Il quadro della Vigilia

Dio è un pittore, un espressionista astratto: soffia colori nell'immensa tela a sfondo azzurro e ne fa un’opera d’arte. Non riesco a distogliere lo sguardo dal panorama che osservo affacciata alla finestra: viene voglia di allungare un braccio e mescolare la colata di rosso che imbratta il cielo; smuovere le onde giallo ocra sprigionate dal sole sopito, spugnare con tinte di rosa la parte ancora visibile di blu cobalto. 

Mi perdo nei pensieri, con la tavola imbandita alle spalle, la candela che aspetta di illuminare la cena di Natale, l’odore di buono sprigionato dal forno e gli occhi immersi dentro il quadro di Dio: è una preghiera, quella che formulo, mentre ammiro il tramonto di questa Vigilia.

Mia mamma si sta preparando; tra poco ci vedremo dallo schermo del tablet: s’imbarazza quando la sorprendo con la videochiamata senza avvisarla, mentre adesso abbiamo un appuntamento, così lei ha tutto il tempo per sistemarsi. Glielo ripeto sempre, però, che il suo sorriso non ha bisogno di contorni imbellettati: è bellissimo in ogni momento. Mio papà è davanti al computer, intento ad allegare fotografie alle mail di auguri per i parenti lontani. Penso che vorrei accompagnarlo a Portaportese, come tutte le volte che viene a trovarmi: è la mia occasione per restare da sola con lui a condividere interessi e particelle di silenzio. Invece è solo un desiderio che m’immalinconisce. Mio fratello è con loro, stasera e sono felice che sia così: per lui chiedo un supplemento di felicità, perché se lo merita.

Il dipinto nel cielo cambia forma velocemente. Il gioco cromatico è in continuo divenire: le nuvole arancioni fluttuano, si sfibrano e si ricompattano in un’aureola che rimpicciolisce all’orizzonte. 

I miei figli sono nelle rispettive camere: Edoardo sta suonando al piano gli arpeggi soavi di uno dei capolavori di Liszt, “Giochi d’acqua a Villa d’Este”, niente di più appropriato in questo momento di meditazione; Enrico risolve su un quaderno equazioni complesse e differenziali per il primo esame all’università. Se torno indietro nel tempo e rammento la strada che ho percorso sempre al loro fianco, non ho nemmeno un atomo di rimpianto per avere scelto di godermeli fin dalla nascita, accollandomi rinunce, sacrifici, notti in bianco, ogni sorta di paure e preoccupazioni, che mi hanno resa una mamma fiera di tutti i piccoli e grandi traguardi raggiunti e felice del patto di solidità familiare stretto con mio marito.

Il tramonto ha la durata dei miei pensieri. L’ispirazione mi guida a metterli subito per iscritto, ora che il cielo ha indossato l'abito da sera e il profumo della cena smuove l’appetito. 

Abbiamo messo i regali sotto l’albero e saremo eleganti per l’occasione; siederemo al tavolo di un ristorante esclusivo, molto speciale, aperto solo per noi quattro, oggi e domani.

E sarà il nostro Natale.