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martedì 4 luglio 2023

#CitazioniEstive: I “negri” ne “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee


“I testi dell’accusa, a eccezione dello sceriffo di Maycomb, si sono presentati a voi, signori, in questa Corte, con la cinica sicurezza che la loro testimonianza non sarebbe stata affatto messa in dubbio; fiduciosi che voi, signori, avreste avallato la loro malvagia presunzione che tutti i negri mentono, che tutti i negri sono esseri fondamentalmente immorali, che nessun negro si può impunemente lasciare accanto alle nostre donne: presunzioni inevitabili in menti del calibro di quelle dei testimoni d’accusa. 

“E questa, signori, lo sappiamo, è una menzogna nera come la pelle di Tom Robinson, una menzogna sulla quale non c’è nemmeno bisogno che io insista. Voi conoscete la verità, e la verità è questa: alcuni negri mentono, alcuni negri sono immorali, alcuni negri non possono essere lasciati accanto alle donne, nere o bianche che siano. Ma questa è una verità che si può applicare a tutta la razza umana e non a una particolare razza di uomini. Non esiste una persona, in quest’aula, che non abbia mai detto una bugia, che non abbia mai fatto una cosa immorale, e non esiste un uomo al mondo che non abbia mai guardato una donna con desiderio!”


26 commenti:

  1. Purtroppo siamo ancora lontani dal considerare l'essere umano appartenente ad un'unica razza. Siamo in preda all'odio, all'intolleranza, alla bramosia di potere e ricchezza, a volte sembra di rasentare il medioevo per inciviltà e cupidigia. Perché non cresciamo? Cosa abbiamo di malato nel DNA per riuscire ad autodistruggersi, a non prenderci esclusivamente cura di noi? Perché un antidoto non è stato ancora studiato? Oppure esiste ma in troppi lo vogliono nascosto. 😔

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    1. Lo hai detto: ce lo abbiamo nel DNA. Costruiamo castelli di carta e poi con un soffio annulliamo tutto il lavoro. In realtà, siamo falsi costruttori: falsi costruttori di pace, falsi costruttori di comunione e fratellanza, falsi costruttori di speranze. Noi siamo un'umanità senza speranza!

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  2. Splendido libro che ho letto e riletto in gioventù! E verissime le parole di Atticus Finch durante il processo.
    Grazie!!

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    1. Un libro che neanch'io ho mai dimenticato e che ho rispolverato di recente. Che tristezza questa "cancel culture"!

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  3. Bellissimo romanzo e bella la riduzione cinematografica. Ho un caro e struggente ricordo delle due opere. Amo da sempre Gregory Peck e nel film ha reso onore alla signora Lee interpretando un Atticus memorabile. Spero che nessuno metta mano alla terminologia usata nel romanzo, sta menata culture cancel rompe le palle. Un contentino per coloro che non hanno strumenti critici per affrontare la letteratura e la storia, un modo per appiattire il livello di consapevolezza di chi siamo e da dove veniamo. Poi, insomma, basterebbe documentarsi sulla signora Harper Lee, scoprire della sua amicizia con Truman Capote, ad esempio, per capire e contestualizzare senza i filtri della moderna, ipocrita e noiosissima, "correttezza politica". Questo sì tra virgolette.
    Un grande abbraccio a te: SuperMarina.

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    1. Ciao grande Max!
      Il romanzo è un capolavoro, la storia, i personaggi, il messaggio, tutto è perfetto. Non ho visto il film, ma contavo di recuperare in qualche modo, perché sono curiosa di vederne la trasposizione cinematografica (da bambina amavo Gregory Peck). Non parlare a me del politically correct perché sono totalmente contrariata da quello che lo hanno fatto diventare: come ogni eccesso, quello degli ultimi tempi sfora nel ridicolo e l'attuazione convinta di tale sciocca "culture cancel" ne è una piena e chiara dimostrazione.

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  4. É stata montata una polemica anche sulla presenza della parola in questione in "Huckleberry Finn" di Mark Twain, ma ai suoi tempi era un termine neutrale. E comunque i bambini aiutano uno schiavo nero a fuggire, quindi non era un romanzo razzista.

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    1. Sì, sentivo anche di questo. Ma il termine "negro" è usato da altri scrittori, Philip Roth, Fitzgerald, si fa di tutta un'erba un fascio e con tranquillità si intaccano opere volute in un certo modo, nella presunzione di entrare nelle intenzioni dei loro autori. Il sopravvento dell'ignoranza, ecco cosa si sta avallando con questa cultura della revisione insensata.

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  5. Atticus è un personaggio fantastico, il suo rapporto con i figli, la sua integrità morale, il suo senso della giustizia. Nella scena che ricordi tu è bella la ragione per cui si racconta che lui abbia smesso di sparare: la sua grandezza d'animo lo porta a pensare che Dio, nel dargli il talento di avere una mira eccellente, gli abbia in realtà donato un vantaggio ingiusto sulla maggior parte degli esseri viventi e per questo lui aveva deciso di non sparare più se non quando strettamente necessario.

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  6. Il revisionismo culturale è purtroppo una deriva del politicamente corretto, conosci la mia posizione in merito: meglio che il politicamente corretto esista ma stiamo attenti alle esagerazioni. Il pericolo è sempre quello di applicare una censura o revisionare opere classiche fino all'irrispettoso. Trovo fastidioso il pensiero che Matilda di Dahl legga Jane Austen nelle nuove traduzioni e nell'opera originale (ebbene sì, modificata anche quella) al posto de Il libro della giungla, per dirne una.
    Leggendo la citazione da questo grande classico (anche il film è bello, Peck all'altezza di questo straordinario ruolo), non nego di provare una sensazione di fastidio a quel "negro" reiterato, ma accetto il fastidio perché contestualizzo. Piuttosto forse la questione sarebbe: nelle nuove traduzioni non sarebbe meglio utilizzare "nero"? Ma il punto è che la sostituzione di "nigger" con "black" avvenne in via ufficiale solo a partire dagli anni Settanta, mentre il romanzo risale a un decennio prima e negli Usa imperversava ancora il razzismo sfacciato mai cancellato dall'abolizione della schiavitù. Il romanzo è stato un altissimo esempio di lotta al razzismo e Finch parla come era uso al suo tempo, dobbiamo farcene una ragione.

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    1. Chiave di lettura: contestualizzazione, infatti. Ma come si pretende di riqualificare tutto la storia senza tenere conto dei tempi, delle dinamiche dell'epoca, degli ambienti...Io allibisco tutte le volte! Se all'epoca del romanzo il razzismo era il fulcro di tante battaglie, togliere vigore e peso a certe espressioni significa sminuire il problema vivo allora. Brutto a sentirsi, il termine "negro", certo, ma era appunto coerente con il periodo storico: ma che si va a ritoccare e a vantaggio di chi, di cosa?

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    2. In ogni caso Atticus non pronuncia mai la parola nigger, che è altamente offensivo e già allora usato come insulto, utilizza invece i termini inglesi negro o negroes al plurale. Come detto era il termine comunemente usato negli anni '30 dell'ambientazione della storia, persino da molti dalla stessa comunità afro americana per auto definirsi. Quelli erano i tempi e non possiamo che prenderne atto. Il romanzo fu un bel calcio nelle palle ai ben pensanti dell'epoca, anni '60, che glissavano sulle condizioni di vita negli stati del Sud, basti pensare che in molti stati come l'Alabama e il Mississippi ancora si eseguivano linciaggi nei confronti delle persone di colore a opera dei tesorini del Ku Klux Klan. Per fortuna nel periodo tra l'uscita del libro e quella del film, si era affacciato alla ribalta un certo John Fitzgerald Kennedy che per la prima volta diede ufficialmente valore di interlocutori ai rappresentanti dei movimenti per i diritti civili come Martin Luther King.

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    3. Il termine "nigger", adesso, è nei testi di molti rapper americani: retaggio del passato che va a finire nelle canzoni!

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  7. Il buio oltre la siepe è il mio libro preferito in assoluto... e non c'è bisogno di aggiungere altro.

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  8. A volte penso che la storia americana sia l’emblema dell’ingiustizia sociale: hanno rapito delle persone strappandole alla loro terra, i “negri”, li hanno ridotti in schiavitù e resi alla stregua di un oggetto, poi li hanno considerati esseri immorali, ladri brutti e cattivi, “malvagia presunzione che tutti i negri mentono, che tutti i negri sono esseri fondamentalmente immorali”.
    Questo romanzo rende bene il senso della storia (revisionarlo per adeguarlo al politically correct mi sembra assurdo, si avvicina a quello che faceva il Ministero della verità in 1984 di Orwell).

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    1. Brutto bruttissimo il razzismo! E quanta rabbia solleva il pensare che il solo colore della pelle possa generare disprezzo. Eh, 1984, un altro libro che riesce sempre a scuotermi il sistema nervoso!

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  9. Ricordo che il film mi ha causato grandi russate (mea culpa) però il libro mi sono ripromesso tante volte di leggerlo - a al momento sono io quello che ha mentito!

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    1. Letto anch'io in "vecchiaia", ma con grande valsa di pena! :P

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  10. Grande libro, molto amato, altrettanto grande film (devi recuperarlo assolutamente). Anch'io detesto il revisionismo che agendo sul lessico distrugge il contesto storico dell'epoca. Trovo che la cosa non abbia alcun senso anzi moralmente l'idea che vengano toccati capolavori per cui l'autore ormai defunto non possa protestare mi indigna. Ecco stamattina in un bar dove c'è un bello scaffale di Bookcrossing ho visto una copia di Radici, pensa che da bambina lo sceneggiato ci appassionò al punto che poi una decina di anni fa quando uscirono i dvd li presi e me li rividi tutti. Lessi anche il libro, preso in biblioteca, a sto punto mi sa che torno al bar a prendermi questa copia anche per controllare la traduzione della parola neri che ovviamente abbonderà.

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    1. Bello Radici, me ne ricordo anch'io (il film perché il libro non l'ho mai letto e dev'essere bello). Che poi, ribadisco, come si fa a non rendersi conto che chi ha scritto certi libri lo ha fatto per rappresentare un'epoca, non i suoi valori (al limite per stigmatizzare pesantemente quelli sbagliati) e che decontestualizzare un testo pennellando termini "scomodi" serve solo a rendere odioso l'intento che ne è il presupposto. Leggere "negro" deve infastidire proprio perché dà il senso e la portata del razzismo vissuto in America a quell'epoca( e nemmeno tanto superato!)
      Comunque sì, voglio vedere anche il film tratto dal romanzo.

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  11. Il film è un capolavoro ma il libro, il libro lo è di più: spero che questo articolo inviti altri che ti leggono a riprenderlo in mano

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  12. Ho rivisto quest'inverno il film e ho subito ordinato il romanzo. Ora è qui, in attesa di un clima migliore per leggerlo bene. (Al momento sto tentando di terminare Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, una fatica immane perché quell'ambientazione mi genera ansia, ma i pompieri e il fuoco tra le pagine in un'estate così rovente fuori non vanno proprio d'accordo... devo scegliermi un romanzo ambientato tra i ghiacci del Nord, uffa!!)

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    1. A proposito, se posso suggerirti, insieme al tv Sorrisi e Canzoni, con 8 euro e 90, la Mondadori propone la collana di romanzi di Elisabeth Von Arnim, scrittrice che ho adorato con "Un incantevole aprile". Martedì scorso è uscito "Un'estate in montagna", che direi cade giusto a fagiuolo! ;)

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