Sono stati anni difficili, questi ultimi, e tristi, immensamente tristi. Se guardo indietro vedo solo quanto di più squallido l’umanità sia stata in grado di produrre e di restituirmi, di fronte a certi miei (ritengo) legittimi punti di vista. Ma la vita va avanti, strada facendo ti lasci alle spalle molte cose, te le scrolli proprio di dosso per non subirne il peso e le poche certezze che rimangono diventano un bene prezioso, in vista del sempre ricercato benessere personale.
Ho continuato a coltivare i miei interessi principali: mi sono nutrita di manualità e letture. La scrittura ne ha risentito (e ne risente ancora, per la verità), per motivi non ben definiti (forse solo per una noia che so essere passeggera), le camurrie informatiche mi hanno letteralmente sotterrata, ma se forse, in passato, mi sarei impegnata di più nella risoluzione dei problemi, questa volta, oltre alla imperizia, ammetto la mia negligenza.
Invece parlare ogni tanto di libri non mi dispiace, pure se il blog è silente e curo ormai poco la pubblicazione periodica. Così, oggi mi è venuto il desiderio di ricordare a tutti e ribadire a me stessa quanto sia bello e salutare leggere, anche quando la lettura delude. E quest’anno, devo dire, sono stati diversi i testi deludenti rispetto a quelli molto apprezzati.
La cosa che mi stupisce è la mia netta propensione verso i Classici rispetto agli autori contemporanei esordienti o vincitori di premi prestigiosi, beneficiari del favore del pubblico. Li ho bocciati tutti, senza prova d’appello.
È stato così per il noto romanzo di Tiffany Mc Daniel, “L’estate che sciolse ogni cosa”, applaudito da tutti come un “romanzo di una bellezza folgorante”, “l’esordio di una grande voce contemporanea”, del quale a me non è arrivato niente, se non una diffusa sensazione di fastidio e noia. Il racconto fatto dall'ottantenne che ricorda il passato ha qualcosa di poco lineare, che spezza la continuità della storia, anziché guidare la curiosità. C’è un tripudio di metafore poco efficaci, un eccesso di liricità che alla fine risulta penalizzante.
Analogo giudizio ho espresso per il romanzo “Il sale” di Jean Baptiste Del Amo, nel 2006 premiato come il “miglior giovane scrittore francese”: scritto molto bene, non sarei giusta se ne criticassi stile e bravura, ma con una storia faticosa, con personaggi, in qualche modo, negativi, marito despota, moglie remissiva, figli “toccati” dalla figura di questo padre così ingombrante pur nella sua assenza (morto anni prima), tutti infelici in modo irrimediabile, che angoscia!
Okay, a me piace “soffrire” quando leggo, ma in fondo al tunnel devo vedere o intravedere la luce. I libri senza speranza mi tormentano e basta e, alla fine, sono respingenti.
Non respingente, ma noiosissimo, un altro successone, “I leoni di Sicilia” di Stefania Auci. Mi sento quasi in colpa a criticarlo, visto il riscontro mondiale, ma, anche in questo caso, sono stata in bilico fra l’abbandonarlo ai primi capitoli e il finirlo per coscienziosità. La storia della famosa famiglia Florio, che ha fatto la fortuna della Sicilia, in campo economico, non mi ha conquistata nemmeno un pochino, con zero eccezioni anche nelle parti dove, forse, le vicende avrebbero dovuto smuovermi qualcosa dentro.
Per non parlare dell’ultimo scrittore letto, Marco Missiroli, che con il suo “Fedeltà” mi ha fatto definitivamente crollare il mito dei giovani autori contemporanei in odore di fama.
Potrei continuare, perché la lista delle mie letture è lunga, ma preferisco a questo punto sottolineare la bellezza, sicuramente diversa, sicuramente obsoleta, sicuramente lontana dalle esigenze odierne in campo narrativo, della letteratura classica, da “L’idiota” di Fëdor Dostoevskij a “Gli indifferenti” di Alberto Moravia, per citarne due che ho molto apprezzato. Dostoevskij non è una novità, l’ho sempre eletto a uno dei miei autori preferiti, Moravia, invece, è stato per me una piacevole scoperta. Incredibile, ma non avevo mai letto nulla di suo, come ho approcciato per la prima volta Pier Paolo Pasolini con il romanzo “Ragazzi di vita”, un genere nuovo, fuori dagli schemi, che, nemmeno a dirlo, proprio per questo, mi è piaciuto. Ho avuto per le mani Thomas Mann, in un romanzo che mi sono gustata lentamente, per assimilarne ogni pagina: “La montagna incantata” (per certi aspetti, mi ha ricordato la lettura immersiva di Proust) e, avvicinandomi ai classici moderni, ho quasi finito tutta la bibliografia di Philip Roth e ho fatto una piccola incursione nel mondo del buon vecchio Murakami, trascurato negli ultimi anni: ho letto i suoi due racconti di esordio uniti in un unica edizione, “Vento e Flipper”, dove, in nuce, c’è tutto il suo stile, così unico nella sua straordinaria semplicità.
Ecco, il mio entusiasmo verso queste letture è palese e mi chiedo se sia un fatto legato alla maturità oppure al mutamento di gusti oppure, molto banalmente, perché finora ho sbagliato le scelte in tema di narrativa contemporanea.
A ogni modo, i libri restano gli oggetti che più amo collezionare. Dunque come non accogliere con gioia la notizia dell’imminente apertura della Fiera della Piccola e Media Editoria, prevista per il prossimo 7 dicembre? Dopo “Abilmente” (la Fiera della creatività), la cinque giorni di PLPL - Più Libri Più liberi è il momento da me più atteso dell’anno. Questa edizione 2022 ha un tema che mi piace molto: Perdersi e Ritrovarsi, con il focus centrato sul Mediterraneo, metafora di tutti i mari e di tutte le tempeste. E di tempeste ne abbiamo vissute, con esse facciamo i conti quotidianamente: il mondo è protagonista di guerre, divisioni di ogni genere, lotte su opinioni, appartenenze e identità; accettare di vivere in questo mare mai calmo significa provare a sopravvivere, affrontare il “dopo”, ricostruire partendo sempre da qualcosa, anche da un racconto (questo, il programma completo).
Fino all’11 dicembre, in mezzo al consueto allestimento del Natale in casa mia (che, come da tradizione, comincia sempre il giorno dell’Immacolata) tornerò a solcare i corridoi e le sale della Nuvola, il Centro Congressi che ospita ogni anno la manifestazione. E non vedo l’ora. Perché è un momento di distrazione, la scusa per scoprire novità editoriali, per riempirmi le borse di belle copertine, l’occasione per vedere amici: un modo per stare bene, insomma.
E organizzare il proprio benessere è un obiettivo che tutti dovrebbero inseguire.
Dunque, che dire: rimanete sintonizzati.
Eh niente, nemmeno quest'anno riesco a vederla, sta Nuvola. C'era l'idea di un viaggio a settembre, saltato per le attività elettorali (ahimè, tocca al mio ufficio). C'era un'altra idea sotto Natale, e invece sono sotto a studiare per altro concorso. Che pure le mie letture stanno andando a scatafascio, il comodino pieno zeppo di tante promesse e io invece dei stare su codici e codicilli... Non faccio più programmi, che è meglio, ma spero nelle belle sorprese del 2023. Eh, ma pure il 2021 e il 2022 dovevano... oh! Non può mica piovere per sempre, no? Noooooo?!!
RispondiEliminaArgh, non mi hai citata, ma sai benissimo che andremo insieme pure quest'anno!! :D
RispondiEliminaMi unisco alle tue parole, ma mi è capitato tante volte di esprimere anch'io il mio apprezzamento per il potere salvifico dei libri. E non è retorica, a maggior ragione se pensiamo proprio al periodo terribile che lentamente ci stiamo lasciando alle spalle. Lo ricorderemo, impossibile dimenticare, ma io che guardo sempre al buono delle cose, penso a tutto il bello inventato, pensato e realizzato per far fronte al muro trovatoci dinanzi. Lo stesso essere diventata una lettrice "intensiva" come mi piace definirmi è frutto del periodo pandemico.
Ma poi vuoi mettere la sensazione di stare allontanandoci sempre più da quella terra amara di scontri e freddezza, di divisioni, frustrazioni, ostacoli, ansie, nervosismi? La vita torna a bussare... che bello!
Ciao Marina, le letture sono molto personali. Io per principio non leggo i vari vincitori di premi. Ormai mi paiono un po' pilotati. Scelgo a naso, a pelle. A volte sbaglio ma nella vita ci sta.
RispondiEliminaSarebbe meglio non sbagliare in altro. Guerre, menefreghismo, cattiveria ma tant'è! Non siamo poi esseri così intelligenti come pensiamo.
Ti auguro un buon Avvento e... niente! Solo che i tuoi sogni più importanti si avverino.
Da parte mia ho solo bisogno di serenità visto che il 2022 ci ha massacrati.
Un abbraccio
Ti capisco in pieno, quando c'è un evento al quale a uno piace partecipare già solo l'avvicinarsi della data è come una piccola scossa elettrica che lo fa pregustare.
RispondiEliminaE allora passa una bella giornata e poi... raccontacela!
Lo salterò anche quest'anno, perché in Sicilia, ma ho fatto l'abbonamento a PLPL TV, magari ti scorgerò in qualche aula..comunque sai una cosa? Lo preferivo di gran lunga al Palazzo dei Congressi.. magari sarà solo una questione di affettività, memorie, istanti.. ;) ti auguro belle giornate comunque
RispondiElimina@Barbara
RispondiEliminaNo, non può e non deve piovere per sempre. E tanto la Nuvola è sempre là, PLPL a inizio dicembre di ogni anno pure... prima o poi verrai a Roma. Codici e codicilli...MARIA! In bocca al lupo e alla prossima. Tra parentesi, con i libri ci ho rinunciato anch’io: di leggere leggo, ma i libri che continuo ad acquistare sono inversamente proporzionali alla volontà di leggerli.
@Luana
RispondiEliminaBello il tuo ottimismo. La mia delusione verso cose e persone, invece, mi preclude l’entusiasmo nei confronti di questa ripresa: non so perché, ma resto guardinga e continuo a diffidare dell’onestà e rettitudine delle persone. Però è vero che, comunque, lentamente ci stiamo riappropriando tutti di spazi e idee e io faccio presto a crearmi attorno una quotidianità che mi dà soddisfazione. Viva sempre i bei momenti di puro svago e questa Fiera lo è. Poi, vivere questa giornata in tua compagnia è uno sballo doppio. 😉
@Pat
RispondiEliminaCara Pat, che bello ritrovarti! Sono stati tempi duri per tutti, non finiamo mai di sperare in tempi migliori e in anni meno bui (non è difficile, dopo il fondo toccato negli ultimi due). Che la vita ti sorrida e il nuovo anno ti regali la serenità che chiedi.
@Ariano
RispondiEliminaGrazie, sarà una giornata spensierata (mi auguro, ma di solito è così).
A presto su questa rete! 😉
@Franco
RispondiEliminaIo, dalla Sicilia, sono appena tornata😍.
Arricriati, caro Franco. Poi tu mi racconterai del tuo viaggio e io del mio pomeriggio alla Nuvola.
Ben tornata Marina, anch’io quest’anno ho rallentato con i post aimé. Sai che anch’io ho apprezzato molto Gli indifferenti di Moravia riletto un paio di anni fa, lo avevo letto da ragazza e non me lo ricordavo, credo che certe letture fatte in età più adulta rendano molto di più.
RispondiEliminaLe mie letture languono ultimamente, ho letto alcuni romanzi di autori famosi che mi hanno piuttosto delusa, l’ultimo è Jo Nesbø per esempio per non parlare del romanzo premio strega La ferocia di Nicola Lagioia che ho trovato pesantissimo e, a tratti, incomprensibile.
Ciao Marina, bentornata! Ho appena risposto a un commento sul mio ultimo post dedicato ai cambiamenti dopo la pandemia che riguardano le nostre letture e la scrittura. Mi sento totalmente in sintonia con te. Quanto a letture, ho privilegiato anche io i classici, stanca di delusioni di autori emergenti e semi sconosciuti. In particolare cito i due tomi di Vasilij Semënovič Grossman, "Vita e destino" e "Stalingrado" che secondo me valgono doppio e triplo! Mi hai suggestionato con la tua piccola recensione de "La montagna incantata", ho da sempre in mente di leggerlo e devo averlo da qualche parte nella libreria. Lo recupererò. Divertitevi alla fiera. Porta Luz se non ci rimane male :D
RispondiElimina@Giulia Nesbo non lo conosco ma avevo letto e recensito La Ferocia e mi sento responsabile - avevi scritto sul mio post che ti avevo solleticato e che lo avresti letto! XXO
RispondiElimina@Elena avrei letto comunque La ferocia perché ero curiosa, ora vado a recuperare la tua recensione
RispondiElimina@Giulia
RispondiEliminaSono d’accordo: ci sono letture che vanno fatte in età matura per essere maggiormente apprezzate. Io Moravia l’ho sempre evitato, ma solo per un pregiudizio senza fondamento, solo perché mi faceva antipatia (pensa). Che errore! Recupererò.
Ah, La ferocia! L’ho letto ai tempi del premio vinto e non m’è del tutto dispiaciuto, devo dire, ma ho sempre avuto sotto gli occhi recensioni negative. Nesbo, invece, sempre visto in giro ma mai letto. Allora passo, che dici?
@Elena
RispondiEliminaGrossman mi aspetta: ho sempre voluto leggerlo e ancora non l’ho fatto. Anch’io vado a recuperare la tua recensione de La ferocia, sono curiosa di leggere cosa hai visto tu in quel romanzo che, come dicevo a Giulia, a me non è dispiaciuto.
(Con Luz abbiamo già concordato l’appuntamento per PLPL: figurati se non le proponevo di andare insieme! :)