Il Natale non piace più.
Troppe luci, troppe canzoncine, troppi addobbi. Un’atmosfera nella quale si fa fatica a entrare, presi come si è da problemi, malinconia, demotivazione, stanchezza.
Solo gli occhi di un bambino riescono ancora a cogliere la magia di un momento dell’anno tanto speciale, quelli attenti che i pacchi sotto l’albero aumentino o che nelle letterine a Babbo Natale ci siano scritte le cose giuste, se no chissà cosa arriva, che magari non è voluto.
Solo gli occhi di un bambino riescono ancora a cogliere la magia di un momento dell’anno tanto speciale, quelli attenti che i pacchi sotto l’albero aumentino o che nelle letterine a Babbo Natale ci siano scritte le cose giuste, se no chissà cosa arriva, che magari non è voluto.
A noi adulti il Natale svuota i portafogli, ai più piccoli insegna che il valore di una festa si concentra su un pacco regalo.
Il cugino del Grinch abita nel mio armadio. Lo tengo segregato perché non voglio che rovini il Natale che amo, quello spirituale che vivo da cristiana e quello “mondano” che a me mette allegria: adoro l’albero, mi piace riempire la casa di ninnoli natalizi (che creo apposta con le mie mani), camminare per le strade sotto le luci sfavillanti delle luminarie, guardare le vetrine dei negozi imbellettate; in più, non è Natale, per me, se non entro in tutte le chiese ad ammirare i presepi.
L’8 dicembre apro le porte a un mese speciale e le chiudo il 6 gennaio, quando ripongo palle, ghirlande e addobbi dentro le scatole di cartone e metto tutto in groppa alla Befana, che se le porta via.
Eppure, puntualmente, ogni anno, la cinica creatura non può fare a meno di venire fuori, quando arriva il momento di pensare ai regali, quando arriva quell’odioso onere di fare liste e raccogliere istanze e desideri, demandando a un panciuto uomo con la barba, vestito di rosso, la bugia di distribuire felicità nelle case di tutto il mondo.
Non riesco a tollerare - proprio non ci riesco - l’idea che a Natale si debbano fare doni che prosciugano intere tredicesime e richiedono sforzi di volontà sovrumani.
Protagonisti principali: i bambini.
Caro Babbo Natale, quest’anno che sono stato buono, voglio che mi porti il Lego Star wars Confidential, multicolore, che l’anno scorso ti sei sbagliato, mi hai lasciato sotto l’albero l’Imperial dropship e non era quello che volevo.
Tutto nasce dall’esigenza di regalare “cose utili”, perché, invece di accatastare sotto l’albero pacchetti contenenti cretinate, è meglio fare un regalo importante che svincoli amici e parenti dall’incombenza, noiosa, di cercare l’idea carina e originale adatta a quella persona. E allora vai con biciclette, console di ultima generazione per videogiochi, dispositivi elettronici, cellulari super performanti, giocattoli che, a prezzo pieno, superano le centinaia di euro.
E il dramma, poi, dei figli delusi che scartano un regalo diverso da quello desiderato, diventa trauma, quando i genitori accusano Santa Claus di essere un vecchio rimbambito.
Le lettere a Babbo Natale sono liste nozze che, per non scontentare gli “Aventi Diritto al Regalo più Bello e Costoso” richiedono partecipazioni collettive, per cui si è costretti a cercare Partners, qualcuno che si associ e contribuisca alle spese, così nel biglietto che accompagna il regalo si trova una lista di nomi lunga quanto uno scontrino di supermercato:
“Auguri da:
zia Maria,
Roberta,
Fausta,
la cugina Anita,
Carlo e Laura,
zio Jonathan da Londra,
zia Vittoria da Siracusa...
il cane Fufi di nonno Salvatore.”
“Auguri da:
zia Maria,
Roberta,
Fausta,
la cugina Anita,
Carlo e Laura,
zio Jonathan da Londra,
zia Vittoria da Siracusa...
il cane Fufi di nonno Salvatore.”
I beneficiari del regalo andranno a letto soddisfatti, ma si ricorderanno mai dei beneficianti? (Che poi i regali comunitari sono una salvezza per chi aderisce senza incaricarsi di provvedere all’acquisto: deve solo allungare una mano sul portafoglio e offrire la propria quota. E si è tolto il pensiero.)
Okay, concediamo il lusso almeno ai figli,
[Sbagliato: si viziano. E poi, per il diciottesimo compleanno, che gli regali, un viaggio in prima classe sulla luna? - sbraita il diavoletto sulla spalla]
ma quando hai anche nipoti e ne hai tanti e devi piazzare sotto l’albero regali per tutti, anche venti/trenta euro per ciascuno diventano una spesa notevole. Se poi superano quella cifra, ti rivolgi a una Banca.
Nella sua letterina a Babbo Natale, mia nipote ha chiesto “Live Pets Very Love Peluche interattivo con accessori” e Babbo Natale ha designato gli zii come suoi rappresentanti in terra romana e gli zii lo hanno cercato, il Live Pets Very Love Peluche interattivo con accessori, mettendo tra le priorità la visita in quasi tutti i punti vendita di giocattoli della Capitale. E non lo hanno trovato da nessuna parte, scorte esaurite dappertutto e nel fine settimana arrivano a Roma cognati, suocera e nipoti e sotto l’albero quel coso di peluche very love interattivo tutto accessoriato non ci sarà... Il piano “alternativa”, ha messo in crisi zii e assetti vari, più della ricerca del giocattolo desiderato.
Ma si può vivere lo stress del regalo natalizio?
Il Grinch sbuffa, medita il boicottaggio dei doni pilotati, vorrebbe fare la guerra al consumismo esasperato, eliminare lo sfarzo delle pretese: a Natale si fanno i pensierini e si fanno secondo le possibilità e con piacere, non per obbligo e con l’ansia.
Ma se, per esempio, ci accontentassimo solo degli auguri? Non sarebbe cosa buona e giusta? Sapremmo dare valore vero a una festa che, per sua natura, dovrebbe esaltare l’umiltà, anziché ignorarla del tutto.
E mentre scrivo, ricevo un messaggio di mia cognata, che solleva gli zii dall’incubo della ricerca del regalo per una delle nipoti: mi manda lo screenshot dell’ordine fatto online di un sostituto dell’introvabile cane di peluche. Che si sa che Babbo Amazon è più veloce e non delude mai: è giovane e attento, viaggia col turbo nelle renne e ha la capacità di accontentare chiunque, senza spreco di cartoncini colorati e francobolli.
Il numero dei regali è decisamente dalla mia parte: sei in tutto. Non mi lamento, e apprezzo il regalo che faccio ai miei di scegliermi il regalo, così non si stressa nessuno, e io evito di ricevere cose che non mi interessano. Che poi mio figlio il regalo me lo fa comunque, e ci azzecca, come sempre. :D
RispondiEliminaSei fortunata. Io vengo da famiglie numerose e proprio per questo, ai miei tempi si usava regalare piccole cose: era bello comunque. Ricordo la mia collezione di gommine profumate: sotto l’albero, un anno, ho trovato un set stupendo di gommine con le forme dei frutti. Ero felice.
EliminaI miei figli, quando erano piccoli, mi regalavano poesie. 😁
Ah, ma allora mi sei venuta dietro a braccio! :)
RispondiEliminaOssia, resta il fatto che vivi il Natale recuperandone il valore, in questo fai benissimo. Mi piace tutto quello che fai, anzi avrei bisogno proprio di persone entusiaste del Natale come te. Poi, come vedi, la "giobba" del Natale coglie pure te quando comincia la tenaglia dell'obbligo. È di fatto una cosa insopportabile. Io ho progressivamente ridotto i miei regali ai nipoti fino a all'osso. Soprattutto a una femminuccia ingrata, amore con amor si paga. Mi piace volare basso, mi riservo un low profile, dopo aver trascorso giorni in Natale passati a cercare regali carini, veramente cuciti sulla persona, per vederli poi gettati in un angolo. Eh no, così non si fa. Sorvolo sul vedersi ricambiati qualche straccio di regalo, stendiamo un velo pietoso. È uno dei motivi per cui mi è diventato simpatico quel Grinch lì.
Non ho perso il gusto di comprare qualcosa di carino a qualcuno verso cui nutro un profondo affetto, e questo è importante.
P. S. Ma poi perché lasciare che i bambini scelgano? Che tristezza.
Infatti, sappi che questo post ha ricevuto la spinta anche di quel tuo messaggio al quale ho risposto. 🙂
EliminaEsattamente quello che accade a me ogni anno, da quando ho nipoti piccoli da accontentare. Che poi, la notte di Natale, scarta questo scarta quello, si perde il conto di chi ha regalato cosa.
Tutto ciò, per me, è terribile!
Non parliamo di regali che fanno una brutta fine!
Davvero, questo è il capitolo più detestabile del Natale!
Questo post è proprio nelle mie corde. Quando hai tempo leggi il mio post su Facebook di oggi.
RispondiEliminaQuello sul blog, invece, te lo sintetizzo.
Lorenzo desidera Batman, ma non ho voluto comprarglielo. Allora ho optato per altro, certa di farlo felice, perché lui si esalta davvero per poco. E spero che rimarrà così anche crescendo. Io, in fondo, lo sono da 32 anni.
A proposito dell'aspetto religioso, io detesto anche feste in pompa magna e regali costosi per i sacramenti (eccetto il matrimonio).
Quando frequentavo le medie, i miei compagni non vedevano l'ora di farsi la cresima per ricevere il computer, il cellulare, ecc.
Scandaloso, non trovi?
Per fortuna nella mia famiglia son tutti "strani" come me.... 😉
Sì, ho in odio anche tutto il teatrino che consegue alla ricezione dei sacramenti: Prima Comunione e Cresima, con cene matrimoniali e invitati che non puoi trascurare se no si offendono. Avevo voglia io, da catechista, di sensibilizzare i ragazzi all’importanza dell’Eucaristia! Quelli avevano solo un pensiero: lo stesso dei tuoi compagni delle scuole medie. ☹️
EliminaHo letto stamattina il tuo post su Fb, ecco, quelli sono i pensieri verso cui si arriva alla commozione, fatti col cuore, sentiti e personalizzati. Sono i regali che io amo fare e, se possibile, ricevere.
Con i miei figli ho sempre scelto una via di mezzo: anche loro, per Natale, erano attratti dai giochi grossi, allora noi facevamo così: regalavamo a ognuno di loro cose abbordabili, sempre nelle loro corde, chessò un set di pastelli per mio figlio che ama disegnare (e lui era felicissimo, eh), uno spartito di pianoforte per l’altro e poi Babbo Natale portava un regalone per tutti e due (fatto da nonni e zii).
Adesso, che sono cresciuti, risparmiamo anche in spazio: buoni libro per tutti. 🙂
Sono una bambina traumatizzata dalla disorganizzazione di Babbo Natale. E la colpa non è mia. Ovvio che se chiedi ad un bambino cosa vuole per Natale, dopo aver visto fior di film dove lo stesso omone rosso non esaudisce solo desideri ma compie veri miracoli, quel povero bambino risponderà con il giocattolo dei suoi sogni, quello che considera inarrivabile in altri momenti, perché gli stessi genitori gli rispondono che "solo Babbo Natale può". Fecero così anche con me, di fronte ai parenti però, e non volendo sfigurare, mi accordarono di chiedere il mio sogno proibito, la villa di Barbie. Già era tanto se avevo una Barbie. Dopo un pomeriggio passato dagli zii, i miei genitori rientrarono dicendo che Babbo Natale aveva fatto l'impossibile, ma la villa non si trovava. In cambio, mi aveva mandato due vestitini per la Barbie, ma fatti sulla misura di un'altra bambola, credo Candy Candy. Le stavano di merda, alla mia Barbie. Va beh, ha troppi bambini a cui stare dietro, e io non sono tra i più sfortunati. Tornando a casa però, l'auto è in fila nel traffico, passiamo davanti al negozio di giocattoli più famoso della città e la villa è lì, dietro la vetrina. Ho tirato un urlo. Eccola! Ma perché Babbo Natale non ha preso quella? E' lì! Piansi, perché mi sentivo tradita. Babbo Natale era un vecchio rincoglionito e basta. Non ti dico poi quando tornai a scuola e la mia amichetta, non proprio amica, aveva ricevuto proprio la villa da Babbo Natale. E' faticoso spiegare la democrazia ad un bambino, men che meno la meritocrazia.
RispondiEliminaQuando scoprii tutto quello che stava dietro a Babbo Natale non andò meglio, perché iniziavo a comprendere bene la matematica e il valore dei soldi, e soprattutto lo schiaffo feroce di una bugia. Capii che la villa non costava poi così cara, che i sacrifici fatti erano solo per soddisfare altri ego. Ma ancora oggi mi fa male quella bugia. I bambini preferiscono la verità con le sue chiare motivazioni. All'epoca bastava dirmi che anche i genitori compartecipano al regalo e che loro non potevano permettersi quel giocattolo. Tanto il trauma, che ancora oggi guardo nell'usato su Ebay se trovo quella villa, purtroppo è una rarità e costa mezzo stipendio oggi.
D'altro canto, vedo quanto durano questi giocattoli costosi oggi, forse un mese, al massimo sei. E poi si riparte con la corsa al prossimo desiderio. Avrei reagito ugualmente? Credo di no, all'epoca non avevo proprio niente. Ora anche quando siamo convinti di avere poco, abbiamo già il superfluo. E le cose che restano nel tempo sono altre, a volte insignificanti e intangibili. Come il pomeriggio di Santo Stefano che giocammo tutti insieme per tre ore a Monopoli, con tutti gli zii. Momenti che non tornano più.
Bello questo tuo commento. Merita uno spazio a sé, sembra un’eco Natalizia! ❤️
EliminaHo un ricordo simile: la roulotte di Barbie, che avevano le mie cugine e che io guardavo sempre con gli occhi a cuore, sperando che a Babbo Natale arrivasse quel mio desiderio. Neanche a dire che non è mai arrivato e io ho continuato a giocare con la roulotte delle mie cugine!
Però, una volta, sotto l’albero ho trovato il regalo più bello ed esclusivo che potessi sperare di ricevere: mio nonno mi aveva costruito con il legno tutta una stanza per le bambole, che era un sogno, con letto, comodino, armadio... il letto aveva pure cuscino imbottito e copriletto. L’anta dell’armadio aveva un inserto in velluto e la cassettiera era con lo specchio. Lo sai che, ancora adesso, dopo quarant’anni, riesco a ricordarmi l’odore che facevano il legno, la colla e la vernice... e la mia felicità quando giocavo con le Barbie e tutte le mie amiche mi invidiavano quei pezzi unici? 😍
sono d'accordo con te, mapperò mi interrogo sulla responsabilità di noi genitori. un discorso lungo e noioso (e poi, oh, ognuno fa il genitore come crede) che riguarda l'educazione al natale. al natale, non ai regali, alla festa commerciale. credenti o no, il natale ha un senso culturale olistico che non si esaurisce con la nascita di gesuino bambù e anzi, sempre rivalutando la cultura più alta della festività, non ha proprio nulla a che vedere con gesù, ma con una tradizione ben più spaziosa.
RispondiEliminaah, va da sé che queste cose le penso oggi, quando i miei figli erano più piccoli partivo alla ricerca del regalo che più avrebbe soddisfatto i loro desideri.
Io vivo e mi godo due Natali: quello religioso, al quale do un valore molto intimistico, la messa della notte di Natale mi emoziona sempre, la bellezza di un momento che per me, credente, vuol dire molto...; ma anche quello “laico”. Ho sempre cercato di trasmettere ai miei figli l’importanza di entrambi i significati del Natale e, insomma... adesso hanno un’età in cui di messe e preghiere hanno poca voglia, ma mi auguro di avere comunque seminato bene.
EliminaSul versante regali, ho provato a stare in equilibrio sul filo della normalità (vedi risposta al commento di Claudia): al di là di tutto, io tengo molto alle tradizioni e non mi piace che il senso culturale di una festa così bella si riduca solo alla ricerca spasmodica di un regalo.
Due settimane alle Maldive, da Natale alla Befana: costano meno, migliorano umore e salute, forniscono un'ottima scusa per non spendere in regali (agli altri). Vuoi che non ci sia almeno una chiesa con annesso presepe, in tutte le Maldive?
RispondiEliminaLo sai che per un attimo... solo per quell’attimo, chiudendo gli occhi, mi sono vista con un Babbo Natale in costume da bagno a sventolarmi sotto una palma... e io a segnare su una cartina le chiese dove trovare un presepe tropicale, con pastori in tutù di paglia e la Madonna con un casto pareo? 🤩
Elimina...io la coltivo già da un po', quest'idea della fuga tropicale. E' valida, ma la puoi usare solo un anno. O meglio: dipende dal portafoglio. :-P
EliminaIn caso di bisogno, Darius, io i tropici sono capace di trovarli persino a X. (X = il posto più sfigato a circa due ore d'auto da casa. Meno no, che poi ti dicono "vieni qui a pranzo/cena e poi torni a X: checcevò?")
EliminaPensieri in perfetta sintonia con l'imminente Panic Saturday! :-P
RispondiEliminaChe è, perché sai che è in arrivo la suocera? 🤪
EliminaNo. Il Panic Saturday è l'ultimo sabato prima di Natale: quello in cui tutti impazziscono a cercare il regalo dell'ultimo minuto.
EliminaIo sto impazzendo da quasi un mese, mi sa che l’ultimo minuto me lo godo mandando aff... (shhh, che siamo a Natale!) regali e biglietti di auguri! 🤯
EliminaAh, io ormai sono fuori dalla mischia. Chiedo a mia figlia che regalo vuole (ormai non ha più l'età per Babbo Natale) e non faccio regali a nessun altro (neppure io ne voglio, eh! Quando mi accennano al natale subito faccio precisazione: "Non voglio regali! Non fatemi nulla! Vi esento ufficialmente dal mandarmi la centocinquantesima acqua di colonia o la novantasettesima cravatta che tanto non indosserò mai!")
RispondiElimina... e comunque prima o poi lo devo passare un natale all'estero, in qualche paese dove il natale non si festeggia ;-)
Un’altra terribile cosa è il regalo a caso: cioè, il pensiero è bello quando rispecchia la personalità del destinatario, ma non rischi se non conosci gusti e abitudini di quella persona. Se so che ti piace leggere e non conosco il tuo genere preferito, ti regalo un buono: sarà piccolo, quasi insignificante, ma in quanto a valore non teme confronti! Invece ogni anno ricevo libri: che rabbia! Regali perfetti, ma con una pecca terribile: sono sempre gialli! 😩
EliminaNon so se piangere, ridere o provare a spiegarti il mio punto di vista. ;)
EliminaV.
Perché, tu cos’hai da rimproverarti? Ti assicuro io: NULLA!
EliminaSono capace di distinguere una persona che pensa a me nel modo giusto da una che pensa a me perché è obbligata a farlo, senza alcuno sforzo.
Comunque, buone feste a te e alla tua famiglia Marina :-)
EliminaAuguri, Ariano, Buon Natale anche a te e alla tua famiglia! 🤗
EliminaNon mi piace, il Natale così, svuotato di tutto. Che una famiglia sia religiosa o meno, non si dovrebbe perdere contatto con ciò che è, alla base, e lo spreco/consumo/acquisto senza freni non è contemplato. Faccio sempre meno regali, e solo sentiti. Dovremmo tornare all'essenza delle cose, più che alla produzione sfrenata di materiale che poi buttiamo via.
RispondiEliminaDetto ciò: tanti auguri, Marina! ^_^
Sei andata all’essenza del mio discorso.
EliminaTanti auguri, Monica! 🤗
Io sono Grinch di indole, non ho bisogno di aspettare Natale. Non mi piace ricevere regali (però mi piace ricordare a mia madre - come facevo anche con mio padre - e a Lui cose tipo: lo sai che fra un po' è il mio compleanno? cosa che faccio in un periodo qualsiasi dell'anno solo per vedere la loro espressione in quell'attimo in cui ancora non realizzano che è proprio lontano. Da qualche anno lo faccio anche in prossimità del Natale con frasi tipo: quest'anno non passa eh! VOGLIO i pacchetti sotto l'albero! Tanti, vari e con i bigliettini! Poi li rassicuro sul fatto che tanto non ci sarà un albero e quindi venendo a mancare la condizione del "sotto l'albero" viene a decadere anche la conseguenza dei pacchetti). Però mi piace farli e so che questa cosa può mettere in difficoltà chi li riceve (che non di solito non può ricambiare, non gli è permesso, è condizione vincolante per chi riceve il regalo). Soprattutto perché non faccio regali per dovere ma pensieri per piacere. Sono fautrice del biglietto di accompagnamento all’oggetto regalo però l’oggetto ci deve essere perché diversamente non so esprimermi. Non aspetto Natale per fare i regali però colgo l’occasione se posso. E tanti auguri.
RispondiEliminaV.
Intanto sappi che la V. mi riempie di gioia. 🤗
EliminaPer me sei il Grinch più bello: non vuoi ricevere nulla, ok (che frustrazione, però, per chi ti vuole bene!), ma quando dai, si vede proprio che lo fai col cuore. So di cosa sto parlando 😉.
Ti abbraccio foooorte! 😘
C'è un Grinch in ognuno di noi, credo sia risaputo, farlo uscire dipende da noi, e comunque anche Il Grinch ha un cuore, insomma è normale, per noi adulti non è più come una volta, tuttavia Natale è sempre Natale ;)
RispondiEliminaSì, sono i famosi due lati della medaglia! 🙂
EliminaMa, alla fine, mi godo la parte bella del Natale e il resto lo butto in un post! 😉
A Natale si scatena una specie di follia collettiva. Ma chi l'ha detto che bisogna farsi a tutti i costi i regali? Mia mamma mi racconta sempre di quando riceveva per S. Lucia due mele, o una bambola di stoffa con gli occhi disegnati, ed era più contenta dei nostri (nevrastenici) figli. Da qualche anno mi sono messa d'accordo con gli amici, si fa una donazione a qualche ente caritatevole che sostituisce il regalo. Detto questo... i miei auguroni di Buon Natale!
RispondiEliminaBellissima idea, la donazione! ❤️
EliminaTanti auguri di buon Natale anche a te, cara Cristina!
Cara Marina, quest'anno il grinch ha colpito anche me. La lista dei regali che ho fatto si limita ai miei figli e ai miei genitori, per lo più ho regalato prodotti alimentari fatti da me come pensierino senza obbligo di restituzione dono. Odio lo spreco, detesto il fare le cose solo per convenzione e soprattutto correre in un negozio e comprare qualunque cosa perchè devo ancora fare il regalo. No, questo non è Natale, questo è sprecare tempo ed energie in cose inutili. Ho scelto di fare due donazioni, anche se non ingenti invece di comprare regali vuoti sperando di aver contribuito a rendere felice questa occasione ormai solo più commerciale. Dunque Auguri, carissima, che sia davvero un Buon Natale.
RispondiEliminaTutti dovrebbero essere motivati dal tuo spirito natalizio! I pensieri fatti in casa, compresi i prodotti alimentari, sono una splendida idea! Brava!
EliminaChe sia un felice Natale anche per te. Baci. ❤️
Passo a farti gli auguri per il 2020, Grinch o non Grinch, che l'anno nuovo ti sorrida!
RispondiEliminaIl Grinch è di nuovo dentro l’armadio. 😉
EliminaTanti cari auguri di Buon Anno anche a te!
Mai come quest'anno ho avuto il Grinch attaccato a me, questo Natale è stato così faticoso che quando è passato ho tirato un sospiro di sollievo, i soli beneficiari dello spirito natalizio sono stati i due bambini di mia nipote di due e quattro anni, due frugoletti che ho riempito di baci e di regali, ma vederli felici era una vera gioia.
RispondiEliminaAnch’io in compagnia di nipoti piccoli, una gioia, ha ragione!
EliminaIl Natale, in fondo, è la loro festa: per noi, forse, è diventata più una missione. 😂
Comunque, passato tutto, ho rinviato l’appuntamento con il Grinch all’anno prossimo.