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giovedì 6 giugno 2024

Al teatro con il “Sogno di una notte di mezza estate” di Luana M. Petrucci

Quando l’anno scorso Luana mi ha detto che, col suo laboratorio teatrale di ragazzi, stava lavorando alla messa in scena di “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, mi sono istintivamente detta: chissà come farà.

È una commedia complessa, ricca di contenuti e di personaggi; ho immaginato le battute del copione, la scenografia, i costumi e gli attori giovanissimi (alcuni appena adolescenti) alle prese con la quantità di lavoro da affrontare per riuscire a caratterizzare e interpretare ogni ruolo. Ma ho rimesso la mia diffidenza nelle mani di chi sapevo che ne avrebbe tratto uno spettacolo di pregio, nonostante mole e difficoltà, perché ormai Luana Petrucci è una garanzia e non lo certifico io, che le sono molto amica, ma i fatti: solo lo scorso marzo - per dire - la Compagnia Carpe Diem, da lei fondata e diretta, ha partecipato al Festival Nazionale del Teatro “La Guglia d’oro”,  con lo spettacolo “Per amore. L’ultima notte di Anna Magnani” e si è portata a casa la bellezza di due premi importanti: migliore attrice protagonista e migliore attrice giovane.

Questa volta ciò che mi ha colpito molto, e per questo ne parlo col solito entusiasmo, è la caparbietà con cui Luana si è ripromessa di portare a compimento un progetto concepito anni addietro, che però allora non aveva avuto un esito positivo a causa dei dissidi sorti all’interno del cast dell’epoca (e se manca l’armonia in un gruppo sappiamo bene quanto tutto diventi complicato).

Eppure, l’intenzione di fare fruttare le idee attorno a un’opera così leggendaria non è mai stata del tutto accantonata e, finalmente, con la consapevolezza di guidare una squadra nuova, solida e ben strutturata, ecco che la nostra brillante regista si è di nuovo tuffata nell’avventura e, stavolta, sogno e ostinazione hanno trovato la strada del successo.


Gli attori pieni di potenziale, spinti da una grande energia e motivati dal desiderio di “imparare” un’arte difficile, hanno espresso al meglio il proprio talento. Recitare in teatro non è da tutti: bisogna gestire l’ansia da prestazione, su un palcoscenico sai che ogni cosa è affidata al momento, non c’è un “ciak si gira” che può ripetersi all’infinito finché la scena non funziona alla perfezione, tutto si risolve lì, con quella battuta che deve riuscire subito e la memoria che non può fare cilecca. Il gruppo del laboratorio di Luana è stato all’altezza di ogni parte assegnata, dai più “esperti”, che hanno cominciato da giovani (capirai, oggi sono ventenni!), alle nuove leve, smaliziati interpreti che hanno dato un’eccellente prova di recitazione. Tutti si muovevano sul palco con padronanza di gesti, ottima mimica e grande coordinazione. Che belli gli elfi e le fate, abitanti del bosco magico, piccoli ed abili nelle movenze, mentre, immersi nelle brume della notte, con il fumo a creare l’atmosfera giusta, introducevano il mondo del “sogno”!





È quello in cui i due sovrani Oberon e Titania creano i presupposti perché si sviluppi l’equivoco che anima il cuore della commedia, con il personaggio centrale di Puck, spiritello che si burla delle schermaglie delle coppie di giovani innamorati e genera il caos, per poi intervenire ancora a risolverlo.






  
Altra cosa che mi stupisce sempre è la capacità di ricostruire lo scenario con elementi semplici ma significativi, di grande impatto visivo, in questo caso una poltrona regale, una lanterna, fasci di edera intrecciata a fiori e le immagini usate da sfondo, sempre molto azzeccate, che regalano una sorta di ultra-tridimensionalità alla rappresentazione sul palco. Per non parlare dei costumi e dell’apparato sonoro, affidato e gestito dal marito di Luana (nella preziosa condivisione della stessa passione per il teatro).


Anche in questo sogno di una notte di mezza estate Luana non rinuncia al tratto di originalità che identifica il suo modo di fare teatro, dove non si assiste solo alla rappresentazione di una storia, con i ritmi scenici e la scelta dei momenti cui dare maggiore rilevanza, ma dove a fare la differenza sono gli spunti innovativi, autentici guizzi di genialità: per esempio, il ruolo “jolly” affidato a Lisa Bertinaria, camaleontica interprete di altre performance della compagnia Carpe Diem, qui un elfo di Tolkien, Lúthien, che introduce la commedia shakespeariana e la chiude con un monologo molto bello (e per la cronaca è lei la vincitrice del Premio citato a inizio post come migliore attrice giovane).



Talkien che si tuffa nel sogno di un drammaturgo di fine ‘500... fantastico! 

L’altra novità è l’incursione della regista sulla scena, intervenuta a sistemare un piccolo inghippo: una trovata meta teatrale che solo a Luana poteva venire in mente!



La parte che mi ha divertita di più è stata la parentesi dei guitti, gli artisti scalcinati con l’ambizione di inscenare alla corte di Teseo il mito drammatico di Priamo e Tisbe.

La tragedia in mano loro diventa una farsa, l’interpretazione grottesca e poco credibile; l’inettitudine di questi artigiani è ben rappresentata ed è ammirevole la capacità delle interpreti, le quali per immedesimarsi nei rispettivi ruoli sono state pure in grado di alterare la voce con risultati sorprendenti (ho adorato il “muro”). 








Perché l’aspetto (collaterale) da sottolineare è che Luana, nel laboratorio di quest’anno, ha lavorato con quattro maschi e ben undici femmine; significa che tolti i ruoli maschili di Teseo, Oberon (interpretati dallo stesso attore), Lisandro, Demetrio e un elfo del bosco notturno, tutte le restanti parti sono state attribuite al gentil sesso. 


Puck saluta il pubblico con il monologo tratto dalla commedia originale, ma è quello di Lúthien il messaggio da prendere, mettere in tasca e portare a casa (insieme alle emozioni raccolte durante la serata): un pregevole testo scritto da Luana che è un inno alla saggezza, alla speranza e all’amore.


La compagnia si congeda dal pubblico con un video che racconta il dietro le quinte, i momenti condivisi durante le prove, il lavoro di gruppo, i sorrisi, i travestimenti, l’entusiasmo contagioso. Con a capo Luana, l’infaticabile “capitana”, che, nonostante gli ostacoli e ogni difficoltà, è pronta a ricominciare sempre da qualche parte perchè sa che è quella la strada giusta da percorrere quando non si smette di sognare.





*E anche questa volta, non ho potuto che attingere al ricco album fotografico di Alessandro Borgogno, perfetto narratore per immagini di ogni spettacolo teatrale di Luana. 





   


12 commenti:

  1. Ma che omaggio delicato e tenerissimo, da conoscitrice di Luana, del teatro, e di quel gioiellino di Lisa per la quale prevedo davvero grandi cose.. mi sono sfuggiti gli ultimi due spettacoli, per vicende spiacevoli ma che speriamo volino via in fretta, ma già solo dal Pinocchio che abbiamo potuto apprezzare, Lulù ed io, palese l'amore che tracimava dal palcoscenico e contagiava ambiente e spettatori.. davvero il clima ideale per fare teatro, un'arte che coinvolge, una passione che scende tra le poltrone e porta per mano sul palco anche chi crede solo di assistere.. grandissimi complimenti a Luana e alla sua Compagnia di giovani e giovanissimi attori ma soprattutto attrici.. e grazie a te per aver reso così tangibile e visionaria questa esperienza!

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    1. È vero, caro Franco, è proprio un omaggio delicato e tenerissimo. Speriamo di vederci presto, come sai sono stata davvero felice di incontrarvi in occasione di Pinocchio. Un abbraccio a voi e un grande in bocca al lupo a Lulù.
      P. S. Pensa, tu ti chiami Franco, come mio marito, e tua moglie Lulù, come vengo da molti chiamata io. :)

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    2. Per me è sempre un piacere e un onore non solo assistere agli spettacoli di Luana ma anche parlarne. Mi viene spontaneo, proprio perché ho bisogno di raccontare tutto ciò che mi lascia un segno. Non ho mai visto una persona amare tanto il teatro e sacrificare tanto del proprio tempo per coltivare questa passione. e vedere i ragazzi (alcuni ancora piccoli) accostarsi a quest'arte mi fa ben sperare in una generazione di giovani con interessi intelligenti e sani.
      Grazie e in bocca al lupo per le spiacevoli vicende: di qualsiasi cosa si tratti, spero passi tutto davvero in fretta.

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  2. Carissima Marina, grazie ancora per questo magnifico post. Tutti i tuoi articoli dedicati al mio teatro sono perle preziose. Da quel 21 marzo 2017 in cui pubblicasti, con mia grande sorpresa, il primo post, quello su Foglie d'erba. Trovarmi in questo blog, un luogo importante se pensiamo ai tanti post di pregio che sai scrivere, alle tue riflessioni sulla scrittura, sulla letteratura, è per me anche un onore.
    Sono contenta che ti siano piaciute anche la mia incursione in palcoscenico e quel personaggino "tolkeniano" magistralmente interpretato da Lisa (quanta forza in questa piccola grande ragazza!). Mi piace scardinare i piani, fare sorprese, stupire. Quando la drammaturgia lo permette, senza disturbare troppo o senza scadere in ridondanze o trovate azzardate. Penso che il teatro sia ormai, dopo quasi un ventennio che lo pratico, un "luogo" del tutto familiare. Ed è bellissimo viverlo da dentro e comporlo, mettere insieme splendidi esseri umani per costruirlo, avere perfino il privilegio di utilizzarlo come strumento di educazione.
    Un abbraccio carico di gratitudine, amica mia.

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    1. Il teatro è il tuo luogo ideale per eccellenza, te lo dico sempre come ti dico sempre che la cosa che mi stupisce tutte le volte è vedere quanto esso ti renda felice , sicuramente più della scuola, dove è vero, insegnando, educhi, ma mai quanto in questa attività. E la gratitudine dei ragazzi che segui, di questi piccoli attori che crescono anche grazie alle prove in cui si esercitano, è palese. Continua così, cara amica!

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  3. Deve essere stata una gran serata, per Luana certamente moltissimo, ma anche tu come spettatrice trasmetti proprio la sensazione di esserti goduta lo spettacolo.

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    1. Ed è quello che amo di questi articoli. :)

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    2. Me li godo proprio questi spettacoli, hai detto bene. Considero una fortuna poterlo fare.

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  4. Grazie, Filippo! Il mio tentativo è stato fin dall'inizio quello di costruire, assieme a ragazzi giovanissimi, l'opera originale, senza cedere a facili semplificazioni. Alla fine di un progetto siffatto si aggiunge un mattoncino a quanto stai costruendo ed è una sensazione bellissima. :)

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  5. Mi piace l'espressione "figli spirituali artisti". Lo sono davvero, artisti, ma soprattutto sono come dei figli!
    L'opera è complessa e Luana, come fa sempre, trova comunque il modo per mettere tutto in scena, sottolineando gli aspetti più importanti e poi quell'aggiungerci tutte le volte qualcosa di originale, come un jolly che non è mai fuori luogo, rappresenta la sua firma in ogni spettacolo.

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  6. Ma che bellezza!! E mentre scorgevo le foto, ho esclamato: "Ma quella non è Galadriel da Il Signore degli Anelli?!" E invece è Luthien, dal postumo di Tolkien, Beren e Lúthien, curato dal figlio Christopher. Bella idea, mi piacerebbe proprio assistere a questo spettacolo, chissà in futuro! :)

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    1. Merita, come tutte le rappresentazioni teatrali di Luana: s'inventa sempre qualcosa di originale che rende lo spettacolo davvero inimitabile.

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