Appuntamento con "Il Caffè di Luz e Marina"
Quando ero bambina non mi piacevo: volevo essere meno alta, volevo essere meno sviluppata (tutte le mie compagne più carine mi arrivavano all’ascella, erano secche e piatte, mentre io ero una bacchettona che le sovrastava), non volevo portare gli occhiali e avere i capelli ricci. Così, invidiavo chiunque avesse caratteristiche opposte alle mie. Mi guardavo alla specchio e mi dicevo: ma perché non posso avere il caschetto liscio di Tizia? perché non posso essere magra come Caia? perché non posso avere i corteggiatori di Sempronia? Già, in sostanza, alla fine, invidiavo alle mie amiche i ragazzi che piacevano a me, ma correvano dietro a loro e di ciò soffrivo, senza per questo volerle in alcun modo danneggiare.
L’Invidia è sentimento umanissimo, quando non va oltre l’innocuo desiderio, che logora chi lo formula. Ma quando porta a colpevolizzare quanti hanno ciò che noi vorremmo avere fino al punto da volerne il male, allora diventa un peccato dell’anima, che rende meschine le persone.
Nel Caffè del mese di marzo, con Luana, abbiamo aperto la parentesi su questo vizio capitale, intrattenendo una conversazione, al solito, molto piacevole, che si aggiunge alle precedenti trattate negli scorsi appuntamenti.
Come siete messi voi a invidia? Vittime o carnefici?
Mentre pensate a cosa raccontarci andando nel blog Io, la letteratura e Chaplin, volevo festeggiare l’ultimo giorno di Carnevale con un dolce tipico di questa festività: in Sicilia la chiamiamo “Pignoccata”, ma altrove è conosciuta col termine simile “Pignolata”. Mio nonno ne era un maestro. Tutte le volte che la preparo, penso ai pomeriggi in casa sua a spiluccare quelle gustosissime palline incollate dal miele, con le dita appiccicose, che a fine abbuffata mi succhiavo rigorosamente, prima di andare a lavarle. Il sapore è lo stesso e anche i ricordi restano immutati.
Okay, invidierete la linea di qualcun altro, ma, in fondo, è solo per una volta all’anno. (E poi, in ogni caso, domani, che è mercoledì delle Ceneri, si digiuna!)
Ingredienti:
250 g farina 00
2 uova (grandi)
50 g zucchero semolato
20 g zucchero a velo
2,5 cucchiai olio semi
Scorza di un limone
Cannella
100 g miele
Palline o codette colorate
Procedimento semplicissimo:
- Mescolate farina, uova, 50 g di zucchero, scorza di limone e olio.
- Lavorate il composto e lasciatelo riposare per 30 minuti.
- Formate dei serpentelli e tagliate dei dadini di circa 1 cm
- Passateli nella farina (per non farli incollare fra loro), poi friggeteli in olio caldo.
- Scolate le palline quando arrivano a doratura.
- Nel frattempo, sciogliete il miele per pochi minuti sul fuoco insieme a due cucchiai di acqua e 20 g di zucchero a velo.
- Mescolate le palline nel miele sciolto e trasferite tutto su un piatto.
- Un po’ di cannella, un tocco di allegria con gli zuccherini colorati e il dolce è pronto per essere spiluccato, mi raccomando...
Come sempre fai venire l’acquolina in bocca, brava Marina, vado a leggere di lá
RispondiElimina👍🏻
EliminaEh, io i fritti purtroppo devo evitarli, in casi simili provo davvero... invidia per chi li può mangiare :-D
RispondiEliminaA me non fanno male come tante altre cose, ma li evito per garantirmi, laddove possibile, una linea invidiabile! 😆
EliminaLa vignetta è a dir poco esilarante! Che invidia chi può mangiare questi buonissimi dolci e non ingrassare... ;)
RispondiEliminaUna volta ogni tanto, senza esagerare...
EliminaMi ricordano alcune varietà di dolci natalizi! Yumm, devono essere squisiti :)
RispondiEliminaPoi te li faccio assaggiare! 😉
EliminaSanti numi che bontà! Da donna del nord ammetto la mia impreparazione culinaria ma come sarei brava a mangiarli!
RispondiEliminaQuanto all'invidia, ho letto e commentato il post tuo e di Luana. Ma qui ti confesso che quelle ragazze piatte e senza forma somiglianza molto a una certa Elena che invidiava ragazze ricce e tettute come te 😊
Eheh, chi ha pane non ha i denti e chi ha i denti non ha pane! 😂 La vita è buffa!
EliminaPalline dolci appiccicate col miele... io conoscevo gli strufoli, qual è la differenza? L'impasto? :)
RispondiEliminaDa noi di simile ci sono le castagnole o favette, ma ricoperte di zucchero semolato. Ci si lecca "i diti" lo stesso eh! :D
Questo è un dolce che ha diversi nomi, non sapevo però che fosse tipico anche di altri periodi dell’anno, come a Natale, per esempio. Gli struffoli sono quelli sì, la ricetta è uguale, tranne che in questi mettono lo strutto, che io non uso, ma immagino che il sapore sia lì! Le castagnole, invece sono diverse: sarebbero una specie di quelle che noi chiamiamo sfinci, ma per esempio qui, a Roma, chiamano così dei pasticcini in cui si sente il sapore del liquore. Boh, paese che vai usanza che trovi. Tanto le dita ce le lecchiamo lo stesso, miele, zucchero... 😋
EliminaI dolci con il miele non mi piacciono molto, percià stavolta mi salvo. Vado a leggere di là. :)
RispondiEliminaNo no, non te la scansi: sono ottimi anche al forno, con una bella spolverata di zucchero a velo! 😜
EliminaPenso all'invidia di Sempronia nei confronti dei portatori di nomi "normali"!
RispondiElimina😆😆
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