Ovunque la collochiamo, la nostra giovane donna se la cava sempre bene, persino nei luoghi estremi scelti da alcuni anonimi partecipanti: nello spazio e agli inferi. Sono questi, infatti, i brani che mi sono piaciuti di più, dopo avere chiesto, nella presentazione del Thriller della scorsa settimana, di dare una nuova ambientazione alla storia.
mercoledì 30 novembre 2016
martedì 29 novembre 2016
La carezza in un pugno
Pudicizia - scultura di Antonio Corradini |
L'esigenza di catturare subito il lettore con un inizio forte non sempre fa di un incipit un capolavoro di scrittura. Anche quella di esporre la propria visione delle cose senza filtri o sfumature ha qualcosa di estremo che fa a pugni con la mia idea di bellezza narrativa.
Qualcuno si convince, guidato dall'istinto o da un'idea presa in prestito, che la riuscita di un testo passi necessariamente attraverso la rappresentazione concreta di una realtà vista a occhio nudo, invece io trovo più accattivante una lente d'ingrandimento che allarghi particolari, un angolo da svoltare, una porta socchiusa che lasci intuire cosa accade al di là.
Per "vedere" io voglio immaginare, costruire un percorso tutto mio, non fotografare e avere tutto già confezionato. La storia può raccontare in modo esplicito, ma deve orientarmi in mezzo alle parole, deve solleticare la mia curiosità, accarezzare il mio istinto; se mi disturba so già che la metà delle potenzialità di quel libro è sfumata insieme al mio interesse per il suo contenuto.
domenica 27 novembre 2016
Domenica: INSIEME RACCONTIAMO 15
Settimane impegnative le ultime, sempre di corsa, con più cose da fare, meno tempo a disposizione e un'influenza (già passata, per fortuna) che mi ha costretto a muovere le chiappe pure con la febbre alta.
Meno male che c'è il blog Myrtilla's house ad allietare, come ogni mese, le mie domeniche!
La sua rubrica "INSIEME RACCONTIAMO" scade il 30 novembre e io, come al solito, ho approfittato per dare il mio piccolo contributo narrativo.
L'iniziativa ha sempre le solite regole: aggiungere all'incipit un finale di 200/300 battute oppure di 200/300 parole.
Di seguito l'INCIPIT di Patricia (scritto in corsivo) e il mio FINALE.
giovedì 24 novembre 2016
Thriller paratattico n. 65 - Nuova ambientazione
Sappiamo bene, noi che siamo narratori, che uno degli elementi di cui si compone una storia è la sua ambientazione, dove e quando i personaggi vivono e interagiscono.
Il luogo in cui si svolge l'azione è importante, sembra quasi un accessorio, invece è ciò che maggiormente contribuisce a dare credibilità a quello che stiamo raccontando, che condiziona l'agire dei nostri personaggi, perché chi legge un libro nello scomparto di un treno avrà un comportamento, chi lo fa seduto sul divano di una casa solitaria, un altro e non possiamo fare togliere le scarpe al primo (cioè potremmo, ma dovremmo contestualizzare il suo gesto) né ipnotizzare il secondo con i rumori che lo circondano. Questo per dire.
Il tempo non è meno importante: gli abiti, il linguaggio, la descrizione di un ambiente interno devono rispettare l'epoca in cui è collocata la storia. Non sono dettagli, sono le regole richieste dalla narrazione, che possiamo reinventarci ma solo a rischio di risultare scrittori poco credibili.
Nel Thriller l'ambientazione favorisce la nostra immedesimazione: la scura coltre di buio, i vicoli sperduti di Montmartre, le scale da cui si intravede una luce, l'atmosfera è coerente con quanto accadrà dentro il bar malfrequentato dai pervertiti ubriachi e la mezza corona finale è una moneta che ci fa pensare a qualcosa di altri tempi (la vecchia Inghilterra, forse?) oppure a una nazionalità specifica: il dentista sarà danese, per esempio?
Tornando al nostro esercizio, qualcuno, nella scorsa edizione, ha fatto notare che in questo periodo, a Parigi, fa freddo e che forse la povera donna francese meriterebbe di vivere la sua drammatica esperienza in un posto più caldo.
Ho raccolto il suggerimento e questa settimana la mia proposta è la seguente.
mercoledì 23 novembre 2016
Thriller paratattico n. 64: Riepilogo e Verdetto
Nel Thriller paratattico n. 64 il caporedattore di una famosa rivista romana ci aveva proposto un viaggio di lavoro.
Nella capitale francese siamo andati in quattro: io, Darius Tred, Glò e Tiziana.
(Beato fra le donne, Darius!)
La fiducia di Franco Verres, che aveva commissionato a tutti i thrilleristi paratattici l'arduo compito di intervistare i protagonisti della vicenda di Montmartre, non è stata granché onorata e lo dimostrano due fatti: che in pochi abbiamo accettato di vestire i panni di freelancer e che quei pochi che si sono attivati siano poi rimasti lì, a godersi la bellezza della città per un'altra settimana. Durante il mio soggiorno, ho visitato i luoghi della vicenda, percorrendo in lungo e in largo i vicoli bui della giovane donna; ho persino intravisto una luce provenire dalla scala interna di un palazzo. Superfluo dire che non mi sono avventurata, anche perché sentivo degli schiamazzi provenire da lassù, che mi hanno messo i brividi addosso. E poi mi sono goduta lo spettacolo della Parigi by night sopra un battello che navigava lungo la Senna (ancorché infestata di ratti.)
Pazienza, il numero di questo mese della rivista "La coltre oscura del Mandrione" troverà altri intervistatori più volenterosi, mentre delle nostre versioni rimarrà solo un bel ricordo: io, intanto ho riso di gusto con l'intervista di Glò, ho apprezzato l'originalità di Darius e la professionalità di Tiziana.
Bravi tutti.
Va da sé che il buon Verres mi abbia mandato a dire che, sebbene ottime prove, nessuno è stato all'altezza delle sue aspettative. Ci saluta e ci augura buon proseguimento.
Il premio slitta, dunque, alla prossima prova che, come sempre, si riaffaccerà su questi schermi domani.
Intanto, ecco il riepilogo delle nostre interviste.
Buona lettura.
martedì 22 novembre 2016
La bellezza dimenticata
Le serate davanti alla tv sono ormai una noia e il palinsesto deludente non è quasi mai all'altezza del mio tempo di relax (preziosissimo, visto che è molto sudato durante il giorno). Allora leggo oppure scelgo di scorrere le pagine di Facebook perché so che, fra tante sciocchezze e notizie per me inutili, scovo sempre qualcosa che merita attenzione, che sia il tutorial di una ricetta culinaria o la riflessione su un argomento di mio interesse.
Qualche giorno fa ho, così, pescato un articolo, pubblicato nel 2014 on line ne "lastampa.it" e ancora condiviso, di Alessandro D'Avenia, che io conosco come autore di diversi romanzi (ho letto "Bianca come il latte, rossa come il sangue"), ma che interviene qui nella sua veste di professore di italiano, greco e latino al liceo. Con le idee molto chiare.
mercoledì 16 novembre 2016
Cartolina da Montmartre
Beh sì, che ve lo dico a fare: Paris est Paris! e io ho approfittato per prolungare il mio soggiorno nella Ville Lumiere.
Chi glielo dice adesso a Franco Verres che i soldi del Fondo per la libera informazione sul territorio sono serviti a finanziare una bella vacanza fuori programma? Vabbè, però io ho la coscienza a posto: torno con la mia intervista. Qualche altro giornalista occasionale si è lanciato nell'avventura, altri possono ancora cimentarsi nell'impresa, visto che da freelancers per un giorno siamo diventati freelancers per una settimana.
Questo, in pratica, vuol dire tre cose:
1) Oggi niente verdetto e riepilogo. Saranno entrambi spostati a mercoledì prossimo.
2) Domani nessun aggiornamento del Thriller paratattico, che rimarrà invariato per un'altra settimana.
3) Chi volesse provare a intervistare i protagonisti della storia più trita e ritrita del web può ancora farlo: ci sono biglietti disponibili per Parigi ed è un vero peccato che vadano sprecati!
Adieu mes amis!
martedì 15 novembre 2016
Quattro righe di niente
Scrittura inutile - opera di Sergio Bellotto |
Ieri parlavo con un'amica al telefono (mi piace aggiornarla sulla mia vita, da quando sono a Roma) e lei, a un certo punto, mi ha detto: "ma fai un sacco di cose. Non ti fermi mai". Le ho candidamente dato ragione, con un calzino in mano e una molletta per attaccarlo allo stendino.
Mettetemi il cellulare in tasca, le cuffiette alle orecchie e divento un'arma da guerra casalinga: mentre chiacchiero (e sarei capace persino di trovare spunti nuovi di conversazione se mi capitasse di risentire la stessa persona dopo ventiquattr'ore) rifaccio i letti, metto in ordine il tutto indistinto lasciato nella stanza dai miei figli (ci provo a schioccare le dita e a cantare "Basta un poco di zucchero e la pillola va giù...", ma niente, Mary Poppins non viene in mio aiuto e mi lascia gestire il caos senza magia), ricarico la lavatrice, lavo i bagni. L'unica cosa che non posso fare, mentre sono al telefono, è usare l'aspirapolvere, ma che magnifiche stirate mi sparo mentre racconto a un'amica cosa significa "Thriller paratattico" o il mitico incontro romano con alcuni compagni di liceo che non vedevo da... nemmeno lo dico: mioddio, qui si invecchia!
Mettetemi il cellulare in tasca, le cuffiette alle orecchie e divento un'arma da guerra casalinga: mentre chiacchiero (e sarei capace persino di trovare spunti nuovi di conversazione se mi capitasse di risentire la stessa persona dopo ventiquattr'ore) rifaccio i letti, metto in ordine il tutto indistinto lasciato nella stanza dai miei figli (ci provo a schioccare le dita e a cantare "Basta un poco di zucchero e la pillola va giù...", ma niente, Mary Poppins non viene in mio aiuto e mi lascia gestire il caos senza magia), ricarico la lavatrice, lavo i bagni. L'unica cosa che non posso fare, mentre sono al telefono, è usare l'aspirapolvere, ma che magnifiche stirate mi sparo mentre racconto a un'amica cosa significa "Thriller paratattico" o il mitico incontro romano con alcuni compagni di liceo che non vedevo da... nemmeno lo dico: mioddio, qui si invecchia!
giovedì 10 novembre 2016
Thriller paratattico n. 64 - Freelancer per un giorno
Ieri sono stata contattata da Franco Verres, caporedattore della rivista "La coltre oscura del Mandrione". Come non la conoscete! Male, malissimo, perché è una delle testate giornalistiche più note qui a Roma (devo ricordarmi di spedire al vincitore una copia dell'ultimo numero.)
Non volevo crederci: è venuto a sapere che da un paio di anni a questa parte un gruppo di blogger diversamente scrittori, coadiuvati da una squadra di collaboratori esterni, si sta occupando, in modo trasversale, di un fatto di cronaca irrisolto, divenuto ormai un caso internazionale: la storia della sventurata donna che, nella capitale francese, è stata vittima di una presunta truffa a opera di un sedicente dentista.
Le numerose ricostruzioni della vicenda non sono mai state del tutto convincenti e il minuzioso lavoro di ricerca e raccolta di notizie inerenti al caso, ancora, non ha prodotto i risultati sperati. La storia resta avvolta nel mistero.
Così Verres dedicherà l'edizione speciale della rivista, in uscita il prossimo mese, al thriller più famoso del web e ha pensato di realizzare delle interviste paratattiche ai personaggi coinvolti nella vicenda per ridestare l'attenzione dell'opinione pubblica.
E veniamo alla sua proposta che mi è cosa gradita comunicarvi a stretto giro di posta:
mercoledì 9 novembre 2016
Thriller paratattico n. 63: Riepilogo e Verdetto
E così la nostra mademoiselle è uscita finalmente dallo studio dentistico. Le abbiamo fatto varcare la porta del suo "aguzzino" e l'abbiamo consegnata a sorti analoghe o peggiori.
L'esercizio previsto nel Thriller n. 63 spostava, infatti, la storia un po' oltre la chiusura immaginata nel brano originario e aveva una nuova battuta conclusiva: a "Tutto fatto signora. Mezza corona, prego" abbiamo aggiunto: "Adesso grattami la schiena. Grazie".
Com'è finita?
martedì 8 novembre 2016
Parole come note
Flaubert e la "mot juste"
Se c'è una cosa su cui mi fisso quando scrivo è la ricerca delle parole giuste, quelle appropriate, soprattutto quelle che regalano musicalità alla narrazione.
giovedì 3 novembre 2016
Thriller paratattico n. 63 - Un passo oltre la mezza corona
Questo Thriller è un déjà vu. Ogni settimana la nostra giovane donna si perde a Montmartre, dove ad aspettarla ci sono maniaci e topi e la conclusione della storia è un sollievo per lei, mentre per noi è solo il momento in cui riavvolgiamo il nastro fino al punto di partenza.
Non sembra quasi un disco incantato? Arrivati a "Mezza corona, prego", stin! sentiamo la puntina saltare sullo stesso solco. Oppure un meccanismo che si inceppa: catene che si avvolgono su carrucole che stac! a un certo punto non camminano più.
Ma non siamo curiosi di sapere cosa c'è oltre la porta dello studio dentistico? Che farà la donna dopo il terribile incubo vissuto sotto l'effetto dell'anestesia? E poi, siamo sicuri che l'incubo sia veramente finito?
Ecco cosa faremo questa settimana.
mercoledì 2 novembre 2016
Thriller paratattico n. 62: Riepilogo e Verdetto
E io che pensavo di avere architettato un esercizio impossibile.
Invece faccio i complimenti a tutti. Alla fine abbiamo reso musicale persino un incubo e dato al brano paratattico una veste lirica niente male.
martedì 1 novembre 2016
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