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martedì 29 agosto 2017

La rivalsa di tutto ciò che non mi è mai venuto spontaneo nei confronti dell’unica cosa che ho sempre voluto fare.

Disegno "senza titolo" di Michele Cara

Dedicarmi allo sport non mi viene spontaneo. 
Ho cominciato con il tennis da bambina, da ragazza giocavo a pallacanestro, poi è stata la volta di step e life pump, attività con tanto movimento e musica e alla fine sono approdata al nuoto, che pratico ancora adesso. Ma io ho provato il tennis perché mio padre era un campione e lui pensava che potessi avere ereditato la stessa attitudine; mi sono iscritta a pallacanestro perché c'erano le mie amiche e l'allenatore era un figo pazzesco, step e life pump perché ero nella fase del "voglio avere un bel fisico" e il nuoto perché mi piace, quello sempre, anche se negli anni ho insistito a causa di problemi subentrati alla schiena (per la cronaca, ho pure i menischi andati.)
Cucinare non mi viene spontaneo.
Ho diverse amiche che quando sono sotto stress e vogliono sfogarsi trovano conforto nelle loro cucine super attrezzate. Con pochi ingredienti riescono a sfornare pietanze degne di un gourmet pentastellato. Ci mettono fantasia e passione, seguono ricette, hanno le mensole piene di libri e riviste di cucina, ritagli conservati in scatole traboccanti di idee per ogni occasione e perdono ore a sporcarsi le mani, infornare, impiattare. 
Io cucino bene, perché sono cresciuta con una madre che sa farlo in modo eccellente, ma non mi sbizzarrisco e, se devo rilassarmi, preferisco dedicarmi ad altre attività.
Non mi viene spontaneo fare shopping.
Oddio, lo shopping! Organizzo uscite “all inclusive” che concentrino in un unico sforzo la soddisfazione delle esigenze accumulate. Faccio un elenco di cose che mi servono (esclusa la spesa al supermercato, di cui sono assidua frequentatrice) e poi vado a stazioni: negozi di abbigliamento, calzature, merceria, cartoleria, tutto nel giorno prescelto. Ci metto pure che sono difficile e quando devo comprare qualcosa vorrei trovarla subito senza doverla cercare invano per ore, entrando e uscendo da ogni esercizio commerciale.
È superfluo aggiungere, ma lo sottolineo ugualmente, che non vado pazza per i lavori domestici. Non mi viene spontaneo pulire, stirare, fare ordine, anzi no, l’ordine è l’unica cosa di cui non so fare a meno, come per le idee.

Trascurando il dettaglio occasionale che da circa due mesi, ormai, non faccio più niente delle cose suddette, il che mi porta a bramarle (e non voglio usare un verbo diverso), pensavo che la sola cosa che, invece, mi viene spontanea, cioè scrivere, avrebbe goduto di un privilegio unico nel sapermi ferma e impossibilitata a occuparmi di tutto il resto.
E invece?
Invece mi trovo a desiderare di camminare per via del Corso con occhi solo alle vetrine dei negozi dove pullulano ancora i saldi, di correre a perdifiato nel Parco della Caffarella (non parliamo di nuotare: mi sono illanguidita tutta l’estate vedendo i miei familiari entrare e uscire dal meraviglioso mare dell’Arenella di Siracusa), di cucinare pietanze complicatissime, persino di mettere mano a ramazze, secchi e moci per pulire la casa affidata alle cure di tre uomini (Dio ce ne scansi e liberi.)

Strano ribaltamento: la rivalsa di tutto ciò che non mi è mai venuto spontaneo nei confronti dell’unica cosa che ho sempre voluto fare. 

Infatti l’unica cosa di cui proprio non ho voglia, in questi giorni, è scrivere: troppo caldo, non ci riesco. 
Le idee non fanno in tempo ad affacciarsi nella mente che già evaporano, mi scoccia persino inseguirle. Sto leggendo in cartaceo perché anche tenere l’i-pad in mano mi fa salire le caldane e il pensiero di dovermi affaticare con le stampelle per muovermi mi fa optare per un divaning serrato che mi impigrisce, ma almeno mi fa sudare meno.
Dunque la mia presenza in rete è scarsa: quando sono confessata navigo un po’ per i blog che seguo, mi faccio un giro su Facebook, leggo qualche articolo interessante e, nel frattempo, copro le quattro ore complessive, giornaliere, che devo sopportare di magnetoterapia.
Non male seguire il ritorno dei blogger che, via via, tolgono il cartello “chiuso per ferie” dalle loro case virtuali, mi fa piacere ritrovarli tutti in forma e pronti per riprendere la loro attività.
Io aspetto un altro po’, non voglio sentirmi inseguita dalla necessità di aggiornare il Taccuino con la solita frequenza, non ho progetti particolari a riguardo, la programmazione non è mai stata un mio obiettivo, ho solo delle idee che vorrei sviluppare in tutta calma, soprattutto vorrei continuare a scrivere la storia che sta prendendo una forma concreta, finalmente e sulla quale vorrei puntare molto, quest’anno.

Intanto mi preme ripartire, al più presto, con il piede giusto. 
Con il sinistro, possibilmente. 
Sarebbe una gran cosa. 😋








40 commenti:

  1. Ecco: lo sport si porta via la maggior parte delle ore libere che ho a disposizione. Anche ieri mi sono sciroppato 150km (tra andata e ritorno) solo per potermi allenare un paio d'ore e la cosa si ripete quasi tutti i giorni. La cucina mi piace: ho poco tempo ma, se capita l'occasione, sfornello e griglio. Niente dolci, non fa per me. Shopping e pulire sono fuori dalla mia orbita e l'imperativo, sia morale sia categorico, è massimo risultato con il minimo sforzo. Specialmente minimo sforzo, a difesa di quel quanto di decenza che nel XXI secolo pare irrinunciabile.
    Nel tempo che resta scrivo e studio. Ultimamente studio più che scrivere e infatti adesso vedo bene gli errori che commetto. Il che non significa affatto essere capace di evitarli, purtroppo :)

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    1. Certo, il tuo sport, qualunque esso sia, deve piacerti tanto, ma proprio tanto! 🙂
      Qual è il tuo pezzo forte in cucina?
      Io sforno certi involtini di carne che il mondo sconosce! 😋
      Invece immagina questo: io propongo a mio marito di visitare le Terme di Caracalla e lui mi contropropone una passeggiata dove? In Via Cola di Rienzo, piena così di negozi. (Accetto, solo perché poi lo faccio arrivare fino a S. Pietro)
      Ti vedo bene a studiare, ma la traduzione in termini pratici di tante cose apprese è il vero, arduo, traguardo. 🙂

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    2. In generale i primi, ma me la cavo anche con i secondi. I dolci, invece, sono off limits :)

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  2. Gran finale di questo post. E' la normalità che bramiamo quando ci viene tolta per brutti affanni, ci sono passata in condizioni differenti e la quotidianità magari noiosa che mediamente non ci piace era diventata una sorta di nirvana a cui anelavo. Per la metà di settembre si potrebbe partire con una lettura condivisa, dopo ti scrivo. baci
    Sandra

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    1. Alla fine, cosa mi tocca dire? Beata normalità, ma dove sei finita! 😀
      La lettura condivisa me gusta assai.
      Aspetto la tua proposta. 🤗

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    2. ti ho mandato un messaggio whattsApp

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  3. Mi sembra una reazione normale: scrivere è una cosa che non ti viene impedita dalla tua condizione attuale, tutto il resto sì, perciò è normale "bramare" ciò che è temporaneamente "vietato" (reazione tipicamente umana).
    Sta pur certa che se per qualche inimmaginabile motivo ti venisse tolta la possibilità di scrivere, spazio pochi giorni e inizieresti a desiderare follemente di poter scrivere ;-)

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    1. In un delirio di cretinaggine, sotto l'ombrellone, dico a mio figlio che si sta preparando per entrare in acqua: "sarebbe stato, forse, meglio che mi fossi rotta un braccio, così potevo almeno bagnarmi fino ai fianchi"
      Mi guarda e mi risponde: meglio un bagno mancato per pochi giorni di vacanza o non potere scrivere a lungo?"
      Mi sono venuti i brividi solo al pensiero.
      A parte che rompersi le ossa non è mai una buona idea, direi che il non potere scrivere mi manderebbe al manicomio tempo una settimana. 😃

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  4. Cara Marina, se non altro queste riflessioni (che adoro per come le hai scritte e per l'ironia che mai manca) non sarebbero mai venute a galla. Provo a mettermi nei tuoi panni ma dura qualche secondo, perché davvero deve essere dura e questa esperienza non dimenticherai. Però il bello è che passerà, che non metterà radici questa immobilità, che è stato solo un passaggio obbligato da un colpo di sfortuna maledetta che ti ha messo k.o. per un'estate. E dato che sospetto che l'immobilità mi ucciderebbe, solidarizzo totalmente e indefessamente, ma non hai neppure bisogno di leggerlo.
    Dai dai dai... c'è un countdown su tutto questo. :)

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    1. Grazie cara, sono gli ultimi giorni sì, perlomeno di immobilità, poi partire con la fisioterapia sarà un'altra lunga parentesi, ma intanto non vedo l'ora di tornare perlomeno a poggiare il piede per terra.
      Lo dico anche qui: che belli i tuoi progetti. Sei piena di idee.
      Dobbiamo rivederci. 🤗

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    2. Sì sì, assolutamente. :-)

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  5. Passo per un saluto, Marina, come sta andando?
    Bel post questo (torno a leggere in giro dopo un periodo di latitanza), fa riflettere.
    Io ho avuto periodi di immobilità per caviglie slogate, a turno e più volte, certo nulla di paragonabile al tuo incidente, ma almeno in un caso, in cui la cosa è stata inizialmente trascurata, un paio di mesi me li sono fatti pure io.
    È stato più che altro molto scomodo, soprattutto per la gestione della quotidianità, ma poi non così traumatico.
    Mi è pesato soprattutto non essere autonoma, cosa che detesto, abituata come sono a non chiedere mai.
    La sensazione, che è la stessa di quando si è ammalati per lungo tempo, è stata quella di aver preso una pausa, dopo la quale, apprezzando quanto ritrovato, avrei potuto fare quanto non fatto, facendolo meglio per sfruttare il tempo perduto.
    In realtà non è mai stato così. Rientrata nella normalità, ho proseguito con i ritmi di sempre.
    Forse, alla fine, ci manca proprio questo, la normalità. Rotture e scocciature comprese.

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    1. Ciao Federica, grazie per essere passata: dopo gli "ultimi fiori" di "Ispirazioni &co" sono partita e mi sono fatta tre settimane in Sicilia. Al di là del disagio, sono stata bene: credo che tu abbia ragione, il vero peso è dipendere dagli altri pure per le sciocchezze. Il fatto è che io non so stare ferma, se non quando leggo o scrivo e dovere assistere allo scempio della casa in mano ai miei figli mi ha stressato e mi stressa ancora non poco. Stare forzatamente ferma, per me, non è motivo di riposo e la normalità, con tutti gli annessi e connessi che dici tu, diventa un regalo. Ora, quando mi capiterà di parlare della routine, ometterò l'aggettivo "noiosa" e l'arricchirò con un elegante "signora". 😃

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  6. In realtà sono troppe poche le ore per farci stare dentro tutto: io amo cucinare, tenere la casa linda, uscire a fare la passeggiata nei campi(massimo della mia idea quotidiana di sport), leggere e scrivere. Però come non capire che tutto quello che ti è stato negato ora scalpita dalla voglia di venire realizzato? Direi solo abbi ancora un pizzico di pazienza e poi tutto si sistema di nuovo.

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    1. Sì, in fondo sono quasi alla fine, dai, hai ragione.☺️
      Passeggiare per i campi? Uno sport bellissimo.

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  7. Credo che il tuo stato d'animo sia normalissimo, date le circostanze.
    AL tuo posto impazzirei. Io sono movimento, sempre. Negli ultimi giorni sono passata da un malanno all'altro (la pupa che si sveglia in piena notte non pare aiutare il recupero e non ho più vent'anni), oggi è il primo giorno in cui mi sento quasi bene (anche la tosse si sente ancora bene...) e già vorrei andare a correre. A stare mesi bloccata non so cosa farei. Quindi direi che vai alla grande e, quando finalmente potrai muoverti, forse vedrai con un occhio diverso le varie incombenze. Anche se, onestamente parlando, non riesco a immaginare nulla che possa rendermi lo stirare simpatico...

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    1. E quante camicie, poi, con tre maschi, ma sono al punto che mi accollerei pure le ceste di roba fino al tetto da stirare pur di stare in piedi. Sto cominciando davvero a essere stanca, pensa a che livelli per arrivare a rimpiangere le incombenze domestiche.

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  8. Ciao Marina. Mi piace molto il modo in cui parli della naturalezza dello scrivere, per me è lo stesso. C'è che quando per qualche ragione non possiamo occuparci di certe cose queste comincino a mancarci. Sono stata "inferma" come te per molto tempo a causa del distacco totale del tendine di Achille.
    Io odio correre, ma quando ero bloccata non pensavo ad altro, sognavo persino di compiere imprese epiche correndo.
    In questi giorni ho deciso che la lunga convalescenza è finita e ho cominciato a correre. Mi sento da dio. Tutto ciò che ci accade, di buono o di meno buono, se siamo capaci di ricondurlo alla nostra più intima essenza, essa ce lo restituirà sotto forma di quel talento che non ci abbandona mai, nemmeno quando vorremmo.
    Ps: io sto ripartendo con il piede destro... :)
    Buon lavoro Marina

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    1. Grazie Elena, sagge parole!
      Anche tu, dunque, alle prese con piedi fermi e immobilità forzata!
      Vorrei essere anch'io al punto della convalescenza finita, invece finisco i due mesi di fermo e chissà quanto tempo ancora dovrà passare prima che la fisioterapia mi rimetta a posto piede e mobilità.
      So già che la prima cosa che farò è pagare il nuovo anno in piscina, recandomi sul posto guidando la mia auto. 🙂

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  9. Mi ci voleva un po' di ironia, elegante e al contempo scapigliata come piace a me. Molto bene. Primo commento dopo il mio rientro nella blogosfera, non aggiungo altro. Desidero soltanto lasciarti un saluto. "Alla via così" portentosa Marina.Ci saranno molte altre occasione per chiacchierare luuuungamente 😃

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    1. Eccoti, Max!🤗
      Grazie.
      Una bella chiacchierata, che bella boccata d'aria fresca! 😌

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  10. Sei una forza, come sempre e soprattutto nelle difficoltà <3
    Sai già che anch'io fatico a riprendere la mia consueta attività blogosferica, con calma...

    Sulle attività varie, come già detto da altri, probabilmente la costrizione ti crea insani desideri XD

    Ma... ad ascolti musicali come sei messa??? Manca il nostro DJ, eh! :D

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    1. Abbiamo boccheggiato insieme tutt'a l'estate, Glò!
      Ma quando finirà?
      Dopo che ti ho mostrato gli LP che tengo giù in Sicilia, mi sono fatta il ripasso di un gruppo che amavo e non ho mai citato, una scorpacciata delle prime produzioni di The Mission. Sarà la mia nuova segnalazione musicale, quando il dj riaprirà le danze. 😃

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  11. Mi sono divertita molto a leggere il tuo post, soprattutto perché in molti punti mi riconosco: non amo cucinare, odio le pulizie e allo sport preferisco il divano, anche se mi impongo di andare in palestra per muovermi (per fortuna che mi diverte fare i corsi di Zumba e pilates spronata da brave insegnanti) lo shopping poi lo tollero solo per il tempo minimo indispensabile alla sopravvivenza. Però capisco che dopo il periodo forzato in cui non si possono fare anche le cose che non vi fanno impazzire persino queste diventino invitanti e ci manchino. Quindi il mio consiglio: segui il tuo istinto e fai solo quello che ti senti di fare e buona ripartenza!

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    1. L'istinto, ahimé, mi porta verso tutto quello che non posso fare, però ho un aneddoto da raccontare. Mi hai dato l'idea: magari pubblico un piccolo resoconto di quello che ho fatto oggi per assecondare un mio desiderio. Ci sarà da ridere.
      P.s. Pensavo al pilates... Ma com'è esattamente? Non è noiosetto?

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    2. Il Pilates è composto da esercizi posturali e muscolari, i movimenti sono lenti ma molto faticosi, si può assimilare allo Yoga. Non è noioso, ma dipende molto dall'insegnante, io ne una che me lo ha fatto amare. Prima di trovare lei non mi piaceva...

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    3. Volevo trovare un'alternativa al nuoto, solo per il gusto di cambiare un po' attività: escludo il fitness, sono obbligata a fare sport che non comportino piegamenti sulle gambe o comunque sforzo delle ginocchia, ma il nuoto non mi annoia, tutto il resto non so.

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  12. Eh, la salute! Che così spesso maltrattiamo! Ti capisco in pieno, credo che la vivrei esattamente come te.
    Anche se non sono certa che mi mancherebbe lo shopping, che, cordialmente, detesto. Tutto il resto, sicuramente sì.

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    1. Però accidenti, mi servivano delle cose a iniziò estate e aspettavo i saldi per farmi un giro. Diciamo che ho dato un notevole contributo all'economia familiare. 😄

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  13. Ciao, Marina! Sembra proprio che in questo post tu abbia fatto anche il mio ritratto: anche a me non viene spontaneo fare sport ad esempio. Ricordo delle lezioni di pallacanestro all'oratorio, ero la più bassa e venivo regolarmente umiliata dalle compagne; con il nuoto era andata molto meglio, ma per problemi di salute non avevo più potuto frequentare. Le palestre mi annoiano profondamente... ! Idem per shopping e lavori domestici. Cucinare mi piace, invece, ma ormai il marito ha saldamente sotto controllo il fornello di casa.

    Per quanto riguarda scrivere, l'ho fatto nel mese di agosto, ma non quanto avrei voluto. Ne parlerò in riapertura. :) Tu fai bene a riprendere a pubblicare sul blog quando te la senti, non dev'essere un ennesimo obbligo.

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    1. Vivere il blog come un obbligo mi creerebbe solo ansia. In fondo, ho sempre scritto quando avevo voglia di condividere un pensiero; costruirmi un pensiero apposta per tenere attivo il blog non mi riesce.
      Anche tu pronta per ricominciare, dunque.
      Noto, leggendo i commenti, che sono in buona compagnia a proposito di propensione allo shopping! 😄

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  14. E' il potere del proibito. Non puoi scrivere perché hai tanti impegni tra lavoro, casa, famiglia, sport, shopping? Avrai una voglia di scrivere pazzesca! Potresti scrivere perché tanto sei ferma e ti rimane solo divano, carta e penna? Avrai una voglia pazzesca di muoverti, passeggiare, nuotare, cucinare, pure lavare e stirare! Lo so perché è capitato pure a me, anni fa. Leggevo e guardavo film, scrivere mi metteva l'ansia. :D

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    1. Certo, se non ci passi, non lo diresti mai! Io desiderare ore di shopping per le vie di Roma piene di negozi! 😱 Sono arrivata alla frutta! 😃

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  15. Cara Marina, ti capisco. La passione che ci accomuna, lo scrivere è incostante e imprevedibile. Quando sarebbe il momento giusto per scrivere non se ne ha voglia, quando invece non si può farlo per assolvere ai doveri del quotidiano, illanguidiamo. Intanto ti abbraccio con l'augurio di un ritorno in piena forma alla tua routine;)

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    1. Grazie Rosalia, il fatto è che il riposo forzato è associato alla totale impossibilità di muovermi liberamente e questo, alla lunga, stanca, esaspera. E allora ti viene di fare attività collegate al movimento. Per la scrittura confido anche nell'arrivo di temperature più decenti e, forse forse... ci siamo!

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  16. Ciao Marina, l'auguro che posso farti è che, superato questo momento, scrivere diventi ancora più spontaneo, perché spesso tarpiamo le ali alla nostra voce, rileggiamo e cancelliamo troppo, togliendo vita e vigore al nostro impulso creativo. Anch'io sto lavorando su questo, perché tutte le cose di cui parli, a parte forse lo shopping, non vengono spontanee nemmeno a me. :-D
    Un abbraccio grande, oggi rispondo al tuo messaggio. :)

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    1. Scrivevo shopping e pensavo a te. 😄
      Che poi, non sono sempre così drastica, eh!
      Da qualche giorno scrivo in scioltezza, sto infatti approfittando di questo momento di grazia per tenermi bello stretto questo meraviglioso impulso creativo. Farò di tutto per non perderlo.

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  17. Per fortuna il caldo un po' sta scemando (speriamo duri!) e con settembre ti auguro di poter riprendere anche le attività piacevoli e spensierate che giustamente ti mancano. Comunque anche l'inattività a volte può essere produttiva, anche se non sembra. Vedrai che quando riprenderai, tutto sarà più intenso! Un abbraccio

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    1. Me lo auguro. Grazie, M.Teresa. Pensa che la stanchezza mi fa pure diventare paranoica: adesso penso che alla visita, ormai prossima, il dottore mi dica: "signora, deve pazientare ancora qualche settimana!"
      Giuro, dovesse capitare, gli tiro il tutore in testa (e si fa male, eh, credimi!) 😂

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