Pagine

venerdì 20 marzo 2020

Pandemia 2020 - Oggi al supermercato vado io!


Il signore che mi precede nella fila indossa un giaccone imbottito. Gli anziani sono atermici, si sa e sorrido, pensando a quanto sia cretina la mia osservazione in un frangente in cui abbiamo tutti le facce sterili, ligi al dovere e attenti che nessuno faccia un passo che accorci le distanze anti-contagio fra noi.
Ipotizzo la sua avanzata età, si appoggia a un bastone, ha un sacchetto di plastica sgonfio agganciato al polso e sta parlando con qualcuno. I miei occhi cercano indizi: mi accorgo che ha gli auricolari, ma non un cellulare visibile, intravedo due elastici sottili attorno alle orecchie, che reggono una mascherina di protezione verde-ospedale schiacciata sulla bocca. Parla e gesticola: muove il bastone tenendolo ancorato all’asfalto, il gommino della base saldamente piantato a pochi centimetri dalla scarpa. Lo usa come la leva del cambio di un auto: ingrana la prima, poi alza il tono di voce e sposta il gomito indietro, si altera durante la sua interlocuzione con l'ignoto qualcuno e inserisce la terza. Non lo solleva mai da terra. 
Fa caldo e questo signore, intabarrato nella sua giacca pesante, mi crea ansia, più di ciò che tutti insieme, qui, rappresentiamo: la percentuale di persone che finirà nelle statistiche domani, quando calcoleranno in quanti, oggi, si sono recati al supermercato per garantire l’approvvigionamento alle proprie famiglie recluse. Il sole si diverte a togliere l’ombra a quelli che la cercano negli aloni proiettati dai cofani delle auto parcheggiate. Ogni minuto che passa il perimetro si accorcia e la curva di gente si allunga: siamo venti, ma sembriamo cento. 
Il supermercato fa entrare tre clienti alla volta, cambio prospettiva.  

La ragazza che ho dietro è irrequieta; sbuffa, non sta ferma, si toglie il cardigan, fa scattare i pollici sul cellulare in una gara di velocità; dopo nemmeno un secondo arriva un din che dev’essere la risposta al messaggio; percorre di nuovo con i polpastrelli tutta la tastiera, impiega due secondi e mezzo per scrivere non so cosa, ma è soddisfatta perché sorride e i pollici rimangono in posizione di attacco, pronti per la prossima iperdigitazione. Simulo vaghezza per non darle l’impressione che mi stia impicciando dei fatti suoi e, in effetti, la monotonia dell’attesa del tutto anomala, mi trasforma in un agente segreto di scarsa professionalità: osservo chiunque senza pudore. Forse perché mi credo una spia discreta con la mascherina che mi copre mezza faccia e, in più, ho gli occhiali che a ogni espirazione mi si appannano. Non penso di essere ridicola, lo sono tutti, in questo finimondo in cui siamo precipitati. 
La mia mente, alterata dal caldo e da un principio di impazienza, formula pensieri distopici: nel 2020 un virus “regale” si insinua nella quieta esistenza di un intero pianeta. Si traveste da influenza stagionale e combatte una subdola battaglia usando armi semplici: raffreddore, febbre, tosse. In realtà, si acquartiera nei polmoni della gente, non risparmiando le vite dei soggetti più deboli e opponendosi alla tenace resistenza dei guerrieri più forti. Ci sono gli impreparati e quelli pronti, chi lotta, chi si arrende, chi sopravvive e chi muore. 
Il coronavirus ci ha fregati: non lo ferma nessuno. Forse solo l’isolamento riuscirà ad anemizzarlo, ecco perché siamo tutti condannati agli arresti domiciliari, con la libertà (vigilata, è proprio il caso di dirlo) concessa solo per le necessità. Le città sono deserte, i mezzi pubblici vuoti, le piazze desolate, i negozi chiusi... Ma è previsto un eroe in questa storia, qualcuno, qualcosa, che riusciranno a sconfiggere il nemico? Quando finirà questa guerra? E che parolona “pandemia”! Vedo posti di blocco, militari armati che vietano accessi, agenti in divisa che multano gli incauti, punizioni corporali per gli “infedeli”, recinzioni inespugnabili, umani, che prima invocavano la speranza al balcone muniti di chitarra, che adesso lanciano pietre ai disumani che non rispettano le regole, un tempo solidali contro un comune nemico, ora nemici contro i comuni solidali. 
Uno scenario apocalittico alla Saramago.

Scuoto la testa: è solo il gestore degli ingressi al supermercato, l’uomo imbacuccato dentro un camice con tanto di cuffia, mascherina e guanti monouso. Mi fa cenno di avvicinarmi, non è un gigante Covid-19 che mi vuole rubare l'ossigeno. 
Tocca a me entrare.
L’anziano che mi stava davanti si è già disperso dentro il locale, lo vedo da lontano mentre svolta l’angolo vicino al banco frigo; la ragazza, invece, mi tallona, le sue cose “necessarie” sono le stesse mie: frutta e verdura, in primis.
Il banco salumi è transennato; solo in due possono sostare davanti ai commessi che chiamano i numeri dell’eliminacode. Il mio piede supera la linea di sbarramento e sono subito redarguita: l’assetto di guerra non concede sviste. Intanto io mi respiro dentro gli occhiali e cerco di trovare una soluzione al disagio: se li tolgo sono Mr Magoo, se abbasso un po’ la museruola di carta, vengo scansata come un’untrice in cerca di guai.
Resisto. Ero uscita per poche cose e mi ritrovo con un carrello pieno. Percorro il tragitto fino alle casse come Pac-Man mentre dribbla i fantasmi nel labirinto.
Quando esco con due buste della spesa che mettono a dura prova i muscoli della schiena, supero il signore col bastone. Mi viene voglia di salutarlo, perché per una buona mezz’ora, durante la fila, ho quasi familiarizzato con lui, costruendogli una vita attorno: nonno, con una moglie che lo manda a fare la spesa e al telefono gli ricorda le cose che non deve assolutamente dimenticare, come gli ovetti di cioccolato per i nipoti... Ah, già, solo per quando potranno rivederli, i nipoti!

Cammino verso casa, le braccia non cedono, ma la schiena fa finta di essere ancora giovane.
Un’auto nera, lungo la strada, scritta bianca sulla fiancata: i Carabinieri! 
Eh, ma io sono a posto. Lo vedono che trascino la spesa e ho la mascherina e indosso ancora i guanti usati nel reparto ortofrutta. I vetri degli occhiali continuano a rivestirsi di una patina bianca di vapore, ma lo sguardo si allunga oltre la mezzaluna libera, in alto. Non mi fermano. Lo sapevo.
Solo quando entro in casa mi accorgo di avere lasciato sul tavolo dell’ingresso l’autocertificazione.
Decisamente come Mr Magoo: miope e fortunata!





28 commenti:

  1. Io esco una volta alla settimana per fare la spesa, e da una settimana all'altra ho trovato cambiamenti "esagerati".
    L'ultima volta ci sono andata martedì scorso e ci facevano entrare UNO ALLA VOLTA, in un supermercato grandissimo.
    Per fortuna dopo molte lamentele ci hanno permesso di entrare a "gruppi" di tre o quattro per volta.
    Poi, ovviamente, sta a noi clienti distanziarci nei corridoi.
    Questa situazione è davvero surreale e spero finisca presto, anche se già da ieri circola la voce fin troppo attendibile della chiusura delle scuole fino al 3 maggio, e del prolungamento anche di tutta una serie di restrizioni fino alla stessa data.
    Non ci resta che sperare di sopravvivere. In tutti i sensi...................................
    (Ed io sono un'ottimista cronica, ma ne ho fin piene le ....
    Ci siamo capite.).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Surreale è il termine giusto. E credo che dovremo abituarci a nuovi ritmi e a gestire meglio le nostre esigenze.
      Mala tempora currunt... e non mi pare di vedere ancora una luce in fondo a questo tunnel!

      Elimina
  2. Io non ho ancora capito bene questa cosa dell'autocertificazione. Mettiamo una persona anziana che non ha né pc né stampante, come fa? Presumo che sia lecito non averla dietro se non si ha la possibilità di stamparla. D'altro canto, se mi ferma la polizia mi chiederà un documento di identità e prenderà la mia generalità. Se fanno un riscontro e scoprono che io risulto "in quarantena", beh, ovviamente mi beccherò una denuncia. Ma se risulto esente da ogni limitazione sanitaria, se anziché avere un modulo dico a voce: "Sto andando a fare la spesa" o "Vado in farmacia", in entrambi i casi non è che mi seguono sino al negozio di alimentari o alla farmacia per vedere se era vero...
    Io ieri sono andato a fare la spesa e non lo avevo con me, se mi fermavano come potevano dimostrare che non stavo andando a fare la spesa? Solo perché non avevo il modulo? Allora uno che ha il modulo può fare su e giù per la strada senza meta, tanto se lo fermano esibisce il modulo e va bene così? Boh, non ho capito come funziona questa cosa dell'autocertificazione...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E pensa che io esco con la precedente versione, perché in realtà dovrei avere in borsa l’autocertificazione aggiornata in cui dichiaro di non essere affetta da coronavirus. 🤦🏻‍♀️
      Secondo me ci siamo trovati tutti impreparati, il Governo opera come meglio può, ma non è facile dare senso o risposte logiche a tutto.
      Vogliono l’autocertificazione? E noi camminiamo con questo foglio in tasca, ma lo vedo poco utile, in realtà, anche per le ragioni che hai addotto tu. So che se non lo hai, comunque te lo danno loro, cosi come mi hanno raccontato che a Licata hanno fermato un signore che ha detto che stava andando dal medico e hanno chiamato il medico per verificare la veridicità dell’informazione. Attenti, quindi, a uscire con la scusa della spesa e andare a casa di qualcuno! Questi, magari, aspettano che ripassi di lì per fermarti e vedere se hai le buste piene di roba nel portabagagli! Mamma, che situazione! 🙁

      Elimina
  3. Ho appena mandato il mio compagno al supermercato. E' stato importunato da una signora in coda dietro di lui in attesa di entrare.
    Credo che prenderò coraggio o morirò di fame.
    La gelosia uccide più del virus dalle mie parti :)

    RispondiElimina
  4. Scene di ordinaria follia..splendidamente buffe! Un raggio di sole in questo cielo livido! Spero passi presto! Ciao Mariiiii

    RispondiElimina
  5. In questi giorni oltre al coronavirus mi sta preoccupando la pazzia dilagante, concordo con Ariano, mica tutti hanno una stampante per stamparsi l'autocertificazione (io non ho la stampante, per esempio) ne ho stampata una in ufficio, ma adesso é già cambiata...già detestavo fare la spesa prima figuriamoci adesso, in Emilia Romagna hanno anticipato la chiusura dei supermercati alle 18.00 con il risultato che le file aumenteranno. Comunque per ora sto smaltendo le scorte poi si vedrà...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto è che puoi fare scorte di passate di pomodoro e latte, ma pane, frutta e verdura quanto durano, un paio di giorni?
      Sì, anch’io temo che questo apparente ligio ordine non durerà per il tempo in cui sarà richiesto: la gente ci impazzirà dietro prima!

      Elimina
  6. Io non amo andare a fare la spesa e trascorrere ore in fila alle casse, e ora solo al pensiero di fare la fila anche per entrare... Ormai sono due settimane che non esco nemmeno per comprare le derrate deperibili, prima o poi dovrò ma sto posticipando il più possibile nella speranza questa situazione surreale torni un pochino alla normalità. La scena che descrivi rappresenta la mente di una persona buona e intelligente come sei tu, non oso immaginare quella di una deviata o meno equilibrata, e qui mi fermo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cert, bisogna avere pazienza e portarsi dietro sempre una buona dose di buon senso. Per esempio, l’altro giorno, in fila per entrare in farmacia (anche lì, file dappertutto), si avvicina una signora anziana, che voleva scavalcare tutti adducendo il fatto di essersi allontanata un attimo, ma di essere già in fila. Nessuno la ricordava, ma santo cielo! Se anche fosse stata una scusa, si vedeva che aveva difficoltà a stare in piedi e che teneva la mascherina in malo modo; a me ha fatto una tenerezza infinita: noi possiamo fare qualche minuto in più nell’attesa del nostro turno, ci sono anziani che non hanno l’aiuto di nessuno. Molti non le hanno dato alcuna possibilità, io le ho ceduto il mio numero. Non lo dico per vantare il mio gesto di generosità, ma “capire” la contingenza per me significa anche saper sacrificare qualcosa a favore del più debole.

      Elimina
  7. Questa cronaca di ordinaria follia .... descrive benissimo !!!!!!veramente brava Marina sembra una scena tratta da un film .... un abbraccio ops... si puo? ;))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Giusi, grazie! Mi tengo compagnia con un po’ di umorismo, che altro si può fare se non provare a sdrammatizzare?
      L’abbraccio virtuale non è lo stesso di quello reale, ma per me ha lo stesso valore... e possiamo abbondarne! 🤗🤗

      Elimina
  8. Fa davvero impressione aggirarsi in questo modo tra gli scaffali, osservando tutti. Io poi cerco di essere molto attenta, ma tra una precauzione e l'altra faccio qualcosa che magari è peggio di quello che ho evitato... è un casino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che poi io dico: facciamo file e ci distanziamo tutti, guai a fare un passo oltre il consentito, poi dentro il supermercato i reparti sono pieni di persone che si scansano come la peste e qualcuno s’incazza, pure. A ragione, a torto, le nevrosi aumentano! Sì, anch’io sbaglio: per pagare, mi sono avvicinata alla cassa e la commessa mi ha chiesto gentilmente di allontanarmi. Perdere la concentrazione è un attimo!

      Elimina
  9. Nemmeno un'ora fa Zaia ha firmato una nuova ordinanza, con relativa conferenza stampa: passeggiate solo per i bisogni dei cani ed entro 200 mt da casa, parchi pubblici assolutamente chiusi, al supermercato entra solo 1 persona per nucleo famigliare, supermercati chiusi anche la domenica mattina. Risultato: si sono tutti precipitati al supermercato, con code fino alla strada. Ottima strategia, davvero.
    Il servizio di consegna a domicilio della coop dà prima data disponibile giovedì 16 aprile e quello di supermercato24 nessuna disponibilità. Ho resistito per tanti anni, ma alla fine credo che mi iscriverò ad Amazon Prime e farò la spesa degli alimentari su Amazon Pantry che non registra alcun problema in consegna.
    La delegazione cinese ha subito rilevato che dovremmo chiudere tutto, supermercati compresi. I pasti i cinesi li portavano tutti direttamente a casa. I nostri gli hanno dovuto spiegare che noi non siamo in grado... E poi c'è chi ha il coraggio di ridergli dietro, ai cinesi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non siamo in grado, esatto! Siamo impreparati su molti fronti e non lo so se stringere stringere e stringere ancora su tutto servirà a qualcosa. Per adesso mi arrabbio al pensiero che per colpa di parecchi imbecilli che si rifiutano di collaborare, le misure restrittive pesino sulle spalle di chi ha rispetto delle regole. Parchi chiusi, passeggiate nei balconi, per chi li ha i balconi! Mia cognata vive in una casa di 80mq, con due bimbe piccole e un balconcino largo mezzo metro. Le sue telefonate sono uno strazio!
      Spesa a domicilio?
      Ci troverebbero morti in casa, tutti: non di coronavirus, di fame!

      Elimina
  10. Fare la spesa è diventata un incubo surreale. Più che i disagi e l'ansia mi preoccupa la follia. Oggi ho letto un post che di una mia conoscente che di fatto voleva vietare il pane. Così gli anziani non vanno a comprarlo tutti i giorni e si eliminano i carboidrati. E poi tutta questa ansia di trovare l'untore, dare la colpa a qualcuno, possibilmente il vicino di casa. L'aggressività è salita enormemente. Oggi videoconferenza con i colleghi con grande litigata generalizzata. Potrei aver perso un'amica e neppure ho capito perché...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E siamo solo a dieci/dodici giorni dal nuovo stile di vita imposto, che accadrà fra un mese! Perché la strada è lunga e se non cerchiamo di adeguarci mantenendo il controllo, non so come finirà! Lo so, anche le relazioni sociali sono messe a dura prova: io ho una questione aperta con la signora che mi abita sotto, perché non sopporta i rumori, il suono del pianoforte, la voce dei miei figli, che oramai che sono costretti a stare in casa, organizzano video con gli amici, fanno sport di gruppo online, cantano, cercano di sopravvivere alla noia e questa non sopporta nulla. Ma si capisce o no che la situazione è drammatica per tutti?
      Quando le acque si cheteranno avrai modo di chiarire: confido nell’intelligenza e nella sensibilità delle persone!

      Elimina
  11. «Tutto fatto signora. Mezza corona, prego!»

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah, come vorrei svegliarmi da questo incubo! Persino sul lettino di un dentista! :)

      Elimina
  12. Questa piccola, ma anche grande per la tua maestria di scrittrice, cronaca di un giorno qualunque dell'era Covid-19 è straordinaria anche perché siamo tutti questa Marina munita di mascherina e occhiali (che si appannano), che fa la fila fuori, commette qualche errore nel prendere le misure, guarda ansiosa le intenzioni dei carabinieri per strada.
    Siamo tutti questa Marina e assieme a lei non sappiamo quando né come finirà. Bravissima, lo condivido sul mio profilo Facebook.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Luana, è facile immedesimarsi in un dramma che è uguale per tutti (nella parentesi di vita quotidiana che ho descritto.)
      Penso che ne racconterò altre, di parentesi: ne sto facendo raccolta e parlarne, lo sai, aiuta molto. 😉

      Elimina
  13. Noi siamo a 4 settimane e credo che dopo il dramma enorme ci sia da fare i conti con tutta l'emotivita' che ognuno esprime in maniera differente oltre alle difficoltà pratiche che almeno per me sono il problema minore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Penso sempre alla Lombardia, adesso più che mai. Siamo nella stessa barca, ma la vostra fa più acqua. La solidarietà è solo in un pensiero, ma anche nelle mie preghiere.
      Finirà, Sandra e ci leccheremo le ferite. Cerchiamo di superare tutto a testa alta.

      Elimina
  14. Grazie Marina. Dobbiamo comunque avere il timone ben saldo.

    RispondiElimina