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martedì 25 giugno 2024

Estate 2024


Era Pirandello che spiegava alla perfezione la differenza fra comicità e umorismo, grazie all’esempio della vecchia signora imbellettata, coi capelli ritinti, goffa nei suoi abiti giovanili. Ne incontro tante e, lo ammetto, spesso, la vista di queste persone “stonate” mi suscita una risata, perché esternano una condizione che non le rappresenta: è comico l’avvertimento del contrario. Ma quando subentra la riflessione sul perché rileviamo la diversità rispetto a ciò che dovrebbe essere (una signora anziana dovrebbe mostrare il garbo dei suoi anni con un abbigliamento e un’estetica consoni all’età), allora ecco che la comicità diventa umorismo; mentre la prima provoca ilarità, il secondo smuove un sorriso amaro: quella donna potrebbe pararsi così per sentirsi bella agli occhi di un marito più giovane, osserva Pirandello. E potrebbe farlo per mille altre ragioni che inducono a provare quasi tenerezza o addirittura pena per lei. È umoristico il sentimento del contrario.

Per analogia, mi è venuta in mente questa lezione pirandelliana oggi, dopo la telefonata quotidiana con mia madre in cui mi ha aggiornato su una situazione che diventa sempre più ingestibile e logora a grandi passi chi non ha più le forze per sostenerla. Ho riso, in un primo momento e, dopo la chiamata, ho ceduto alla commozione, ripensando al racconto di un episodio in sé buffo e grottesco ma che, purtroppo, nasconde un’amara verità. 

La demenza senile porta le persone che ne sono affette in una dimensione lontanissima da quella in cui hanno sempre vissuto, toglie capacità e abilità sempre esercitate; ruba le funzioni cognitive, irrompendo in deficit insanabili, che trasformano tutta una vita in una vecchia fotografia archiviata dentro un album.

Mio padre era un uomo pieno di vitalità, era un uomo scaltro, era un uomo dinamico; adesso è un anziano che confonde il deodorante con la schiuma da barba.


Quando undici anni fa ci siamo trasferiti a Roma, mi sfiorava appena la preoccupazione di allontanarmi dai miei genitori: sentivo di appartenere alla fase della giovinezza in cui nessun impedimento è un reale problema, perché avevo meno anni e anche loro riuscivano a gestire alla perfezione la terza età. Li vedevo giovani, perché lo erano ancora nel fisico e nello spirito e non avevano bisogno di aiuto alcuno. Vivevo i novecento chilometri di distanza da Caltanissetta come l’opportunità di ospitare per qualche tempo i miei e ogni volta era una bellissima festa. Il loro lungo viaggio, in pullman fino a Catania e in aereo fino a Roma, comprese le ordinarie attese in aeroporto, non era ancora quell’incubo che sarebbe diventato nel tempo. Già, perché il tempo, inesorabilmente, passa e undici anni non sono pochi: gli acciacchi dell’età che avanza cavalcano ad ampie falcate verso l’inevitabile china, minando salute e tranquillità. Mia madre conserva ancora una mente brillante, è una donna piena di spirito e il suo sorriso è sempre radioso nonostante i segni della vecchiaia, ma nessuno poteva immaginare che avrebbe avuto bisogno di una quota aggiunta di pazienza e forza d’animo (oltreché fisica) per potere affrontare quell’imprevedibile declino cui sta andando incontro, invece, mio padre a causa della sua malattia neurodegenerativa. Dalla demenza senile non si guarisce, è progressiva ed è irreversibile. In Sicilia non è rimasto nemmeno mio fratello (adesso lavora anche lui a Roma): venuta meno la certezza della sua presenza importante vicino a loro (in mia assenza), ecco che la leggerezza con cui ho affrontato il trasferimento (escludendo ogni altra implicazione emotiva) si è fatta un peso da gestire negli anni. E adesso nutro un solo grande desiderio: stare con i miei il più a lungo possibile, vivere a stretto contatto con mia madre per darle quell’aiuto materiale e tutto il supporto necessari in una situazione del genere. Ogni giorno prego perché i miei genitori possano trasferirsi qui a Roma (cosa ormai decisa con il loro pieno accordo), sarebbe tutto più semplice: non sarebbero più lontani dai figli e dal conforto che solo dai figli potrebbero ricevere e io mi sentirei sollevata, allevierei la mia ormai perenne, quotidiana, preoccupazione.

Così la mia estate è iniziata con la ricerca di una casa da affittare per loro, che non si trova con facilità alle (e nelle) condizioni in cui vorremmo trovarla; il caldo,  sebbene ancora trattenuto, mi scoraggia come ogni anno e di scrivere ho pochissima voglia. Per questo sono stata incostante con le pubblicazioni (anche se non del tutto assente dalle vostre.)


Dunque metterò in pausa il blog durante i mesi estivi. Tra qualche settimana scenderò in Sicilia e nelle mie intenzioni c’è l’idea di rimanervi più a lungo del solito. Il solo I-pad, purtroppo, non è d’aiuto: permane il problema della non riconoscibilità del mio account, cosa che non mi permette di accedere a nome mio nei blog altrui e di commentare o pubblicare da qui (posso farlo, ormai, soltanto dal pc). Facebook è l’unica piattaforma da cui potrò ancora dare notizie di me. 

Insomma, con questo post vi saluto. Qualunque cosa farete, ovunque andrete, ci ritroviamo qui a settembre.


Buone vacanze!

25 commenti:

  1. Buona pausa estiva. Purtroppo comprendo bene la problematica degli anni che passano per noi figli ma soprattutto per i genitori, sto vivendo anch'io una situazione pesante, quantunque nel mio caso già abitiamo nella stessa città.

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    1. Grazie. Senectus ipsa est morbus - diceva il buon Terenzio e non mi sento di contraddirlo! Buone vacanze, Ariano e in bocca al lupo anche per la tua situazione pesante!

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  2. Ti auguro un'estate serena, e di riuscire a traferire i tuoi a Roma.. le distanze sono feroci a volte, ti fanno sentire impotente, inutile, addirittura colpevole.. ma la vita richiede scelte e offre opzioni non pianificabili.. navighiamo spesso a vista sperando di sbagliare meno possibile.. un abbraccio!

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    1. Hai detto le parole più giuste che potessero essere dette in questa occasione. Speriamo sempre bene e in meglio, perché ciò che salva è proprio questa: la speranza.
      Serena estate anche a te, Franco!

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  3. Capisco bene la necessità e il desiderio di stare vicina ai tuoi genitori! Saranno certamente confortati dalla tua presenza e dal tuo affetto.
    Buona estate, cara Marina, e un abbraccio!

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    1. Grazie Annamaria, una buona estate anche a te. A presto.

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  4. Filippo, sei sparito dal web? Dov'è finito il tuo blog e anche i commenti ai post? Adesso sono io che dico: noooo, come farò senza te?
    Qualunque cosa sia accaduta, compreso un errore recuperabile (ciò che spero), spero che questa estate ti sia utile e porti consiglio. Ti abbraccio.

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  5. Come sai, cara Marina, ho vissuto la tua stessa esperienza, con la differenza che io qui sono arrivata 27 anni fa. I miei genitori erano ancora nel pieno delle loro forze, era bellissimo scendere in Calabria a ogni minima occasione e trovarli frementi di attesa e poi gioiosi (un periodo indimenticabile quello in cui mio papà aveva imparato a fare il pane al forno a legna, una festa ogni volta), per non dire di quando loro venivano qui da me. L'appartamento di Ciampino mi è caro oltre ogni dire, oggi, perché ogni angolo mi parla di loro. Di loro che, ormai, non ci sono più...
    Ti auguro di trovare un appartamento per loro al più presto, averli vicino sarà tutta un'altra cosa. Io non ho mai potuto viverlo, e sai bene che conosco cosa sia la demenza che ha colpito mia madre e poi l'ha portata via da noi.
    A volte mi stupisco di come abbiamo fatto a sopportare tutto quel dolore. Ma ci vengono in sorte prove che, probabilmente, sappiamo affrontare.
    Buona pausa dal blogghino, non vedo l'ora di tornare a leggerti, come sai. :)

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    1. Quando ti allontani dai tuoi genitori (per qualunque motivo) non pensi mai che un giorno quella scelta (o non scelta) arriverà a pesare. Anch'io spesso sono afferrata da ricordi lontani, soprattutto quando torno giù e rivedo ogni posto della mia infanzia/adolescenza/giovinezza (praticamente di mezza vita)e torno a frequentarli per un po'; che poi pensare di portare i miei a Roma significa sradicarli dalla loro vita e pure questo è un bel pensiero con cui fare i conti. Speriamo si possa fare tutto in tempo e senza troppi traumi.
      Quanto dolore sopportato, hai ragione! E vedo (non senza dispiacermi) che queste condizioni sono simili in tante famiglie: non mi confortano le difficoltà o i dolori altrui, ma la condivisione mi dà forza.
      Grazie, Luana, ci vediamo presto e nel nostro caso, nel vero senso della parola! ;)

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  6. Cara Marina, capisco bene la situazione,
    ho vissuto con grande dolore la lontananza dai miei che ormai non ci sono più. Il momento più difficile è stato quello della malattia di mio padre (per fortuna in Puglia vivevano le mie sorelle, ma quanti viaggi ho fatto in auto per essere presente anch’io accanto a lui). Cerca di passare un’estate serena in Sicilia accanto a loro.
    Riguardo alla riconoscibilità dell’account come sai ho il tuo stesso problema, risolvo inserendo il link del blog e inserendo il mio nome tutte le volte, oppure commento come anonimo e scrivo il nome nel testo del commento.
    Un grande abbraccio

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    1. Grazie Giulia, vivere lontani quando si ha un genitore malato è terribile; almeno tu hai potuto affidarti alle tue sorelle (una benedizione), io e mio fratello siamo qua entrambi e sapere i miei genitori soli in Sicilia, adesso, davvero mi toglie il sonno. Speriamo in meglio, sempre.
      (io continuo ad approfittare del computer, nelle ore in cui non lo usa mio figlio!) :)

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  7. Capisco benissimo... fatti forza e ricarica le batterie!

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    1. Grazie Andrea. Proverò a fare il pieno di energie! ;)

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  8. Penso di comprendere quello che stai vivendo perché anch'io ho dovuto affrontare una malattia in famiglia. È stata un'esperienza forte soprattutto perché di fronte a queste cose ci si sente completamente impotenti. Io non ero lontano da casa come sei tu e per questo penso che il peso che devi sopportare è molto grande. Ti auguro di trovare una casa la più presto in modo almeno di poter stare vicino ai tuoi genitori in un momento così delicato. Un abbraccio.

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    1. Mr.Loto mi dispiace leggere dal tuo commento quanto successo anche a te e ti auguro ogni bene .

      p.s
      nel tuo blog no riesco ad entrare,esce una dicitura di consenso ad accettare forme pubblicitarie che non approvo,senza libertà di non consenso.

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    2. Grazie mille per la comprensione. Mi dispiace per la tua esperienza: credo che ognuno di noi possa raccontarne una, purtroppo. Ho la fede che mi aiuta: sono impotente, ma sento forte il conforto della preghiera.

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  9. Brutta cosa, la demenza senile. Anch'io ho vissuto questa esperienza, con mia madre. Ne ho parlato pure in un post. Ti comprendo e ti auguro una estate serena

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    1. Ricordo il post commovente che hai scritto dopo la morte di tua madre e io, in quell'occasione accennai alla demenza di mio padre. Siamo sotto questo cielo... Grazie.

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  10. Purtroppo alcune malattie si presentano con l'avanzare dell'età e poter essere vicini ai propri cari può lenire in parte quel senso di sofferenza ,cercando di fare quel che si sente dentro ,per quanto possa essere possibile.La lontananza non aiuta e ti auguro di cuore di trovare la soluzione che auspichi.Un abbraccio


    L.

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    1. Speriamo, cara amica, di trovare una soluzione presto. Intanto l'estate ci avvicina e adesso lo considero un regalo.

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  11. La demenza senile è una gomma che cancella piano piano una vita intera, è una malattia tremenda, ingrata, egoista, si prende tutto è non lascia nulla e per chi vive accanto a chi ne è affetto è una salita che non ha pari. Mia madre sta soffrendo molto per questa situazione, non sa convivere con il dramma in corso, non si rassegna e alla fine si sta deperendo appresso a mio padre. Io sono lontana e tutta la situazione mi toglie il sonno. Tengo duro e provo a fare coraggio a mia madre, l’estate è l’occasione per stare vicino a entrambi i miei genitori anche fisicamente. Esserci, sì, per tutto il tempo necessario. Le dita incrociate per il progetto di avvicinarli a me e mio fratello. Grazie per l’incoraggiamento, Barbara.

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  12. Ho avuto le mie due nonne entrambe con l'Alzheimer, una di loro è vissuta con me, mia mamma e mia sorella per tanti anni, so quanto è dura. Ti faccio un grande in bocca al lupo per tutto e un augurio di trovare presto la casa. Un abbraccio :)

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  13. Mi dispiace così tanto per tuo padre.
    Spero che tu possa trovare quella casa.
    Io non potrei mai vivere lontano da mia madre e mio fratello.
    Sarà anche per questo che ho accantonato sul nascere ogni desiderio di gloria.
    Ci separano solo 15 chilometri, e già mi pesano.
    Figuriamoci se mi fossi trasferita al nord per diventare una giornalista di fama.
    Non posso nemmeno pensarci.
    Buona estate a te.
    Un abbraccio.

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    1. Purtroppo non ho avuto scelta, quando si è presentato l'obbligo di venire qui a Roma! Obbligo percepito nel fatto di non volere assolutamente separare la famiglia: io non avrei mai voluto né potuto vivere lontana da mio marito.
      Sapevo che un giorno il problema dei miei genitori si sarebbe presentato, gli anni passano per tutti. Adesso confido in una soluzione che vada bene e allevi il mio senso di angoscia al pensiero dei miei soli in Sicilia.
      Grazie, Claudia, una buona estate a te. Baci.

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