Vai su amazon.it, cerca nella categoria libri "31 dicembre" di Marina Guarneri.
(31 dicembre - Marina Guarneri)
(31 dicembre - Marina Guarneri)
Eh, che te ne pare? Bello, no? Egon Schiele ti sta dicendo, in copertina, "leggi questo libro" (perché te lo sta dicendo, vero?) e la sinossi prova a catturare la tua curiosità.
Bene, questo è il risultato di un processo lungo. E faticoso. E impegnativo: la mia esperienza nel nuovo settore dell'auto-pubblicazione (o "self-publishing, più d'effetto!) cui mi sono dedicata per settimane e che adesso voglio raccontare perché possa essere non di aiuto, ma di conforto a chi si sta trovando alle prese con questo affascinante, per quanto complesso, fenomeno e ne sta riconoscendo ogni difficoltà.
Ormai aprire il cassetto per fare prendere aria al sogno è cosa semplice, se il sogno è vedere la propria opera scritta impaginata e rilegata con tanto di titolo imperante sulla copertina. Puoi scegliere se autofinanziare una pubblicazione cartacea, ma puoi anche optare a costo zero per quella nuova frontiera in campo editoriale rappresentata dall'auto-pubblicazione. Così salti tutti i passaggi intermedi e non ti ammali dietro quegli avvilenti, inutili, tentativi di farti notare da una Casa Editrice che, ovviamente, non ti darà mai conto se non hai la fortuna di essere "scoperto" da qualcuno o se non godi della visibilità che magari un buon Premio letterario vinto ti ha previamente regalato.
Le ragioni che mi hanno spinto a buttarmi nell'avventura dell'auto-pubblicazione, mediante la realizzazione dell'e-book, sono state oggetto di un mio precedente post (http://trentunodicembre.blogspot.it/2014/06/la-mia-nuova-sfida-il-self-publishing.html), dunque saltiamo il capitolo "motivazioni" per passare al successivo "da dove comincio?".
Ed io ho cominciato quest'estate, quando finalmente ho partorito l'idea di entrare a far parte della tribù dei "self-publisher", buttando al vento anni di poetiche concezioni sull'importanza del cartaceo ed avere rinunciato all'inattaccabile visione romantica del libro sfogliato, odorato, vissuto con tutti i sensi e poi riposto come un bene prezioso nella cassaforte a cielo aperto di ogni casa: la libreria.
Il mio romanzo di carta, sfornato dalla diligente opera della Casa Editrice, dopo avere vinto un regolare concorso che prevedeva la tanto agognata pubblicazione (lo ribadisco ogni volta perché - sennò - campa cavallo!), avrebbe trovato il suo posticino in una piattaforma di distribuzione, la mega Azienda statunitense Amazon, dove avrebbe continuato ad affacciarsi timidamente dallo schermo di dispositivi multi-touch o di semplici lettori digitali, provando a rendersi appetibile con una trama intrigante e una copertina giusta. Non vestito da libro ordinabile e spedibile con ordinarie spese e classica attesa di cinque giorni lavorativi, bensì da e-book, ossia da libro elettronico, pubblicato in formato digitale (solo a dirlo così, per un attimo, rabbrividisco), subito reperibile in anonime, ma certamente poco ingombranti librerie virtuali.
Così entro subito nel vivo delle operazioni preliminari e mi occupo senza difficoltà della corretta formattazione del mio romanzo. Il file di cui dispongo è un banalissimo word che richiede l'inserimento delle interruzioni di pagina, perché mi accorgo, scorrendolo, che i capitoli si appressano uno dietro l'altro senza soluzione di continuità tra la fine di uno e l'inizio del successivo; pazientemente sistemo i venticinque capitoli di cui si compone il libro e riformulo le diciture che vanno messe all'inizio, tipo nome dell'autore, titolo del libro, indicazione del copyright.
Dopo il meticoloso lavoro di collegamento del testo ipertestuale per realizzare il sommario, ecco lo scoglio più grosso (sottovalutato perché incoraggiata dalle linee-guida proposte da Amazon, che sembrano un libro aperto e in realtà nascondono numerose insidie): la trasformazione del file nel formato corretto. Mobi? ePub? PDF?
E lì, un trionfo di incompetenza!
Il file html in "KindlePreview" non si apre: una mascherina mi comunica che il file non è supportato; accade lo stesso con l'e-pub. Cosa sbaglio? Un'ottima conversione è garantita da Calibre, software open source che sembra risolvere ogni mio problema. Lo scarico, lo uso e zac, iniziativa bocciata da KDA (Kindle Direct Publishing) di Amazon che non riconosce la conversione fatta. Ah, ma forse vuole che mi rivolga al suo di strumento, il semplicissimo KindleGen, una riga di comando (come leggo nella definizione - perché io non saprei dargliene una), che manda in tilt il mio cervello con tutte quelle siglette, lineette, letterine, puntini, per carità! Allora, senza scoraggiarmi, provo a seguire qualche tutorial, ci sono ragazzi che pazientemente nei loro blog spiegano cosa fare con dovizia di particolari ed una preparazione che fa invidia a chi, come me, conosce i comandi essenziali di un computer e se prova a spingersi oltre nella comprensione si perde in un oceano di pura incapacità.
Alla fine mi trovo con tutta la gamma di downloads possibili di programmi di conversione e questo sia sul PC che sul MAC, per non farmi mancare nulla!
Ma nessun risultato valido premia la mia pervicacia.
Una cosa, tuttavia, vanto di me, una caratteristica che nessuna prova fallita in genere riesce ad intaccare, pregio e tante volte difetto: la mia assoluta testardaggine.
Ci sono self-publisher di ogni risma ed estrazione che hanno raggiunto il loro obiettivo ed io non riesco a finalizzare il mio progetto?
Impossibile!
Mi sono incaponita, perdendo altro prezioso tempo rubato alla mia passione, la scrittura. Trascuro ogni altro interesse e mi rificco dentro spiegazioni, consigli, forum, attese, tentativi...
Resto una frana, accetto la sconfitta: questa conversione "non s'ha da fare".
Ma una soluzione c'è sempre, a pagamento, ma c'è! Beh, sì, mi sono arresa all'evidenza: il made by self ha prodotto l'unico risultato di regalarmi giorni di puro stress!
Ho trovato chi facesse tutto per me (che a pensarci prima avrei risparmiato tempo e fatica), mantenendo l'unico orgoglio di avere realizzato una discreta formattazione del testo. Ho solo inviato il mio file con tanto di sommario ipertestualizzato e poi un efficientissimo servizio di conversione ha completato l'operazione.
Ma la strada non è ancora del tutto spianata, perché una volta caricato il file sulla piattaforma di Amazon, "salvo e continuo" e mi riperdo dentro un dettagliatissimo e per me inutilissimo (tanto non ci capisco niente) schema su prezzi, calcoli e royalties. Per non parlare della parentesi "intervista fiscale" che mi mette di nuovo in crisi, anche se poi alla fine riesco a districarmi tra consensi alla firma digitale, spunte sul Mod. W8 e digitazione del mio numero di identificazione fiscale nell'apposito spazio.
Adesso davvero con un click posso visionare il mio libro nella vetrina virtuale di Amazon!
E così "31 dicembre" è proprio lì, a fare compagnia alle migliaia di libri che raccontano storie su cui nessuno ha voluto scommettere, per disinteresse, pregiudizio, scelte editoriali o più semplicemente perché sono opere anonime di anonimi scrittori.
Poco male, perché dopo le tante ore spese a studiare meccanismi sconosciuti; a cercare soluzioni agli imprevisti che ti riportano al punto di partenza e ti fanno odiare la tua ignoranza nel settore; dopo le energie impiegate e gli aiuti chiesti, con il bagaglio di nuove conoscenze acquisite e una valigia di imprecazioni raccolte in tutti i mesi in cui ti sei imbarcato in questa avventura, insomma dopo tutto questo, ti sei "autopubblicato", sì, ma non sai che il vero scoglio da superare non è la collocazione nella Biblioteca digitale di Amazon, bensì quell'appendice post-pubblicazione che si chiama "AUTO-PROMOZIONE". E lì sono "pianto e stridore di denti", perché è adesso che viene il bello: convincere le persone che il tuo è un buon prodotto, renderlo competitivo, farlo apprezzare, un mestiere per il quale occorrono strumenti nuovi e nuove capacità.
In pratica, ti sembrava di avere scalato una montagna, dopo avere portato il tuo libro allo stato di libro digitale e ti trovi appena all'inizio; alzi gli occhi e la cima è molto, molto alta, ancora!
Adesso le mie parole d'ordine sono "incentivare", "incuriosire", "stimolare", affinare doti che sto provando a mettere in campo non so ancora con quali risultati. E considerato che sono soltanto alla posizione 10.152 nella classifica dei bestseller di Amazon, mi conviene prendere fiato e rimboccarmi le maniche perché ho un monte tre volte l'Everest da scalare e non so se la mia proverbiale ostinazione questa volta mi verrà in aiuto!
I miei complimenti.
RispondiEliminaMaurizio
Ciao Maurizio. Grazie!
RispondiElimina