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martedì 28 febbraio 2017

3 versioni, 2 editor, 1 brano (Rewind)

Questa immagine contiene un messaggio subliminale!😜

Riavvolgiamo il nastro: martedì scorso avevamo un brano da cui partire, due editor da valutare e tre versioni da leggere.
Adesso ci troviamo con tre versioni lette, due editor valutati e un brano da svelare.
È piaciuto, non è piaciuto, è piaciuto più delle tracce editate,  meno in un editing rispetto all'altro, qualunque sia il giudizio che ne abbiamo dato, resta il fatto che l'originale ha avuto la meglio sull'operato dei due editor e che il secondo editor ha ricevuto critiche più dure e un più scarso gradimento nel confronto con il primo. 
Un risultato che sembra alquanto singolare, se da una parte abbiamo uno scrittore che ha fatto del proprio stile una caratteristica che lo ha reso unico e dall'altra un editor che ha aiutato diversi scrittori ad affermarsi.
Nessuna illuminazione?

E se aggiungessi che di entrambi ho parlato recentemente, a proposito di un famoso dibattito che li ha visti protagonisti di molti salotti letterari? Chi segue il mio blog, a questo punto, ha capito di chi sto parlando, chi passa da queste parti per la prima volta può leggere, invece, il post al quale mi riferisco e tirare le somme.

Solo uno scrittore è in grado di fare letteratura parlando di cose apparentemente insignificanti, di trovare spunti interessanti anche quando nella vita accade poco o niente, di rendere gli oggetti protagonisti di una storia e quello scrittore è Raymond Carver. Va da sé che solo un editor ha avuto a che fare con la revisione dei suoi testi, togliendo o aggiungendo agli stessi la magia con cui erano stati concepiti e questi è Gordon Lish.
Ancora loro.

Ma attenzione, quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare ed ecco che il duro di turno, all'indomani della discussione sui due "big", mi ha inviato una mail in cui si è presentato come "editor per caso" (in realtà è uno che, come la gran parte di noi, ama scrivere) e mi ha proposto di editare a modo suo la versione di un racconto di Carver da mettere a confronto con quello revisionato da Lish. Voleva dimostrare che è facile dare credito a una persona famosa, la vecchia storia del condizionamento legato al nome (qualche tempo fa, se vi ricordate, mi sono divertita a proporvi degli incipit senza dire a chi appartenessero, se ad autori conosciuti o a scrittori esordienti e il risultato è stato sorprendente). 
Ho accettato la sfida e ho scelto il racconto "Gazebo" che conosco nell'originale contenuto nella raccolta "Principianti" di Carver e nell'edizione rivisitata da Lish, pubblicata con il titolo "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore." Narra dei ripetuti e inutili tentativi di un marito di convincere la moglie a smettere di condannarlo di averla tradita con una cameriera del motel che gestiscono.
Per l'occasione ho dovuto selezionare uno stralcio, ma vi assicuro che il lavoro dell'editor esordiente (che, tuttavia, non aspira a diventarlo) è stato condotto in modo davvero apprezzabile sull'intero racconto.

Oh, ma non vi ho detto ancora chi si è confrontato con la bravura del mitico Lish, se era l'editor n. 1 oppure il n. 2.
Voi che dite?
A vostro giudizio l'editor 2 ha modificato il brano, dandogli un taglio diverso, ne ha alterato il tono, ha usato termini poco appropriati, è stato insomma bocciato.
Chissà cosa penserebbe il buon Lish nel vedere il proprio lavoro fatto a pezzi! 
In pratica lui è l'autore della seconda versione che non ha ottenuto alcun consenso.

😵😵😵😵😵😵

Siamo in grado, ora, con tutti gli elementi in chiaro, di fare qualche considerazione:

1) La prima, più evidente, è legata alla questione "traduzione" sollevata da qualcuno, in primis dall'editor non editor che, in una delle sue mail, aveva già sottolineato la difficoltà di rendere alcuni termini o alcuni passaggi non capendo quali fossero le intenzioni dell'autore rispetto a quelle del traduttore. Trattasi di un testo in lingua inglese e perciò non sapremo mai se alcune parole utilizzate per descrivere la donna con cui l'uomo tradirà la moglie siano esatte: "camerierina", "donnetta", "piccoletta" (in un'altra versione tradotta è stato utilizzato, per esempio, il termine "ragazzetta" al posto di quel "camerierina" dal suono sminuente.)
L'editor 1, non conoscendo la narrativa di Carver, ha piallato tutte le varianti del verbo fare (che, però, si potevano notare leggendo il racconto per intero) tipiche, invece, dello stile dell'autore, come il verbo dire ripetuto a ogni battuta di dialogo. 
E questo fa scivolare l'attenzione su un'altra riflessione:

2) non si può apprezzare il lavoro di uno scrittore e, dunque, di un editor, analizzandone soltanto poche righe. Ovviamente, come dicevo anche in qualche commento, era improponibile trascrivere l'intero racconto, così ho scelto la parte in cui, forse, meglio di altre, potevano emergere le differenze nelle due operazioni di editing condotte.

3) Se compito di un editor (e in questo abbiamo avuto il conforto del commento di chi lo fa per professione) è di essere strumento che agisce nell'ombra e aiuta lo scrittore al meglio delle sue potenzialità, di certo riscrivere una storia non è coerente con le competenze che questi deve esercitare. Lish, in tanti racconti, è intervenuto in modo drastico, eppure non si può negare che abbia rispettato lo stile di Carver. Dove viene meno quell'indiscussa caratteristica di informalità nello stile di Carver a favore di una rivisitazione più piana e "letteraria"(come ha sottolineato qualcuno in un commento a proposito della versione dell'editor 1), in Lish quella caratteristica rimane comunque inalterata. Ritroviamo il minimalismo stilistico che è il punto di forza della narrativa carveriana.

4) È inevitabile che un editor analizzi un manoscritto in base alla propria visione. Sembra un assunto fondamentale. Di fatto, se è impossibile prescindere da una interpretazione in chiave soggettiva, è vero altresì che il rispetto del ritmo e della natura di un testo dev'essere alla base della professionalità di un editor. Il che riporta al discorso sullo stile che dev'essere migliorato, potenziato, ma non intaccato.
Resta inteso che non è necessario intervenire a tutti i costi su un brano, se lo si comprende fino in fondo: le espressioni del parlato di Carver non andavano eliminate o riscritte in modo diverso, perché tolgono spessore a quel tipo di scrittura voluto dall'autore appositamente così.

5) C'è una differenza nell'agire dell'editor che è anche scrittore rispetto a chi è editor e basta?
Sembra di sì è forse lo è se, come dice chi ha più esperienza, chi matura uno stile narrativo in veste di scrittore rischia poi di riportare quello stesso stile nel testo che deve editare, perdendo quell'obiettività necessaria a svolgere un buon lavoro di editing.

6) Varie ed eventuali
Questa è la parentesi che apro sulle vostre riflessioni in merito.

Direi che l'esperimento ha premiato l'editor per un giorno, ma, se posso dare un mio giudizio personale, la forza della collaborazione Carver/Lish rimane comunque inaccessibile. 

51 commenti:

  1. Ciao Marina, ho seguito in sordina questo esperimento che ho trovato molto interessante non solo perché mette in luce tutte le difficoltà di un editor, ma anche perché ha mostrato come il nostro giudizio diventi più spontaneo quando non è vincolato al peso di nomi di spessore.

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    1. Come al solito, in parte, si voleva verificare la reazione del lettore di fronte ad anonimi elaborati. L'effetto è sempre sorprendente. :)
      Perché in sordina, potevi dirmi come la pensavi, sarebbe stato interessante! :)

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    2. Sono stata tentata, ma non mi sento a mio agio quando devo parlare di argomenti che non conosco bene e ho lasciato perdere. Proprio per questo, però, ho seguito con ancora maggiore interesse e curiosità. Bacioni. :-)

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  2. Condivido abbastanza le tue considerazioni. Questo esperimento mi conferma quello che pensavo da tempo, cioè che l'editor giusto non può essere anche scrittore e deve usare con delicatezza il bisturi nell'intervenire sul testo, mai l'accetta.
    Comunque in definitiva il testo originale di Carver era già buono nell'originale, magari per un Pinco Pallino qualsiasi il discorso sarebbe stato diverso.

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    1. Ogni volta esco sta storia di Carver e Lish perché hai visto? A tutti l'originale è sembrato giusto com'era e in più tutti hanno escluso la validità dell'intervento di Lish. Non significa niente o magari qualcosa, anche se forse quello del rapporto Craver/Lish è un caso limite.

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  3. Ciao Marina,
    a mio parere un editor dovrebbe avere una grande esperienza di scrittura ma non essere uno scrittore di professione. Perché è davvero molto difficile non influenzare, con un proprio stile, il lavoro altrui.
    Impreziosire. Ecco cosa dovrebbe riuscire a fare un editor. Non rivoluzionare. Ci sono ottimi e cattivi editor, come ci sono ottimi e cattivi scrittori.
    :-)

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    1. Ben ritrovata, Erica. :)
      Oh, eccome se esistono bravi editor e editor poco competenti. Povero lo scrittore che incappa nell'editor sbagliato, significa che ha fatto un investimento a perdere e, visto che già è difficile trovare una strada da scrittori, pensa che frustrazione ritrovarsi accanto chi ti scava la fossa.

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  4. Avevo riconosciuto Carver, ma poi non ho confrontato l'intero racconto originale con l'intero racconto editato, ma l'ho fatto in passato. Sulla corta distanza ho preferito Carver, ma ho il sospetto che sulla lunga, l'intero racconto, le modifiche dell'editor avrebbero mostrato la loro ragion d'essere, proprio nell'esasperare alcuni passaggi e nell'evidenziare determinati significati. La prosa originale di Carver è, a mio avviso, molto piacevole, ma le versioni di Lish sono più incisive.

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    1. Anche a me piacciono gli interventi di Lish, molto. Per questo non mi sono espressa nello scorso post, sarei stata una voce "controcorrente" sospetta. :)

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  5. Sono sorpresa, non immaginavo che ci stessimo trovando dinanzi a un brano di "letteratura", onestamente.
    A conclusione di questo esperimento, credo che la missione di un editor sia quella di non stravolgere le intenzioni dello scrittore, continuo a crederlo un principio inoppugnabile. Se è vero che un testo può essere ridotto, o reso più accattivante, lo è altrettanto cercare di non mutare il senso di una storia, o intervenire implacabilmente su uno o più personaggi. Altrimenti cosa un editor dovrebbe trovare di interessante in ciò che sta editando? Si finisce col credere che riconosca che abbia dinanzi una buona storia ma che questa è scritta male, o assolutamente lontano dalla propria cifra stilistica. Ciò mi porta a pensare che un editor deve essere anche un potenziale scrittore, sì.

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    1. Potenziale scrittore sì, se con questo intendiamo che deve conoscere bene la lingua di riferimento e certi meccanismi narrativi. Anche un ottimo lettore potrebbe essere per esempio un bravo editor, perché ha una visione ampia e sicuramente ha assorbito tecniche e stili che poi può meglio vedere applicati in un testo scritto. Che poi l'editor sia anche scrittore non ci sarebbe nulla di male (ci sono e sono tutti famosi), sebbene l'idea che possa farsi condizionare nell'analisi da esigenze legate al proprio stile non sia del tutto peregrina.

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  6. Mirabili riflessioni, non c'è che dire. Di tutte le riflessioni, però, quella che mi colpisce di più è... il punto 7, cioè la tua frase finale: "la forza della collaborazione Carver/Lish rimane comunque inaccessibile".
    Quell'inaccessibile mi suono un po' come "imprescindibile". Mi colpisce questa frase perché non si parla più di Carver o di Lish, ma di Carver/Lish, inteso come Carver+Lish. Carvish insomma :-D, uno scrittore diverso dalle due personalità iniziali, con uno stile promiscuo. Una simbiosi, visto che l'uno non potrebbe esistere senza l'altro.

    Peccato che il pubblico di lettori (sovrano) abbia preferito lo scrittore originale senza la mano drastica del suo editor. Penso che Carver, ovunque sia, si starà facendo una grassa risata. :-P

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    1. Pensa che soddisfazione, proprio lui che in tante occasioni aveva mostrato la sua resistenza alle modifiche imposte (uso un verbo forte) da Lish. Che poi, pensaci, tutta sta storia, Carver/Lish Lish/Carver, io personalmente se non ci fosse stato tanto baccano sulle due versioni entrambe pubblicate a scopi puramente di mercato avrei trovato affascinante Carver e arrivederci al resto, comprese le versioni perfezionate del buon Lish.

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    1. Non ancor avuto questo piacere! Mi spiace!

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    2. Io non impazzisco per la narrativa di Carver, però ammetto che è uno scrittore che ha un proprio stile riconoscibile fra tutti e questo per me già da solo vale tantissimo, per questo dico che bisognerebbe leggere qualcosa di suo anche solo per capire un certo modo di intendere la scrittura.

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  8. Mah, io dubbi sul fatto che Lish avesse riscritto Carver creando un altro scrittore non ne avevo nemmeno prima (basta documentarsi), comunque non avevo riconosciuto il brano :O Mi pareva fosse di un americano e stop :D
    Carver voleva che il suo lavoro fosse ripubblicato così come lo aveva scritto lui, e aveva ragione. Lish voleva creare lo scrittore Carver come apripista del minimalismo, del quale per altro lui stesso tentava di essere un rappresentante. Pare con risultati scarsi. Essere editor è una cosa, voler manipolare la scrittura altrui un'altra.
    Non ho ben capito comunque l'intento a monte di chi ti ha proposto questo "gioco", rimango perplessa.

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    1. Non so se ci fosse un intento vero e proprio dietro questo gioco, perché alla fine lo era, forse semplicemente il saggiare le reazioni dei lettori di fronte all'analisi di tre brani in tre versioni diverse. Converrai che chi non ha riconosciuto la mano di Carver ha giustificato il ritocco dell'editor occasionale e che nessuno ha dato un minimo di credibilità a quello di Lish. Questo non dimostra niente, viste le tante variabili del discorso (tipo narrativa straniera tradotta o rapporto particolare che c'era fra Carver e Lish) però è stato curioso verificare che l'unico titolato a "correggere" Carver sia stato invece considerato l'editor peggiore.

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    2. Oh sì! XD Ma io di Lish avevo già opinione "meh" dopo ricerche fatte per quel vecchio post. Però... sai che proprio non avevo riconosciuto il racconto? :O Sarà l'età??? XD
      Sull'esperimento sono perplessa sull'idea del possibile condizionamento, nel senso che a me pare che tutti abbiano espresso un'opinione al di là dei nomi, motivando e giustificando le proprie scelte. Se si vuol parlare di scelte editoriali, invece, entrano in gioco altri criteri, ciò che spiega il radicale intervento sui testi compiuto da Lish: sono l'editor, il mio compito è promuoverti e darti visibilità, tenendo conto di un pubblico che io credo di conoscere, e via così.
      Cioè :D da un lato non apprezzo assolutamente la versione Lish, ma dall'altro comprendo le motivazioni a monte.
      Gasp, però... non ho riconosciuto il racconto XD

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    3. In più c'è il fatto non trascurabile che i due fossero amici, perché certe forzature, certe diciamo libertà di Lish si possono giustificare solo sulla base di questo.
      L'unico a riconoscerlo è stato Marco Freccero, a colpo secco. :)

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  9. Infine, la "prova provata" che chi fa lo scrittore E' lo scrittore, mentre l'editor al massimo può suggerire variazioni nella trama o fare presente che il paragrafo ha qualcosa che suona male ed è meglio riscriverlo, ma deve lasciare il compito allo scrittore, non può riscriverlo lui :-D

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    1. Sì, forse si può dire che l'esperimento sia servito in qualche modo a dimostrare come uno scrittore completo risulti gradito di suo, senza l'intervento "invasivo" di un editor. Al limite si poteva lavorare giusto su qualche dettaglio, la riscrittura era consentita a Lish, ma perché era Lish. :)

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  10. Tombola!! Pur non avendo letto questo racconto di Carver, avevo riconosciuto il suo stile, meno quello di Lish (!!), tanto che ho pensato: avrà preso due editor "nostrani", di diversa concezione, per vedere come se la cavano loro, ma quanto apprezza poi il pubblico.
    Sulla questione Carver/Lish: non sono sicura che i testi di Carver avessero bisogno della mano di Lish, ma di sicuro c'era bisogno di un agente come Lish (e i suoi contatti) per piazzarli. E se Lish ha messo come veto il suo editing, Carver ha solo potuto accettarlo.

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    1. Eheh, Lish declassato a rango di editor "nostrano". Se sapesse... :D

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  11. Ricordo il tuo post su Carver e Lish, ma non avevo ricollegato leggendo il tuo post della scorsa settimana. Condivido il pensiero di Tenar, probabilmente il lavoro dell'editor sull'intero racconto può dare benefici che non traspaiono leggendo solo un piccolo brano del racconto. Fare un buon lavoro di editor non deve essere semplice.

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    1. No, credo proprio di no. E non ci si improvvisa editor, forse nemmeno di se stessi. È questo che rimprovero alla gran parte degli autopubblicati.
      Ho fatto passare un po' di tempo dal primo post per non rendere facile l'associazione di idee, ma qualcuno si è subito accorto di cosa stessi parlando. ;)

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  12. Io avevo scelto l'editor per un giorno, ma l'altro, Helgado :D

    Io in realtà il primo editing l'avevo bocciato perchè travisava il senso del racconto :P di Lish mi aveva lasciato perplesso quel "da cosa nasce cosa" ma per il resto l'avevo trovato più aderente. Ma a sto punto sarei curioso di confrontare le versioni inglesi, non vorrei fosse un intervento maldestro del traduttore :P

    Ammetto che un po' il sospetto mi era venuto, visto il post precedente su Carver e Lish

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    1. Sì, senz'altro qualcosa nella traduzione dei due testi inglesi non ha funzionato, ma devo dire mi è bastato leggere i racconti nelle due versioni ufficiali per dirmi soddisfatta della conoscenza di Carver.
      L'avevo capito che ti era balenato il sospetto, quando nel commento hai citato proprio l'esempio Carver/Lish. :)

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    2. Per essere onesto fino in fondo mi è balenato il ospetto proprio mentre scrivevo quel commento :P

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  13. Il rapporto tra scrittore ed editor è sempre un rapporto molto particolare. Purtroppo si tende a guardare all'editor come a una sorta di semidio che si abbassa a prestare la sua professionalità a qualche scrittore in erba, con l'intento di sgrezzarlo e farlo crescere. Spesso lo scrittore instaura inconsciamente un rapporto di soggezione con il proprio editor e si lascia imporre tagli e riscritture non richieste. Per chi non lo sapesse, Carver e Lish avevano proprio un rapporto molto particolare, del quale Carver soffriva.
    Se qualcuno si chiedesse il senso di questo gioco-esperimento, diciamo che l'intento principale era quello di esporre gli scritti senza specificarne gli autori, così da consentire ai lettori di concentrarsi sull'efficacia del testo senza farsi influenzare inconsciamente dai grandi nomi. È stato curioso osservare che sono emerse diverse chiavi di lettura e, di fatto, al di là delle singole impressioni, è inopinabile che la versione di gran lunga preferita è stata proprio quella originale di Carver. Il suo editor ufficiale (qui presentato come editor 2) è stato bocciato quasi da tutti, addirittura gli è stata preferita la mia versione (per la cronaca: non sono editor di professione, e nemmeno scrittrice). Come detto da Marina, ho accettato di fare un lavoro di editing su tutto il racconto che però, per ovvi motivi di spazio, non è stato possibile esporre. Ero curiosa di vederne i risultati e ho chiesto in cambio di restare anonima. Del resto, per il fine ultimo della prova, non ha assolutamente importanza che compaia il mio nome: sono sicura che molti di voi avrebbero fatto meglio di me. :)

    Editor 1

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    1. O, eccoti! Benvenuta editor 1. Direi che hai avuto più consensi di quanto, sinceramente, mi aspettassi. :P
      Non te la sei cavata male, dai e poi confermo che hai fatto un buon lavoro su tutto il testo. Peccato non poterlo dimostrare, ma alla fine è stato piacevole anche così, con quel poco che ha detto molto.
      Torna fra noi. :)

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  14. L'unica riflessione che mi viene da aggiungere a quelle già fatte da te, riguarda la "trasformazione dello stile" portata dall'editor n.1. è vero: tecnicamente è sbagliato. Ma quella versione mi piaceva di più, come evidenziato anche nel commento della volta scorsa, e oggi ho scoperto perché: non amo i termini generici, come "fare" e "dire". Quindi, potrei non essere affine allo stile di Carver. Ma dico questo con riserva poiché, come voi avete evidenziato, la traduzione appiana lo stile, ed è anche per questo che preferisco leggere opere in lingua originale.

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    1. Questa storia della traduzione, in effetti, è una bella fregatura, me ne rendo conto, soprattutto perché io leggo molta narrativa straniera.
      Comunque, conoscendo un po' il tuo stile, mi sento di confermare che Carver non sia proprio il genere di scrittore che potrebbe piacerti.

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    2. Infatti credo che ne parlerò in uno dei prossimi post. Sono indecisa se farlo oggi, perché ho un'idea abbastanza chiara ma poco tempo, e quindi sarebbero più adatti i primipensieri. Stasera vorrei mandarti il capitolo nuovo. :)

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    3. Il mio primo pensiero in questo momento è: acc, poco tempo. Sempre.

      Aspetto... :)

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  15. Be', ho fatto l'editing a Carver... Meno di lui ora non mi metto neanche.

    Helgaldo

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    1. Peccato, volevo mandarti un manoscritto da editare :P

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    2. Prima diventa famoso come Carver senza editor e poi potrò concederti l'editing meglio che Lish, che mi pare un po' scarsino...

      Helgaldo

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    3. E chi te lo doveva dire, caro Helgaldo, che avresti bacchettato le donnine camerierine piccoline piccolette di Lish?
      Carver se la ride di brutto! :D

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  16. Non ho avuto tempo di commentare il primo post, ma in sintesi di tutte e tre le versioni, mi era piaciuto di più l'originale, anche se in alcuni punti non mi ha entusiasmato come è stato scritto ;)
    Alla prossima!
    Marina Z.

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    1. Ciao Marina, una X in più nella colonna di Carver. :)

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  17. Sono in ritardo ma eccomi. :)

    Io avevo riconosciuto autore ed editor.

    Nei corsi di editing il binomio Carver/Lish viene usato da quasi tutti quelli che insegnano come editare.

    Da alcuni viene usato come monito; da altri come esempio virtuoso. Non entrerò nel merito della discussione, però la domanda che mi sono sempre posta è: "Avremmo davvero apprezzato Carver senza i tagli di Lish? Lo avremmo innalzato a emblema di stile tagliente scarno e in alcuni punti quasi sterile?". Ai posteri l'ardua sentenza.

    Ogni editor deve essere in grado, con tutto il suo bagaglio di conoscenze e umiltà, di entrare in sintonia con lo scrittore, il suo romanzo/racconto/saggio e di suggerire migliorie che porteranno lo scrittore al "successo".

    Perché, in effetti, se qualcuno non avesse ritrovato i manoscritti originali di Carver con i tagli di Lish; se i manoscritti non fossero accessibili e conservati in un museo degli Stati Uniti; ecco, quanti di noi conoscerebbero davvero il nome e il ruolo di Gordon Lish?

    Io mi sarei fermata a quello di Raymond Carver.

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    1. È una riflessione che ho fatto anch'io: paradossalmente, la riuscita operazione di marketing condotta dalla moglie di Carver che ha voluto si pubblicassero i racconti originali del marito per mettere in luce quelle rotondità delle storie rese invece aguzze da Lish, ha finito per far balzare agli onori della cronaca quest'ultimo, cioè ha fatto venire fuori l'"altro lato" della narrazione di Carver che sarebbe rimasto dietro le quinte e che tutti avrebbero continuato a imputare allo scrittore. Non so se sia stata una buona idea, cioè sicuramente questa storia ha portato a un boom di vendite di entrambi i libri, tuttavia, nel lungo periodo, non so quanto possa beneficiare alla figura di Carver il continuo confronto con il suo fidato editor. Ma qui vale ciò che hai detto giustamente tu: ai posteri l'ardua sentenza!

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  18. Bene, io nel commento al precedente post alle tue risposte facevo queste considerazioni:

    1)uno è più gratuito dell'altro = In questo caso credo che non si sono applicati al meglio delle loro potenzialità. E' chiaro che si può fare un buon editing anche gratuito, ma se devi prestare un servizio professionale a pagamento, dai il meglio del meglio.

    2)Uno sapeva, l'altro no = Se l'editor sa d'essere messo alla prova, anche se agisce gratuitamente prova a dare il massimo.
    A questo punto azzardo che nell'esperimento in questione il primo editor sapeva, il secondo no.

    3)Sono due scrittori, ma uno è meno scrittore e meno editor dell'altro = Beh, non me ne vogliano gli scrittori, ma un editor è un editor.

    Ok, lo so che mentre leggevi hai sghignazzato e mi hai fatto fare la figura del fesso. Questo semplicemente significa che prima o poi si abbatterà su di te sadica vendetta sicula. XD

    L'imbroglio mi è piaciuto. Roba che nemmeno Manzoni nella notte degli imbrogli. :P

    Però a questo punto torno alle considerazioni di qualche post precedente, quando confrontavi i testi di Carver e di Lish.
    Ebbene, sono sempre più persuaso (per dirla alla sicula) che Carver sia stato rovinato da Lish. Che Lish abbia imposto un Carver all'attenzione mondiale, questo è fuor di dubbio, ma sotto sotto credo che il Carver Carver sia superiore. Lish è semplicemente un Carver depotenziato.

    Il tuo esperimento non è una prova statistica, però è singolare che una in una platea di scrittori, aspiranti tali e lettori, Carver abbia stravinto e Lish sia risultato il peggiore.

    E noi... alla prossima disfida. :P

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    1. XD
      Mi sono divertita un po' alle tue spalle, ma le risposte che hai dato avevano comunque un senso.
      In realtà, credo che al di là della validità goliardica dell'esperimento, sia venuta fuori una bella verità: Carver piace, Lish no in anonimato, che si incrocia con il dato inconfutabile che il contrario è possibile, e cioè che Lish piaccia più di Carver, solo perché conosciamo i loro nomi.

      Allora mi sono fatta persuasa che, rebus sic stantibus, devo aspettarmi una ritorsione da parte tua, nel pieno rispetto del codice siculo! :P

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  19. Sorpresa, sorpresa!! :-) Mi è piaciuto molto questo esperimento anonimo, anche per sfatare parecchi luoghi comuni. Non avevo riconosciuto Raymond Carver, pur avendo letto una sua raccolta di racconti e avendolo apprezzato parecchio. Come dici nel punto 1, è cruciale anche la questione della traduzione: non c'è niente da fare, con la traduzione si perde moltissimo del senso della lingua. Non c'entra nulla con il tuo post, ma attualmente sto vedendo la serie The Crownin lingua originale con sottotitoli in inglese, sui primi anni di regno dell'attuale regina Elisabetta. Ho provato a sentirla doppiata in italiano e c'è un abisso. Per quanto bravi siano i doppiatori, l'italiano è una lingua dolce e non potrà mai rendere la sottile perfidia di un consigliere che manda a... l'amante della principessa Margaret in vero stile British.

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    1. Grazie, ci siamo un po' divertiti alle spalle di due grandi. Carver, tutto sommato esce a testa alta, quanto a Lish... :)
      Comunque è vero, sottovalutiamo o meglio non consideriamo spesso che la traduzione è fondamentale perché un testo straniero abbia la sua ottima resa. Quante sfumature si perdono, quanti passaggi, basta un'interpretazione fraintesa e rovini tutto. Che poi, ci sono culture, come quella anglosassone che citi, in cui la sottigliezza di certi termini è determinante per capire l'autore e la storia che racconta: L'anno scorso ho letto un libro di Monica Dickens e devo dire che la traduttrice ha fatto (credo) un buon lavoro, riuscendo a lasciare intatta l'atmosfera inglese, con il suo humor tipico.

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  20. Iniziamo col dire che ho trovato molto interessante questo esperimento, e i risultati sono stati incredibili! :)
    Nel tirare le somme penso che ci troviamo tutti d'accordo su un punto: un editore non deve snaturare lo stile dell'autore. Probabilmente mi era piaciuta di più la prima versione editata proprio perché smussava lo stile, che non è già in partenza di mio gusto. Tuttavia nessuno scrittore scrive per tutti i lettori, ma per quelli il cui gusto si avvicina più alla sua prosa.
    Il mio giudizio era 'da lettore', ho pensato solo esclusivamente a quello che piace a me perché, alla fine, il prodotto viene giudicato dai lettori e ognuno sceglie ciò che è nelle sue corde. Non ho tenuto conto dell'autore né dell'editore, ma solo del mio gusto personale. Spero in questo modo di aver reso il tuo esperimento il più veritiero possibile ^^

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    1. Certo, lo scopo era proprio questo: esprimersi in libertà, senza essere condizionati in qualche modo dal nome, che vuoi o non vuoi esercita sempre una certa influenza. Sai che il racconto e di Carver e allora ne hai quasi timore reverenziale (qui è stato Carver, ma questo vale anche per molti altri scrittori famosi), siamo un po' più cauti nei giudizi. Invece in questo modo ha parlato solo il nostro "io lettore", come giustamente sottolinei tu, che ha delle preferenze, gradisce una cosa e meno un'altra in totale assenza di giudizi o pregiudizi.

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