono alla presentazione di un libro dove leggerà Lino Guanciale” e rido perché mi trovo qui, esattamente, per lo stesso motivo. 

Con qualche minuto di ritardo entrano in scena i protagonisti dell’evento: Chiara Gamberale ha un vestito giallo, sembra un pulcino stritolato dalla folla, mentre si fa largo per raggiungere il palco; dietro di lei Briasco passa inosservato e Lino Guanciale fa finta di essere un comune mortale, pur sapendo che decine di cellulari lo stanno immortalando a ogni passo. Anche il mio, sebbene il risultato sia una sequenza di immagini sfocate dove l’unico elemento certo è una striscia giallo pulcino che si allunga al centro dei due blocchi di posti a sedere.
Superfluo dire che il resto del reportage ha la tonalità smorta delle risoluzioni di bassa qualità:


i pixel mi remano contro, ma non mi scoraggio e filmo con difficoltà (perché vengo spinta e perché con lo zoom faccio un macello) la prima esibizione di Guanciale, che inizia la presentazione con la lettura di un brano tratto da “L’isola dell’abbandono”.


Nel frattempo ripongo definitivamente l’agenda nella borsa (impossibile prendere appunti) e mi concentro sullo scambio fra Briasco e la Gamberale, così la presentazione del romanzo riacquista la sua priorità e l’occasione, in origine secondaria rispetto al desiderio di fare un regalo a mia madre, diventa il valido modo per conoscere una scrittrice di cui non ho mai letto nulla. 


La schiena comincia a risentire della postura, ma ormai sono incastonata nell’anello di persone che mi circondano e da lì non mi muovo se non per cercare di intercettare Valeria, una mia amica di letture condivise (vi parlo spesso di TwoReaders) che, in un messaggio, mi fa sapere di essere poco distante da me. Io e lei, però, riusciamo a vederci solo a fine presentazione, perché rimaniamo in modalità sardine sotto sale finché l’ultimo applauso non comincia lentamente a disperdere il pubblico. La lascio a fare la fila per il firmacopie, una prova di forza per i più temerari 


e per l’autrice che non può deludere nessuno.


Ma è solo quando mi volto per andare via che riesco a fare partire l’ultimo video: Lino Guanciale mi passa accanto seguito da uno stuolo di fan, compresa la nonna, che è l’unica a farlo fermare per un selfie.

È l'ultimo contributo speciale per mia madre, prima di tornare a casa.


35 commenti:

  1. Mi hai regalato un nuovo sogno scrittoreo: una presentazione con un attore bello che legga qualcosa di mio! Ah, per fortuna sognare è gratis!

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    1. Decisamente una grande idea... e un grande sogno! :)

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  2. Ecco come attirare pubblico, un attore bello che legge il tuo libro, mica male però! Ho letto diversi libri di Chiara Gamberale, a me piace abbastanza come scrive, sarei venuta anch'io a seguire la sua presentazione per lei e, perché no, per Lino Guanciale...mi associo al sogno di Tenar, in fondo sognare è gratis

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    1. Io ho un libro della Gamberale nella mia libreria: "Le luci nelle case degli altri", un regalo. Non l'ho ancora letto, prima o poi lo farò: è stata convincente durante la presentazione, magari leggerò anche quest'ultimo. Vediamo... Intanto, i primi complimenti all'autrice li faccio per la scelta "strategica" dell'attore-ospite. ;)

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  3. Beh, questo è vero eroismo filiale. Io penso che neppure per mia madre mi sarei sobbarcato una "missione" del genere :-D

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    1. :)
      Non sai quante cose si fanno per sopperire alla lontananza: è stato un modo per sentirmi mia madre vicina. Mi manca.

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  4. Che brava figlia sei, complimenti! Lino Guanciale è un bell'uomo, non c'è dubbio, ma non so se io lo avrei fatto. Ottima strategia di marketing, quando dietro ci sono le Big tutto è possibile

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    1. Grazie, Rosalia. L'ho fatto con piacere, arrivo a dire che, tutto sommato, mi sono persino divertita. Le Big, già! E chi se lo potrebbe permettere un Guanciale lettore! :D

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  5. Solo io non so chi sia Lino guanciale... E mi ha colpito maggiormente la galleria Alberto Sordi perché è un punto di Roma che amo molto e mi ci farei un giro proprio volentieri.

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    1. Tutte le volte che passo da Via del Corso, un giretto alla Galleria lo faccio, più che altro un giretto alla Feltrinelli. E a Natale la Galleria è spettacolare. ;)

      Io Lino Guanciale lo conoscevo perché, praticamente, recita in tutte le fiction: non le seguo, ma più o meno, so chi sono gli attori e poi c'è mia madre che mi aggiorna. :)

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  6. Ehm, chi è costui? No nemmeno per il Festival vado a fare un giro a Sanremo a caccia di vip. Eppure un anno mi sono ritrovata con Bolle in pizzeria e... No non mi ha scomposta più di tanto. Credo sia stata una vera prova d'amore andare a una presentazione così, complimenti, spero tua madre ne sia felice.

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    1. Devo dirti la verità: nemmeno a me fa effetto incontrare delle "star". Qui, a Roma, ho incrociato qualcuno, ma guardo, chiedo "ma è lui/lei?", poi ciao: non sono tipo da selfie o autografi.

      Sì, mia madre ne è stata felice, anche se ha invidiato la signora che Guanciale ha baciato a fine serata: le ho detto che, se voleva, potevo prendermelo io un bacio, per lei! ;)

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    2. Io ho lavorato in aeroporto mentre ero studentessa. Di norma non riconosco il vicino di casa se lo estrapolo dal contesto condominio, figurarsi attori, attrici, gente di tv. Una sera passa un ragazzo a prenotare una maglietta del Brasile - nike delle partenze nazionali. Mi dico, ma questo dove l'ho già visto. Bò.
      Scambiamo due parole su quando verrà a riprendere l'articolo, mi dice che sarà di ritorno tra due giorni. Mi da il nome: Giorgio. Gli dico, ma sai che mi suoni familiare, ci conosciamo? Lui sorride, malizioso. E' possibile, dice misterioso. Lo fisso ancora cercando di focalizzare. Lui, probabilmente per venirmi incontro: magari al cinema?
      Aaaaahhhh - faccio io - ma che lavori al multisala di Parco dei Medici? Ci vado sempre col ragazzo mio... Allora, sì.

      Era Giorgio Pasotti, l'ho scoperto solo grazie ad una collega il pomeriggio in cui è tornato a ritirare la maglietta :DDD

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    3. Sei una pazza! ahahahaha!
      Però, guardala così, sei stata sicuramente un pensiero nella mente di chissà quanti attori colleghi di Pasotti, perché lui l'avrà raccontato sta cosa. Ma te lo immagini? "Allora, non sapete che m'è successo in aeroporto: c'era questa bella ragazza mora, tutta ricci e sorrisi...pensava lavorassi al cinema di Parco dei Medici; na matta sgalletata, però boooona..." e giù, tutti a ridere! :DDD

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    4. :DDD... della matta mi avrà dato sicuro :P

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  7. ahahahah... ok, adesso so tutto: conosco il "perché" ^_^
    Sai che io non avevo riconosciuto neppure Guanciale? Di serie tv ne annovero veramente poche e tutte firmate Sky. Però il ragazzo merita, eh, si vede persino dal video che merita... Brava la mamma! Buongustaia...
    Di Chiara invece ricevetti in regalo da mio marito "L'amore quando c'era" e dopo averlo letto, sinceramente, l'ho minacciato di divorzio se mai ci avesse riprovato. Perché, vedi, Marina, io non sono di quelle lettrici spocchiose che mirano solo ai grandi nomi, alla letteratura di un certo elevato spessore, ai tomi che per leggerli devi stare sempre con una testa ben assestata e concentrazione a mille... però la Gamberale mi fa specie, non sono mai a riuscita a capacitarmi del successone di quel suo libricino.
    Una che scrive (aspetta che recupero alcune delle perle): "Un pò sono morto, quando mi ha lasciato.
    La vita,però,non ci ha creduto che fossi un pò morto ed è andata avanti lo stesso,senza il mio permesso." Ringraziamo la vita, insomma, nella sua banalità.

    Oppure

    "In altre parole sei la prima persona che mi ha davvero fatto bene e l'unica che mi ha fatto davvero male." Ok, tutto chiaro.

    "Magari stai ancora una volta confondendo il pedale del freno con quello della frizione.
    Non sarebbe un errore da poco:cambia tutto." Vorrei dire...!

    "Ce le hai presenti le persone infelici con gli occhi tipo punte di spillo?
    Ce le hai presenti le persone con quegli occhi lì?
    Sono tantissime.
    Tantissime.
    Non fanno quello che sono nate per fare,non frequentano persone che mettono in gioco la loro parte più scomoda,quella che però fa la differenza fra loro e il resto del mondo,quella che uno ti guarda e dice "tu",che uno si guarda e dice "io":e si trascinano per le strade e per le giornate,con i loro occhi spenti,con i loro occhi tristi." ....impariamo a dirci "tu" e a dirci "io"

    "Ti confermi il più maschio delle femmine che abbia mai conosciuto." ...???????????

    "Mi sei mancato come può mancare una gamba,un occhio,il naso.
    Passava il tempo,ma tu non mi passavi." ... il naaasooooooo!!! Il NA-SO

    In poche parole: ma come ha fatto, Marina? Cooomeeeee?

    P.s Il sottofondo dell'ultimo video è grandioso :DDD

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    1. Ma come ti ringrazio per questa testimonianza, Irene! Preziosa, perché mi eviti di cadere nel tranello della curiosità, cioè, proprio, con questi esempi mi è sparita del tutto.
      Come riescano ad avere successo gli scrittori molto letti resterà uno dei misteri più grandi; come arrivano al pubblico? anzi, prima, come arrivano alle case editrici Big?
      Le letture fatte da Guanciale, per esempio, non mi hanno attirato più di tanto, però l'attestazione di stima di Briasco (che non è, proprio, uno qualunque) verso la scrittura della Gamberale mi ha colpito. E lei ha davvero un bel seguito.

      Nel video, la chicca appartiene a una che era una dietro di me, che chissà con chi ce l'aveva! :D

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    2. Però, magari, chissà, dopo l'amore quando c'era le avranno detto: chiarè, qua tocca mettersi a scrivere sul serio, mica ste panzanellate, eh; ne va della faccia tua e della nostra (le case editrici big).

      Sul successo di massa, bè, nelle corde riesco ad estrarci. Viviamo in un'epoca in cui è difficilissimo focalizzare, sviscerare i propri stati d'animo: troppi input, troppi stimoli, eccessiva digitalizzazione, zero introspezione. Chiunque riesca a mettere una dietro l'altra una schiera di semplici sentimenti emozionali che sono poi comuni, vividi, "appropriabilissimi", ecco che scatta il meccanismo empatico della conquista. La gente oggi ha bisogno di semplicità, di immediatezza, di scaricare in formule quasi scontate il proprio malessere di vivere, la propria sofferenza che si perde in un mare di pochezza: l'amore era meglio quando c'era, lui è stato la persona che mi ha fatto più bene e più male insieme, mi manca come l'aria, anzi, no, come il naso... (che poi, no, se ti estirpano il naso, le narici per l'olfatto mica scompaiono... o no? Se mai incontrerò Chiara, giuro che glielo chiedo! Pensa se è pure amica di Pasotti :DDDD...)
      Ok. smetto di intasarti il blog!!! :DDDDD...

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    3. Hai carta igien... bianca per intasare il mio blog quando vuoi! :DDD

      Comunque, sotto sotto (perché pare male da signora nessuno parlare così di una scrittrice affermata) sono d'accordissimo con te praticamente su tutto. ;)

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  8. Lino Guanciale è forse la risposta italiana a Kevin Bacon?

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  9. Credo che chiederò a Penelope Cruz o a Charlize Theron (insomma a qualche attrice del genere) di leggere qualcosa di mio se dovessi fare una presentazione: pubblico assicurato!
    Poi non è importante come lo leggono, l'importante è che ci siano, no? :-)

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    1. Vista la tua passione per il progressive rock, potresti chiedere l'intervento chessò... di lady Gaga! :DDD

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  10. Ho assistito nel 2017 alla presentazione di un libro della Gamberale. Ero alla fiera del libro di Milano. Il libro in questione ha come titolo "Qualcosa". Non è male come fiaba per bambini. La sala dove si tenne l'incontro era stracolma.

    Insieme a lei c'era Luis Sepulveda che presentava contemporaneamente una delle sue fiabe "Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza".

    Forse sarà questa una strategia vincente? Tutta questione di marketing editoriale delle case editrici.

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    1. Hai capito, la Gamberale: associa un "big" alle sue presentazioni a seconda delle storie che racconta: alla sua fiaba ha affiancato Sepulveda, al romanzo attuale di amore e abbandono un figo pazzesco per incentivare l'immaginario femminile.
      Non sarà una grande scrittrice (forse, non lo so), ma quanto a marketing è una grande stratega!

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  11. Alla Galleria Alberto Sordi ci pianterei la tenda, l'ho vista in corsa nel lontano giugno 2015 (l'estate in cui poi decisi di aprire il blog). Il firmacopie, una prova di forza per i più temerari: 3 ore a Parigi per la firma di Diana Gabaldon sul mio Outlander.
    Non conoscevo l'attore, seguo pochissimo le serie tv italiane, però l'ultimo video mi ha fatto sorridere. Hai capito la nonna, eh?!
    La lettura di un attore così caruccio è un'ottima strategia. Un paio di nomi ce li avrei pure io, solo che non parlano in italiano... :D

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  12. Quello che dici mi fa pensare: tu sei stata tre ore dietro a una fila per avere la firma della tua scrittrice preferita. La fila di persona per il firmacopie della Gamberale era pazzesca: significa che anche lei è nel cuore di tanti lettori (ma un sacrificio così, tranne che non sia assolutamente voluto, chi lo fa! Infatti, la mia amica, che voleva avere l'autografo sulla sua copia de romanzo, ci ha rinunciato.)

    Tu potrai chiedere ai nomi non italiani di leggere i brani del tuo libro, quando sarà tradotto e venduto in tutto il mondo.
    Daje, come dice Tenar, in cima a questi commenti? I sogni sono gratis, no?

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    1. Le mie 3 ore erano giustificate dal fatto che Diana Gabaldon viene in Europa continentale ogni 3/4 anni, era una sorta di "ora o mai più" (anche perché l'età inizia a pesarle e ha diminuito i viaggi per scrivere). La Gamberale la vedo piuttosto come il Fabio Volo al femminile: magari non scrive in maniera eccelsa, ma sa toccare il cuore del pubblico. Tu l'hai vista alla presentazione, ma lei ha anche condotto il programma Per dieci minuti (titolo di un altro suo libro) per LaEffe, dovresti trovare le puntate sul sito web del canale.
      E' molto empatica e questo le fa tenere stretti i suoi lettori.

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    2. Non ho motivo di dubitare, anche perché lei è molto simpatica e poi quella fila per la firma del libro mi ha fatto capire che c'è davvero un sacco di gente che la segue e le vuole bene. E stata carina anche alla fine, quando ha ringraziato tutti: si vedeva che le parole le venivano dal cuore.

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  13. Non conoscevo nemmeno io Lino Guanciale, ma in effetti... Certo che è durissima la vita di questi attori belli, tutti guardano la bellezza e apprezzano poco il talento. ;) E comunque complimenti per la resistenza psicofisica in onore della mamma, sembrerebbe il classico "fioretto" :)

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    1. L'ho fatto volentieri, alla fine: avere mia mamma lontana, rende fattibili cose cui non penserei mai di cedere, tipo stare in piedi due ore e mezzo piena di roba addosso e con un caldo asfissiante. :)
      Ma l'ho resa felice e questo, in un colpo solo, ha cancellato ogni mio disagio. Senza dire che vedere dal vivo quel bel picciotto lì... è stato un regalino anche per me! ;)

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