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giovedì 14 dicembre 2023

Pinocchio al teatro

“C’era una volta… Un re! diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno...” e stavolta a raccontarci com’è andata è una traduzione teatrale. 

Con il biglietto in tasca entro nella sala. È piccola, ma accogliente e poiché siamo in tanti non ho la possibilità di scegliere i primi posti, così trovo una poltrona nella quinta fila e la occupo, contenta di essere qui, per godermi un’altra delle imperdibili storie raccontate sul palcoscenico da Luana Petrucci.
Respiro tutte le volte la stessa atmosfera, di attesa, di emozione, anche un po’ di ansia, ingiustificata, forse, visto che non sono io a dovermi esibire, eppure il fatto che un’amica abbia diretto la sua compagnia teatrale nell’allestimento di un nuovo spettacolo, il fatto di sapere quanto sia importante per lei la resa finale e soprattutto quanto ci tenga a dimostrare l’impegno e la dedizione spesi nel progetto, mi fa vivere questo momento con una certa palpitazione. Luana, però, mi ha abituata alla sua bravura e conosco il calibro recitativo dei suoi interpreti, per cui la mia apprensione si appoggia alla convinzione che tutto andrà bene.

Stavolta, dopo l’ultimo “Mago di Oz”, Luana si è avventurata nell’universo di una delle favole più famose al mondo, quella di Pinocchio, di Carlo Collodi, una storia che io ricordo solo nella versione televisiva di Comencini, che a suo tempo (io ero bambina) mi aveva trasmesso una tristezza infinita: mi è rimasta impressa la corsa sgangherata del vecchio Geppetto (interpretato da un grande Nino Manfredi) quando cercava Pinocchio per le strade del paese, con la colonna sonora che sprizzava malinconia da ogni nota, flauti e chitarre a raccontare, insieme alle immagini, le speranze e la delusione di un padre contro le birichinate di un figlio disobbediente. Io quelle musiche le so intonare ancora adesso e ancora adesso, nell'ascoltarle, mi ritorna la stessa malinconia. Se penso a Pinocchio, per me sarà sempre il burattino di legno (e poi il bambino) di quel film. 

Conosco e ammiro da tanto l’arte di Luana, quindi non ho alcun dubbio che anche questo spettacolo mi sorprenderà. La prima certezza arriva subito, a inizio spettacolo: la voce di Luana, fuori campo.

Avete presente il “C’era una volta... dei vecchi film di animazione della Walt Disney? quella voce femminile affabile, suadente, che con grazia e una dizione perfetta alza il sipario sul mondo della favola che sta per cominciare? Ecco, la voce narrante con cui comincia lo spettacolo ha quello stesso tono quando dà lettura dell’incipit della storia di Collodi, mentre la scena si apre sulla figura di un uomo seduto, piegato su un ciocco di legno. 


È Mastro Geppetto, che da quel “semplice pezzo di catasta” vorrebbe ricavare un burattino e alimenta il proprio desiderio intagliando la superficie del legno. Ma ecco che, quando affonda lo scalpello sulla corteccia, una vocina sottile e squillante si mostra contrariata: è l’anima di Pinocchio che, dopo qualche istante, si materializza sul palco. Nei suoi panni ritrovo la splendida Lisa Bertinaria, le cui movenze e l’espressività modulata ora sullo stupore, ora sulla curiosità, ora sull’impertinenza del burattino, realizzano una performance impeccabile. 




Non l’unica, visto che ho seguito la crescita artistica, negli anni, di questa giovanissima attrice, fin dai tempi in cui era il Piccolo Principe nell’omonima pièce teatrale (sempre scritta e diretta da Luana) e mostrava, già allora, doti recitative eccezionali. L’intero cast, invero, è una garanzia di qualità: Salvatore Tosto (attore siciliano con esperienza anche in campo cinematografico), nel ruolo di Geppetto e Daniela Rosci, attrice di talento, nel multiruolo di Mangiafuoco, la Volpe e la Vecchina, mi avevano già conquistata nello spettacolo “Per amore, l’ultima notte di Anna Magnani”, messo in scena da Luana lo scorso anno e constato con piacere che Gioele Testa, il grillo parlante, con la sua versatilità e Tania de Paolis, dolcissima Fata Turchina - per la prima volta sul palcoscenico - sono bravissimi.




Ma attenzione! la chicca di questo spettacolo entra in scena indossando il costume di Arlecchino: il suo passo saltellante, lo strepitoso balletto inserito nel dialogo con Pinocchio e le buffe espressioni facciali sono davvero esilaranti. Indovinate dietro questa maschera chi si nasconde? 



Proprio lei, Luana, scrittrice, blogger, soggettista, sceneggiatrice, regista teatrale e pure eccellente attrice, che non veste solo i panni di uno dei burattini del teatro di Mangiafuoco, ma più avanti sarà anche il Corvo, Lucignolo e uno straordinario Gatto. E in quest’ultimo ruolo, signori... non ce n’è per nessuno! 




La caratterizzazione del personaggio è straordinaria e l’istrionica Luana interpreta un Gatto sciocco e baldanzoso, che, in coppia con l’ardita Volpe, genera le scenette più comiche dello spettacolo, suscitando grande ilarità nel pubblico.

Chi conosce soltanto la Luana Petrucci del blog Io, la letteratura e Chaplin, non sa (e glielo sto dicendo io adesso) che oltre a essere una comunicatrice di spessore in veste di blogger, è anche una performer di altissimo livello: quando recita sul palcoscenico è argento vivo, un vulcano di energia, un concentrato di bravura, talento, professionalità. I pregi che si notano sono, certo, l'esperienza e la grande passione per questa attività, ma è soprattutto la sua capacità di divertirsi che balza agli occhi, non facile da mantenere quando si ha la responsabilità della buona riuscita di uno spettacolo. 


La storia si snoda come nelle sequenze del libro e poiché è impossibile tradurre tutti i punti salienti della narrazione così ricca di episodi e di personaggi, Luana si aiuta con uno scenario molto evocativo (i disegni sono frutto del prezioso contributo artistico di Roberto D’Amico) e la voce fuori campo, sempre a suo carico, che interviene per mandare avanti la storia e garantirne la continuità.



Durante la rappresentazione, dalla platea si sollevano le voci coinvolte dei bambini, che partecipano delle avventure di Pinocchio alimentando nei genitori la speranza che possano fare tesoro dei messaggi insiti nella favola: i bravi figli sono quelli che sanno ascoltare i consigli giusti e non sovvertono le regole dell’ubbidienza e dell’educazione. I bravi figli sono quelli che non si lasciano guidare dalle persone sbagliate e che sanno compiere azioni buone, anche quando non hanno un grillo suggeritore a parlare nelle loro orecchie. La saggezza si acquisisce con impegno e sacrificio, con la consapevolezza che ogni scelta operata ha delle conseguenze, che la vita è fatta di tante cose: di scoperte, di ostacoli da superare, di sconfitte, ma anche di vittorie, se ogni bambino, crescendo, lascia agire nel proprio cuore una Fata Turchina sempre pronta a perdonare gli errori, ma anche a biasimare l’ostinazione nel commetterli.

E così il viaggio evolutivo di Pinocchio giunge al termine e anche “noi grandi” ci portiamo a casa i suoi insegnamenti, perché le favole nascono per i bambini, ma allargano le braccia pure agli adulti: dovremmo imparare tutti a tenerci lontani dalle facili tentazioni, da ciò che ci distrae dalle responsabilità, dalle bugie con cui è facile ingannare i “citrulli”, ma anche da chi tratta noi come “citrulli” (il che negli ultimi tempi sembra essere la missione di tanti).


Negli applausi finali c’è l’apprezzamento del pubblico e tutta la stima per un lavoro che, come al solito, non delude.

Aspetto che la folla scemi un po' prima di andare ad abbracciare un Gatto che ha ancora il trucco sul viso e il costume di scena sotto il cappotto e non trattiene un sorriso liberatorio, carico di emozione e gratitudine.


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Tutte le immagini che ho pubblicato sono tratte dall'album fotografico di Alessandro Borgogno







34 commenti:

  1. L'arte è un dono che abbraccia te e Luana. Resto incantato, anche se ho una cattiva esperienza con Pinocchio. Ero alle prime armi scolastiche e il professore distribuiva libri da leggere per poi commentare.
    Mi incuriosì un titolo *Pinoculus*, e lo scelsi. Era Pinocchio in latino e il prof pretese dal povero gus la traduzione in italiano, pagina per pagina.
    Le mie emozioni derivavano dalla quadratura dei conti del Prospetto di Conciliazione del bilancio dell'Ente dove svolgevo le funzioni di direttore amministrativo.

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    1. Non avevo mai sentito un Pinocchio in latino! Molto curiosa come cosa. :)

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    2. "Pinoculus", ma pensa! Come azzerare l'interesse di un ragazzo verso la lettura di una favola! :D

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    3. Infans in capelli turchini, quod fatum est, Pinoculum servabit ex servis suis animali et domi portabit....

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    4. Gus, non hai superato l'esame! Qui, in casa, ho un latinista (finalista al Certamen Ciceronianum) che con questa traduzione latina si è messo le mani nei capelli! :D:D:D

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  2. Anche a me il Pinocchio di Comencini trasmetteva una tristezza infinita, infatti a differenza di molti della mia generazione non ho un ricordo nostalgico di quello sceneggiato Rai.
    Luana si vede che ama il teatro e ci mette tutta se stessa, i risultati sono inevitabilmente positivi come in tutte le cose che si fanno con estremo impegno e passione.
    Auguro a lei e ai giovani attori di restare nel mondo del teatro e togliersi tante altre soddisfazioni.

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    1. Ora sono stanchissima, Ariano. I miei compagnoni dicono di scrivere scrivere scrivere ma io invece prima di un paio d'anni non metterò nulla di nuovo in cantiere. Abbiamo la Magnani e Pinocchio come due progetti attivi. Per il resto, non meno gravoso è il laboratorio ragazzi, a maggio andremo in scena con Sogno di una notte di mezza estate. :)

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    2. Un augurio che condivido in pieno.

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  3. Bellissima recensione Marina, mi è parso di assistere allo spettacolo! Complimenti a Luana! Anche a me il Pinocchio televisivo ha sempre messo tristezza, ma questo dev'essere stato divertentissimo!

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    1. Sì, questo Pinocchio sfata quella leggenda del Pinocchio tristissimo o niente. Grazie, carissima. :)

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    2. Certe volte basta leggere una storia in una chiave alternativa a quella largamente proposta dai registi, sia che si tratti di traduzioni televisive o cinematografiche sia che diventino film di animazione. Luana ha reso Pinocchio uno spettacolo serio e divertente, che finalmente mi ha fatto dimenticare l'atmosfera triste di "quel" Pinocchio.

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  4. Un omaggio ricco di bellezza e affetto per questa opera della quale ho potuto assistere alla prima (conoscendo al volo anche i tuoi figli..) e della quale rimarranno impressi principalmente la passione, la verve, l'ecletticità di Luana e la bravura incredibile di Lisa Bertinaria - un Pinocchio fantastico - per la quale non faccio fatica a pronosticare una carriera da protagonista. Il teatro fa parte della mia vita - con mia moglie ci siamo conosciuti su tavole di palcoscenico - e dopo diverse vicissitudini dal prossimo anno contiamo di riprendere l'attività ma nel frattempo non abbiamo mai smesso di assistere a spettacoli e performances, ed ogni volta una sana invidia ci legava al palco, ai dietro le quinte (anima pulsante di ogni spettacolo), alle splendide emozioni regalate al pubblico.. dici bene, c'è un carico di gratitudine verso chi recita e ci narra ogni volta nuovi mondi e storie.. ci prende per mano regalandoci mondi fantastici.. un dono splendido.. sipario, applausi!!

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    1. E che piacere averti avuto nel nostro pubblico! Sono come sai contentissima che tu abbia colto tanti aspetti di questo spettacolo. :)

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    2. Peccato davvero non esserci incontrati (e sorrido se penso che invece i miei figli hanno avuto questa opportunità). Sicuramente la tua partecipazione ha ricevuto un impulso maggiore, avendo anche tu calcato le scene. Pensavo anche a quanto sia bello condividere questa passione con il proprio partner: per te e tua moglie galeotto è stato il teatro, Luana ha nel marito un validissimo collaboratore (lui è nello staff tecnico).
      Approfitto per augurarti (visto che l'anno nuovo si avvicina) di riprendere l'attività teatrale al più presto, così poi ci organizziamo io e Luana per venire a vedere te ;)

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  5. Ma che bello poter vedere questo spettacolo dal vivo, peccato essere così lontana, che brava Luana a recitare in tante parti, non posso che rinnovare i complimenti anche qui, grazie per questa bellissima condivisione Marina.

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    1. Giulia, sarebbe bellissimo poterci conoscere proprio in occasione di un mio spettacolo. Chissà che non riesca a portarlo verso l'Emilia Romagna! Dopotutto a Reggio Emilia c'è mia sorella. Ci sto pensando. Cerco contatti sul territorio dal prossimo anno.

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    2. Mi fa sempre piacere scrivere e commentare le mie emozioni di fronte agli spettacoli di Luana (ormai provo a non perdermene nessuno); ho solo saltato l'appuntamento con il post su Anna Magnani, uno spettacolo incredibile con una memorabile recitazione di tutti, capitato in un periodo no di scrittura. Ma ora che la voglia è tornata (e non avevo dubbi) non potevo esimermi dal raccontare una serata così bella.

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  6. Cara Marina, con questo e tutti gli articoli che hai dedicato al mio teatro mi ha fatto un dono che non immagini. Dono particolare perché a rileggerli, uno a uno, si coglie il tuo spirito di osservazione, l'occhio attento di chi sa cogliere alcune importanti sfumature, il senso della narrazione, e non ultimo l'affetto che per me nutri, un dettaglio che va ad aggiungersi a tutto il lavoro di scrittura, alla dedizione.
    Io non so se ci esista una classifica di cose buone, proprio nel senso di quel "buono" che rende la vita degna di essere vissuta, ma se c'è, l'attenzione tua nei confronti del mio teatro occupa i primi posti. Sento tutta la tua aspettativa, l'attesa dell'ennesimo racconto, un modo di raccontare mio che ormai conosci. Da un lato sai cosa aspettarti, dall'altro c'è quel "quid" a sorpresa facente parte dell'incognito. Io sono tornata a recitare dallo scorso anno, il palcoscenico mi mancava. Anche se questo comporta una regia dall'interno della scena, penalizzante per certi versi, ma cerco di amalgamare il lavoro mio e altrui in quella visione che mi accompagna lungo tutto il progetto. Mi dici spesso "tu devi continuare a recitare" e io difatti voglio cercare in me nuove sfumature, sperimentare. Sono molto attratta dalla Commedia dell'arte, il mio Arlecchino ne è la prova. Ma adoro le caratterizzazioni e il Gatto, questo pessimo figuro che mi chiede ogni volta di raccontarlo in modo diverso e sempre fino al paradosso, mi tiene e avvince. Il Corvo è un gioco per bambini, un divertissment. Lucignolo una necessità, perché introdurre un ulteriore attore, e giovanissimo, per un piccolo ruolo, sarebbe stato gravoso. Mi piace toccare tutti i piani possibili, modulare la voce, modificare il gesto. L'esperimento funziona se tutti sono diversi, nessuno uguale o simile all'altro.
    Cara Marina, questo gruppo mi piace, perché c'è affiatamento, affetto. Ti dirò per me è una novità in tanti anni di teatro. In anni passati l'atmosfera non era sempre buona, c'era un certo egocentrismo che non giova al lavoro di squadra. Io mi sono messa sempre in discussione quando le cose non andavano. Oggi comprendo che, essendo sempre io la stessa, avendo sempre lo stesso modo di gestire, le ragioni erano altrove. Non butto via niente del passato, sia chiaro. Ma vivendo questo mondo so bene che per quanto mi riguarda, per la mia visione, anche se imperfetto, un lavoro deve essere portato avanti da una "macchina" in cui tutti gli ingranaggi si muovono senza superficialità, egocentrismi, desiderio di destabilizzare.
    Oggi ho compreso, e se non ci sono questi ingredienti, lascio. Non ho, per età credo, più la pazienza di sopportare l'insopportabile. Quando comprendi cosa vuoi veramente, allora tutto fila liscio, ti scegli le persone giuste, avanzi senza intoppi.
    Questi miei amici di ventura hanno una caratteristica che li accomuna: vedono in me un faro, un punto di riferimento, una luce-guida. Nessuno fa la "prima donna" e tu, come regista e interprete, tu che ti occupi anche della scrittura, dell'organizzazione, della gestione responsabilità comprese, sei rispettata, amata.
    Ecco, questa fase cui assisti da quel lontano 2017 in cui vedesti per la prima volta uno spettacolo mio, è qualcosa di nuovo. Sorretto da un rispetto dei ruoli e soprattutto una grande stima del mio "fare". Forse in passato avrò avuto attori e attrici rampanti e sconvolgenti, oggi ho delle persone che umilmente avanzano assieme a me, affetti, perfino "famiglia" come uno di loro dice spesso.
    Grazie dal profondo di questo cuore che ti vuole bene, cara Amica.

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    1. Anche il merito di avere unito questa "famiglia" è tutto tuo: persone che non solo manifestano il loro talento, ma che hanno riconosciuto in te la guida giusta. Si sta bene insieme quando non manca l'armonia e la compagnia teatrale che hai messo in piedi e coltivato tu trasmette questo senso di serenità, di spirito collaborativo e di umiltà, una dote rara soprattutto in chi si esibisce in pubblico. Dunque lunga vita a questi ottimi compagni di viaggio.
      Io nei tuoi spettacoli vedo quello che ci vedo perché negli anni ho imparato a conoscerti e credimi, le opere che porti sul palcoscenico parlano di te più di quanto immagini: c'è la tua personalità là dentro, non solo la passione che tutti possono riconoscere (visti i risultati), ma la te stessa che crede in ciò che fa, si entusiasma, mostra il lato eclettico di sé. E fai bene a volere sperimentare, a dare vita a tutte quelle caratterizzazioni senza pecche, proprio perché frutto di un'arte che ti porti dentro come un marchio di fabbrica. Brava, amica, stimo te, il tuo lavoro, i risultati raggiunti e pure quelli che raggiungerai. Continua così!

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  7. Hai detto bene: l'immaginazione fa cose incredibili! La recitazione è un'arte a mio avviso difficilissima proprio per quello che dici tu: riuscire a fare sparire se stessi per assumere le vesti di qualcuno. Questo credo che sia una delle cose meno naturali da realizzare quando si interpreta un ruolo fittizio, eppure il talento e la bravura rendono possibile l'impossibile, per me. Pensa, poi, cosa diventano talento e bravura sotto la regia giusta!

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  8. Come te anch'io ho visto il Pinocchio di Comencini e tutt'ora mi porto dentro molti ricordi, compreso quello di Geppetto a cui tu hai fatto riferimento. A mio parere quella serie televisiva è stata un vero capolavoro. Per quanto riguarda Luana, dalla prima immagine che hai postato, traspare tutta la sua energia e la totale immedesimazione nel personaggio ......si, ha del talento.
    Un saluto

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    1. A proposito della serie tv, ricordo che a Carnevale alcuni bambini a scuola avevano il vestito del bambino Pinocchio di Comencini, con tanto di cono in testa e bavero bianchi (tanto era entrato nelle case della gente!). Ribadisco la bravura di Luana: certe doti bisogna averle nel sangue, c'è poco da fare!

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    2. Grazie per avermi accreditato questa fiducia anche solo dalle immagini, Mr.Loto! :)

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  9. Come faccia Luana a star dietro a tutto, portando anche lei stessa personaggi diversi in scena, proprio non lo so! Probabilmente perché ci si diverte, fatica a parte. E' proprio qualcosa che le dà talmente tanta gioia e soddisfazione, che l'enorme lavoro di preparazione passa in secondo piano. Ogni volta mi piace leggere sia il suo post, diciamo sulle sue scelte tecniche e motivazioni, e poi il tuo, dello spettatore, delle emozioni che sono arrivate al pubblico. Chissà che un giorno non riesca anch'io ad essere in platea ad applaudire. :)

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    1. Per me è sempre una sorpresa, credimi. Quello che mi auguro per Luana e per la sua compagnia è davvero di potere portare gli spettacoli anche fuori Roma, in giro per l'Italia.

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    2. Cara Barbara, è innegabile il riservarsi una buona parte di divertimento. Per me gioca a sfavore l'incarnare tutto, macchina della produzione compresa, contatti con i teatri, regia, drammaturgia. Insomma, un conto è arrivare ogni giovedì sera e fare le prove su un testo dato, un conto è vedersi anche tutto il resto. Ecco il motivo per cui ho terminato l'anno proprio stremata. Il prossimo sarà "sabbatico", cercherò di fare circolare queste due produzioni pronte (Magnani e Pinocchio) e dedicarmi al più al laboratorio ragazzi, che pure è una bella gatta da pelare. :) Passione, tanta. Fatica, a volte oltre la passione. Ma poi mi rimetto ogni volta in gioco. Pensa che al momento ho acquistato 4 volumi sull'arte laboratoriale e sulle tecniche di improvvisazione. Segno che devo cercare di offrire ai miei allievi tanti spunti in più. Mi piacerebbe moltissimo che tu vedessi anche solo una mia produzione... sarebbe bello. :) Grazie, Marina, per il tuo augurio! Ora andremo in provincia di Ancona con la nostra Magnani, domenica 18 febbraio saremo in scena da quelle parti.

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  10. Cara Marina, leggo con entusiasmo la tua recensione perché conosco, sebbene da remoto, te e Luana e soprattutto la sua passione poliedrica, il suo lavoro artistico che vira su più bordi e la sua energia, sempre positiva, sempre rivolta a creare piuttosto che a distruggere. Quanto c'è bisogno di persone come lei! Ho visto le foto da Luz e qui, vedendo le tue, mi conferma la stessa impressione. C'è tanta verità in quei personaggi.
    Arlecchino?
    Bellissimo/a
    Ma quando arriva a Torino??????
    Approfitto per augurarti Buone Feste Marina

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    1. Grazie Elena, buone feste a te.
      Dal vivo, uno spettacolo pazzesco! ;) Speriamo che anche tu un giorno possa goderne.

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    2. Dici bene, Elena, c'è tanta verità in quei personaggi. Ma non perché li interpreto io. Ogni "maschera" ha una propria vita ed è una rappresentazione della vita stessa. Una delle cose che mi piacerebbe approfondire ma proprio con un maestro come Boso o Contin, è la Commedia dell'Arte.
      Speriamo un giorno di stare da quelle parti. Sarebbe davvero un sogno.

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  11. Io conosco Luana come blogger e la seguo da diverso tempo e so della dis grande passione per il teatro. Sono davvero felice che abbia fatto centro anche con questa volta con il suo spettacolo. Spero che un giorno avrò la possibilità di vedere un suo spettacolo dal vivo, mi piacerebbe tanto.
    Tantissimi auguri di buon Natale, Marina!!

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    1. Ha fatto centro eccome! Mi auguro anch'io che tu possa goderti un giorno un suo "spettacolare" spettacolo! :)
      Buone Feste, Caterina!

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    2. Grazie a entrambe, chi desidera e chi ne è spettatrice. :)

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  12. Ci sono molto amatori del teatro che, spinti da curiosità, sono diventati attori e attrici di lungo corso. Mi ha sempre affascinato quest'arte, mi sarebbe piaciuto praticarla al liceo, ma i docenti di quel Classico erano tutti morti viventi. Allo Scientifico, frequentato da mia sorella, misero invece in piedi laboratori teatrali molto validi, lei lo praticò per tre anni portando in scena Piccola città e due commedie di Pirandello. Si può sempre cominciare, Filippo. Ogni provincia, città grande o piccola, ha delle realtà cui potresti aggregarti. :)

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