Quando le tende del sipario si chiudono, lo scroscio degli applausi risponde al gradimento del pubblico. Il finale drammatico di “Notre-dame de Paris” ha commosso tutti, ma l’ovazione della platea è soprattutto la manifestazione della gioia per la riuscita dello spettacolo teatrale di Luana M. Petrucci. L’ennesimo successo di Luz del blog Io, la letteratura e Chaplin.
Non ne sbaglia una! C’è poco da fare: questo si chiama talento.
Aspetto che la gente sfolli un po’, per correre ad abbracciarla: la intercetto, mentre con un mazzo di fiori in mano - e con gli occhi, che l’adrenalina ancora fa brillare - saluta, risponde ai complimenti, ringrazia chi si avvicina per salutarla. La mia frase, quando la raggiungo è: “Mamma mia, Luà, ma che hai fatto!”, lo dico a bocca aperta, col tono che svela stupore e ammirazione, perché portare in scena un’opera magistrale come il capolavoro di Victor Hugo è un’impresa che chiede rispetto, ma riuscirci, ancora di più, significa ottenere il plauso pieno. E questo spettacolo lo ha meritato.