martedì 5 marzo 2019

Quarte di copertina, anzi no... quarti di mattonelle



“Io sono una lettrice anomala: sono l’unica che non si affida alle quarte di copertina per la scelta di un libro da leggere. Le ignoro, in più - comportamento ancora più anomalo - aspetto di finire la lettura per poi risalire a tutte quelle pagine saltate all’inizio: risvolti, eventuali note introduttive; non vado nemmeno a spulciare fra le recensioni, perché non voglio farmi condizionare dai giudizi altrui. Potrei quasi dire che ...”


Tuppe-tuppe mariscià...
arapite, so' n'amico...
Mo ve conto mo ve dico
perché so' venuto  ccà...


Resto con le dita sospese, sembro mio figlio quando suona l’ultima nota di uno spartito al pianoforte, distraggo gli occhi dal monitor, sono in ascolto: mentre, dentro una stanza, sto rileggendo il post che pubblicherò domani, c’è un uomo, in corridoio, che intona una canzone. Ha le mani sporche di gesso, sega mattonelle con una punta diamantata, misura centimetri, posiziona il pezzo di gres porcellanato sulla piattaforma spianata e si esibisce in un ricco repertorio di canzoni della tradizione napoletana.
Non riesco più a pensare a risvolti di libri e quarte di copertina, all’importanza che hanno, a quanto poco mi influenzino... Vedo soltanto quell’uomo che canta, con una mattonella rettangolare in mano e un altro, a lato, che lo aiuta. Le dita sulla tastiera del pc, adesso, hanno solo voglia di raccontare tre settimane di cantiere aperto in casa mia, la non-vita in mezzo a calcinacci, polvere, umidità e un disordine a prova di stoicismo casalingo. 

****

Qualche mese fa, un quadrato di parete del corridoio si ammala: l’intonaco comincia a gonfiarsi, spaccarsi, sgretolarsi, disegnando un murales di chiazze scure che si allargano e si diffondono come un’epidemia contagiosa su tutto il muro. Io e mio marito ci rassegniamo all’evidenza: c’è un tubo da qualche parte che perde acqua. La parete corrisponde a quella del box doccia del doppio servizio e c’è un termosifone ad angolo. A chi addebitare l’usura?
Una squadra di “esperti analisti”, armati di strumenti sofisticati, martello, scalpello e torcia per guardare nella profondità della piletta sifoide del piatto doccia (mi sono fatta una cultura), decreta che il danno potrebbe derivare da una inadeguata areazione del pozzetto, che produce vapore ristagnante e crea umidità. Trovano una soluzione provvisoria e passa un altro mese. Intanto l’acqua agisce indisturbata conquistando nuovi spazi: adesso c’è un’altra parete della stanza confinante con il bagno aggredita dalla muffa. Nuova diagnosi: è il termosifone. Via il termosifone, si gratta e si sfonda in prossimità degli attacchi: dove ti nascondi, maledetto buco!
Il vaiolo del muro, intanto, rende la mia casa una grotta e la signora di sotto si trova con una bella nuvola grigia stampata sul soffitto.


Jamme, iamme, 'ncoppa jamme ja',
jamme, iamme, 'ncoppa jamme ja',
Funiculì - funiculà - funiculì - funiculà,
'ncoppa jamme ja', funiculì - funiculà.


Ma che vogliamo fare? Cincischiare ancora? Lasciamo marcire il cemento fino alle fondamenta?
La cautela, tradotta in una inutile perdita di tempo, ha il solo scopo di non approdare alla soluzione più drastica: intervenire sul pavimento. 
Infatti il danno è proprio là, in un punto preciso del malefico tubo trentennale che passa sotto i nostri piedi.
Risultato?


La casa non è più una grotta, ma il tunnel della Tav. 


'O sarracino! 'O sarracino!
Bellu guaglione
'O sarracino! 'O sarracino!
Tutt''e ffemmene fa' suspirà

Gli operai si alternano: chi scava, chi scassa le piastrelle, chi aspira la polvere, chi salda i tubi nuovi, ogni giorno un manovale diverso con una propria, specifica, competenza 


e un geometra supervisore, che stabilisce priorità e organizza il lavoro con efficienza. Infatti, dopo due settimane, siamo ancora a questo punto:


Pensavo di avere confinato l’incubo del disordine e della sporcizia nei mesi in cui l’immobilismo, a seguito della frattura del piede, mi ha fatto sclerare, nel 2017, ma quella era solo una blanda prova di resistenza psicofisica.

Daje Marì, ce la puoi fare! Cucino circondata da sacchi di cemento e bacinelle incrostate di calce, camminiamo e ci portiamo detriti e terriccio dappertutto. La polvere ha aggredito pure l’interno degli armadi, lavo i bagni come una posseduta e mentre preparo caffè per tutti e mi rendo disponibile per “qualunque necessità”, penso alle mattonelle da sostituire, che non si trovano... e all’incontro con Irene. Perché sì, chissenefrega! questi vengono, lavorano un giorno, cantano, tornano dopo una settimana, lasciano me e la mia famiglia in preda al caos e a un’allergia da ricovero (la sera ceniamo a pane e antistaminico) e io mi rassegno, che altro posso fare? Il giorno (l’ennesimo) in cui non viene nessuno perché la base di cemento deve asciugarsi, il gesso sul muro pure, nel frattempo vediamo di trovare mattonelle possibili e questo e quello... io mi preparo, prendo borsa e giubbotto, cammino in punta di piedi lungo le macerie del corridoio e mi chiudo la porta di casa alle spalle: voglio una mattinata tutta per me, una full immersion, con pranzo e chiacchiere no-limits, in compagnia di un’amica blogger che volevo  incontrare da tempo.


Femmena tu sì na Malafemmena...
chi st'uocchie he fatto chiagnere
lacreme 'e 'nfamità...


E oggi, inizia la terza settimana, gli operai sono di nuovo qui: stanno montando il pavimento nuovo. Miracolo!


Il piastrellista cambia il suo repertorio musicale; abbandona le canzoni napoletane e si lancia in un Toto Cutugno d’annata:


Lasciatemi cantare
con la chitarra in mano
lasciatemi cantare 
una canzone piano piano

E a me lasciatemi piangere.

Hanno trovato le mattonelle, cioè, abbiamo trovato un compromesso accettabile: non c'entrano niente con il resto della pavimentazione, ma se mi ripeto che è un'installazione di modernariato, forse, le rendo meno indigeste.
Tanto è un corridoio, mi dico e stra-dico, che una porta separa dal resto della casa. La chiudo e me ne dimentico.

****

Dunque, le quarte di copertina...









28 commenti:

  1. Sono qui, in sala davanti al pc, e rido.
    Un reportage gustosissimo, degno della tua migliore ironia. Sei una grande.
    Mi hai fatto pensare a quello che mi aspetta fra qualche settimana. Sì, lo so, non sarà nella casa in cui abito, ma in quell'altra, quella in collina che ho comprato, quella sognata e comprata con tanti sacrifici ancora e ancora da fare. Penso ai lavori che aspettano, ai bagni da rifare, l'impianto idraulico, l'installazione della nuova caldaia, la bonifica del seminterrato, il rifacimento del piastrellato esterno e... ho la febbre al solo pensiero.
    I lavori cominciano a breve e hanno detto che in 80 giorni "se po ffà". Io lo spero, assieme allo sperare che non escano magagne che non vediamo, insidie che al momento si nascondono. Brrrr.
    I canoni del muratore medio sono quelli, sono simpatici (alcuni più alcuni meno), alla mano, e cantano, sì. :)

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    1. Luà, in questi casi si tenta di mandare giù il boccone con qualche risata, l'alternativa è la pistola! (per sparare al'impresa edile, che ci ha fatto stare tutto questo tempo con quel casino.) Che poi, i lavori in casa okay, ma non quando ci vivi dentro, ci mangi e ci dormi. Un incubo. Almeno tu, li guarderai da fuori: sempre camurrie sono, ma con una casa vuota è diverso.
      E comunque, coraggio!

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    2. No no, aspetta. Anch'io ho dato qualche anno fa. Ricordi il balcone in soggiorno? Al suo posto c'era una finestra. Immagina doverlo creare di sana pianta. Il taglio del muro e tutto il resto ci ha fatto vivere fra camera da letto e cucina per un paio di mesi, mentre in soggiorno riuscivi solo a passare su una passerella. Agonia!

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    3. Agonia pura, hai ragione. O_o

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  2. Nessuno ha cantato Ligabue. Anvedi? Poteva annare peggio... :-D

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    1. Mentre scrivevo, ho preso nota di tutti i brani eseguiti: ho citato i migliori (tutto il genere napoletano), ma fino alle 16.00 mi sono "azzuppata": "un'ora sola ti vorrei...", "Pensami tanto tanto e intensamente...",aspetta, la conosci questa? "o com'è bella l'uva fogarina e com'è bello saperla vendemmiar..."
      Il più giovane (24 anni) faceva eco con "Applausi per Fibra", "Hanno ucciso l'uomo ragno" e SENTI SENTI: "dragonball".
      Devo continuare? :D

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    2. Dragon...Dragon...Dragon...
      Dragonball...

      Dragon...Dragon...Dragon...
      Dragonball...

      Chi sei? Goku, non lo sai...
      :-D :-D :-D

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    3. Insospettabile: la conoscevo anch'io e l'ho canticchiata di nascosto assieme a lui! IHIHIH!

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  3. Non me lo dire a me: in casa mia ho avuto nell'ordine il soffitto del bagno infradiciato (ma almeno i lavori li hanno dovuti fare quelli del piano di sopra perché dipendeva da loro), due pareti idem (in quel caso era colpa del nostro termosifone quindi hanno dovuto sfondare due pareti), un traforo fra case (è troppo lunga e deprimente da spiegare, e poi ogni volta che ci ripenso valuto l'opportunità di divorziare da mia moglie) e ogni singola stanza riverniciata...

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    1. Mariaaa, Ariano, mi stai facendo RIvenire la confusione! :D

      Ahahah, mio marito, invece, ha deciso che chiederà la mia beatificazione, vista la gestione del momento difficile gravante quasi tutto sulle mie spalle! :)

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  4. Ho trattenuto il fiato per tutto il racconto... pure se sono passati 12 anni (!!) lo sfascio psicologico della ristrutturazione del mio appartamento me lo ricordo bene. "Non occorrono lavori, puoi abitarci subito" disse mio padre infilando la spina del trapano sulla presa. Scintilla e botto all'istante. "Ok, chiama l'elettricista..." mi guarda atterrito.
    Da lì tutta una caccia al tesoro piena zeppa di sorprese: l'impianto elettrico non a norma (basta il differenziale, no?), la caldaia che ha superato il pensionamento (fortuna che quell'anno c'era l'incentivo per il cambio) e già che ci siamo l'idraulico che mi dice "i termosifoni sono andati, guasti, pieni di buchi..." E via un altro bell'assegno con tre zeri.
    Ovviamente i tubi passano per il pavimento, come i tuoi. E quindi via di scalpello ovunque. Rifatti 3/4 di pavimenti. E col senno di poi era meglio rifarli tutti, lo stacco si vede troppo. Solo che il conto corrente aveva più tachicardia di me.
    E quando finirono i lavori, iniziammo con il mobilio. Santa Ikea forever. Perché le uniche cose non acquistate all'Ikea, cucina e arredobagno, da validissime aziende locali si sono poi rivelate truffe: la cucina venduta per legno massello a voce e poi "no, avete capito male" e il mobile bagno più costoso del mondo che dopo un anno si scrostava per l'umidità (quello Ikea nel secondo bagno è indistruttibile!).
    E comunque se rinasco vado a fare l'idraulico. Il mio ha la seconda casa in montagna e la terza casa villa al mare... :/

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    1. Credo che tutti abbiano vissuto, almeno una volta nella vita, un'esperienza del genere e credo che tutti ringrazino i Santi del Paradiso per essere sopravvissuti.
      Poi, è vero: si crea una catena di guai che sembra aspettino la scoperta del primo per venire tutti a galla. La cosa peggiore qui è stata la notizia dello smantellamento di tutto il pavimento del corridoio, perché non avevamo mattonelle di riserva da sostituire alla fila tolta per sistemare il tubo. E poi, sti cacchio di marmi degli anni '70, nessuna vecchia giacenza nei magazzini, roba antiquata, piastrelle introvabili, neanche qualcosa di simile. E ci siamo arresi.
      Oggi hanno finito e io mi sto fermando soltanto adesso: ci vorranno settimane per ripristinare ordine e dignitosa pulizia.
      Ah, se vuoi ti presento il mio, di idraulico: niente male, giovane e con una barca. Ti mancava la barca, no? ;)

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  5. Ci son passato da poco pure io e sono ancora a riverniciare pareti... lemme lemme.

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    1. Qua lemme lemme pure, tanto gli operai... e chi li smuove: cantano e stiamo tutti allegri! :)

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  6. Ohi, ohi! Io poco tempo fa, ma credo di aver rimosso volontariamente la data ho avuto un caso simile in un pezzo decisamente più contenuto in casa. Un mio vecchio tubo dell'acqua, nato con l'appartamento ha deciso di bucarsi e innaffiare l'appartamento sottostante. Quindi tra idraulico e muratori, e flessibili, e trovami la piastrella a' Bella!, mi fai un caffè, ora esco a fumarmi una siga, ho pensato di espatriare anche io e farmi cercare da Chi l'ha visto.
    Avere i lavori di un certo tipo in casa, quando ci si vive è qualcosa di demoniaco. Sopravvivere è una grande vittoria, quanto avere la casa ripulita e linda da ammirare commossa. Forza Marina!

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    1. Per ora i miei sogni sono tutti fermi su un'unica immagine: la mia casa pulita, ordinata, con le pareti lisce, riverniciate, il pavimento lucido e profumo di fresco.
      Mai avrei pensato che una condizione ordinaria in una casa potesse diventare il desiderio più grande.
      Ma comunque, siamo in dirittura d'arrivo, direi che sono vicinissima alla fase commozione. :)

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  7. che racconto concitato!!
    intervallato da canzoni in dialetto quasi a voler rendere la follia della confusione lavori!!
    e quando sembra finita..non è finita.

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    1. Non ci crederai, ma è successo davvero come l'ho scritto: ero lì che stavo rileggendo un post che volevo pubblicare e, a un tratto, queste canzoni hanno dirottato la mia ispirazione verso l'incubo che sto vivendo: sono state una sorta di colonna sonora di questo mio racconto.
      E no, non è ancora finita! Sapessi... in questo momento c'è uno che sta segando il legno del battiscopa da applicare e canta "Brazil, na na na na na na nana".
      Non ce la posso fare! :DD

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  8. Sto ridendo da sola! Finalmente ce l'ho fatta a passare. Volevo un briciolo di tranquillità per leggere questo tuo post, essendo per altro già a conoscenza della situazione di disagio che vivevi...
    Però ho troppo riso, e mi sono emozionata, perché non mi aspettavo di finire felicemente tra te e l'operaio canterino, :D che sorpresa l'avermi citata ^_^...
    Ad onor del vero, fin troppo ti ho vista serena in quella giornata mentre a casa tua si consumava la tragedia. Un'altra donna sarebbe stata con lo sclero addosso per tutto il tempo, io stessa avrei inveito dalla mattina alla sera contro tutto il trambusto, lo sfascio e la munnizza... Ma tu, no, tu sei arrivata leggera e sorridente, bella e carica di cose buone e di tante risa e discorsi in cui ci siamo perse. Che poi, e non dire che non te l'avevo detto, quel giorno avremmo potuto cambiare per sempre il nostro destino, bastava solo che volgessimo sguardo e parole in direzione Nuvolari - :D ma su questo dovremmo dedicare un capitolo a parte.
    Torniamo alle mattonelle, e ai disastri da ristrutturazione casalinga, che poi, è inutile negarlo, quando il dio delle malattie domestiche prende di mira una casa, a pagarne il prezzo più grande son sempre le madri di famiglia; i figli, i mariti, gli avventori, sì, magari sono pronti ad avanzare qualche lamentela, qualche sbuffo per le scomodità, ma alla fine sul groppone femminile grava tutto il reset e la risistemazione generale - un incubo!

    Una cosa te la voglio dire, rispetto al nostro discorso sull'impeto ed il lasciarsi andare nella scrittura: tu possiedi un talento naturale per la narrazione, puoi narrare la qualsiasi e le parole vanno giù come un cappuccino cremoso o una bibita fresca in estate. Quando lasci via libera al flusso di pensieri, è impossibile non rimanere ammaliati dalla tua scrittura, dal tuo timbro.

    Ah... e adesso mandami il numero della ditta: voglio l'operaio che canta Malafemmina e Toto Cutugno! XD Lo voooglioooooooooo... fosse anche per farmi ritinteggiare solo la parete...

    Ti abbraccio Marina cara, in attesa del bis, stesso posto, stessa ora ^_^

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    1. A parte che sì, s'ha da rifà assolutamente, anche perché non ridevo con le lacrime agli occhi, forse, dai tempi universitari. Giuro. Ci siamo fatte sfuggire un'occasione d'oro, pensa che botta di c. fare un colloquio di lavoro senza averne fatto richiesta. :DD

      La natura mi ha dotato di una grande pazienza e di una capacità che mi salva in molti casi: quando la cosa è ineluttabile e devo "subire" (bere o affogare) sopravvivo con un sano "futtitinni", mi distraggo, mando tutto affan... e chi s'è visto s'è visto! Tanto, piangere per piangere, almeno, nel mezzo, provo a godermela un po'. ;)
      Mia nonna diceva: "sta carusa è di buon carattere". :D

      Ti ringrazio per ciò che pensi della mia scrittura, per me è importante capire quanto arrivi di ciò che scrivo; ora, che tu mi voglia bene è pure messo in conto, però so che sei sincera, dunque prendo le tue bellissime parole e me le porto a casa (spero non si perdano in mezzo a tutto sto casino ahahah!) Chissà perché nei comitati di lettura dei concorsi non becco mai persone come te! :D

      Per te, farò di più: chiedo alla ditta di farti avere un carico di maioliche nuove di zecca e te le faccio montare dal mitico signor Pietro (nel frattempo, io e il piastrellista siamo diventati amici!) :D :D

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  9. Questo è il mio incubo domestico! Per altro con i pavimenti di granito provenienti da una cava ormai chiusa ti lascio immaginare il panico che coglie alla sola idea di tirare su il pavimento...
    Non ti invidio per niente.
    Un abbraccione.

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    1. La cava chiusa è come la vecchiaia delle mie mattonelle, che essendo di almeno una ventina di anni fa, non si trovano più. Dunque, Antonè, a cura co sti pavimenti, che sono guai! ;)

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  10. Io sono entrato in paranoia per la posatura della fibra (che passa nelle canaline dal soggiorno agli svantinati, tutto sotto il pavimento) figuriamoci se mi avessero dovuto sollevare il parquet... o_0;
    CMQ anch'io riservo sempre quarte e risvolti per la fine (le introduzioni le leggo solo se sono dell'autore), so fin troppo bene ch sono studiate con il fine preciso di manipolarci. Invece mi lascio influenzare moltissimo dalla copertina. La coerenza non è mia ferrea prerogativa :D

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    1. Il parquet?... Nooo, vero disastro!

      Su quarte e copertine siamo d'accordo: quarte totalmente indifferenti e occhi solo per le copertine. Questo era l'oggetto del post, che alla fine pubblicherò prossimamente, essendo stato scalzato dalla necessità di raccontare il disastro in casa mia. (Adesso, finalmente, è tutto finito e torno alla vita normale!)

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  11. No, terrificante avere gli operai in casa, anche le canzoni non aiutavano a risollevare il morale. Però adesso almeno è finita Marina, guarda il lato positivo. Anch'io non mi soffermo troppo sulle quarte di copertina, in realtà le leggo, se la trama mi interessa compro, ma di solito scelgo a istinto, le recensioni le leggo sempre dopo aver letto il libro più per curiosità...

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    1. Sì, il peggio è decisamente passato.
      Sulle quarte, una volta passata la buriana, pubblicherò il post messo da parte, così possiamo parlarne con calma.

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  12. Santo cielo, che epopea! Il tubo infido sotto il pavimento è l'incubo di tutti. Pensa che mia madre si è vista esplodere il pavimento sotto il naso! Per fortuna senza conseguenze, a parte il cambio del pavimento medesimo.

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    1. La cosa veramente snervante è stata la ricerca del punto esatto, abbiamo rischiato la rottura del pavimento fino al bagno in fondo al corridoio.
      Certo, anche un pavimento che esplode... non è che sia meno inquietante! :)

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