domenica 18 marzo 2018
giovedì 15 marzo 2018
La potenza espressiva delle traduzioni. Libera interpretazione
L’esperienza diretta mi ha sempre chiarito le idee: ho dato diverse occasioni al selfpublishing per convincermi della sua bontà e la delusione ha spesso battuto le aspettative; invece, era quasi per inerzia che annuivo ai discorsi relativi ai limiti delle traduzioni, mentre adesso so che quei limiti sono reali. Li ho sperimentati rileggendo il romanzo “Cime Tempestose” di Emily Brontë.
domenica 11 marzo 2018
McKee, il dialogo e Clint Eastwood
Caro signor McKee*, ho imparato dai suoi libri quante verità invisibili si celano dietro una buona scrittura, anzi per dirla con le sue parole, quante verità si celano dietro una scrittura ben fatta, pensata e volta a raggiungere un solo obiettivo: funzionare.
domenica 4 marzo 2018
Narrare un'immagine #3
Esistono due categorie di scrittori. Generalizzando al massimo, ci sono quelli che la natura ha dotato di talento e quelli che amano scrivere/non possono fare a meno di scrivere/scrivono per pubblicare/pubblicano per sentirsi scrittori, in sostanza la gran parte di noi.
giovedì 1 marzo 2018
domenica 25 febbraio 2018
Narrare un’immagine #2
Un’immagine può suggerire qualunque cosa, anche niente, suscitare emozioni oppure lasciare indifferenti, ma rappresenta ciò che si vede di un pensiero che non si conosce, esprime l’identità di qualcuno che sente il bisogno di raccontare una propria, personale, verità e lo fa attraverso l’arte figurativa.
Nella street art, per trarre un esempio da un fenomeno contemporaneo diffuso, molti artisti sono ispirati dal peggio della nostra società: “raccontano” la loro avversione ai drammi più comuni, trasformano in arte urbana tematiche di grande attualità e realizzano opere davvero straordinarie. Opere che in sé hanno una storia.
giovedì 22 febbraio 2018
Nel bene o nel male, purché se ne parli (dichiarata antipatia per il finale aperto)
Ho un conto sempre in sospeso con gli scrittori che chiudono le loro storie in un modo non corrispondente alle mie esigenze di lettrice; è come se volessi avere da loro spiegazioni circa le ragioni dei finali che non mi soddisfano, per rassegnarmi, poi, al fatto che anche quelli appartengono alla sfera delle scelte narrative: discutibili o meno che siano, restano pur sempre legittime libertà stilistiche.
domenica 18 febbraio 2018
Narrare un’immagine #1
Le Trame graffi(a)te di Michele Scarparo
Non me la sono mai cavata con l’ispirazione a comando. Non è del tutto una contraddizione in termini perché esiste il guizzo creativo, ma c’è anche un’ispirazione forzata in grado di produrre apprezzabili risultati.
Ecco, è qui che cado in un pantano, come quando a scuola la professoressa d’italiano dettava le tracce del compito e io sceglievo sempre la quarta opzione: l’argomento libero oppure, in generale, quando partecipo a un concorso letterario a tema. In questi casi la mia ispirazione rimane confinata in un recinto, le idee soffrono di claustrofobia e io scrivo con difficoltà.
Ecco, è qui che cado in un pantano, come quando a scuola la professoressa d’italiano dettava le tracce del compito e io sceglievo sempre la quarta opzione: l’argomento libero oppure, in generale, quando partecipo a un concorso letterario a tema. In questi casi la mia ispirazione rimane confinata in un recinto, le idee soffrono di claustrofobia e io scrivo con difficoltà.
mercoledì 14 febbraio 2018
giovedì 8 febbraio 2018
La mia palestra di narrazione
Un tempo mi bastava tenere un diario personale e prendere buoni voti nei temi d’italiano, per essere convinta di avere ricevuto un dono dalla natura: la capacità di scrivere.
Negli anni ho assecondato la fantasia, garantendo così alla scrittura un posto sempre importante nella mia vita. Solo che avere una passione ed essere in possesso degli strumenti per coltivarla non mi sono stati sufficienti per costruirmi un futuro da scrittrice ed è questo l’errore in cui sono cascata: farmi bastare quei presupposti.
martedì 6 febbraio 2018
Al teatro, “Finding Anne Frank”
Su un pannello nero leggo “Rumori di scena, compagnia teatrale” e sono contenta di essere qui, per la rappresentazione di Luana M. Petrucci cui non volevo assolutamente mancare.
Trovo senza problemi i biglietti del teatro, trovo facilmente la strada per arrivare in perfetto orario allo spettacolo delle diciotto, trovo un ambiente accogliente, aspetto solo che si accendano le luci sul palcoscenico per trovare Anne Frank.
giovedì 1 febbraio 2018
Ok, io riparto, però...
giovedì 21 dicembre 2017
Oh, io parto, però...
🎄🎄🎄
Non scendo, salgo. Come ogni anno dacché sono qui a Roma.
Mi hanno detto che a Milano troverò i pinguini, ma li preferisco ai cammelli in estate. Spero solo di non diventare una statua di ghiaccio mentre i miei occhi si incantano di fronte alla magnificenza del Duomo.
giovedì 14 dicembre 2017
Sotto una nuvola di libri: il mio sabato a “Più libri più liberi”
È il quarto giorno della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria e, alle ore 16:00, mi aspetta un evento che avevo segnato in rosso, nel programma, per sabato 9 dicembre:
giovedì 7 dicembre 2017
Scrivi scrivi scrivi e poi taglia taglia taglia
Dopo avere scritto allegramente, senza badare a limiti e vincoli di sorta, rileggo il racconto e mi dico: “mi piace.” Peccato che il concorso preveda massimo 15000 caratteri spazi inclusi e che io verifichi di essere a quota 17352. Sono fuori di una pagina intera, il che sulle prime mi porta a dire: ”vabbè, una pagina...”, poi mi pone davanti al più difficile dei compiti per un autore: rinunciare alle proprie parole.
Perché se le partoriamo vorremmo tenercele strette tutte quante, cassarle è tradire l’ispirazione. Eppure la storia va ridotta, è inutile, c’è un regolamento.
Da dove comincio?
giovedì 23 novembre 2017
Scusate il disturbo
Sono iscritta al gruppo Fb “Leggo Letteratura Contemporanea”, quarantanovemila e più membri: un popolo che legge, recensisce, consiglia, qualche volta polemizza. Lo frequento poco per mancanza di tempo, ma mi fa piacere seguirne i post, anche perché i suggerimenti spaziano e i commenti sono spesso interessanti.
Tempo fa, una persona chiedeva consigli sull’esistenza di libri “disturbanti”, intendendo per tali non i romanzi cruenti, con scene di violenza o di sesso spinto (sarebbe facile, in questo caso, buttarsi sull’horror o sull’erotico), ma “cattivi”, capaci di lasciare il lettore interdetto e confuso, di distruggere le sue certezze più radicate o quanto meno di metterle in dubbio.
Più di seicento sono stati i consigli di lettura: alcuni romanzi quotati da molti, me compresa, altri sconosciuti, uno assolutamente “alternativo”.
Tempo fa, una persona chiedeva consigli sull’esistenza di libri “disturbanti”, intendendo per tali non i romanzi cruenti, con scene di violenza o di sesso spinto (sarebbe facile, in questo caso, buttarsi sull’horror o sull’erotico), ma “cattivi”, capaci di lasciare il lettore interdetto e confuso, di distruggere le sue certezze più radicate o quanto meno di metterle in dubbio.
Più di seicento sono stati i consigli di lettura: alcuni romanzi quotati da molti, me compresa, altri sconosciuti, uno assolutamente “alternativo”.
giovedì 16 novembre 2017
E con questo ho detto tutto
Ci avete mai fatto caso che quando parliamo siamo un concentrato di luoghi comuni?
Se usassimo un segnale di allarme per ogni frase fatta utilizzata durante una conversazione, sarebbe un bel concerto di bip. Io stessa, nell’incipit di questo post, ho scritto: “ci avete mai fatto caso?”, che è un modo abbastanza convenzionale per dire “vi siete mai accorti? avete mai prestato attenzione?” ma anche prestare attenzione, tutto sommato, è un’espressione stereotipata e anche tutto sommato è uno luogo comune della lingua. Insomma, non se ne esce più.
giovedì 9 novembre 2017
Lettrice a tolleranza zero
Basta, io ho dato!
Ci ho messo tutta la mia buona volontà, ne ho parlato in varie occasioni nel blog, ho collaborato finché ho potuto con un’amica che gestisce su Twitter un profilo nato con le migliori intenzioni per dare spazio e visibilità ad autori nuovi.
Mi arrendo.
Metto in tasca il mio masochismo per diletto, anzi lo lancio dal balcone: che la pioggia di oggi se lo porti via. E non se ne parli più.
Ci ho messo tutta la mia buona volontà, ne ho parlato in varie occasioni nel blog, ho collaborato finché ho potuto con un’amica che gestisce su Twitter un profilo nato con le migliori intenzioni per dare spazio e visibilità ad autori nuovi.
Mi arrendo.
Metto in tasca il mio masochismo per diletto, anzi lo lancio dal balcone: che la pioggia di oggi se lo porti via. E non se ne parli più.
giovedì 19 ottobre 2017
I miei anni '90
Dopo gli anni ‘80, che sono stati quelli di passaggio dall’adolescenza alla maturità, ecco una nuova occasione per approfondire un altro decennio, i successivi anni ‘90, che hanno decretato i principali cambiamenti della mia vita. Da un’idea partita da Miki Moz, il tag è rimbalzato di blog in blog ed è approdato nel mio grazie a Pietro Sabatelli. È stato lui a coinvolgermi in questo nuovo giro di giostra che prevede un viaggio dentro i ricordi suddivisi, anche questa volta, per argomenti.
Non nominerò a mia volta nessuno, ma potete liberamente unirvi e raccontare i vostri anni ‘90 qui o altrove.
martedì 17 ottobre 2017
L'esordiente e l’azzardo stilistico
Esordire significa dare inizio a qualcosa. Lo scrittore esordiente, dunque, è chi entra nel ring letterario (per usare la metafora di Murakami) non solo perché ha scritto qualcosa, ma perché quel qualcosa è stato pubblicato e ciò, in qualche modo, ha attribuito il carattere dell’ufficialità al suo ingresso nel mondo dei narratori.
Oggi mi chiedo se la libertà dello stile sia una prerogativa solo degli scrittori famosi o se sia il tentativo indovinato anche di un esordiente.
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