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giovedì 12 dicembre 2019

La mia cinque giorni (meno uno) a “Più Libri Più Liberi” 2019



L’ultimo ricordo che ho della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria risale al 2017, quando, accodata a una fila di persone, che dai cancelli di entrata del Roma Convention Center avanzava verso l’ingresso con la lentezza di una processione, recitavo l’om per tenere al guinzaglio la calma.

Dopo la latitanza del 2018 al grido di “PLPL, non mi vedrai mai più”, ho ceduto alla tentazione e ho lasciato che la locandina dell’evento per il 2019, sbandierata dappertutto, mi riconquistasse senza troppa fatica.
Soprattutto, quest'anno l'avventura sotto La Nuvola di libri è partita con una novità: “Dobbiamo sentirci, perché tu DEVI fare una cosa”- mi ha detto al telefono Simona Scravaglieri, blogger di Letture Sconclusionate e io usa obbedir tacendo, tacendo ho seguito, sotto la sua guida, la procedura richiesta per ottenere l’accredito professionale; così, con il mio pass nominativo al collo, che devo alla lettrice più cool del web, mi sono trasferita alla Fiera del libro per quattro giornate su cinque. 



“Più Libri Più Liberi” è iniziata mercoledì 4 dicembre e si è conclusa domenica 8. Vi racconterò la mia esperienza in un post unico (sebbene molto oltre gli standard di lunghezza di questo blog), perché voglio trasmettervela nel modo in cui io l’ho vissuta: tutta d’un fiato.

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GIORNO 1: MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE


Quando arrivo all'EUR, il cubo con la vetrata da cui si intravede l’opera architettonica di Fuksas mi mette subito di buon umore e non è l’effetto dell’entusiasmo da lettrice che sta per entrare nel paese dei balocchi, bensì la visione celestiale dell’enorme area, all’ingresso, miracolosamente vuota, che non mi rinnova il pessimo ricordo del pomeriggio di due anni fa.
Certo, non è sabato e sono le 11:30, però camminare baldanzosa verso l’entrata ha qualcosa di solenne; in più, sono in ottima compagnia: Simona ha preso le ferie per spararsi questa vacanza culturale e Maria, una cara amica di letture condivise, sa che si stancherà, ma godendo un sacco - dice con un gran sorriso (che, poi, è l’aspirazione di tutti, in presenza di kermesse così impegnative.) 
Entrambe sono pericolose spacciatrici di titoli di libri e devo ignorarle, se non voglio tornare a casa col portafoglio vuoto; infatti, cerco di non farmi tentare dai loro immediati acquisti compulsivi, provando a seguire un programma preliminare di adattamento: prima mi guardo attorno e dopo scelgo che libri portarmi a casa. 
C’è poca gente e si circola bene. 



Saliamo, scendiamo, piano terra, piano forum, mezzanino, scale mobili per La Nuvola; esploriamo gli spazi della Fiera come invitate a una festa; visitiamo gli stand di case editrici amiche: Black Coffee, Hacca, Lavieri, Glifo, Ėxòrma, Fazi.
CasaSirio, per l’occasione, offre un servizio di guardaroba “inter nos”, che ci salva dalla seccatura di portarci dietro i giubbotti.

La “pausa sigaretta” è obbligatoria, almeno ogni tre quarti d’ora: faccio compagnia alle mie amiche nell’androne esterno, dove ci sediamo sui gradini ghiacciati di una scalinata. “La guida del Tamarro” (edizioni Lavieri), splendido libro illustrato di Massimiliano Frezzato, contiene i preziosi consigli del Dr. Dubacq per migliorare la qualità della vita e ci fa dimenticare che dovremo rialzarci da questi toast di marmo alti cinque centimetri, dove ti siedi e non sai con quale strategia riuscirai, poi, a rimetterti in piedi (Maria ha sperimentato il “metodo corrimano”: per tirarsi su si aggrappa alla barra di ferro che divide la scalinata in diverse corsie; io intimo al mio menisco di non rompere e di non rompersi, soprattutto, e faccio leva sulla gamba sinistra sana: siamo uno spettacolo, alle prese con le nostre acrobazie!)



Alle 16:30, ci accomodiamo nella Sala Antares per seguire la presentazione del libro “Lawrence d’Arabia - I rapporti segreti della Rivolta Araba”, ma il nostro cipiglio intellettuale frana sotto la noia e il mucchio di informazioni inconsistenti fornite dai relatori.

Il primo giorno da blogger accreditata mi ha dato soddisfazione. Torno a casa con tre libri (sono solo all’inizio.)



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GIORNO 2: GIOVEDÌ 5 DICEMBRE

Arrivo in metro nel primo pomeriggio, in tempo per l’appuntamento delle 15:00 presso l’Arena Robinson, dove Anna Maria Patti di @Casa Lettori, l’account Twitter che domina le tendenze, incontra i titolari di altrettanti profili social molto seguiti: @corsierincorsi, @diconodioggi, @giuditta_legge, @letteratume, @libroete. La conversazione è piacevole e spero susciti interesse in molti giovanissimi presenti, perché usare in modo intelligente i social è ormai cosa rara, invece incontrarsi per condividere qualcosa di bello e di serio attraverso la rete è il valore reale che dovremmo attribuire alle piattaforme virtuali.

 Il secondo appuntamento è alle 16:30: nella Sala Antares, seguiamo la presentazione del libro “Cronisti: da cacciatori di notizie a garanti di autenticità” di Paolo Castiglia, argomento quanto mai attuale in una società che si ciba di notizie false e sguazza nella confusione indotta dalla loro rapida diffusione. 


Tiziana Ragni interviene raccontando alcuni aneddoti simpatici, ma io e Maria arricciamo il naso, perché uno ha l’odore delle fake news deprecate: è possibile che una giornalista, che lavora per una testata importante (adesso non ricordo quale) non abbia saputo captare al volo la notizia, che stava facendo il giro di tutte le agenzia ANSA, della morte di un cantante tanto famoso da ottenere il cordoglio della Regina Elisabetta e questo perché non sapeva chi fosse... Freddie Mercury? Daiii, Freddie Mercury!

Rimaniamo sedute ai nostri posti, perché alle 17:30 inizia un altro incontro, questa volta con Giuseppe Manfridi, che parla del suo libro “Le voci di Farm-Hall”. Si tratta di una sceneggiatura sulla particolare vicenda ambientata nel 1945, quando i dieci più importanti fisici nucleari tedeschi vennero segregati per sei mesi in una villetta, Farm Hall, vicino Cambridge e lì spiati da microfoni piazzati e nascosti in precedenza. Nella nota a fine testo l’autore offre un assaggio (i primi due capitoli) del romanzo che seguirà, la cui pubblicazione è prevista in tempi futuri, non lontani. La mia preferenza va alla versione narrativa.

Il lato intellettuale di questa seconda giornata ha dei momenti “ludici”: li definisco così, perché a fronte della professionalità con cui affrontiamo gli eventi in programma (io prendo appunti, Maria e Simona, veloci e bravissime, curano sui social la cronaca dal vivo degli incontri), ci godiamo la spensieratezza del giro in mezzo agli stand delle case editrici e a me strega il tappeto di libri con le copertine più belle.







Intanto CasaSirio ha sempre un “retrobottega” con una montagna di giubbotti, la scalinata “piatta” continua a ghiacciare i nostri culi stanchi, La Nuvola registra un numero accettabile di presenze.
A casa ho un nuovo carico di libri da depositare:


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GIORNO 3: VENERDÌ 6 DICEMBRE

Giungo a destinazione con comodo nel solito primo pomeriggio, sempre in metro, con il mio  compagno di viaggio in borsa: “Lavoro sporco” - Mucho Mojo Club. (CasaSirio Edizioni)


Non riuscendo a raggiungere al cellulare Simona e Maria, arrivate prima di me, approfitto per fare qualche foto alla struttura in acciaio della Nuvola; vista da vicino, è un groviglio di binari sospesi, mirabilmente incrociati in parabole affascinanti, che più che dentro una nuvola, mi fa sentire il passeggero di un’astronave.






Quando ci rivediamo, sono contenta di conoscere Nereia, del blog Librangolo Acuto. Ci spostiamo presso lo stand di Ėxòrma Edizioni, dove Simona, alle 17:30, parlerà del libro “Troppo lontano per andarci e tornare” di Stefano Di Lauro.



Alla fine, io e Maria, dopo avere atteso questo momento tutto il pomeriggio e assecondato la concentrazione di Simona, ci siamo perse il suo intervento ripreso dal cellulare di una collaboratrice della casa editrice, distratte dai titoli esposti sul banco: 




Maria mi convince senza difficoltà a comprare un libro che - lei dice -  devo assolutamente leggere, "Animali addomesticabili" con i racconti di Giacomo Sartori, Marino Magliani e Paolo Morelli e, pochi minuti dopo, porto alla cassa anche quello che mi suggerisce Simona, scritto dall'ultimo dei precedenti autori: "Né in cielo né in terra.
(Che sono pericolose, queste due qui, l’ho già detto?)





L’ultimo passaggio presso lo stand di CasaSirio (che sento un po' anche mia da quando faccio parte del gruppo di lettura che si riunisce ogni mese presso la sede della casa editrice), chiude questa giornata: la necessità di riprendere fiato, l’incubo dei posti a sedere che non ci sono; le cicche di sigarette lasciate nella solita scalinata all’esterno, insieme alle immancabili impronte dei nostri culi sui gradini, sono diventati una routine.
Nessun evento di rilievo, oggi. Intanto, la pila di libri è in crescita:



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GIORNO 4: SABATO 7 DICEMBRE

Oggi torno carica, con un intento ben mirato: presentarmi ad alcune case editrici indipendenti, notate nei giorni scorsi e chiedere loro una collaborazione per la stesura di alcuni post che sto programmando per l’anno nuovo. 
Si sono mostrate tutte molto disponibili, così, soddisfatta, con l’elenco spuntato, i contatti conservati in borsa e le foto nel cellulare, vado all’appuntamento con gli amici di tante letture condivise su Twitter (che rivedo con piacere dopo parecchio tempo.)


I corridoi cominciano a sembrare quelli dei mercatini rionali: prevedibile, siamo nel fine settimana, giorni in cui l’afflusso è maggiore. Il mio strip-tease si ferma alle maniche arrotolate della camicia, i capelli mi pesano sulle spalle, fa caldo, ma lo sbalzo di temperatura, quando prendo aria nella “zona ristoro”, è notevole.

E qual è l’area ristoro della grande Nuvola dell’Eur?
Ma il solito atrio esterno con la gradinata, naturalmente, che gioco forza diventa rifugio di fumatori, di gente che vuole mangiare un panino, di lettori che danno un’occhiata agli acquisti fatti e di disperati con i piedi gonfi.
Perché - e qui mi concedo una parentesi polemica - il Roma Convention Center sarà pure una mega struttura congressuale progettata da uno dei più grandi architetti in Italia, avrà una capienza di oltre 8000 posti, approccio eco-compatibile e soluzioni tecnologicamente avanzate, ma in mezzo a queste soluzioni la più ovvia è stata trascurata: fornire agli ospiti una manciata di panchine, poltrone, sedili, qualunque cosa su cui sedersi in modo civile, anche dentro l’area esposizione, che non siano i gradini minimali di una scalinata o i cinque parallelepipedi disposti lungo le pareti del piano terra, presi d’assalto da adulti e bambini. 
Chiusa parentesi.

Alle 17:30, poiché abbiamo tutti interessi diversi, ci dividiamo: io e Maria saliamo sulla Nuvola, dove nell’omonima grande sala sta per iniziare la presentazione di “The Irishman” di Charleston Brandt, il romanzo da cui Martin Scorsese ha tratto il film.





C’è molta gente, ma riusciamo a trovare posto a sedere. Da lontano punto una persona sul palco: è seduta al centro, ascolta il resoconto del traduttore e poi incalza lo scrittore con le sue domande tra il serio e il faceto. Rido, non per lo stesso motivo per cui sta ridendo il pubblico; rido perché mi trovo di fronte a Pif, proprio all’indomani della mia critica negativa al suo libro e mi sembra una coincidenza da celebrare. Allora mi avvicino, percorro il corridoio e mi acquatto in prossimità delle prime file: scatto foto, registro un paio di suoi interventi. Sembra quasi che la “celebrità”, per me, sia lui, in quel frangente in cui è di crimine organizzato, di rivalità e di connessioni con la politica che si sta parlando. 

Alla fine dell’incontro, stolkero Pif mentre si svincola dalle strette di mano, poi mentre cerca di guadagnare l’uscita, infine mentre si sofferma a parlare con una donna e, quando lui si accorge che c’è una tizia che lo sta riempiendo di flash con l’indifferenza di un paparazzo alla sua prima uscita, mi sento una cretina e mi allontano. In fondo, ma che mi frega a me di questo Pifferaio magico!

Che ve lo dico a fare: ormai quel pezzo di scalinata si è affezionata ai nostri sederi e noi ci siamo affezionate alla sua superficie di ghiaccio, che riscaldiamo durante il consueto quarto d’ora di "pausa sigaretta." Ormai siamo diventate abili pure a rialzarci: oplà! ma la schiena di Simona grida vendetta, quella di Maria le fa eco e io, che potrei scalare ancora una montagna, faccio semplicemente il tragitto fino alla stazione della metro. È tempo di tornare: questa volta in compagnia. Andiamo a cenare tutti insieme e, a parte le mie due fide compagne di avventura, che aspetteranno a casa che mister Aulin e lady Tachipirina facciano effetto, il resto della ciurma si sposta in un locale.


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DOMENICA 8 DICEMBRE ho ricevuto una visita importante e ho rinunciato alla mia ultima presenza, in veste di blogger in missione, a Più Libri Più Liberi.


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Il bilancio è positivo, a parte la lamentela sulle aree relax pochissimo curate e forse una punta di delusione sul programma degli incontri (ne abbiamo trovati pochissimi di nostro reale interesse e su 670 in calendario...), però sì, resta un ricordo da spacciare come il più bello a chiusura di quest’ anno.
E poi è la Fiera del libro, no? E io, adesso ne ho un bel po' da smaltire, che apriranno la mia lista di letture per il 2020.












14 commenti:

  1. ci sono andato per anni e, per anni, l'ho trovata una delusione. un posto in cui, l'amore per i libri, tende in modo sempre meno velato a diventare l'amore per i soldi (degli editori).

    però resta una kermesse importante, soprattutto in un paese in cui, storicamente, si legge poco.

    del resto, pochi speech di rilievo su 670 in agenda, rischiano di essere un termometro della qualità della fiera

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    1. Ho capito che dipende dal punto di vista: se vai come utente lettore, noti quello che dici tu e negli scorsi anni ho avuto la stessa tua impressione; se vai per prendere contatti, raccogliere materiale per gli articoli del tuo blog, conoscere editori ai quali eventualmente proporti, allora entri in un’atmosfera diversa e vivi l’esperienza come un incentivo per le tue attività.
      Gli eventi sì, quelli erano troppo “di nicchia”, almeno la gran parte.

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  2. Ci andai molti anni fa, ma non ho più avuto modo di tornarci. Dopo aver letto il tuo resoconto, quasi quasi, l'anno prossimo...

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    1. Secondo me un’immersione a PLPL va fatta, un anno sì uno no, magari!
      E, potendo, sarebbe meglio non il fine settimana.

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  3. Caspita sembra che tu abbia partecipato a un vero tour libresco, in stile visita turistica delle bellezze del posto in cinque giorni. Sarai fiaccata! Però che bel bottino e che bella immersione, spero ci siano buone letture in quella pila.

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    1. Sì, è stato così: un tour libresco che mi ha lasciato un bel ricordo. Sarà perché l’ho vissuto in modo diverso dalle passate edizioni: quest’anno mi sentivo come a casa mia e andare ogni giorno lì, avere degli appuntamenti prefissati, mi ha fatto entrare in una specie di atmosfera di festa.

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  4. Questa non è una fiera di libri, questa è una challenge di sopravvivenza!! XD
    Il problema delle aree ristoro e dei posti a sedere riguarda tutte le fiere, ahimè. Ci vogliono sempre in piedi a girare come trottole, ma così chi ha qualche difficoltà motoria preferisce stare a casa.
    Però potevi fermarlo Pif! Fossi stata lì con te, con la mia faccia tosta, non ti saresti salvata dall'incontro! Avrei gridato "Talk about the pile!" e minimo si sarebbe girato! Vuoi mettere Pif che viene a commentarti il blog?! :D :D :D

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    1. Nuuu, io timidissima sono!
      Ti devi immaginare che, a due passi da lui, mentre ero intenta a fotografarlo da vicino, si è voltato verso di me e mi ha rivolto un sorriso di circostanza che mi ha raggelata. Una persona di spirito avrebbe colto l’occasione, io lo spirito me lo coltivo in casa e ho girato velocemente i tacchi. E poi che gli dicevo: “oh sai, giusto qualche giorno fa ho scritto che il tuo libro è una boiata tremenda!”? 😁

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  5. Però, un impacco di libri da niente, e in veste professionale! Certo perderti Pif... ;)

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  6. Bellissime le tue foto! E tanti, bellissimi libri! E sopravvivere a una fiera per così tanti giorni è quasi un'impresa sportiva!

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    1. È stato un appuntamento fisso che ha comportato cambiamenti di abitudini vari: i ragazzi si organizzavano per il pranzo, mio marito mi faceva trovare la cena pronta al ritorno... Forse la Fiera mi è piaciuta particolarmente proprio per questo! 😁

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  7. Cinque giorni di seguito in una fiera libresca, complimenti, io non avrei resistito tanto, adesso hai una provvista di libri per metà 2020! Molto carine le tue foto e troppo simpatico l'inseguimento di Pif 😉

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    1. Mi piacciono le fotografie: ne faccio sempre un sacco, ovunque vada. Fissano i ricordi.
      Non mi sono pesanti quei giorni, anzi, se fossero stati di più non mi sarebbe dispiaciuto, semmai un problema sarebbe stato resistere all’acquisto di libri! 😅

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