venerdì 4 maggio 2018

Avventura nissena


Abbazia di Santo Spirito - Caltanissetta

Oggi mi affaccio nel blog perché voglio dare visibilità a un racconto, scritto per onorare una simpatica sfida,



ambientato in un posto a me particolarmente caro: il posto è l’Abbazia di Santo Spirito, luogo sacro in cui diciotto anni fa mi sono sposata, a Caltanissetta; il racconto è di un narratore dalla fantasia sfrenata che mescola realtà, fantasy, sci-fi e boh, qualcos’altro di non ascrivibile a un genere letterario, e tutte le volte mi fa dire (e lo dico in siciliano, vista l’atmosfera): “ma d’unni ci niscì?” 

Per sapere di più sull’Abbazia di Santo Spirito cliccate qui: è il collegamento alla pagina Facebook che io ho condiviso nel mio diario, da cui è nato tutto questo.

Per conoscere autore e racconto, invece, andate su Darius Tred - Retro Blog e scoprirete cosa ci fanno una scopa, una bilancia e una spazzola, in una notte di luna piena, dentro una chiesa normanna consacrata nel 1153.


Grazie Darius.

giovedì 19 aprile 2018

lunedì 9 aprile 2018

Congedo scrittorio



Si accanì sulla leva del cambio e il piede schiacciò con forza il pedale dell'acceleratore. Le ruote dell'auto slittarono sull'asfalto, poi il veicolo, con uno scatto rapido, si lanciò lungo la strada. La rabbia gli ribolliva dentro e, come se non bastasse, era costretto a passare davanti all'Istituto penitenziario. Si impose di rimanere indifferente, quando lo vide svoltando l'ultima curva. Era rimasto come lo ricordava: un edificio imponente, grigio, che il tempo non aveva cambiato.

domenica 18 marzo 2018

Narrare un’immagine #4

Immedesimarsi nel personaggio


Mi immedesimo quando leggo e allora vuol dire che l’autore del libro ha fatto un buon lavoro; non mi immedesimo quando scrivo e allora vuol dire che non condurrò dentro la storia il potenziale lettore. 

giovedì 15 marzo 2018

La potenza espressiva delle traduzioni. Libera interpretazione



L’esperienza diretta mi ha sempre chiarito le idee: ho dato diverse occasioni al selfpublishing per convincermi della sua bontà e la delusione ha spesso battuto le aspettative; invece, era quasi per inerzia che annuivo ai discorsi relativi ai limiti delle traduzioni, mentre adesso so che quei limiti sono reali. Li ho sperimentati rileggendo il romanzo “Cime Tempestose” di Emily Brontë.

domenica 11 marzo 2018

McKee, il dialogo e Clint Eastwood



Caro signor McKee*, ho imparato dai suoi libri quante verità invisibili si celano dietro una buona scrittura, anzi per dirla con le sue parole, quante verità si celano dietro una scrittura ben fatta, pensata e volta a raggiungere un solo obiettivo: funzionare.

domenica 4 marzo 2018

Narrare un'immagine #3

Niente di nuovo


Esistono due categorie di scrittori. Generalizzando al massimo, ci sono quelli che la natura ha dotato di talento e quelli che amano scrivere/non possono fare a meno di scrivere/scrivono per pubblicare/pubblicano per sentirsi scrittori, in sostanza la gran parte di noi.

giovedì 1 marzo 2018

"Mapocho": fiume da incubo

Puente sobre el Rio Mapocho, foto di Josep Alsina

Non avete bisogno di guadare lo Stige né di immergervi nelle acque dell’Acheronte per sentirvi agli Inferi: vi basterà recarvi anche solo con la mente a Santiago del Cile e sedervi sulle sponde del fiume che la attraversa: il Mapocho.

domenica 25 febbraio 2018

Narrare un’immagine #2

Esiste una relazione tra immagine e scrittura?



Un’immagine può suggerire qualunque cosa, anche niente, suscitare emozioni oppure lasciare indifferenti, ma rappresenta ciò che si vede di un pensiero che non si conosce, esprime l’identità di qualcuno che sente il bisogno di raccontare una propria, personale, verità e lo fa attraverso l’arte figurativa. 
Nella street art, per trarre un esempio da un fenomeno contemporaneo diffuso, molti artisti sono ispirati dal peggio della nostra società: “raccontano” la loro avversione ai drammi più comuni, trasformano in arte urbana tematiche di grande attualità e realizzano opere davvero straordinarie. Opere che in sé hanno una storia.

giovedì 22 febbraio 2018

Nel bene o nel male, purché se ne parli (dichiarata antipatia per il finale aperto)


Ho un conto sempre in sospeso con gli scrittori che chiudono le loro storie in un modo non corrispondente alle mie esigenze di lettrice; è come se volessi avere da loro spiegazioni circa le ragioni dei finali che non mi soddisfano, per rassegnarmi, poi, al fatto che anche quelli appartengono alla sfera delle scelte narrative: discutibili o meno che siano, restano pur sempre legittime libertà stilistiche. 

domenica 18 febbraio 2018

Narrare un’immagine #1

Le Trame graffi(a)te di Michele Scarparo


Non me la sono mai cavata con l’ispirazione a comando. Non è del tutto una contraddizione in termini perché esiste il guizzo creativo, ma c’è anche un’ispirazione forzata in grado di produrre apprezzabili risultati. 
Ecco, è qui che cado in un pantano, come quando a scuola la professoressa d’italiano dettava le tracce del compito e io sceglievo sempre la quarta opzione: l’argomento libero oppure, in generale, quando partecipo a un concorso letterario a tema. In questi casi la mia ispirazione rimane confinata in un recinto, le idee soffrono di claustrofobia e io scrivo con difficoltà.

giovedì 8 febbraio 2018

La mia palestra di narrazione



Un tempo mi bastava tenere un diario personale e prendere buoni voti nei temi d’italiano, per essere convinta di avere ricevuto un dono dalla natura: la capacità di scrivere
Negli anni ho assecondato la fantasia, garantendo così alla scrittura un posto sempre importante nella mia vita. Solo che avere una passione ed essere in possesso degli strumenti per coltivarla non mi sono stati sufficienti per costruirmi un futuro da scrittrice ed è questo l’errore in cui sono cascata: farmi bastare quei presupposti. 

martedì 6 febbraio 2018

Al teatro, “Finding Anne Frank”


Su un pannello nero leggo “Rumori di scena, compagnia teatrale” e sono contenta di essere qui, per la rappresentazione di Luana M. Petrucci cui non volevo assolutamente mancare.
Trovo senza problemi i biglietti del teatro, trovo facilmente la strada per arrivare in perfetto orario allo spettacolo delle diciotto, trovo un ambiente accogliente, aspetto solo che si accendano le luci sul palcoscenico per trovare Anne Frank.

giovedì 1 febbraio 2018

Ok, io riparto, però...


... niente tre parole, niente citazione di libri letti, niente riassunti sul 2017, ché se penso a tre parole mi vengono in mente soltanto sole - cuore - amore; se cito le mie letture chiudo il post con un elenco lunghissimo e se provo a fare il punto sull’anno appena trascorso vedo esclusivamente questo.

giovedì 21 dicembre 2017

Oh, io parto, però...

... vi lascio un augurio breve breve per dirvi che, mentre scrivo e faccio valigie, vi penso.

🎄🎄🎄
Non scendo, salgo. Come ogni anno dacché sono qui a Roma.
Mi hanno detto che a Milano troverò i pinguini, ma li preferisco ai cammelli in estate. Spero solo di non diventare una statua di ghiaccio mentre i miei occhi si incantano di fronte alla magnificenza del Duomo.


giovedì 14 dicembre 2017

Sotto una nuvola di libri: il mio sabato a “Più libri più liberi”


È il quarto giorno della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria e, alle ore 16:00, mi aspetta un evento che avevo segnato in rosso, nel programma, per sabato 9 dicembre:

giovedì 7 dicembre 2017

Scrivi scrivi scrivi e poi taglia taglia taglia


Dopo avere scritto allegramente, senza badare a limiti e vincoli di sorta, rileggo il racconto e mi dico: “mi piace.” Peccato che il concorso preveda massimo 15000 caratteri spazi inclusi e che io verifichi di essere a quota 17352. Sono fuori di una pagina intera, il che sulle prime mi porta a dire: ”vabbè, una pagina...”, poi mi pone davanti al più difficile dei compiti per un autore: rinunciare alle proprie parole.
Perché se le partoriamo vorremmo tenercele strette tutte quante, cassarle è tradire l’ispirazione. Eppure la storia va ridotta, è inutile, c’è un regolamento.
Da dove comincio?

giovedì 23 novembre 2017

Scusate il disturbo

Woman with arms leves (Head of Dora Maar) - Pablo Picasso

Sono iscritta al gruppo Fb “Leggo Letteratura Contemporanea”, quarantanovemila e più membri: un popolo che legge, recensisce, consiglia, qualche volta polemizza. Lo frequento poco per mancanza di tempo, ma mi fa piacere seguirne i post, anche perché i suggerimenti spaziano e i commenti sono spesso interessanti. 
Tempo fa, una persona chiedeva consigli sull’esistenza di libri “disturbanti, intendendo per tali non i romanzi cruenti, con scene di violenza o di sesso spinto (sarebbe facile, in questo caso, buttarsi sull’horror o sull’erotico), ma “cattivi”, capaci di lasciare il lettore interdetto e confuso, di distruggere le sue certezze più radicate o quanto meno di metterle in dubbio
Più di seicento sono stati i consigli di lettura: alcuni romanzi quotati da molti, me compresa, altri sconosciuti, uno assolutamente “alternativo”.

giovedì 16 novembre 2017

E con questo ho detto tutto



Ci avete mai fatto caso che quando parliamo siamo un concentrato di luoghi comuni?
Se usassimo un segnale di allarme per ogni frase fatta utilizzata durante una conversazione, sarebbe un bel concerto di bip. Io stessa, nell’incipit di questo post, ho scritto: “ci avete mai fatto caso?”, che è un modo abbastanza convenzionale per dire “vi siete mai accorti? avete mai prestato attenzione?” ma anche prestare attenzione, tutto sommato, è un’espressione stereotipata e anche tutto sommato è uno luogo comune della lingua. Insomma, non se ne esce più