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domenica 30 luglio 2017

#CitazioniEstive: Il giudizio del marchese di Norpois - "All'ombra delle fanciulle in fiore" (Marcel Proust)

Per il mio genere d'intelligenza mio padre nutriva un disprezzo sufficientemente corretto dalla tenerezza perché, nel complesso, il suo sentimento fosse, riguardo a tutto ciò che facevo, di cieca indulgenza. Non esitò, dunque, a mandarmi a prendere un poemetto in prosa che avevo composto tempo prima a Combray, di ritorno da una passeggiata. L'avevo scritto in uno stato di esaltazione, che, a mio avviso, avrebbe dovuto trasmettersi a chiunque lo leggesse. Ma il signor di Norpois, evidentemente, non vi soggiacque, perché non disse una parola mentre mi restituiva il poemetto.

[...]Inquadro meglio, ora, riferendole alla vostra ammirazione invero esagerata per Bergotte, le poche righe che mi avete mostrato poco fa e sulle quali sarebbe ingeneroso, da parte mia, non passare la spugna, dal momento che voi stesso m’avete detto, in tutta semplicità, di considerarle solo uno scarabocchio infantile (lo avevo detto, infatti, non pensandolo affatto.) Per ogni peccato c’è remissione, soprattutto per i peccati di gioventù. Ben altri che voi, in fin dei conti, ne hanno di simili sulla coscienza, e non siete il solo ad essersi creduto poeta a suo tempo. Ma si vede, in quel che m’avete mostrato, la cattiva influenza di Bergotte. Non vi stupirò, evidentemente, dicendovi che non v’è traccia delle sue qualità, perché Bergotte è maestro nell’arte, d’altronde assai superficiale, d’un certo stile di cui, alla vostra età non potete possedere nemmeno i rudimenti. Ma compare già lo stesso difetto, l’assurdità di allineare parole che suonino bene senza preoccuparsi della sostanza se non a cose fatte. Questo vuol dire mettere il carro davanti ai buoi. 

[…] Per qualche fuoco d’artificio lanciato con grazia da uno scrittore, subito si grida al capolavoro. I capolavori non sono così numerosi.

[…]Distrutto dal giudizio di Norpois sul frammento che gli avevo sottoposto, pensando d’altronde, alle difficoltà nelle quali m’imbattevo quando volevo scrivere una pagina o dedicarmi semplicemente a qualche seria riflessione, ebbi una volta di più la sensazione della mia nullità intellettuale e della mia inettitudine alla letteratura.


6 commenti:

  1. Offeso dal giudizio editoriale sul romanzo che gli avevo sottoposto, pensando d'altronde alla creatività nella quale mi imbattevo quando volevo scrivere una pagina o dedicarmi solennemente a qualche seria riflessione, ebbi una volta in più la sensazione della mia profondità intellettuale e della mia predisposizione alla letteratura.

    Helgaldo

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  2. Che prosa verbalmente densa, poche pagine di questa opera già riescono ad avere l'intensità di racconti completi.

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  3. Bellissima l'opposizione esterno/interno della nota fra le parentesi, "lo avevo detto, infatti, non pensandolo affatto", tipicamente proustiana.

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    1. Sì, un inciso che dice molto della personalità del narratore, un po' come quando parla della volontà, "servitore perseverante è immutabile" dell'intelligenza e della sensibilità: anche queste indagini psicologiche sono un tocco magico della penna di Proust.
      Ci sarebbe da farne citazioni continue.

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