Giovedì: giorno di pubblicazione.
Vivere il famoso "calendario editoriale" come una tappa da seguire pedissequamente significa perdere il bello della spontaneità: chi ha un blog condivide contenuti ispirati, non riempitivi di un vuoto di idee temporaneo.
Io, oggi, non ho cosa scrivere, non ho costruito un pensiero attorno a un argomento su cui vorrei scambiare opinioni e nonostante tutto sto scrivendo qualcosa. Il perché è presto detto: ho il bisogno "fisico" di accedere nel mio universo scrittorio, fatto di strumenti materiali e idee (pure quando mancano), dunque mi accontento di sedermi nel mio solito angolino, con il mio fido computer davanti e le dita leste sopra la tastiera e di stare a guardare il vuoto per interi minuti (che sembrano pochi, ma se rimangono senza contenuto possono sembrare interminabili) prima di buttare giù una frase qualunque.
L'idea di aggiornare il blog con regolarità si accetta con la consapevolezza e la serietà di assumere un impegno; questo cambia un po' le abitudini e le priorità da attribuire nell'arco della giornata, ma la sostanza rimane la stessa: non c'è scelta consapevole, né senso di responsabilità alcuna se non hai nulla da dire.