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martedì 26 agosto 2025

Diario di una expat a Monaco - #5

Istantanee bavaresi 


... E dunque, eccomi davanti al Rewe.

Il format dei supermercati (Rewe o Edeka che sia) è simile: è caratterizzato dall’ingresso con un’esposizione di piante e fiori in vendita e una bäckerei (panetteria), affiliata, che si appoggia alla struttura, ma è un esercizio autonomo. Entro con il carrello e comincio a percorrere le varie corsie, ignorando ciò che la cartellonistica segnala per ogni reparto (anche perché, visto che dobbiamo fare amicizia, voglio visitarlo tutto, sto supermercato).

Nel pizzino della spesa ho un lungo elenco, ma la prima cosa di cui mi preoccupo è la farina, che, insieme ad altri ingredienti scritti nella lista, mi servirà per preparare una torta. 

Lo scaffale contiene una molteplicità di mehel che confonde; i nomi nemmeno a parlarne: Vollkornmehel, Hartweizengrieß, Weichweizengrieß, Buchweizengrieß, Kichererbsenmehel... Quasi tutte sono numerate: 505, 630, 812, 1050, 1600... Quelle consonanti accartocciate in un’unica parola m’ipnotizzano e, prima di essere io a dare i numeri, mi concentro sull’unico che ho imparato a conoscere: il 405, identificativo della farina 00. Prendo una marca qualsiasi pur di uscire da questo ginepraio di confezioni, ma ho il lievito da comprare e mi faccio il segno della croce. Okay, il lievito. Non lo trovo e così decido che è il momento di sfoderare l’arma segreta: il mio inglese (prima vedo come diavolo si dice “lievito” in inglese, che, forse, tanto valeva cercarlo direttamente in tedesco): “baking powder”. Mi avvicino a una signora e le dico: “Excuse me (provo anche a fingere un accento anglosassone, giusto per non sembrare Alan Friedman al contrario), I’m looking for baking powder. Could you tell me, please, where I can find it?” Mi sembra di essermela cavata discretamente (ma con la pronuncia lasciamo stare!), la signora mi fa un sorriso e mi guida fino a un settore con decine di confezioni di non so cosa, poi mi indica ciò che chiedo. Ringrazio, fiera della mia performance risolutiva, metto nel carrello il pacchetto di bustine e vado verso la corsia del latte. La cosa si complica. Cerco quello parzialmente scremato e qui trovo, tanto per cambiare, una giungla di varietà. Stavolta chiedo all’app di tradurre in tedesco letteralmente “latte parzialmente scremato”, poi mi rivolgo a un dipendente. “Excuse me, please, where is...” e gli mostro il display del cellulare: 



Allora il ragazzo mi guarda come se venissi da un altro pianeta, non mi risponde, sgrana gli occhi, scuote la testa, fa spallucce, allarga le braccia... Ma insomma, non ti ho mica chiesto di calarti le brache!

Non insisto: devo avere sbagliato qualcosa. Indago tramite l’IA (tutto questo dentro il supermercato, in mezzo alla corsia e ai carrelli di persone che nella loro lingua mi chiedono - immagino - “permesso” e io a rispondere loro con sorry di qua e sorry di là): scopro che in Germania il “parzialmente scremato” non esiste, cioè è una terminologia inusuale: qui lo chiamano “latte a basso contenuto di grassi”, si dice Fettarme. Adesso so cosa cercare.

Con tre cose appena nel carrello (latte, farina e lievito), ho già l’affanno, ma devo ancora comprare yogurt, burro, e poi carne, formaggi, qualche affettato... Il supermercato, a Monaco, è un viaggio fra i gironi danteschi!


Davanti al banco frigo della carne (in vaschette confezionate) mi soffermo per un tempo indefinito: appurato che hackfleisch è il tritato, rind è il manzo, schwein il maiale, hähnchen il pollo, è tutto un trionfo di pu-hackfleisch, hackfleisch gemischt, hähnchenhackfleisch... il cellulare ha i gangli elettronici in fumo, afferro con un principio di mal di testa una confezione di “Geschnetzeltes”, fidandomi dell’immagine (è pollo tagliato a listarelle), scappo. 

I latticini sono alle mie spalle: è il momento di depennare dalla lista lo yogurt. Adocchio quello che mostra delle fragole sulla pellicola di alluminio e, non avendo intenzione di soffermarmi un’altra mezz’ora, lo prendo al volo e lo aggiungo al carrello. Sono indecisa se comprare anche un vasetto con l’immagine di un cucchiaio colmo di una crema bianca puntellata di chicchi marroni: sembra yogurt alla vaniglia, ma quando leggo “mit Kräutern” approfondisco: l’assonanza col termine crauti mi mette in allarme. E meno male: non sono crauti, ma panna acida con erbe aromatiche..., che non credo si sposi comunque con i cornflakes, a colazione!

Prendo un attimo di respiro quando passo attraverso la corsia della pasta:



Mi sembra un’oasi. Riempio i polmoni di aria italica, scoraggiata subito dai prezzi: follia pura! una confezione da mezzo chilo 3 euro? Ho deciso che d’ora in poi mi affezionerò alla pasta ja!, linea discount del supermercato Rewe.

Mi dirigo verso le casse, trascinando il carrello come un’anziana che spinge il deambulatore con le ruote. 



Passo attraverso un’area lunghissima di porridge per tutti i gusti, una di salami e salsicce di ogni forma e genere (non mi stupisco: Monaco è il regno delle würste): small, extralarge, a cuore, a sticks, essiccati, stagionati, affumicati, piccanti, in formato pocket... 
Ho fatto scorta di incubi per stanotte!



Ma è l’ultima tappa a stendermi: mi fermo davanti alla confezione di un prodotto dolciario in offerta. E no, belli miei, mi volete morta: non so qui, in Germania, come siete messi con la legislazione sul “Novel Food”, ma con le blatte ho un rapporto pessimo!



(per la cronaca: “Blätter”, in tedesco, vuol dire foglia. Fiuuuu!)


Insomma, sono entrata alle 10.00 e sono uscita alle 11.15. Direi che può bastare, per oggi.

Ma ho toppato: adesso in frigo non ho uno yogurt alla fragola. Mi sono portata a casa un vasetto di panna montata.



E quella santa donna alla quale ho chiesto aiuto mi ha fatto comprare il lievito di birra, non quello per torte.



Te possino!


14 commenti:

  1. Ciao Marina... coraggio...! Seguo il tuo blog

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    1. Grazie. Sono contenta di averti fra i miei lettori.

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  2. Ahahahahah Questo registro comico mi fa morir dal ridere, Mari'. Come non darti ragione? Un mondo del tutto diverso. Il finale poi è degno della migliore Commedia dell'arte. :D
    Certo, stupisce che mezzo chilo di Barilla così quasi 3 euro, un salasso. Pasta di importazione e pertanto tendenzialmente più cara. La Germania, come Gran Bretagna e Francia - più quell'insieme di micronazioni ricche - hanno redditi molto più alti dei nostri, quindi immagino che quel prezzo sia del tutto normale per loro. Ho guardato in rete, questi gli stipendi in Germania:
    Badante: 3.920 euro lordi al mese.
    Operaio edile: 3.399 euro lordi al mese.
    Autista di autobus/tram: 3.189 euro lordi al mese.
    La grande emigrazione in terra tedesca è spiegabilissima. È come l'Italia per i rumeni e forse anche di più.
    Coraggio, stai andando benissimo nella tua conquista della terra teutonica! :D

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    1. Quando sono in difficoltà sfodero un po' di umorismo e mi passa tutto. Ma, come in tutte le cose nuove, bisogna abituarsi e già sento di essere a buon punto.
      Sì, è vero, qua il reddito è molto elevato: Monaco è la città più cara della Germania, ma anche quella con i lavori più remunerati. E certo che c'è un fuggi fuggi di cervelli dall' Italia!
      E comunque non te la scansi: pure con le offerte, devi avere un portafoglio a mantice!😅

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  3. Come recita il titolo di un noto film: Lost in translation :-D

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  4. Esilarante! Coraggio, di queste avventure tragicomiche chissà quante te ne capiteranno ancora prima che imparerai a destreggiarti in terra tedesca. Tu soffri e racconta :)
    massimolegnani

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    1. Sono facile all' adattamento e sono testarda: da qui a tre anni saprò recitare pure le poesie in tedesco 🤣🤣

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  5. Toh vedi! Non sapevo che i tedeschi andassero matti per il porridge, che è tipicamente scozzese! Da me ci sono solo un paio di scatole, nel supermercato grande del centro commerciale, e non sono un granché come gusto.
    La storia della numerazione differente per le farine la conoscevo: noi consideriamo il grado di macinazione, loro al contrario il valore residuo della crusca (quindi le integrali hanno un numero alto). Me l'ha spiegata il pizzaiolo di famiglia, di quelli che le provano tutte per fare la pizza con più "alveoli" sulla crosta e ogni volta che sto per addentare la mia fetta è tutto un "ferma! ferma! guarda lì! aspetta che faccio una foto!" perché si sfidano tra amici pizzaioli... XD
    Ma hai provato a usare anche la traduzione fotografica dei prodotti? Tutte le app di traduzione di consentono di inquadrare con la fotocamera il testo e dopo qualche secondo ti mostrano l'immagine tradotta. Non è perfetta, ma magari al prossimo giro trovi da sola il lievito per dolci! ;)

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    1. Ho scattato quella foto dei porridge per mandarla a un' amica che ne va matta. Io non l'ho mai assaggiato ma ha ingredienti deleteri per la mia colite.
      Adesso cammino con uno schemino con tutte le farine numerate: integrale, d'avena, tutte, non mi fregano più! 😉
      Io quell'app usavo, ma mi funzionava malissimo e allora mio figlio mi ha fatto notare che posso usare Google lens: è perfetta per le mie esigenze. È così che ho scoperto, a casa, di avere la panna montata in frigo! 😁

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  6. Occhio che vendono la pasta di grano tenero, quindi non risparmiare su quello. Adesso capisci che in Germania mangiano totalmente diverso da noi

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    1. Per fortuna ci siamo caricati da Roma un intero cartone di pasta De Cecco. Siamo in due, la smaltiamo lentamente. Per ora siamo a posto! 😉

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  7. beh, come inizio non è male, scarno e tipicamente tedesco. Aspetto il resto. brava.

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    1. Sto leggendo il resto, molto ben scritto davvero gradevole. mi immagino li pure io. ciao.

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