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giovedì 22 aprile 2021

Molla, hai fatto il tuo tempo


Passo solo per un saluto.


Se non arriva non arriva, l’ispirazione. Che vuoi farci? 

Niente, non puoi farci niente.

Forse la prossima settimana.

Forse... ma tanto, avere un blog, scrivere per un blog, non è indispensabile e non è nemmeno un lavoro (per fortuna!)

Qua sta diventando un peso non avere buone idee, perché poi, che gli racconti agli amici che ti seguono? Epperò se manca manca, sta benedetta ispirazione! A chi la chiedi in prestito? Neanche la puoi rubare a quanti, col talento in poppa, spiegano le vele scrittorie senza mai un cedimento né provare un minimo di stanchezza. E invece, ogni tanto, il diavoletto mi ballonzola sulla spalla sinistra e mi rompe l’anima col suo monito: “molla, hai fatto il tuo tempo!” Ma io 'sto cavolo che mollo, sei pazzo! Tiè! Vade retro. Sono sei anni che mi lustro questo Taccuino, me lo curo, me lo aggiorno, a Natale gli ho pure messo addosso una veste nuova: ho cambiato tema, layout, intestazione... e chi molla! Solo perché non so cosa scrivere e penso di avere detto tutto, solo perché ci sono momenti in cui non ho voglia di indagare, criticare, raccontare, riflettere, condividere, dovrei chiudere i battenti? No, manco per sogno! Piuttosto mi fermo un attimo, due attimi, tre attimi, faccio finta di prendermi una pausa, faccio finta di mantenere l’entusiasmo degli inizi, anche se congelato. E aspetto. 

Poi ci riprovo: mi siedo, mi concentro, scrivo due righe, ma finisco per annegare lo sguardo nel vuoto e invado la stanza di pensieri, i più disparati, scollegati, casuali, irrazionali, insensati, come se non avessi aspettato altro momento per sguinzagliarli e non avessi alcuna voglia di ricacciarli dentro il recinto mentale da cui sono fuoriusciti. E tutto questo divagare mi porta lontanissimo dalla concentrazione giusta.

Caspita, quella meravigliosa musa, vestita da cerimonia, che, puntuale, con la premura di una fedele collaboratrice e la classe di una regina, ogni settimana lascia impronte e profumo sulla pagina, ma dov’è finita? 

È rimasta incastrata tra le cose già scritte in mille modi diversi, si è persa nella strada sterrata del “questo no”,  “questo non posso dirlo”, “questo è poco interessante”, “questo che palle!”, stavolta si è fatta fregare dalla debolezza degli scrupoli e dalla prorompente noia. Ed è rimasta in pigiama, impolverata, spenta, confusa, scalza sulla terra battuta, con poca voglia di darsi 'na scrollata. 

Brava! M’abbannunasti! 


E io che pensavo che l’abitudine potesse essere un valido sostituto dell’ispirazione! Che bastasse avere fissato un appuntamento con il post nel blog ogni giovedì per potere voltare le spalle alla musa burlona ed egoista e agire con la verve della scrittrice col tasto ON sempre acceso: non ho bisogno di te, sfaticata ispirazione traditrice! Uno spunto qualunque e che, non lo trovo? una scaletta minimale, l’articolo imbastito alla meno peggio e tutto il tempo per cambiarlo, migliorarlo, riadattarlo, eccetera eccetera. Ma quale abitudine! Quale verve! Quale spunto! L’abitudine crea macchine e io non so programmarmi a comando e gli articoli sono figli di un entusiasmo che se non c'è, col cacchio che te lo costruisci dal nulla! Non mi sacrifico per salvaguardare il rigore del calendario editoriale. Non mi piace riempire il foglio di chiacchiere inutili... 

Ecco, appunto: questo post è, anzi non è... Insomma qualunque cosa esso sia, mai sottovalutare i "primi pensieri", perché quando premono, bisogna assecondarli. Dicono che serva per fregare la pagina bianca. 

Seee! Il blocco dello scrittore non è altro che la visione romantica dell'abbuttamento cronico. Meglio mollare subito.


Visto? E che ti dico io? Molla, hai fatto il tuo tempo!

Ancora tu? T’ho detto vade retro... e retro devi andare! 

Sciò. 

Vatinni. 

Via. Via. 


Vabbè, ero passata solo per un saluto. 



38 commenti:

  1. Vedi perché non amo le rubriche fisse? Perché capita che tu non abbia nulla da dire, ma ti senti responsabile verso i lettori e costretta a scrivere due righe.
    Secondo me un blog andrebbe aggiornato senza regolarità, quando se ne ha voglia o si ha qualcosa da dire.
    Io lo faccio ogni giorno, è vero, perché mi va, ma non escludo di fermarmi per due settimane senza nessun preavviso, ad esempio.

    Comunque, pur non dicendo nulla, hai detto un sacco di belle cose oggi. :*

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    1. Io penso che se apri un blog, lo fai anche per fidelizzare i lettori, dunque non puoi scrivere una tantum, quando ti viene il ghiribizzo, non avrebbe molto senso. Per me, un minimo di impegno costante bisogna metterlo: pensa che un paio di anni fa aggiornavo il blog due volte alla settimana, qualche volta anche tre (pubblicavo martedì/giovedì e domenica), poi mi sono fermata a una sola volta e questo mi sembra un buon compromesso. I momenti di stanca o di noia arrivano, ma devono passare, se non non vale la pena tenere aperto un blog. Ovviamente, uno stop provvisorio ci sta, ma se dovessi davvero perdere la voglia di scrivere chiuderei questo spazio. Per fortuna, non è mai successo di volerlo abbandonare, ci sono troppo affezionata. 😊

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  2. No, Marina, non mollare! So cosa vuol dire non avere ispirazione perchè capita e, nei dieci anni di blog che ho alle spalle, è successo anche a me. Ma direi che è fisiologico!
    Certo nel blog siamo liberi di stabilire il ritmo che vogliamo, però a mio avviso una regolarità ci deve essere sia per i lettori che per noi.
    Io so bene che se non mi imponessi di mantenere un ritmo più o meno settimanale con una pausa estiva dopo Ferragosto, finirei per impigrirmi e non pubblicare più. Quindi una certa abitudine è sana, però non basta!
    Per mettersi a scrivere occorre prima di tutto che scatti una passione. Può essere un evento, una musica, un dipinto, un piccolo particolare di vita quotidiana per te significativo a farti avvertire quella molla interiore per cui inizi a scrivere. Nel mio caso, sono molto facilitata perchè questo imput me lo dà la musica, però, anche lì non tutti i momenti sono uguali e non sono sempre ricettiva allo stesso modo.
    Allora, se manca l'ispirazione non insistere e vai a fare dell'altro, qualcosa di diverso dalla scrittura. E vedrai che l'idea poi arriva magari da uno spunto assolutamente inaspettato.
    Un abbraccio!

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    1. È esattamente quello che penso io: una certa costanza, come dicevo nel commento poco sopra, è necessaria se si vuole mantenere il blog ed è vero che, in tanti anni di attività, si possano attraversare periodi di minore slancio: non è la prima volta che ciò mi capita e probabilmente non sarà l’ultima. Qualche anno fa, per esempio, mi sono fermata per qualche settimana, dopo l’estate, perché preferivo dedicarmi al mio hobby di natura artigianale: alterno spesso ad attività intellettive (leggere, scrivere) lavori manuali, dipende dai periodi e non mi forzo mai a fare l’una o l’altra cosa: vado dove mi porta il cuore in quel momento. Hai ragione, è tutto fisiologico e poi ragiono anch’io per spunti: l’ispirazione di cui parlo nasce sempre da guizzi, spesso anche leggeri, che mi piace rielaborare. Non demordo e aspetto con pazienza. 😉 Grazie per l’incoraggiamento.

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  3. Marinella, in fondo questo post è un articolo. Un articolo con un tema: la pagina vuota e il desiderio di acchiappare quella ritrosa musa.
    L'acchiapperai, come sai abbiamo anche delle idee in caldo. Intanto, vai a guardare quello che mi sono inventata per dare una ventata d'aria nuova. C'è un party da me. :)

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    1. E che bel party, Luana! Coinvolgere tanti di noi in una mega intervista è una bellissima idea.
      Per questo post, invece, mi è successo quello di cui ti parlai alla vigilia dello scorso Natale. Ti ricordi? Ci siamo sentite e io ti dissi che ero di fronte a un tramonto spettacolare e mi era venuta voglia di scrivere qualcosa. L’ho fatto ed era ciò che poi ho pubblicato quello stesso giorno.
      Ecco, anche ieri, essendomi trovata a corto di idee nel mio solito giovedì di pubblicazione, la mia mente ha cominciato a dettarmi il post che non dice niente, ma in fondo dice: paradossalmente, il fatto di non avere pronto un argomento di cui parlare mi ha ispirato la pagina di sfogo sul fatto di non avere pronto un argomento di cui parlare. 😁 Insomma, alla fine, il vizio di scrivere, non lo si perde mai!

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  4. A me pare un post a tutto tondo che affronta con verve e originalità, introducendo dialoghi, un tema difficile, l'ispirazione: da dove arriva e come gestirla. Mi hanno colpito due frase che hai scritto: "questo è poco interessante" e "questo non posso dirlo". Cosa ti fa pensare in questo modo delle tue idee? Un abbraccio e non mollare proprio, questo è ovvio.

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    1. Grazie, Elena, per avere trovato qualcosa di buono in questo post. M’è quasi venuto di getto e molte frasi ho voluto lasciarle per come le ho partorite sul momento, per salvare la spontaneità dei pensieri, mentre scrivevo. Anche quelle due che ti hanno colpito: credo volessi dire che spesso mi domando se ciò che è interessante per me potrebbe esserlo anche per gli altri. Lo so che non scriviamo per compiacere il pubblico, però, almeno in un blog, mi piacerebbe spesso (non dico sempre) coinvolgerle le persone, non annoiarle. Il “questo non posso dirlo” è perché ho esperienza di post in cui ho detto delle cose che hanno creato casini e questo,di solito, mi dispiace (cerco di evitare i malumori virtuali, perché poi chiarirsi è un’impresa titanica. 😅). Ma, in genere, del blog sono soddisfatta e no, che non mollo: io adoro scrivere qui! 🤗

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  5. Quando ho letto "Molla, hai fatto il tuo tempo" pensavo ce l'avessi con la spirale del blocco in foto, che avessi terminato di scrivere qualcosa di "lungo", consumato il blocco per intero o distrutto la "molla" a furia di puntarci contro la penna. :D
    Che poi... perché la musa dev'essere per forza femmina? Non ce lo posso avere io un muso (e non musso, quello in Veneto è n'altra cosa XD ) ispiratore?! ;)

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    1. Io il muso ispiratore l’ho cercato, giuro! Ma mi si presentava sempre un soggetto triste e noioso: le femmine sanno essere più sprint! 😝
      Comunque, farò riposare anche lei, la musa, prima di metterla di nuovo in riga: se mi vuole mollare sul serio, niente buonuscita né referenze. Senza lavoro, deve restare! 🤨😄

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  6. Capisco la sensazione, ci sono passato anch'io. In effetti già da un po' di tempo sentivo la necessità di "altro", ma un "altro" che già sapevo cosa dovesse essere. Purtroppo nn so disegnare, però vivere nel XXI secolo ha anche qualche vantaggio in termini di ritrovati tecnologici tipo programmi di grafica.
    ... e se anche tu, in realtà, avessi solo necessità di cambiare "genere"?

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    1. No no, femmina voglio rimanere! 😂🤣😂
      Scusa, Ariano, una battuta. Sì, il tuo discorso è giusto: spesso, misurarsi con qualcosa di diverso aiuta e sai che quando passo questi momenti di noia scrittoria mi butto sull’artigianato. Non lo mostro, ma mi attivo e riesco a trovare comunque la mia quota di benessere. Tanto i miei interessi sono ciclici, ormai mi conosco: ruotano a seconda delle lune. 😌

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  7. Capisco bene, negli ultimi tempi mi ritrovo senza ispirazione e non so cosa scrivere sul blog, per fortuna che i miei post sono sempre stati brevi e senza pretese...Comunque questo tuo post alla fine è venuto benissimo, davvero carino e come afferma Elena è un post a tutto tondo che parla di ispirazione. Non mollare però!

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    1. Meno male, dai. Grazie, Giulia. A sto giro, è andata! 😅 Spero nella prossima settimana.
      Sai perché leggo volentieri i tuoi post? Proprio perché sono brevi e senza pretese: e se queste caratteristiche fossero una chiave di lettura da non sottovalutare?

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    2. Potrebbe essere! In fondo abbiano tutti poco tempo e a me piace trattare il mio blog come un bar (o una sala da tè) dove parlare liberamente del più e del meno...

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    3. È lo spirito giusto, secondo me. Soprattutto se non gestiamo dei blog da professionisti, sentirsi liberi di parlare di qualunque cosa e pensare di fare due chiacchiere fra amici è un ottimo modo di vivere e viversi il blogging.

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  8. Credimi, è difficile anche il contrario: tante cose da dire e poca gente con cui condividerla. Alla fine si finisce col parlare più che altro a se stessi, e nel mio caso sai che du' balle, che quello lì a me sta pure un po' antipatico, sempre lì a credersi meglio di tutti, quello delle idee così geniali che non gliene frega una mazza a nessuno, quello degli argomenti di conversazione così interessanti che interessano a lui solo, quello che persino Gandhi si sarebbe incazzato dopo cinque minuti con lui... Non parlo mica di me, quello del blogger è solo un personaggio che mi sono creato, e nemmeno troppo riuscito, diciamo...

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    1. Sì, capisco che anche il contrario possa disincentivare, però, alla fine, scrivere in un blog è come gettare in mare una bottiglia con dentro un messaggio: viaggia, qualcuno la raccoglierà? Chissà, intanto la sola idea che abbia un potenziale destinatario mi fa sembrare meno inutile ciò che ho da dire. Purtroppo, non è facile avere un pubblico, ma a me piace immaginare che ci siano persone che passano, danno un’occhiata, senza dire niente se ne vanno, ritornano, non passano più... ci sono talmente tante possibilità! E poi il rischio di stare antipatici, di non piacere, di non essere interessanti... beh, quello è nel gioco: vogliamo fare i blogger? E allora dobbiamo aspettarci anche questo.

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  9. Quanti danni che fa questo "Calendario editoriale"... :-) Il signor Calendario Editoriale è il procuratore del signor Blocco dello Scrittore: va a caccia di scrittori per portali dritti-dritti dal signor Blocco. Di tutti i blog che bazzico, quasi tutti hanno ridotto/rivisto/annacquato/allungato nel corso del tempo il proprio calendario editoriale.
    E quelli che non l'hanno fatto, nella maggior parte dei casi, non fanno che ripetersi nel corso degli anni.

    Chi è appassionato di scrittura dovrebbe capire, secondo il mio modestissimo e discutibilissimo punto di vista, che scrivere su un blog è un po' come scrivere racconti e romanzi: bisognerebbe scrivere quando si ha voglia e ispirazione, non perché il signor Calendario Editoriale lo impone. L'ispirazione (o la musa, o il muso... :-) ) deve comandare, non il calendario editoriale. Certi pennaioli, che ancora stanno sotto il giogo del calendario editoriale e magari pure lo decantano come un must del blogging, ormai sono snaturati, scrivono post che sono ripetizioni o raccolte di link di post precedenti (perché oltre al calendario editoriale, venerano anche sua maestà la SEO).

    (Tutti a dire "la SEO è importante" ma anche qui: bisogna scrivere per i lettori, non per gli algoritmi. Se poi si riesce a soddisfare anche gli algoritmi, bene. Ma prima vengono i lettori.)

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    1. Sono d’accordo. Il calendario editoriale crea dipendenza psicologica: se non lo rispetti, finisci quasi per sentirti in colpa. Io non sono una sostenitrice del “a tutti i costi”, cioè rispettare una calendarizzazione ha senso se hai un programma e ci sono quelli che hanno scalette di argomenti o, addirittura, articoli scritti in anticipo che coprono intere stagioni. Se pensi di non garantire risorse originali è meglio il silenzio. Quindi, da una parte mi piace pensare a un blog “non occasionale”, ma anche a un blog che sappia rinnovarsi con contenuti sempre nuovi, perché lo noto anch’io che in alcuni siti gli argomenti si ripetono vestiti di etichette e titoli diversi, ma nella sostanza sempre uguali.
      Sono abbastanza serena nella mia attività virtuale: scrivo solo se mi piace veramente condividere ciò che racconto (proprio perché sposo la filosofia del “prima i lettori”), altrimenti so aspettare il momento giusto, senza preoccuparmi di perdere consensi, seguaci, primi posti nei motori di ricerca. Lo sai, no, che io non ho mai capito niente di SEO & company! :)

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    2. Brava! Mi piace questo tuo stile.

      ...e comunque, se mai dovessi mollare, scommetto che ti scriveremmo tutti via mail!
      Quindi non è che te la cavi facilmente: rassegnati...

      :-D :-D :-D

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    3. Mollerei solo per vedere in quanti sul serio mi scriverebbero. 😂

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    4. Pennaiolo sotto il giogo del calendario editoriale, presente! :D
      No dai, questo weekend salto e vado a martedì, pensa un po'. E lo scorso fine settimana mi giravano talmente tanto che ho scritto delle tasse... che è come pubblicare una foto di gattini sui social... 😂😂😂

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    5. No, no: parlo di ben altri pennaioli sedicenti guru...
      ;-)

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    6. No, Barbara, l’avevo capito anch’io che Darius non si riferiva ai poveri blogger mortali come noi! Perché è vero che ci sono gli immortali pennaioli sedicenti guru, però, alla fine, se andiamo a cercarci i pennaioli autentici, quelli “piccoli”, quelli che si circondano di gente simpatica, quelli che non hanno da insegnare a nessuno e si divertono... la nostra resta un’attività piacevole anche sotto il giogo del calendario. 😌

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    7. No, Marina. No, Barbara. I pennaioli a cui mi riferisco sono sei o sette spanne sotto la qualità dei vostri blog. Infatti i loro blog ormai non li leggo quasi più, mentre i vostri li leggo sempre.

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  10. Ahahahah... scusa ma mi è sembrato di leggere i miei pensieri...
    È da tanto ormai che la penso come te.
    Ho rubriche che ho creato ma non sono fisse, le pubblico se mi va nei giorni indicati.
    Da quando ho iniziato a scrivere sul mio blog ho sempre pensato che fosse sbagliato avere regole ferree, nonostante i guru del web scrivessero di come si dovesse ottenere il massimo dei lettori.
    Forse è perché il mio interesse principale era ed è divertirmi, senza scopi anche di guadagno.
    Poi mi diverto leggere tanti come te, in gamba, dove imparo tanto. Non intervengo però li gradisco tanto. Buona serata, ciao Marina e simpaticissimo il tuo post.

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    1. Ciao Pia, già che ti piacciono i Muse sei doppiamente benvenuta! 😂
      Grazie, mi fa piacere che tu abbia lasciato un commento, anche sapere che c’è chi, pur non palesandosi, apprezza ciò che scrivo mi regala un grande sorriso.
      Penso che se lo scopo di molti blogger è il divertimento, senza coltivare pretese o farsi portavoce di verità assolute, la cosa migliore sia prendere le cose alla leggera e vivere questa esperienza con spirito sereno. No stress, parola d’ordine! 😉

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  11. Comunque mi hai fatto sorridere :D... Pure tu il "male" lo allontani in dialetto! eheheheheh...
    Marina mia, io sono la meo adatta a dispensare consigli sulla tenuta di un blog: vado, vengo, non ho cadenze fisse, mi eclisso, mi appassiono, scrivo decine di post tutti insieme per poi tornare alla magra. A me più che l'ispirazione che manca sono le incombenze di vita ad influire sulla costanza: ci sono periodi che non riesco a farmi avanzare un'ora. E poi, be, negli ultimi anni un disastro dopo l'altro.
    Teniamo duro, amica mia, tu soprattutto! Perché ogni volta che torno, il tuo Taccuino è tra quei 4-5 luoghi in cui mi fiondo per risentirmi nuovamente a casa :*

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    1. Parole balsamiche, amica cara, perché, certe volte, è vero che abbiamo bisogno degli incoraggiamenti che possono venire solo da un pubblico affezionato. È anche per non “tradire” la bellezza di certe conoscenze virtuali che questo spazio continuerà a esserci, anche se la padrona di casa capita che se la prenda comoda. La tua assenza si nota, quando manchi dal web, come si nota la tua presenza quando arrivi e ti fermi con tutto il carico di entusiasmo, calore, sensibilità e simpatia che sprigioni. Insomma, teniamo duro, sì (che, in fondo, lo si fa per cose più complicate.) 😉

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  12. Anche tu ti senti così? Quasi quasi mi consolo... e prendo ispirazione per non gettare tutto alle ortiche. Ultimamente mi è venuta questa idea fissa - spero che lo sia - di essere troppo autoreferenziale. A ogni idea che mi viene in mente, a ogni articolo che scrivo (pochi), ho questo accompagnamento costante: "Io, io, io... ma che palle, 'sto io! Non puoi parlare di qualcos'altro?" Già, qualcos'altro. Fosse facile...

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    1. Certe volte ci fissiamo su cose che percepiamo solo noi: tu, per esempio, non temere di risultare autoreferenziale perché non lo sei affatto. È normale mettere l’”io” in un luogo che ti appartiene e racconta di te. Io, invece, certe volte (spesso) vorrei dire delle cose, ma poi ci rinuncio perché mi convinco che alle persone non freghi nulla se penso, faccio questo o quello e casco anch’io nel tranello. O, forse, sono veramente momenti fisiologici di passaggio e dobbiamo solo aspettare che facciano il loro tempo.

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  13. Il bello è proprio che esistono momenti in cui si pensa a tutt'altro e poi all'improvviso si è di nuovo all'inizio come se non fosse cambiato nulla. Poi, come dici, obblighi non ce ne sono, quindi se deve diventare un peso tanto vale godersi la pausa! ;-)

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    1. In primis, che bello, ogni tanto, ritrovarti!
      In secundis, sì, pausa senza rimpianto né sensi di colpa. Se capita capita e poi il tempo, per qualsiasi cosa, non manca mai! 😉

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    2. Ogni tanto cerco di tornare, il problema è solo quello della costanza (che non è l'amichetta di D'Artagnan :D )

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    3. Già! Purtroppo il lato negativo dell’incostanza è che ci si perde di vista ed è un peccato. :)

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    4. Bisogna prendere il ritmo giusto (e non perderlo :) )

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    5. Ripronti- Ripartenza- Rivia! 😁

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