Pagine

martedì 21 maggio 2019

IPSE DISSING



La violenza impazza, in questi tempi: è violento il linguaggio, è violento il dibattito condotto a qualunque livello, sul piano politico, sportivo, artistico, letterario, sul piano umano. Scontri verbali che si trasformano in faide, litigi pubblici che incrementano il malanimo e più si è violenti più si ha spazio nei social; più estrema è l’azione più si ottiene successo di pubblico. Si dice “virale” non a caso: se diventi come un virus ti diffondi rapidamente, arrivi dappertutto privo di filtri, ti insinui nelle vite altrui, ti imponi ai deboli, condizioni mode e tendenze, convinci i volubili, guidi i cretini. 
Un buon terreno per la fioritura di rabbia e violenza è sempre stata la musica, accessibile a tutti senza vincoli di età. Diventi famoso se butti quattro strofe di vita vissuta su uno spartito, se sei un cantante ribelle, se vai controcorrente, denunci un disagio sociale, gridi al mondo il tuo desiderio di cambiamento e di libertà. 
I grandi del rock ci hanno dato ampia testimonianza di ciò: penso all’heavy metal dei tempi dei Black Sabbath, AC/DC, Motely Crue, Judas Priest, con testi di canzoni considerate spesso licenziose, piene di messaggi subliminali, di riferimenti satanici, di istigazioni all’uso della droga e al suicidio (Ozzy Osbourne ha rimediato non so quante citazioni in giudizio con quest’ultima accusa e Jim Morrison, leader dei “Doors”, alla fine degli anni ‘60, dovette rispondere spesso di atti osceni ed esibizionismo.) 
E non ci dimentichiamo del rap, che nasce nei quartieri del ghetto americano come sbocco per i giovani emarginati afflitti da realtà sociali ed economiche di basso profilo. Le canzoni sono sfoghi relativi al perenne conflitto fra ingiustizie subite e sentimenti di rivalsa. Eminem docet: il re del rap non si risparmia e per alcuni suoi testi è stato accusato di razzismo e misoginia.
La violenza mescolata al trash è un connubio che diverte, piace, smuove meccanismi di identificazione: la gioventù (quella dei miei tempi e quella di adesso) non si esalta abbastanza se dentro un brano musicale non si racconta una storia di alcol, droga e sesso.

A proposito di musica che fa più presa quando è provocatoria e non è censurata dal buon gusto, adesso va di moda un fenomeno con un nome inglese (se no non sarebbe abbastanza figo), che esaspera i rapporti conflittuali fra cantanti rapper mascherando, dietro alterchi condotti a suon di offese gratuite, il puro marketing concordato. Si chiama “dissing”, ne avete mai sentito parlare?

Io, che ho un’età e ricordo con raccapriccio quando Ozzy Osbourne, frontman dei Black Sabbath, durante un tour, lanciò una sfida al leader dei Motely Crue ed entrambi si piegarono a prove davvero ributtanti (una era sniffare una colonna di formiche, no, dico!), mi infastidisco meno e trovo ridicoli i battibecchi fra artisti hip hop, perché di questo si tratta: il dissing, voce ricavata da “to disrespect” (mancare di rispetto), è una brano che ha l’obiettivo di prendere in giro, criticare o addirittura insultare una o più persone, di solito appartenenti all’ambiente stesso della musica rap. 
Gli esempi non sono pochi: in Italia ne sono stati protagonisti Fabri Fibra che ha “dissato” uno stuolo di colleghi; Sfera Ebbasta, trapper di grido che, dalle pagine del Rolling Stone, ha risposto alla parodia di Salmo con un signorile: “penso che me lo può sucare” (tanto per gradire), Mondo Marcio, Tormento, Marracash... (non li conosco tutti, ma in casa ho due figli che mi forniscono le informazioni di cui ho bisogno). In campo internazionale, fa scuola Eminem (abbiamo un fan in famiglia) con i suoi dissing contro altri rapper: nella canzone “Kill shot” ha asfaltato Machine Gun Kelly, unico esempio che cito perché quel brano lì piace anche a me.

A ben riflettere, il “dissing” è sempre esistito, chiamato in un altro modo (quando gli inglesismi non imperversavano), ma uguale nella sostanza: quanti “scontri” verbali (qualche volta persino fisici)  hanno caratterizzato il rapporto fra scrittori? In campo letterario si apre una maglia che risale fino ai tempi di Catullo e Cicerone, due che non si amarono tantissimo. E se oggi conosciamo i dissing fra Gabriel Garcia Marquez e Mario Vargas Llosa, Jonathan Franzen e Philip Roth, William Faulkner e Ernest Hemingway, mi piace ricordarne uno che mi ha divertito molto e ha come protagonista Dante Alighieri. 

La tenzone è un genere letterario in cui due poeti si scambiano in modalità botta e risposta composizioni a carattere spesso aggressivo e insultante. Una tra le più famose della nostra letteratura è quella che oppose Dante e l’amico Forese Donati (collocato, poi, nel XXIII canto del Purgatorio.)
Il primo affondo della tenzone spetta a Dante che in un sonetto tratto da “Le Rime”, canzona Forese con pesanti allusioni sulla sua insufficienza sessuale e la cronica mancanza di soddisfazione erotica della moglie (perché, in sostanza, Forese ce l’ha corto, ehm!). Forese ribatte alla provocazione di Dante con un sonetto in cui gli rinfaccia il “vizietto” del padre: lo trova presso il cimitero annodato in una posa ambigua e, facendosi il segno della croce, si allontana imbarazzato. Dante ha ben poco da vantarsi con un genitore avvezzo a pratiche omosessuali.

Il linguaggio si evolve nel tempo, è inevitabile, cambiano i contesti e cambia la natura dei rapporti umani, ma la violenza verbale continua a fare spettacolo ed è persino più remunerativo passare dalla sottigliezza intellettuale di certe battute alla volgarità che genera scandalo.

Dissing musicale, dissing letterario... e il dissing blogghistico? Esiste?

Sai che spasso: uno scambio a due di post in cui non ci sia parsimonia nelle critiche, una gara di affondi purché educati, insulti rimpallati con ironia, al solo scopo di suscitare una risata.

Altroché spasso! 
Sarebbe un massacro.




32 commenti:

  1. Di "flame" (così si chiamano, in Internet) ce ne sono un sacco, in giro. Anche tra i blog, e pure noi ne sappiamo qualcosa, anche se poi nel nostro caso non si sono strutturati fino ad arrivare alla Tenzone ma si sono arenati allo squallido battibecco. Anzi, più che battibecco, per rimanere nello slang da Internet, siamo rimasti alle "guerre di religione": self, non self, varie ed eventuali. Ti ricorda qualcosa? :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le offese dovrebbero fare sorridere, dovrebbero avvicinarsi più alla goliardia, invece purtroppo non è così, per questo ho scherzato sul “massacro” che sarebbe un “dissing” improvvisato fra due blogger.
      E tu mi chiedi se mi ricorda qualcosa? :)

      Elimina
  2. L'hip hop e il rap attuali li considero una della più grandi operazioni commerciali nella storia della musica: il nulla costruito su una facciata di finto ribellismo da parte di "cantanti" interessati solo a gonfiare il proprio portafoglio. Ultimamente ascolto molta musica dagli anni '90 in giù, risalendo fino agli anni '70. Non credo che il panorama musicale nostrano sia mai stato così desolante.
    Parlando nello specifico del dissing, per certi aspetti fa parte del gioco. Non ha niente di vero. Esistono le polemiche tra cantanti, ma quando sono autentiche non ci si scrivono canzoni sopra. Kurt Cobain non amava certi rockers che facevano solo musica commerciale, ci polemizzò, però non scrisse mai "canzoni contro". Nel nostro più ristretto orticello, Vasco Rossi diede giudizi impietosi su Baglioni, però non mi risulta che lo abbia mai citato nelle sue canzoni.
    Quel che accade a volte fra bloggers può essere probabilmente più vero, c'è chi cerca polemica solo per crearsi visibilità. Se vuoi possiamo metterci d'accordo: insceniamo una finta polemica, io "asfalto" te, tu "asfalti" me, ci insultiamo un po' e vediamo se aumentiamo il numero delle visite :-D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, il panorama musicale di grido, oggi, è quanto di più squallido potessero sfornare le case discografiche. In casa, mi fa specie che il mio secondogenito, al mattino, si lavi ascoltando Chopin e si vesta cantando Sferaebbasta, prima di andare a scuola. Sono canzoni che piacciono, bisogna farsene una ragione!
      Anch’io sono convinta che non ci sia nulla di vero in queste beghe musicali, sono tutte strumentali, invenzioni concordate a tavolino per spingere il successo: per questo nel post ho parlato di violenza che diventa strategia utile. E comunque, no, non sarei in grado di organizzare finte polemiche con un blogger, anche perché, parliamoci chiaro, del numero delle visite non mi frega proprio un tubo! :)

      Elimina
  3. Che poi questi rapper potrebbero scambiarsi i messaggi tra di loro, invece di asfissiarci con le canzonette sui loro gusti e diatribe. Come dici? Ah, già: non venderebbero e non ne parlerebbero abbastanza. Giusto. Ci vuole un sacco di pazienza...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa quanta pazienza ho io, costretta ad azzupparmi quotidianamente tutto un repertorio di schifezze ascoltate dai miei figli! Meno male che abbiamo un pianoforte in casa, che qualcuno ama suonare, nonostante tutto: la musica classica è una salvezza! :D

      Elimina
  4. Infatti, di grandi scrittori che infangano altri grandi scrittori qui, nel 2019, ce ne stanno a sfilze. Tutta gente di tanlento, eh. E che talento di lingua! Da smettere all'istante di leggere o di non inziare a leggere proprio. Proprio nell'epoca moderna dove capolavori non se ne sfornano manco se studiati a tavolino, credo che dovrebbero un po' restare più in silenzio, ma poi non avrebbero pubblicità e non venderebbero, come se vendere tanto vuol dire essere bravi. Si è bravi sì, ma a vendere. Certo ci sono casi di bravi scrittori che vendono pure tanto. Tanto di cappello. E ne conosco diversi, però non sono gli esempi a cui penso quando mi viene davanti la parola "best seller". Hai proprio ragione, oggi la gente ha l'insulto facile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se sei sulla bocca di qualcuno, cammini su una corsia preferenziale.
      Forse dovremmo adottare questa strategia, ne avessimo il coraggio!
      Dissing fra esordienti :D, magari qualcuno trova il modo di svoltare, finalmente!

      Elimina
    2. Ma tu sei poi sicura di riuscire a gestire la svolta? Io credo di no. Finirei per diventare come non vorrei essere. I soldi e la fama mi darebbero alla testa, credimi. Oltre al fatto che non saprei controllare e gestire e commentare e seguire orde e orde di lettori e lettrici :D

      Elimina
    3. Neanch'io saprei gestire la svolta. Addirittura mi terrorizzerebbe un riflettore tutto puntato su di me con incontri pubblici, presentazioni, interviste... No no e che se la fiderebbe! :)

      Elimina
  5. questi screzi,in versi o in musica,
    secondo me sono il modo dell'essere umano di sublimare il proprio ego..in lotta paradossale contro la propria precarietà.
    vogliamo solo essere,dopotutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, però si può essere anche senza aggredire il prossimo; la verità è che c'è finzione pure nell'offesa gratuita e questo è squallido; tutta questa ostilità finta è essa stessa un'offesa a quella voglia di sublimarsi di cui parli tu.

      Elimina
  6. Mi è piaciuto molto il tuo post, un excursus inter-curriculare nel dissing, tra storia e storie.
    Sì, forse si è persa la classe, tutto qui.
    Oggi le sottigliezze hanno lasciato spazio a vocioni stradaroli, un po' più sguaiati.
    Peccato, perché si rideva di più prima :)

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie. :)
      Il rock di un tempo aveva le sue derive, però mi sembra che oggi ci sia un totale vuoto di ispirazione dunque di contenuti: nei testi non solo manca la classe, ma non c'è proprio un significato; sono sempre più spesso mappazze di parole che vorrebbero essere d'effetto e invece sono solo ridicole. E poi è vero, prima si rideva di più, ma di gusto, ora si ride per nascondere l'imbarazzo.

      Elimina
  7. Senza offesa: il tuo post mi sembra pieno di caxxate belle e buone...
    (MODALITA' DISSING: OFF)
    Paura, eh? Stavo a scherza'... :-D :-D :-D

    Non saprei dire se esiste il dissing blogghistico. Direi di no. Però ammetto che certi blog "parlano" della persona che sta dietro (il blogger): non è tanto il singolo post che viene scritto, ma è lo stile, la scelta delle parole, il modo con cui vengono scritti certi concetti. Persino la veste grafica "parla": non dico in termini di bellezza ma di come vengono organizzati i contenuti, la cura con cui vengono disposti.
    Insomma: ho la sensazione di capire come è fatta una persona dopo un po' che seguo il suo blog...

    ...e naturalmente alcuni blog mi urtano epidermicamente mentre altri no. Hai presente quando vedi una persona per la prima volta nella tua vita ma hai subito la sensazione di conoscerla da sempre? Scatta l'intesa, che magari è reciproca perché energeticamente ci s'intende al volo.
    Il tuo amico Emme ha una precisa spiegazione per questo: ma cosa te la dico a fa', che tanto non ci credi? :-P

    Ora, tornando a noi: so che vorrai sapere quali sono i blog che mi urtano. Ma non ci casco: non voglio iniziare a fare dissing blogghistico. :-P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Avrei detto : Quoque tu, Darius! e ti avrei mandato in giro per i culi altrui :D :D

      Un autodissing inconscio: non dico come sono, ma mi faccio conoscere in base a come mostro ciò che dico, dunque se sono un rompiscatole cronico e ho un blog, il mio blog parla per me. Può essere: sarebbe come un invito rivolto ai lettori di "dissarmi" con molta franchezza. :D

      (Io, con questo Emme, ci voglio parlare!)
      Con te sarebbe impossibile inventarsi un dissing!

      Elimina
  8. Penso che l'unico rapper che riesco a sopportare è Jovanotti. Gimme five, all right! Che oramai non è più un rapper. :D
    Almeno nella musica mi piacciono più le melodie che le parole, quindi se devo scegliere tra rap e classica, scelgo classica, anche se non ho un pianoforte (ma tutti i cd di Allevi invece si).
    Non ho seguito nemmeno le diatribe del metal, che in fondo conosco poco anche quel panorama. Certo fa strano sentire della pista di formiche e aver visto qualche anno fa la serie The Osbournes con Ozzy in persona che cercava di educare severamente i propri figli (una bella sfida, quando tu alla loro età hai fatto il peggio del peggio! da sbellicarsi dalle risate!)
    Non sapevo nemmeno di questa diatriba letteraria tra Dante e Forese (vedi che i professori si dimenticano sempre le parti più divertenti? quanto starebbero più attenti i ragazzi in classe con questi risvolti succulenti? :D ). Mi fa sorridere perché in anni e anni di evoluzione, l'Uomo alla fine sempre col righello in mano a prendersi le misure, per dimostrare di valere qualcosa. :D
    Dissing blogghistico non ne ho visto. Un conto è avere opinioni differenti e discutere su quelle, un altro è offendersi a livello personale, scendere sul personale dimostra di non avere argomenti validi. Questo non l'ho mai visto. Ho letto critiche pretestuose, basate sul niente, tra autori in self, qualcuno nascosto da pseudonimo e da account falsi duplicati. Ma anche lì sembrava di essere tornati alle misure col righello... ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Te ne dico un'altra, a proposito di quell'Osbourne lì: sempre nella stessa occasione, si racconta che il leader dei Motely Crue abbia mollato la sfida, quando l'altro pazzo urinò a terra e leccò la sua stessa urina 0_0 . E poi anch'io vedevo la serie e ridevo delle goffaggini di questo personaggio tanto assurdo (altra chicca: a un concerto staccò a morsi la testa di un pipistrello). Chiusa parentesi VOMITO! Rilassiamoci con un po' di musica classica!
      Quella di Dante è una chicca gentilmente offerta dagli studi di mio figlio ed è anche la fonte d'ispirazione di questo post.
      Per quanto riguarda il dissing blogghistico, trovo che sia una cosa sciocca e ridicola, se anche dovesse esistere: lo scambio di opinioni non dovrebbe mai scivolare nella polemica sterile o coinvolgere in prima persona chi esprime certe idee. In questo ci sarebbe dell'immaturità che mi allontanerebbe, come di fatti in alcuni casi è capitato.

      Elimina
  9. Il dissing blogghese esiste eccome, anche se molto spesso viene camuffato e spacciato per semplice coincidenza.
    In ogni caso, queste rivalità fra colleghi mi hanno sempre infastidita.
    Resto dell'idea che per emergere basti mostrare il meglio di sé mille volte, poi cento, poi ancora mille, poi di nuovo cento (Catullo non mi è mai dispiaciuto), piuttosto che screditare gli altri.
    Chi mi conosce solo superficialmente può pensare che io sia così piena di me dal reputare inutile il confronto con la gente del mio settore, invece è che proprio non mi interessa, e ne abbiamo già parlato.
    Sono un caso perso?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, affronti il tuo impegno con la serietà richiesta. Penso che persino un blog aperto per cazzeggiare debba nascere da un intenzione seria; ma che un blog sia farlocco in tal senso lo si capisce subito dalla modalità gestione commenti: quelli dicono tutto. E poi, se rileggi la tenzone fra Dante e Forese, ti accorgi che dietro ogni parola c'è una finezza allusiva che induce al sorriso (i due erano grandi amici), oggi volerebbero solo cattiverie, tu sei stata un'involontaria, recente, protagonista di episodi di offese gratuite e in questi casi c'è ben poco da ridere!

      Elimina
  10. Le provocazioni dei rapper piacciono e, a quanto pare, fanno vendere. Non conoscevo il termine "dissing" ma ciò che esprime è ben chiaro, i cattivi con la loro violenza verbale diventano sempre più interessanti dei buoni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La cosa, non dico preoccupante, ma triste è che i giovani, molti, per fortuna non tutti, si nutrono di questa vacuità e pensano che per avere visibilità e successo sia necessario partire dalla provocazione spiccia, dalla volgarità. Senti, io per scrivere queste due righe di post ho spulciato non so quanti testi di rapper di oggi: c'è da mettersi le mani nei capelli!

      Elimina
  11. A me i rapper non dispiacciono... Alcuni li trovo persino interessanti. Dipende. Ad esempio, nell'ultimo anno ho ascoltato con interesse quel certo Anastasio che ha vinto X-factor, oppure Coez che canta cuore-amore-dolore (che tu sai che io un pò ci sto dentro a sta tarantella di dolore-cuore-amore XDD)...
    Per il resto, Marina mia, oggi è scaduto tutto: persino la maniera di insultarsi... Sul dissing blogghistico toccherebbe stendere un velo pietoso, o, per meglio dire, spegnere il pc ogni volta che ci imbatti. Quanto tempo da perdere, quanta vuotezza mentale e di spirito...
    Un abbraccio, amica <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Qualche annetto fa mi divertivano le canzoni di Fabri Fibra, l'altro giorno ascoltavo con discreto apprezzamento Salmo, ma in verità io spesso ascolto la musica in modo superficiale, mi faccio trasportare dal ritmo o dalla melodia più che dalle parole: con le canzoni inglesi mi viene più facile, visto che non capisco i testi (potrebbero dire qualsiasi cosa), con quelle italiane un po' faccio lo stesso, non essendo fan del cantautorato. Allora, ti faccio ridere, ascoltavo questo Salmo: "oh, che simpatico, oh che bel ritmo...", poi parte un bestemmione e io resto con il sorriso congelato: non mi piace più. Punto.

      Elimina
    2. A me piace Coez quando canta ad esempio:

      È un mondo fatto per due
      Come le confezione dello yogurt
      Dentro l'amore c'è una punta d'odio e viceversa
      E ti sei persa
      Siamo così diversi nelle foto
      Schizzi nell'acqua, è solo un gioco
      Vuoi la mia giacca, fa freddo in moto
      Salto nel vuoto, vieni con me...

      Dai, poeticamente urbano 😆😆😆😆😆sto rovinata Marì!! 🤣
      P.s. Però devi ascoltare con la melodia sotto 😌😌😌

      Elimina
    3. Ascolta questa, Irè, ti piacerà:

      “Scriveremmo i nostri nomi sugli specchi
      E se, lo faremo con la punta dei diamanti
      È per sentirci importanti quando saremo vecchi.
      Ma sai che me ne fotte a me dei soldi?
      Io ho solo due motivi e credimi, gli unici.
      Il primo è sopravvivere ancora nei tuoi ricordi,
      Il secondo è vedervi qui sotto con gli occhi lucidi.”

      Questo lo ascolto anch’io: è Salmo. Non male! Questa canzone si chiama S.A.L.M.O. 😉
      Dici che siamo ridotte male? Io, forse, più di te! 😁

      Elimina
    4. UUuhhh *_* la tua mi piace assai assai... Adesso la scarico su spotify...
      No, no, fidati... tra le due, sto peggio io XDD io da te posso solo imparare :*

      Elimina
    5. Allora, già che siamo su spotify, cerca la playlist di Salmo “This si Salmo” e lì troverai belle cose! 😉

      Elimina
  12. Anche i poeti musulmani ingaggiavano delle tenzoni letterarie dove, oltre a gareggiare in bravura, si scambiavano insulti iperbolici vantandosi che il proprio protettore era più importante di quello del rivale. :) Comunque mi sembra che la distanza tra "duelli" come quelli tra Dante e Forese e i testi delle canzoni di oggi sia abissale. E ho sempre l'impressione che sia tutto finto più della plastica, compresi i talk show televisivi.
    Sul dissing tra blogger, ho letto insulti da far accapponare la pelle, altro che spazio virtuale...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. An vedi, pure i poeti musulmani! :)
      Sì, comunque, lo dicevo anch'io: nelle tenzoni c'era un'eleganza di base, anche nel dirsi cose estreme, comunque c'era dell'ironia, c'erano le basi per farsi poi una risata. Adesso c'è solo una volgarità spiccia, che serve a portare soldi, perché pure io sono convinta che sia tutta una messinscena e , francamente, sedersi a tavolino per concordare "tu mi mandi aff.., io ti do del c.." è anche peggio dell'effetto prodotto.
      Ho visto di cosa può essere capace qualcuno che, punto nel vivo, si esprime in rete con tutta l'acrimonia di cui è capace e non è un bello spettacolo, decisamente.

      Elimina
  13. Mi è piaciuto molto questo post che ci ricorda che alcune cose esistono da sempre. Un mio contatto ha messo du FB un carme di Catullo spacciandolo per un testo trap e qualcuno si è scandalizzato davvero.
    Certo, anche il peggior Dante è ad anni luce dal miglior rapper del momento, ma lo spirito di certi testi, alla fine, è sempre quello...

    RispondiElimina