Pagine

martedì 8 gennaio 2019

31 dicembre e dintorni


Lo faccio sempre il 31 dicembre: prendo il calendario e lo sfoglio a ritroso; in pochi secondi ripasso i 365 giorni ormai sul finire e incrocio ricordi cerchiati in rosso, date e appuntamenti evidenziati, avvenimenti che restano confinati nell’anno che sto per cestinare. 

Il tempo non rallenta la sua corsa e io, tutte le volte, mi chiedo se cambierei qualcosa della mia vita, se, avendo a disposizione una Biblioteca virtuale in grado di regalarmi un’identità nuova, come nella trama del mio romanzo, avrei voglia di essere chi non sono e vivere un’esistenza alternativa alla mia. Oggi sicuramente non lo farei: è vero che i sogni non tramontano mai nella testa delle persone, che le insoddisfazioni sono fisiologiche, che il desiderio di cambiamento è insito nell’animo di chi vede sempre delle possibilità davanti a sé, ma io ho raggiunto un equilibrio che mi soddisfa e al 2018 non ho nulla da rimproverare: le cose vanno come devono andare, l’importante è non ostinarsi a volerle vedere diverse tutte le volte che non sono come le abbiamo immaginate.

Avevo immaginato altri esiti per concorsi letterari naufragati in un mare di inadempienze e difficoltà non risolte. Non parlo dell’aspettativa di vincerli delusa da risultati negativi, piuttosto dell’aspettativa in sé, galvanizzante e per questo, a mio avviso, salutare, smorzata e via via annullata da lungaggini impreviste o da decisioni prese senza cura verso i concorrenti. Sarebbe professionale fornire loro risposte convincenti anziché rabbonirli con giustificazioni di circostanza verso cui, a me, non è mai parso delicato prendere posizione.
Metti il contest di un certo Circolo... qualcosa (non me lo ricordo, tanto nemmeno esiste più in rete), per cui avevo scritto un racconto costatomi tempo e impiego di energie, che avrei potuto dirottare su altri progetti: organizzo le idee (il concorso aveva un tema), scelgo una storia che mi pare pertinente, la scrivo come meglio posso (con revisioni, controrevisioni, l’occhio critico di un beta-reader), la spedisco nei termini... e poi? Poi leggo (pure per caso), che il contest è fallito, con spiegazioni vaghe del suo portavoce, il quale con un “arrivederci e grazie” decreta la fine dell’avventura per quei pochi che si sono cimentati. Ma dico... okay, può capitare che un progetto non vada in porto, non avanzo alcuna pretesa, una sì, però: la cortesia di essere liquidata con una personale mail e un “mi dispiace”, magari, che avrebbe nascosto dietro un’umiltà accettabile l’inaccettabile incapacità di gestire il fiasco annunciato.
Tant’è: esperienza archiviata. 
Mentre non posso ancora archiviare (ma sono lì lì per rinunciare a stare con il mignolo aggrappato a una decisione che non ne vuole sapere di essere partorita) un’altra esperienza nella quale ho creduto con grande forza, perché era bella l’iniziativa, bello il premio in palio. Non dirò di che si tratta, proprio perché è tutto ancora in itinere, con un particolare di non poco conto: il bando è dell’ottobre 2017. Va bene, si aspetta con pazienza, ci sono stati problemi, okay, sono evenienze possibili, però siamo sempre lì, un’attenzione in più verso i concorrenti, che attendono un esito da un anno, ma la volete avere? Così diventa lecito pensare che non ci sia un grande interesse dello staff di organizzatori attorno al concorso, né per la pubblicazione del racconto vincitore da parte della rivista letteraria che ha preso un impegno.
Anche lì, dispendio di energie, di tempo; le aspettative si arenano, si trasformano in palloncini sgonfi.
Tant’è: esperienza (quasi) dimenticata.

Avevo immaginato, ma qua siamo proprio sul piano delle utopie, intelligenze diverse attivarsi per mandare avanti uno Stato che piange sempre carenze incolmabili e viene tutte le volte maltrattato, umiliato, condannato e lasciato crepare ai margini di un’Europa ostile. Ho sempre detestato le battaglie ideologiche, buoni da un lato, cattivi dall’altro, le posizioni estreme, gli intolleranti nevrotici, che sparano a zero su tutto e su tutti se le cose non vanno secondo il loro credo assoluto, i negazionisti delle ragioni altrui per principio, chi punta il dito contro, chi scaglierebbe senza indugio la prima pietra, chi si affanna a togliere la pagliuzza dagli occhi altrui e si ferma solo a quello. Di fronte allo spettacolo sempre indegno dell’ennesimo esempio di politica che è solo guerra fra pensieri differenti e costruisce odio fazioso, io chiudo le porte in faccia a chi non ama ascoltare se non il clangore delle proprie spade.

Avevo immaginato una vita nuova per una persona speciale. Un’unione naufragata è un fallimento, che lascia strascichi di solitudine e sofferenza difficilmente riparabili con insufficienti parole di conforto. È un intero progetto di vita a venire meno, la costruzione di un futuro che all’improvviso si sgretola e segna un vuoto nel presente da cui sembra impossibile ripartire. Invece c’è sempre un nuovo inizio, una strada su cui mettersi in cammino, un percorso da seguire, basta abituarsi a vedere nella nebbia.
Così, faccio mie le parole di chi, dal palcoscenico di Facebook, ha augurato a inizio anno una buona resilienza a tutti: "la resilienza è la capacità di un corpo di assorbire un urto senza rompersi e, in campo umano, la capacità di saper superare i traumi e le difficoltà della vita.”
Ecco di cosa abbiamo veramente bisogno: di essere sempre in grado di rimetterci in piedi. 

Finisco di riavvolgere il nastro fino a gennaio 2018; di rilevante c'è solo il cerchio attorno al numero 20, giorno di teatro (e che teatro!), dopodiché accartoccio l'ultimo foglio del calendario vecchio e butto via tutto nel cestino. Lo sostituisco con quello del 2019, dove evidenzio subito in rosso il 9 maggio e il 2 giugno. Primavera ricca: in queste date io e mio figlio festeggeremo due età significative. 
Certezze, in mezzo alle incognite di cui è fatto un anno che inizia.



42 commenti:

  1. I concorsi seri non possono andare deserti e indicano chiaramente nel bando la data della premiazione, spiace vedere tanta approssimazione ma spero che almeno non fossero concorsi con una tassa di iscrizione. Per il resto anche tu veleggi, io ho già raggiunto il traguardo, un'età significativa, quindi bisogna prepararsi per bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sembravano concorsi seri, il secondo perlomeno lo è, o forse dovrei dire "era". Niente tassa d'iscrizione, per fortuna, però davvero, l'approssimazione è stata tanta.
      Veleggio veleggio: bisognerà fare un mutuo per preparare bene le due occasioni! :)

      Elimina
  2. Capisco perfettamente lo spirito del post. Potrei dirti che non sei la sola a essere passata attraverso situazioni del genere, ma so già che non è consolatorio poiché la teoria nazionalpopolare del "mal comune mezzo gaudio" in realtà è una gran cavolata.
    Alla fine sì, meglio concentrarsi sulle cose spicciole di tutti i giorni, sui piccoli e grandi traguardi della vita quotidiana nostra e dei nostri cari. Sono obiettivi che non deludono mai, neppure quando vanno storti ;-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, capita alla perfezione. ;)
      La vita quotidiana condivisa con altri e i piccoli traguardi, a volte, valgono molto ma molto di più delle soddisfazioni strettamente personali. Davvero l'età aiuta a guardare le cose in modo diverso... ed è un bene.

      Elimina
  3. Purtroppo i concorsi letterari sono, adesso, troppo inflazionati, ed io non stessa li evito con cura.
    Sarà che i sogni di gloria non fanno per me, ma difficilmente riesco a fidarmi di associazioni che non conosco personalmente, case editrici, ecc.
    Spero comunque che i tuoi progetti possano avere buon esito, e che tu ti apra con positività a questo nuovo anno.
    Un caro saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Claudia, per l'augurio.
      Alla fine sorrido sempre, il sorriso mi aiuta a vivere con meno trasporto le attese; non sono più quelle di un tempo, adesso le aspettative sono più misurate: ecco, non coltivo come facevo qualche anno fa sogni di gloria, neanche mi interessano più, però non mi lascio sfuggire le opportunità per ottenere delle soddisfazioni personali, quelle mi fanno sentire viva. I concorsi letterari mi affascinano, mi piace illudermi di avere sempre una possibilità, anche quando è evidente che non c'è. E poi partecipo per avere lo stimolo ufficiale a scrivere bene una storia (a tentare di scriverla bene!) :)

      Elimina
    2. Oddio, spero tu non abbia frainteso il mio "sogni di gloria". Non era riferito a te, ma a me. In passato ho partecipato a qualche concorso, e ne ho vinti due. Ma questi per me sono solo "sogni di carta", perché purtroppo non portano a niente.
      È un po' come quando ho smesso di fare la giornalista, perché il guadagno non mi bastava per vivere.
      Oggi scrivo solo per il gusto di farlo, e per il piacere di condividere con chi mi legge notizie o emozioni.
      Ho lasciato aperta solo una pagina narrativa su Confidenze.
      Ecco.
      Tu partecipa anche a duemila concorsi, se ti fanno sentire vive.
      Io, purtroppo, sono molto pragmatica.. ;)

      Elimina
    3. No, tranquilla, nessun fraintendimento. Ci raccontiamo sempre in base alle esperienze che facciamo. Poi metti anche che quello che diciamo è il portato di un'indole, del modo in cui curiamo gli obiettivi, dei limiti che ognuno sa di avere... è tutto strettamente personale. :)

      Elimina
  4. Non ho mai fatto concorsi, ma posso capire che tu ci sia rimasta male. E' la superficialità dell'insieme che ferisce. La cattiva gestione e il menefreghismo nei confronti di chi ha partecipato e si è impegnato per farlo.
    Il 2019 sarà un anno migliore vedrai!
    Almeno lo spero anche per me altrimenti lo infilo nel cannone e lo sparo per il cosmo prima che finisca :)
    Buon anno e buon... traguardo a voi! Io temo proprio di averlo già superato da un pezzo quel traguardo lì :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahah, il cannone è pronto ogni anno, cara Pat! Ma certo, continuiamo a immaginarci quello nuovo sempre meglio del precedente, sennò che bello c'é! :)

      Elimina
  5. Mi spiace che il risultato di tanto lavoro sia stato la delusione, ma e lo sottolineo, ora ti ritrovi due testi pronti per altro uso. Magari la cosa non ti sembra nulla di chè, ma mai dire mai. Non tutti i concorsi nascono con il buco, molti sono solo specchi per le allodole, altri vere e proprie truffe, ma ci sono quelli per le cause di beneficienza, per scovare nuovi nomi e nel tuo caso io non getterei via le speranze. Il 2019 è solo all'inizio e spero possa stravolgere le brutte esperienze del 2018.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma sì, certo che è così: ho dei racconti che, ogni tanto, faccio girare piazzandoli in qualche competizione e anche questi allungheranno l'elenco. :)

      Elimina
  6. Non è piacevole lavorare a vuoto, spero che come ha detto Nadia tu possa utilizzare questi testi in altro modo. Di certo sono situazioni che lasciano l'amaro in bocca. Personalmente evito i concorsi a meno di provata serietà, sapendo come vanno le cose. Ti auguro che il 2019 ti riservi soddisfazioni che ti ripaghino almeno in parte.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La cosa curiosa è che, di solito, si rimane delusi per un esito negativo. Invece, quello lo accetto sempre di buon grado, significa che ho partecipato, il mio racconto non è stato all'altezza di superare una selezione, benissimo, avanti il prossimo! Qui c'è proprio l'amarezza di appurare quanta scarsa serietà ci sia, talvolta, nel gestire progetti su cui è un peccato, alla fine, non investire di più. Se non ci credono nemmeno loro...

      Elimina
  7. ...è andata come è andata.
    Io intanto brindo al 2019 perchè sei tornata! :-D

    ...perchè sei tornata, vero?!? :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai visto? La voglia di scrivere, prima o poi, torna. Torna sempre. ;)

      Elimina
  8. Marina. Sei speciale.
    (A proposito, sto prendendo il master in resilienza, periodo del caxxo 😂😂)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. <3. Anzi doppio <3 <3: uno è per la solidarietà incondizionata verso il tuo periodo del c. :)

      Elimina
  9. Cara Marina, i concorsi in giro sono tanti. Me ne sono resa conto tramite i social. Per esempio, ce n'è uno di poesia intitolato ad Alda Merini che ho visto ha premiato veramente la mediocrità. Ci sono concorsi urlati e gestiti senza alcuna competenza, bisogna purtroppo destreggiarsi a capire quali siano realmente quelli seri, cui affidare tempo ed energie.
    Sei capitata male e me ne dispiace. Avverto delusione e arrabbiatura, ma forse serviva proprio incappare in queste situazioni per prenderne distanza in maniera definitiva.
    Quanto allo spettacolo citato, come una delle note positive del tuo anno appena trascorso, che dire... Sono onorata, commossa e felice. Vivere il teatro da questa parte del palcoscenico significa capire se si stia facendo bene. E tu per ben due volte hai sostenuto due mie produzioni nelle quali ho messo cuore e anima. Grazie, davvero, per questa menzione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scherzi? È stata una delle occasioni più belle e speciali di tutto il 2018!
      Il teatro ti riesce veramente bene, qualunque cosa tu metta in scena e io sono felice di averlo appurato. :)
      Sui concorsi... beh, sì, un po' di amarezza c'è, ma giusto quel tanto che basta per dire "pazienza" e passare ad altro.

      Elimina
  10. Cara Marina, è sempre un piacere leggerti! I concorsi letterari sono una colossale perdita di tempo a parte quei due o tre noti che però sono blindati dalle Case Editrici. Da tempo avevo smesso di partecipare, quest'anno penso parteciperò con un inedito a un concorsone costoso, vedremo... A proposito di resilienza, ho intitolato il laboratorio di scrittura per malati oncologici che sta per ripartire: "Continua a sognare- Storia di resilienza". Ne parlerò in un prossimo post. Un abbraccio grande, ti auguro un 2019 pieno di salute e serenità;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In bocca al lupo per il concorsone, Rosalia, e per il laboratorio, che già presumo molto interessante. Leggerò volentieri ciò che scriverai a riguardo.

      Elimina
  11. Ciao Marina,pure io controllo il vecchio calendario. Non per il bilancio positivo o negativo di ciò che stralcio ma per trascrivere scadenze che si ripetono ogni anno. Va da se che ti capitano ricordi, pensieri, pareri. Concordo appieno con te sul mondo dei concorsi, le comunicazioni con i concorrenti sono inesistenti.
    Ti auguro di cogliere appieno gli avvenimenti positivi del 2019 e tanta resilienza per quelli negativi o discutibili.
    Continuo a leggerti 😍

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Anna Maria, sono felice di ritrovarti da queste parti.
      Sì sì, vero, anch'io segno le solite ripetitive scadenze annuali: bollo e assicurazione auto, immancabili visite di controllo... Mi fosse mai capitato di scrivere in, data tot... chessò... premiazione del concorso X o appuntamento con editore Y. :D :D

      Elimina
  12. Si immaginano tante cose, ma la realtà non sempre coincide, tuttavia l'importante è rimanere con i piedi per terra, e trovare come fai tu la serenità sempre e comunque ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Pietro, hai capito perfettamente che alla serenità si rinuncia solo di fronte a cose veramente importanti. Su altre, come queste che ho lamentato io, ci si può scrivere solo un post. ;)

      Elimina
  13. Ho fatto solo un concorso letterario, con la Neri Pozza, mica nessuno. Risposta pervenuta nel giorno preannunciato. OK, fin lì.
    La Casa editrice comunica che sono arrivati 4.761 manoscritti, ed ora l'elenco dei premiati -cinque- dai quali sarà decretato il vincitore, che verrà pubblicato ed altri due.
    Cinque autori conosciutissimi nel campo oppure figli di autori conosciutissimi.
    Togli da quei manoscritto l'ultimo, cioè IL MIO, ma ti assicuro che era ottima cosa, un romanzo di formazione che mi era costato un anno di lavoro, possibile mi chiedo che sui 4.755 rimasti non ce ne fosse nessuno -ripeto nessuno- degno di essere messo lì in mezzo?
    Fa schifo, ecco, una farsa.
    Mi tengo il manoscritto e sto pensando di pubblicarlo in tedesco qui dove sto.
    Per questo non parteciperò più ad un concorso letterario.
    Sto pensando di pubblicare il mio secondo libro di poesie, per mia soddisfazione personale.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dei concorsi mi piace l'attesa, il fatto di essere tra i potenziali vincitori, di concorrere alla pari con altri scrittori di cui non conosco nulla, bravura, non bravura... La delusione dello scarto mi dura pochissimo, poi riparto con nuove esperienze (se il caso). Certo, sapere di essere in mezzo a quasi 5000 concorrenti mi farebbe un certo effetto, ma parliamo di un concorso ad altissimo livello, il Neri Pozza, mica nessuno, come dici tu stesso.
      Comunque, se credi nella bontà del tuo lavoro, fai benissimo a non mollare, intanto vai alla grande con le tue poesie. ;)

      Elimina
  14. Innanzi tutto buon inizio.
    Spendo solo due parole sui concorsi letterari. Lascia perdere i circoli taldeitali, le prime edizioni volenterose, i grandi intenti dai dubbi finanziamenti. Vai su concorsi rodati, che hanno date certe per i responsi. Non è detto che ne esca qualcosa di buono, ma è un po' più facile che accada.Per il resto, che dirti? La situazione politica e culturale dell'Italia mi disgusta e non so proprio cosa farci...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Antonella, che sia un buon inizio anche per te.
      Sul primo concorso cui ho fatto riferimento hai ragione: dalle nuove realtà che si propongono e non sono collaudate sarebbe bene tenersi alla larga. Il secondo, però, avrebbe la sua valida ragion d'essere, se non fosse che ha dato prova, nel 2018, di non avere gestito bene l'iniziativa (la precedente edizione era andata a buon fine).
      Comunque, acqua passata: archivio le esperienze negative senza farne un dramma.

      Purtroppo, nessuno sa fare qualcosa, in Italia: è sempre la stessa storia!

      Elimina
  15. Sono incappata anch'io in un concorso evaporato nel nulla, e ho potuto soltanto prenderla con filosofia. Il termine "correttezza" non ha lo stesso appeal per tutti! Che il 2019 ti riservi belle cose. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Fortuna che riusciamo a farlo, a prenderla con filosofia, cara Grazia, ché l'opzione "correttezza", dici bene, non sempre è contemplata fra le priorità di una prestazione professionale. Noi perdiamo un'occasione, loro molto di più. :)

      Elimina
  16. Il calendario di casa più utilizzato è quello dei rifiuti, non dico altro! :D
    Scherzi a parte, ho la mia fedele Moleskine per le date importanti, ma non la butto via, mi serve per tutto l'anno successivo per i progetti pluriennali, oltre che un dolce ricordo delle avventure vissute.
    Mi spiace per i concorsi. Io ho partecipato a solo uno, due anni fa, nazionale (anche se gli organizzatori mi sembravano molto locali), ben pubblicizzato, uno dei pochi gratuiti. "Proviamoci" mi sono detta, solo perché il testo c'era già, anche se non era questa gran meraviglia, volevo solo capire "come" si svolge un concorso. Quel che non mi convinceva era che del concorso dell'anno prima non si trovava la famosa "antologia dei vincitori", totalmente irreperibile in qualsiasi store, nemmeno in digitale, manco ne avessero stampato solo 200 copie per vincitori e parenti. Però i vincitori (alcuni già in scuderia delle case editrici "affiliate") potevano vantare il "bollino" della vittoria. E allora ti viene il dubbio che se la suonino e se la cantino da soli...
    Anch'io ho segnato una data importante per il prossimo maggio, la guardo con entusiasmo misto a terrore. Spero di sopravvivere per farti gli auguri!! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho aggiunto un asterisco alla mia data di maggio: "chiedere a Barbara com'è andata", perché di qualunque cosa si tratti, spero vada in porto con esito positivo. ;)

      Per il resto, "se la suonano e se la cantano da soli": mi pare una chiosa molto appropriata.

      Elimina
  17. Mi spiace molto per queste spiacevoli situazioni e capisco che possa disturbare più l'atteggiamento delle persone e la poca chiarezza che magari un obiettivo non raggiunto.
    Su questo, purtroppo, c'è poco da dire, o meglio ci sarebbe talmente tanto che è meglio tacere.
    Il 2018 è stato per me un bell'anno. Per fortuna. Ma l'ho lasciato andare senza troppi revival, non amo i bilanci di fine anno, così come non mi piace la lista dei propositi per l'anno nuovo.
    Vivo sempre male il passaggio ... ho sempre una costante sensazione di instabilità ...
    Che sia un anno ricco di soddisfazioni! Letterarie e non!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Brava, è l'atteggiamento poco serio di chi invece è tenuto, per professionalità, ad averlo che disturba. Gli esiti, positivi o negativi che siano, sono possibilità contemplate.
      Ti dirò, anch'io scarseggio in quanto a bilanci e obiettivi per ogni anno nuovo che arriva. Mi dico sempre: fortuna che ci sono ancora e che sto bene (che a una certa età diventano un augurio e una speranza importanti)
      Spero che anche a te il 2019 regali nuove soddisfazioni.

      Elimina
  18. Il 2018 è stato un anno pesante per molti, me compresa, comprendo il tuo sfogo. Ti auguro un anno nuovo pieno di belle novità, con resilienza sempre!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Giulia. Per la resilienza bisogna allenare lo spirito! Mettiamocela tutta. ;)

      Elimina
  19. I concorsi sono un'incognita, anch'io ti consiglio di impegnarti solo per quelli già rodati, e aggiungo anche "con un premio in denaro o in pubblicazione"!
    Per il resto, buon inizio 2019, più forte che mai ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Andrea, felice di ritrovarti. Quello su cui contavo (e uso il passato nonostante sia ancora senza esito) è il secondo concorso, perché prevedeva la pubblicazione in una rivista letteraria che seguo e ha una buona fama. Ma che dire...
      Oh, torna e un grande 2019 a te. ;)

      Elimina
    2. Tornare son tornato, solo spero di trovare continuità ;-)

      Elimina
    3. La continuità, già! Un presupposto che frega sempre.

      Elimina