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martedì 30 maggio 2017

Tra le mie letture, una favola "morale"


È un periodo intenso di letture, questo. Seguo consigli, attingo a suggestioni altrui, negli ultimi tempi mi sono dedicata anche a cose diverse, ben lontane dalle mie consuetudini librarie. 
Forse è per dare una bella sferzata alla noia di cui vi ho parlato che ho deciso di rivoluzionare il mio sistema di lettura tarato sulle stesse impostazioni da anni e mai rivisitato, tranne qualche eccezione: mainstream, solo mainstream, accompagnato a una lettura classica. 
La lettura classica resta (su quella non sono previste deroghe), ma ho aperto porte nuove e sono entrata in mondi diversi: un thriller (è il libro di un'esordiente), tre testi teatrali (ho letto in due giorni Casa di bambola di Ibsen, La locandiera di Goldoni, Così è (se vi pare) di Pirandello), un erotico (alla fine ho mantenuto la promessa fatta a Erica Mai), ma una lettura, fra queste, mi ha sorpreso più di tutte: è una favola moderna, anzi un canto anarchico (detto con le parole dell'autrice), scritto da una donna sui generis, una raffinata provocatrice, sfrontata, dissacrante, anticonformista; una scrittrice, giornalista e sceneggiatrice, che non esita a definire turpe e osceno l'uso del denaro, anzi stupida, bieca, ignobile, noiosissima la mentalità per cui il denaro compra tutto. 
Anche i bambini.

lunedì 29 maggio 2017

#stoleggendo Teresa Ciabatti: una lettura fluida e coinvolgente



Continuiamo a raccogliere e confrontare le nostre impressioni suIla lettura condivisa, con Sandra Faè e Iara R.M., sempre nel blog ilibridisandra.


A domani

sabato 27 maggio 2017

#stoleggendo Teresa Ciabatti: Impatto



Il primo aggiornamento della lettura condivisa con Sandra Faè e Iara R.M.,da ieri sera è nel blog ilibridisandra.


Buon fine settimana a tutti

giovedì 25 maggio 2017

Sarà lei "la più amata"? - Lettura condivisa di Teresa Ciabatti


"È giusto obbedire alla notte" di Matteo Nucci, "Le otto montagne" di Paolo Cognetti e "La più amata" di Teresa Ciabatti.
Cos'hanno in comune questi romanzi?
Sono tre dei dodici semifinalisti del Premio Strega 2017.
Li ho citati perché uno, Nucci, l'ho letto, l'altro, Cognetti, voglio leggerlo, e il terzo, quello della Ciabatti, perché io e Sandra Faè abbiamo avuto una pensata qualche settimana fa, anzi un mese fa esatto: farne una lettura in contemporanea, visto che lei ne aveva parlato in un post e, in quella sede,  la proposta, nata da un commento, mi era sembrata interessante.

martedì 23 maggio 2017

Polemically correct

Il mio blog non vanta una lunga attività in rete, tuttavia in questi tre anni di frequentazione della blogosfera mi è capitato di leggere molti articoli tematici che sembravano essere al passo con una specifica tendenza del momento.
Esistono degli argomenti che vanno a cicli e una discussione in merito la trovi in quasi ogni sito che parli di scrittura.

domenica 21 maggio 2017

I miei anni '80

Ogni scusa è buona per buttare uno sguardo indietro ai mitici anni '80, ma adesso non mi lascio sfuggire l'occasione per dedicare un'intera pagina al periodo più bello della mia vita, dando seguito al gioco-catena ideato da Miki Moz, dopo essere stata nominata da Nadia Banaudi del blog "svolazzi e scritture." 

martedì 16 maggio 2017

I no che aiutano a crescere


Ho rubato il titolo del post a un saggio di Asha Phillips, ma questa non è una recensione del libro, anche perché non l'ho mai letto. Ne sentivo parlare ai tempi della scuola primaria dei miei figli e, certo, sembra interessante: il testo analizza, con una casistica divisa per età, le varie tipologie di situazioni in cui è fondamentale per un genitore "dire di no" al proprio figlio per consentire uno sviluppo positivo della sua personalità evitando al bambino di infilarsi in una dinamica autocentrata e "onnipotente" (descrizione tratta da Ibs.it)
Mi sento a posto con la coscienza: i miei due pargoli, ormai adolescenti, sono cresciuti a pane e no.

Oggi mi è venuto spontaneo allargare il discorso azzardando un parallelismo: molti di noi non stanno attraversando, in fondo, delle tappe evolutive nella difficilissima arte della scrittura divenuta impegno quotidiano? E pensavo a quanti "no" aiutano a maturare un significativo cambiamento in chi intende raggiungere non dico dei livelli accettabili, ma dei veri e propri obiettivi importanti, che siano il risultato di sudore e fatica distribuiti nel tempo.

Quando io critico il self-publishing lo faccio perché leggo, in tanti autori che pubblicano la propria opera, costi quel che costi, solo la precisa volontà di superare l'ostacolo dei "no", che non sono soltanto quelli degli editori poco interessati o attenti a soddisfare prevalentemente le esigenze di mercato, ma anche quelli dei lettori che bocciano determinate opere per tutta una serie di ragioni che non vengono capite. Perché l'autore self si è infilato in quella "dinamica autocentrata e onnipotente" del bambino che non sa intascare i "no" necessari. 

Non parlo a vanvera, voglio raccontarvi un'esperienza personale a conforto della mia riflessione.

giovedì 11 maggio 2017

Scusate, oggi atterro



Giovedì scorso, dopo uno scambio di battute con un amico blogger, mi sono messa in mano "È una vita che ti aspetto" di Fabio Volo.
In effetti, era una vita che aspettava nella libreria, schiacciato fra i libri che faccio finta di non avere. 
Così giovedì, dopo pranzo, l'ho cominciato; sabato, prima di pranzo, l'ho finito: era una vita che mi aspettava...
E NON POTEVA CONTINUARE A FARLO?

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giovedì 4 maggio 2017

Scusate, oggi volo!


In un commento di martedì scorso al mio post sulla noia, Michele Scarparo mi ha detto: "prendine uno e leggilo".
Vabbè, ora, solo perché solleticata da una provocazione, spendo dieci euro per comprare uno dei tanti successi di Fabio Volo?
Giammai! 
Se non altro perché sono una donna fortunata: ce l'ho, un Fabio Volo, nella libreria, anche se non l'ho mai letto; mi è stato regalato per un compleanno da un'amica ("Dani, un libro! Non potevi farmi cosa più gradita." 
Dietro le quinte: "DANI, TI SEMBRO IL TIPO CHE LEGGE FABIO VOLO?")

martedì 2 maggio 2017

Tutto il resto è noia

Giovane operaio
Amedeo Modigliani
Metti un giorno che, armata di buona volontà, mi siedo per completare un capitolo del romanzo e mi trovo a disegnare cerchi di fumo nell'aria oppure penso che il blog meriti un bel discorso sull'importanza delle parole e mi trovo a sbuffare su ciò che sto scrivendo. Metti che sbuffo anche intrufolandomi qua e là nei vari siti e mi scoccia commentare.
Orribile sensazione, la noia.