tag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post572291355648231926..comments2024-03-28T22:50:54.517+01:00Comments on il Taccuino dello Scrittore: Prego, sul ring c’è posto.Marinahttp://www.blogger.com/profile/09563345398992115783noreply@blogger.comBlogger46125tag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-3937653682022370592017-10-10T14:28:44.273+02:002017-10-10T14:28:44.273+02:00Sì, la storia dell'amicizia fra scrittori puzz...Sì, la storia dell'amicizia fra scrittori puzza anche a me. Cioè non credo del tutto alla sincerità fra colleghi (forse di più a grossi livelli), ci sono solo sorrisi di facciata e tanta ipocrisia (mi è venuta in mente la fotografia dei podisti del Premio Strega, con la Ciabatti che a stento riesce a smuovere le labbra per un sorriso accanto a Cognetti vincitore).<br />Il senso della vita da scrittore è proprio questo: scrivere cose che saranno pubblicate e continuare a farlo, meglio se con lo stesso risultato. Certo, se poi gli editori sono a caccia di bilanci in positivo, hai voglia di scrivere tutte le storie che vuoi sperando di avere una chance. Ma come dici tu: chi se ne frega, anch'io guardo dalla finestra i bei ragazzi che passano e ciao. Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-70730732016802641342017-10-09T15:53:22.314+02:002017-10-09T15:53:22.314+02:00Ho incominciato leggendo i commenti, così in un ce...Ho incominciato leggendo i commenti, così in un certo qual modo incuriosito ho letto il tuo post, ma non ho letto MuraKami e non so se lo farò. Alcune considerazioni, le poche che mi sono venute su. Ma che è sta storia della competizione? Se anche un cantante, un pallonaro smesso, un deputato trombato alle elezioni viene oramai pubblicato da quei rubagalline che sono i nostri editori di cavolate, cosa dovremmo fare noi che testardamente ci riteniamo scrittori? Impiccarci dalla mattina alla sera? E chi se ne frega, visto che così va il mondo gradiamo fuori dalla finestra le belle ragazze che passano e amen. E poi che vuol dire che ci dovrebbe essere amicizia tra scrittori? Mi spieghi perchè? Per poter litigare e poter diventare finalmente nemici? Come quando ci si lascia con una donna e ci si dice sapendo di mentire che rimarremo amici? Col cavolo! Ti ricoprirò di letame cercando di farlo prima che tu lo faccia con me. No, non esiste. Per scrivere non basta avere una risma di carta e un pacco di pebbe a sfera, occorrono tante cose che si accumulano col tempo. Certo bisogna saperci fare. Non basta che io mi metta la maglietta del Real Madrid e scenda in campo per far vedere a CR7 come si fa una finta con l'anca, un dribbling secco e un tiro imparabile. Ma una volta che hai scritto un romanzo devi trovare il matto che te lo pubblica senza chiederti un soldo, anzi dandotene in anticipo un bel po'. Poi devi trovare quelli come me e come te che lo comprano e se lo leggono e ne discutono. Poi devi essere capace di scriverne un altro che non sia la copia del primo e che magari sia più interessante. E poi devi saper scrivere ancora dopo quindici anni cose godibili come all'inizio.<br />Eh cara mia, è dificilissimo in questa nostra patria dove se hai successo in qualsiasi settore puoi campare di rendita e pubblicare tutte le stronzate che vuoi, tanto i cosiddetti editori sono affamati di queste stronzate da pubblicare perché il lettore italiano medio -ignorante e incolto- sta roba legge.<br />Datti una regolata e vivi felice, tu che puoi.<br />Ciao.iacoponivincenzohttps://www.blogger.com/profile/13803421179315402499noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-35471328974979393652017-10-09T14:54:04.920+02:002017-10-09T14:54:04.920+02:00In altre parole il ring è appannaggio dei classici...In altre parole il ring è appannaggio dei classici.<br />Io li tengo sempre un po' distanti dalle nostre chiacchierate senza pretese qui nei nostri spazi virtuali, perché quelle sono scritture che solo il tempo potrà certificare come eterne e non sappiamo quale degli autori contemporanei, un giorno, verrà studiato nelle antologie in mano agli studenti delle scuole. Credo sia difficile, però, un po' per tutti noi (scrittori, presunti, aspiranti, esordienti, che dir si voglia) pensare di potere elevarsi a un rango così elevato: proviamo a fare del nostro meglio, forse anche con un pizzico di presunzione, con il desiderio (già arduo solo a pensarlo) di essere pubblicati e di rimanere il più a lungo possibile nel cuore dei lettori. Il nostro è un ring più casereccio, ecco! 😀Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-91590372577552662812017-10-09T13:39:41.522+02:002017-10-09T13:39:41.522+02:00Ho letto il libro di Murakami e non mi è sembrato ...Ho letto il libro di Murakami e non mi è sembrato vada oltre una normale mediocrità: a dire il vero ritengo più interessante il dibattito che ne è scaturito qui. Interessante e sorprendente almeno per me perchè nel tono di quasi tutti i commentatori ho letto la presunzione di essere scrittori al di là della voglia di diventarlo veramente.<br />Restare sul ring non è per me assimilabile al concetto di ottima scrittura, semmai attiene alla furbizia e a una corretta analisi ddel mercato editoriale di oggi.<br />Gran parte dei testi editi negli ultimi 15 anni non si elevano oltre la mediocrità seguita però da grandi battage pubblicitari...ne riparliamo fra 20 anni?<br />La scrittura che resta a mio parere è frutto di una pozione segreta e magica di un bel po' di cose, è incantesimo regalato all'intelletto. In certi casi è alieno persino a una sintassi regolare ma sempre deve lasciarti un segno di eternità dentro. E' questa la durevolezza da cercare, un'emozione che resti anche anni e anni dopo la prima lettura, la possibilità di riscoprire il lbro dopo tempo, rileggerlo e trovare le altre parole che non avevi letto di primo acchito. Ci vuole un tempo diverso e una mente diversa; le regole, i maestri, la costanza e la fatica servono ma non basteranno mai.In più di dieci anni ho letto in rete un mare di psuedoscrittori che vivono solo del piccolo palcoscenico virtuale cui sono legati, ho incontrato la stessa fauna (pagata però)anche fuori dal web, nessuna delle due mi ha convinto. La stragrande maggioranza di noi resta solo un blogger che disquisisce della necessità e delle regole per diventare uno scrittore di successo senza diventarlo mai. <br />Une autre viehttps://www.blogger.com/profile/15388066765425974566noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-36945260906196276652017-10-05T19:44:23.702+02:002017-10-05T19:44:23.702+02:00I nuovi arrivati, purtroppo, patiscono il pregiudi...I nuovi arrivati, purtroppo, patiscono il pregiudizio a tutti i livelli: dei colleghi già arrivati, del pubblico diffidente, però io dico sempre che anche i migliori hanno iniziato da qualche parte, mica si nasce scrittori già affermati: basterebbe questa autodichiarazione di umiltà da parte di chiunque per fare funzionare meglio la macchina dei giudizi.<br />Carta, penna e fantasia restano le basi incontestabili, del resto le prendi e le fai tue se sei mossa da passione: va tutto insieme.<br />E ti posso dire una cosa?<br />Io amo Murakami, ma... accidenti come ti do ragione: con questo saggio non ha fatto un buon servizio a se stesso. Non so, c'è qualcosa che lo allontana anche da me. 🙂Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-41824904022710187202017-10-05T11:05:47.291+02:002017-10-05T11:05:47.291+02:00Mi sembra interessante ma non condivido tutto.
Ad ...Mi sembra interessante ma non condivido tutto.<br />Ad esempio io credo che per essere un romanziere non basti carta, penna e fantasia, ci vuole anche tanta pratica e passione (che senza quella, chi te lo fa fare?).<br />Inoltre non penso che i nuovi arrivati al mestiere di scrittori siano così incoraggiati. Forse dagli altri romanzieri, ma sicuramente non dal pubblico, che nutre una certa stizza nel vedere un professionista di un qualsiasi settore gettarsi nella scrittura, un campo al quale non appartiene ma nel quale potrebbe avere successo di vendita per il solo fatto di essere già conosciuto.<br /><br />Per qualche motivo mi è passata la voglia di leggere Murakami, adesso xDPattyOnTheRollercoasterhttps://www.blogger.com/profile/06668085810644542583noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-91696381758021855232017-10-05T08:18:11.470+02:002017-10-05T08:18:11.470+02:00Non conosco le "regole d'ingaggio" a...Non conosco le "regole d'ingaggio" anglosassoni, qualche volta, a dire il vero, mi sfuggono pure le nostre, però non credo che sia del tutto come dici tu: alla fine, sembra quasi che gli scrittori di successo siano tutto meno che intellettualoidi. Semmai vigono altri meccanismi non proprio limpidi: i premi importanti seguono logiche tristi, premiano in base a scambi di favori o cordate, certo, lo sappiamo bene, ma poi salgono sul podio persone che, magari, non ti aspetteresti. Lo zoccolo duro degli scrittori forti non lo puoi abbattere, ma ormai l'arte della scrittura è davvero in mano a chiunque.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-90113290284369494162017-10-05T08:11:05.939+02:002017-10-05T08:11:05.939+02:00Sono le famose eccezioni che confermano la regola;...Sono le famose eccezioni che confermano la regola; non che in letteratura o nell'arte esistano meccanismi statici o automatismi, però è anche vero che chi si muove in questi ambiti sa cosa vuole e dove vorrebbe arrivare: chi scrive vorrebbe diventare scrittore, chi dipinge vorrebbe vendere i propri quadri e farsi un nome. Chi lo fa per diletto e poi, casualmente diventa famoso, appartiene alle eccezioni, che meno male che ci sono, se no ci perderemmo delle opere meritevoli. Poi, chissà che un domani molto domani uno di noi che ama dire di scrivere solo per il piacere di farlo non diventi il Kafka della situazione o la Dickinson, preferibilmente non post mortem! 😋<br />In genere, però, penso che lo scrittore occasionale non possa definirsi romanziere. Per me la durata vuol dire questo: certifica un titolo che non tutti possono vantare solo perché sanno scrivere bene.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-40626681730408364672017-10-05T07:58:14.861+02:002017-10-05T07:58:14.861+02:00Sì, credo che l'esempio del calcolo a somma ze...Sì, credo che l'esempio del calcolo a somma zero sia corretto: che sul ring della narrativa ci sia posto per tutti senza che ciò comporti la caduta di altri mi pare giusto. Mi piace anche l'idea che il vero romanziere sia chi ne fa una professione, alla fine è questo quello cui dovremmo aspirare: pubblicare sì, ma poi non fermarsi, perché se sei pubblicato una volta non è detto che lo risarai, cioè non è un fatto automatico, dunque vivere di scrittura significa ricominciare sempre da qualche parte e provare a trovarsi ancora lì, sulla cresta dell'onda.<br />Un lavoraccio, poi, a pensarci bene.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-28473717132451543332017-10-05T07:16:27.077+02:002017-10-05T07:16:27.077+02:00Io, poi, ho fatto anche un'altra valutazione: ...Io, poi, ho fatto anche un'altra valutazione: parliamo di uno scrittore giapponese, pubblicato da una casa editrice giapponese e poi assorbito daal'editoria americana. I processi non sono gli stessi: le nostre case editrici seguono logiche diverse, hanno anche esigenze diverse. Qui un Murakami farebbe fatica a emergere. <br />Lui è salito sul ring per un colpo di fortuna, poi ha saputo rimanerci sfruttando il talento che ha scoperto di possedere. Basterebbe anche a noi essere messi alla prova, sopra quel ring, per capire se siamo o meno in grado di rimanerci?Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-86840475444514491132017-10-04T22:39:45.146+02:002017-10-04T22:39:45.146+02:00Adoro Murakami come romanziere, molto meno in ques...Adoro Murakami come romanziere, molto meno in questa sua riflessione che non mi convince fino in fondo. La competizione è di qualsiasi categoria professionale, non di quella degli scrittori o di altre attività creative. Persino in un'azienda il collega anziano spesso guarda con diffidenza l'ultimo arrivato nel suo settore, più giovane e grintoso, perché teme che gli soffi il posto. Il tutto attiene, secondo me, al minore o maggior senso del proprio valore, e all'autostima, il che non significa credersi un genio, ma avere consapevolezza di capacità e limiti.<br /><br />Soprattutto non mi convince l'etichetta di romanziere professionista in rapporto alla durata. Ci sono grandissimi autori che non avrebbero nemmeno voluto veder pubblicati i loro romanzi: Kafka, ad esempio, pregò il suo amico di bruciare i suoi scritti, e meno male che non lo fece. Un altro esempio, tratto dalla poesia, è Emily Dickinson, che pubblicò poco o nulla. O, nell'ambito della fotografia, Vivian Maier, la bambinaia americana che era una straordinaria fotografa, e solo per un caso le sue foto vennero rinvenute solo dopo la sua morte. Il fatto è che la letteratura, o l'arte, è un grande mistero che sfugge a qualsiasi regola e quantificazione, e questo fa parte del suo fascino.Cristina M. Cavalierehttps://www.blogger.com/profile/04799622728649717838noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-54653942515111319102017-10-04T19:14:40.101+02:002017-10-04T19:14:40.101+02:00Non ho letto nulla di Murakami e forse in futuro l...Non ho letto nulla di Murakami e forse in futuro leggerò un suo libro soprattutto per curiosità, magari mi conquisterà. Riguardo alla rivalità nella scrittura, credo esista così come in tutti gli altri campi, nella musica, nella pittura, nel mondo del lavoro, perfino nel vicino di scrivania che vuole farsi bello con il capo, così come esistono le persone stupide e le persone intelligenti. Vivere di scrittura é prerogativa di pochi, quei pochi che ci arrivano non è detto che siano i migliori in assoluto, saranno comunque molto bravi se sapranno perseverare continuando a scrivere, non vuol dire che non ci sia posto sul ring per nuovi scrittori pronti a loro volta a perseverare. Giulia Lu Mancinihttps://www.blogger.com/profile/03159210942510753140noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-55702842131461799682017-10-04T14:39:49.826+02:002017-10-04T14:39:49.826+02:00Proprio quello che hai appena espresso. Da noi in ...Proprio quello che hai appena espresso. Da noi in Italia sia fa più fatica ad accettarlo, si pensa alla scrittura come un'arte in mano a pochi, a coloro dotati di sacro fuoco. Gli scrittori affermati sono ammantati da un'aurea intellettualoide irritante, basta farsi un giro in uno dei concorsi nazionali. Sappiamo, sappiamo... ma repetita iuvantAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/07898422793950642933noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-81275926381423457362017-10-04T13:11:14.714+02:002017-10-04T13:11:14.714+02:00Non avevo riconosciuto Murakami, anche se capivo c...Non avevo riconosciuto Murakami, anche se capivo che non eri tu a scrivere. Restare sul ring deve essere un bel cimento, ma credo che sarebbe bello avere almeno l'impressione di poterci arrivare. Non dico che tutti meritino di avere migliaia di lettori, ma la sensazione che l'editoria sia una scatola chiusa è spiacevole, anche se non corriponde al cento per cento alla realtà.Grazia Gironellahttps://www.blogger.com/profile/07701293367303302119noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-91911997904750196952017-10-04T11:48:02.746+02:002017-10-04T11:48:02.746+02:00Sì, leggi bene tra le parole di Murakami, vuole di...Sì, leggi bene tra le parole di Murakami, vuole dire questo: la scrittura è un processo interiore spontaneo, poi il resto interviene ad affinare e raffinare, però è anche vero che non avviene tutto in automatico: il tempo risponde, ma deve essere aiutato da altre componenti, che nel caso dello scrittore giapponese è stato un buon colpo di fortuna con quel primo romanzo scritto quasi per caso e presentato a un concorso, poi vinto. E lui lo sottolinea sempre, che comunque il suo esordio è stato baciato dalla dea bendata. Sì vede che era il suo destino. <br />Buona giornata a te, Iara. (Ho finito Cognetti, poi ne parliamo)Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-32901200121751936542017-10-04T11:41:29.188+02:002017-10-04T11:41:29.188+02:00Ni. Nel senso: è vero, il talento o c'è o non ...Ni. Nel senso: è vero, il talento o c'è o non te lo puoi inventare, però non sono convinta che sia solo quello a farti andare avanti. Prendi il solito Fabio Volo: io non credo nel suo talento, è un raccontastorie, è spiritoso, ha voglia di raccontare delle cose e scrive. È apprezzato, la gente lo legge volentieri e lo compra: questo ritorno, forse, lo incentiva. Non diventerà mai un classico, però, nel frattempo lo possiamo definire scrittore, in base alla legge murakamiana della resistenza sul ring.<br />E poi ci sono i talentuosi che non sono scoperti, magari è il milionesimo esordiente che si autopubblica e non se lo fila nessuno per una serie di solite ragioni.<br />La macchina editoriale cammina grazie ad altre dinamiche che conosciamo bene, non so se questo famoso talento premia sempre.<br />Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-26903818884439379012017-10-04T11:33:08.601+02:002017-10-04T11:33:08.601+02:00Sì, è così, lo dice tra le righe e anche fuori dal...Sì, è così, lo dice tra le righe e anche fuori dalle righe.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-26836527798643208822017-10-04T11:31:42.885+02:002017-10-04T11:31:42.885+02:00No no, lui dice: Dio me l'ha dato, forse ce lo...No no, lui dice: Dio me l'ha dato, forse ce lo avete pure voi. Scopritevelo da soli.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-36176099126365715632017-10-04T09:09:02.816+02:002017-10-04T09:09:02.816+02:00Come in tutti gli ambiti di lavoro, in letteratura...Come in tutti gli ambiti di lavoro, in letteratura ci sono le persone per bene e gli sciacalli, gli ipocriti, i raccomandati, i leccapiedi (voglio essere fine). I colleghi non te li puoi scegliere, simpatie e antipatie ci saranno sempre, e possono mandare in crisi anche la persona più collaborativa del mondo. Tuttavia, ciò non esclude che sul lavoro possano nascere rapporti di collaborazione e stima sinceri e appaganti. Credo che anche Murakami la pensi così. :)Chiara Soleriohttps://www.blogger.com/profile/01791193222451374751noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-28854323611762346392017-10-04T08:41:37.211+02:002017-10-04T08:41:37.211+02:00Non è vero: il mestiere l'ha imparato da chi l...Non è vero: il mestiere l'ha imparato da chi lo ha editato, in quei lunghi mesi e mesi e mesi. Ma non ha l'umiltà di ammetterlo e, anzi, ha l'ego smisurato di prendersene il merito per imposizione divina. Perché è questo, che sottintende, con il suo talento individualista: Dio me l'ha dato, io ce l'ho (e voi no).Michele Scarparohttps://www.blogger.com/profile/17819089491377810985noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-66790892420461101502017-10-04T08:36:33.376+02:002017-10-04T08:36:33.376+02:00Ci sono scrittori che emergono in età da pensione....Ci sono scrittori che emergono in età da pensione. Non penserei al tempo che passa, certe volte la fantasia ne guadagna.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-23708317458115931862017-10-04T08:34:31.407+02:002017-10-04T08:34:31.407+02:00Credo che il messaggio sia proprio questo, Rosalia...Credo che il messaggio sia proprio questo, Rosalia: lavorare sodo, con metodo e costanza. Non adagiarsi sul successo del primo libro stravenduto, il romanziere di professione deve chiudersi in una stanza, deve meditare la storia per ore, scrivere ogni giorno tot pagine, non mollare mai. È una fatica ben ripagata, se va bene, ma l'obiettivo che deve inseguire l'aspirante scrittore è quello della perseveranza e dell'organizzazione, non quello di arrivare alla pubblicazione. È un buon suggerimento, niente che noi non sapessimo già.<br />Qual è il concetto di scrittura anglosassone?Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-35788222848552772582017-10-04T08:28:31.916+02:002017-10-04T08:28:31.916+02:00Murakami non ama la competizione, anche lui ha a c...Murakami non ama la competizione, anche lui ha a cuore solo il proprio lavoro, però si rende conto che nel mondo degli "artisti l'ipocrisia è possibile. Lui, però, dice che non c'è una corsa a chi arriva primo, come potrebbe essere per uno sportivo, che tra scrittori c'è curiosità, attesa, si guarda all'altro non come a un "avversario", ma come a un collega che sta facendo un percorso e poi vediamo che accade. La collaborazione non è impossibile, dovrebbe essere naturale, ma spesso, quando c'è, non è sincera.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-36175802500116107792017-10-04T08:17:30.091+02:002017-10-04T08:17:30.091+02:00Con riguardo all’ultima cosa che hai detto, c’è un...Con riguardo all’ultima cosa che hai detto, c’è un capitolo che cade giusto a fagiolo, si intitola “A proposito della scuola” e qui Murakami non parla di scuola di scrittura, ma di scuola scuola. Lo studio non gli è mai piaciuto e non si è mai impegnato molto. Sostiene che la ragione di ciò è semplice: non era interessante, erano più interessanti libri, film e musica. Lo studio lo deprimeva. Dice che lo studio scolastico non vale granché e che l’unica dimensione in cui lo giustifica è quella personale: una scuola costruita a sua misura, organizzata a suo solo beneficio, senza regole fastidiose, valutazioni espresse in cifre, competizioni per classificarsi in graduatoria.<br />La sua vera scuola è stata la lettura.<br />Ora, io immagino un giovane, oggi, un po’ confuso e con mille ideali in testa, che legge questo manifesto antiscuola di un autore che magari mitizza, cosa ne trarrebbe: certo, non è un buon messaggio quello che passa.<br /><br />Per tutto il resto, una testa che va oltre certe affermazioni vede in quello che Murakami dice tante cose “oltre”. Credo che lui, come tanti, faccia parte della corrente di pensiero che rende il mestiere di scrittore un fatto individuale, interpretabile in modo soggettivo: a lui viene bene esserlo seguendo alcuni schemi, ma non dice che sia il metodo giusto. <br />Fatto è che lui ha il successo che ha, innegabile, per me anche meritato.<br />C’è arrivato così, da “autodidatta”, come potrebbe diventare famoso un cantante di strada, scoperto da un talent scout.Marinahttps://www.blogger.com/profile/05709254298040882955noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1840192489170124954.post-16119409295966157172017-10-04T07:10:20.537+02:002017-10-04T07:10:20.537+02:00Non ho letto il libro, però credo che dietro l'...Non ho letto il libro, però credo che dietro l'apparente banalità del: "questo è il mio percorso, per gli altri non saprei", ci sia una grande verità. Per scrivere serve carta, penna e fantasia e sembra poco, niente a confronto di tutto il lavoro, l'impegno e le competenze necessarie per buttar giù una bozza di storia decente. Però, è vero che carta, penna e fantasia sono gli ingredienti base, inizia tutto da lì. Senza contare che nella fantasia di ognuno c'è tutto un mondo e un modo di sentire, di relazionarsi con la vita e le persone che non è paragonabile con nessun altro. Poi, c'è quello che scegliamo di raccontare, il come, il tempo che dedichiamo a revisionare e a porci domande. Questo non è poco. Chi desidera diventare scrittore cerca di scovare suggerimenti da chi c'è l'ha fatta, ma non credo sia possibile, in verità. C'è lo studio, la tecnica, la perseveranza, ma condivido con Darius il discorso sul talento. L'unicità che riversiamo in una storia dipende da noi e a essere non si impara. Con questo non voglio dire che lo studio non serva, anzi. Il talento resta un materiale grezzo che richiede molto lavoro per risplendere. Murakami, forse ha semplificato, ma tra le righe mi sembra dire: siediti e scrivi partendo da te stesso, da quello che immagini poi, correggi, revisiona, resisti e resta a vedere che succede. Il tempo risponde quasi sempre. <br />Buona giornata Marina 🙂Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/02124861084730895940noreply@blogger.com