martedì 4 febbraio 2025

My lack of enthusiasm

La necessità m’induce a rispolverare il mio inglese fermo alle pochissime ore scolastiche di quarant’anni fa. Sì, beh, ecco... lo so, impensabile, oggi, non conoscere la lingua universale, quella che nel tempo si è presa tutto lo spazio, soppiantando parole che già esistono nell’idioma italiano e che noi stiamo via via affidando al linguaggio globalizzato. 

Al liceo ho studiato l’inglese in quarto e quinto ginnasio, poi ho seguito un corso nel periodo universitario e, almeno, per quanto mi ricordi, allora avevo superato la fase della penna sul tavolo per conseguire il livello avanzato, quello con una conoscenza appena più sofisticata, ma con una pronuncia che rifilava pugni in faccia al docente, ogni volta che toccava a me dire qualcosa. Però parlavo e mi facevo capire, nel reading me la cavavo discretamente, scarsa nel listening, una schiappa nel writing.

Mi piaceva l’inglese, cantavo le canzoni dei miei gruppi preferiti, le traducevo. Una volta mi avventurai a leggere un libro in inglese (una versione semplificata del “Ritratto di Dorian Grey”, esperienza che ricordo pochissimo) e a vedere un film in lingua originale (era “Scent of a woman”, con Al Pacino: non ci capii una mazza, che ve lo dico a fare!), ma - diciamoci la verità - una lingua straniera va praticata, se no l’abilità non evolve, si cristallizza in un sapere basico e finisce lì, tutto si dimentica. Così, non avendo avuto più occasioni di frequentarla, sono tornata ad averne la classica conoscenza scolastica

Male. Malissimo, perché ora che serve rinverdirla, ho nel frattempo raggiunto l’età in cui il cervello si è fatto di legno: difficilmente memorizza, difficilmente immagazzina, difficilmente ha la volontà per fare entrambe le cose.

Avrò modo, a suo tempo, di spiegare ciò che mi sta portando a riprendere in mano la grammatica inglese, ma intanto vi dico che da qualche giorno sto provando a recuperare la confidenza con la lingua (in casa, sono l’unica a essere retrocessa, negli anni, a livello A1, forse 2, toh, non mi voglio buttare proprio in terra!) ed è disastroso.

Ho installato un'app, che mi serve da supporto, ho di nuovo un quadernetto in cui annoto formule, frasi, vocaboli e probabilmente mi affiderò a uno di quei corsi on line promossi sul web con quei tizi convintissimi che ti lanciano la sfida: “ehi, ciao, vuoi imparare l’inglese in tempo record? Affidati a noi!”  Eddai che ce la faccio!


Oggi, tuttavia, m’imbatto in una novità che trasformo in un'opportunità.

Entro nel mio blog per rispondere a qualche commento tardivo e, per curiosità, decido di conoscere una blogger straniera che lascia spesso traccia dei suoi passaggi qui e altrove. Apro la sua pagina e scopro che è una scrittrice freelance, creatrice di pensieri motivazionali. 

Bello. Provo a farmi motivare anch’io e butto un occhio sui suoi articoli: oh, great! Sono in inglese, così approfitto subito per trarne un'utilità nel rispolvero della lingua: leggo e tento di capirci qualcosa. Vado spedita, ma solo perché ho la capacità di afferrare il senso generale delle frasi. Mi soffermo su verbi e vocaboli che non ho idea di cosa vogliano dire, ma grosso modo ne intuisco il significato (tra l’altro, mi convinco che questa sia una scrittura non difficile: “How to control the good and bad thoughts and emotions è prestissimo tradotto dal mio cervello arrugginito). Poi, la pensata 2.0: posso leggere ad alta voce, dettando il testo all’app cui mi appoggio. Vediamo se registra correttamente la dizione.

E lì, signori miei, sono andata ben oltre l’immaginabile!


A parte che “straight thread of choice” mi invita a rivolgere una minaccia diretta a Joyce perché pronuncio thread threat e choice Joyce, il che, paradossalmente, ci può anche stare visto che, in un gruppo di lettura emergente di cui faccio parte, la maggioranza ha votato a favore dell’Ulisse del (casuale) sopracitato, autore e io sono ancora a pagina zero (in pratica la sgangherata traduzione sembra un monito passato attraverso l’errore di pronuncia). 

Provo con un altro incipit motivazionale, lo traduco a mente, ma voglio vedere cosa mi restituisce l’applicazione a seguito di dettatura. 


(Aspettate, che finisco di sganasciarmi dalle risate... ancora non mi sono ripresa.)


“You will gradually open yourself, life will fill you with the same enthusiasm”.

Questa è la frase che pronuncio (si fa per dire) al microfono.


Con la prima parte me la cavo e che io mi aprirò gradualmente arriva chiaro, ma porca miseria non c’è verso di articolare in modo corretto tutto il resto e una volta la vita mi riempirà di semantismo: ... "life will fill you with the semanticism" (in effetti, la semantica potrebbe entrare a pieno titolo nel mio raggio d’interessi), una volta faccio impallare il traduttore, "life will fill you with the same and two sasma", e il nonsense alimenta il mio accesso d’ilarità. È sto benedetto “enthusiasm” che non azzecco e unito al “same” che lo precede fa danni incommentabili. Il risultato di un nuovo tentativo mi tramortisce: ... "life will fill you with the semen to jasma."

Cioè, la blogger freelance motivatrice mi suggerisce di aprirmi gradualmente, così la vita mi riempirà di sperma? E mi fa andare pure in una fantomatica Jasma a ricevere il seme?



Vojo morì!

Dico... e metti che in terra straniera io voglia raccontare come, aprendomi alla vita, questa mi abbia restituito lo stesso entusiasmo? Mi conviene trovare dei sinonimi del termine "entusiasmo" o non combinarlo con l'aggettivo "same", finché non mi sfinisco di allenamento nella pronunciation, se non voglio incorrere in imbarazzanti come possiamo definirle... figure of shit? I'm a bomb with the maccheronic english! 

Insomma, la vedo dura... No no, tranquilli, non chiederò all’app di tradurmi l’espressione!


P.S. Per il titolo ho scomodato l’IA, pensate come sto messa!

















22 commenti:

  1. Ecco, quattro anni fa mi sentivo proprio così, perché nonostante nell'informatica ci sia parecchio inglese, era sempre scritto e raramente parlato. Per altro, la pandemia si era portato via anche un corso di inglese con madrelingua pagato dall'azienda (ma ho scoperto dopo che altri avevano continuato online... un motivo in più per cambiare ufficio). Nella scrittura me la cavano bene, i traduttori online aiutano moltissimo, anche se a volte occorre usarne più di uno e girare le frasi (rimetti la loro English version da tradurre e vedi subito se hanno scritto strafalcioni).
    Ma volendo davvero interagire con gli amici all'estero, a maggior ragione dentro la community My Peak Challenge, ho deciso di regalarmi un corso privato con madrelingua, one to one. Spendo un migliaio di euro l'anno, non posso manco scaricarli dalle tasse, ma lo faccio per me (oh, le altre lo spendono in vestiti e scarpe, io preferisco imparare bene questa lingua... no, i soldi che spendo in libri non contano!! XD ) In quattro anni sono tra il B2 e il C1 come lettura e comprensione, B2 come conversazione. Il mio problema sono i verbi, perché in Italiano sono più complicati, ma soprattutto gestiti diversamente. Dallo scorso anno, ho cominciato a vedere serie e film in lingua originale con sottotitoli in Inglese (così hai pronuncia-scrittura) e il senso lo capisco dal "flow". Certe frasi idiomatiche non si capiscono subito, ma non importa. Ci vuole comunque tempo e costanza. Ora sto vedendo la serie di spionaggio Slow Horses con Gary Oldman ed è difficilissima. Per quello leggo i romanzi in Italiano prima, almeno so cosa aspettarmi. Però ho cominciato con Harry Potter letto in Inglese da Stephen Fry. I libri per bambini sono il primo step. ;)
    Never give up, never too late!

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    1. Quello che ho capito è che se voglio conoscere l'inglese bene devo studiarlo, non posso affidarmi a esercitazioni casuali. Per esempio, posso avviare una breve conversazione sul crochet e gli schemi dei modelli, perché mi sono allenata per anni a seguire tutorial in inglese e la terminologia come certe frasi standard non sono più un segreto per me, ma come puoi immaginare non è nemmeno il minimo di quello che occorre sapere per potere fare una conversazione comune in inglese. C'è poi il fatto non secondario che ho la memoria azzerata, non mi rimane nulla in testa se non mi ci impegno ed è una bella fatica. Anch'io provo a seguire le serie tv in lingua originale con i sottotitoli, ma finisce che non vedo niente per stare dietro alle frasi a bordo schermo. Tu hai avuto una bella scusa per imparare bene l'inglese e il tuo livello è ottimo. A me basterebbe arrivare almeno al B1 e già mi riterrei soddisfatta.

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    2. Eh, quando ti si presenta davanti quello là, alto due metri, con i capelli biondi e due occhi azzurri che mandano in tilt tutti gli ormoni all'istante... vorrai sapergli dire di più che "Haaaaaaaaiiiiiiii, ai em Barrrbrrra..." XD

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  2. Me lo ricordo anch’io scent of woman in lingua originale! Avevo poi ricomprato la videocassetta in italiano per scoprire finalmente che cosa avessi visto e ascoltato :)
    massimolegnani

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    1. Dev'essere la videocassetta in lingua originale della stessa annata. Io, però, non ho più visto il film in italiano, quindi non mi chiedere di cosa parla! :)

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  3. L'inglese invece era proprio la lingua principale del mio percorso universitario in lingue e letterature straniere, pensa un po'. Anch'io un po' l'ho perduto nel corso degli anni, nel lavoro mi è servito pochissimo e quindi non l'ho mantenuto "fluent".
    Riguardo l'inaffidabilità delle app, posso dirti che su youtube c'è anche una funzione sottotitoli (meglio ancora: "subtitles" ;-) per aiutare chi capisce poco a livello uditivo. Quindi tu magari carichi un video in inglese dove parla un tizio di madrelingua inglese (che si suppone conosca la lingua un po' meglio di me e di te e pronunci correttamente) eppure i "subtitles" spesso travisano completamente il suono e trascrivono cose inesatte rispetto a quello che sta dicendo lo "speaker" :-D

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    1. Questa cosa l'ho sperimentata e mi sono fatta le migliori risate: traduzioni ad cazzum; forse, a leggere, me la cavo meglio dei "sottotitoli" che elaborano i suoni! Comunque io mi accontenterei di parlare l'inglese anche in maniera poco "fluent", credimi!

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  4. L'inglese ci resterà sempre un'incompiuta.. viaggiamo spesso e comunque a gesti e vocabolario ridotto ai minimi termini ci siamo sempre fatti capire..ma ogni tentativo di incrementare una qualsiasi fattispecie di autonomia linguistica è sempre naufragato.. Pigrizia? Inettitudine? Scarsa applicazione?.. direi tutto.. e ormai abbiamo rinunciato salvo quei tentativi penosi di voler farci capire a tutti i costi coi pochi rudimenti nelle nostre faretre.. ahah.. e le facce interrogative di chi cerca di decifrare cosa vorremmo dire? Impagabili!!! ;) faremo appeloo all'I.A. anche noi me sa.. aahahah

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    1. Anch'io vado a rudimenti e mi sarei pure accontentata, non è che fossi fissata con l'apprendimento dell'inglese (ormai), ma ahimè, ne avrò bisogno fra qualche mese (per via di un progetto che sta veleggiando verso un approdo certo) e sono proprio in alto mare. Comunque, non fatevi decifrare ciò che volete dire da queste app che traducono il vocale: hai visto, i rischi sono tanti! :D :D

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  5. Su quella traduzione mi sono sganasciata dalle risate. ahahahahahah
    Due cose: anche tu sei passata dal vedere Profumo di donna nella sua versione americana e in originale... idem! Quanto mi è piaciuto. C'era una collezione in edicola di film in lingua originale, erano gli anni '90, avevano un grande successo. Non c'era la disponibilità in rete che abbiamo oggi. Seconda cosa: ma quel gruppo di lettura è destinato a partire? Perché per quanto mi riguarda è iniziato tutto malissimo. È durato quanto il passaggio di una meteora. :D

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    1. Non puoi capire io! E quando ho fatto leggere quel risultato a mio figlio si è unito alla sganasciata. Era inevitabile!
      Esattamente di quella collezione parlo: dunque anche tu l'hai visto. Io, però, mi sono fermata a quell'uscita lì! :)
      Ahahah, il gruppo di lettura nato e morto in un'unica soluzione! (Comunque, bisognerà capire come stanno di fatto le cose!)

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  6. Al ginnasio avevo fatto francese e l'inglese l'ho studiato solo all'università e superficialmente, perchè c'era la possibilità di sostituire l' esame vero e proprio con un test senza voto e ho fatto così. Naturalmente però bisognava aggiungere al piano di studi un esame in più e ho scelto - indovina un po? - Storia della musica. L' esame sulla musica è andato bene, ma in compenso di inglese so pochino...
    Ogni tanto mi esercito guardando le puntate di "Orgoglio e pregiudizio" in lingua originale, ma le scritte in sovraimpressione sono troppo veloci!

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    1. Anch'io vedo qualche serie tv in lingua originale, ma finisco per capire il senso dalle immagini più che dai sottotitoli in italiano e poi è uno stress cercare di seguire le scene e contemporaneamente leggere la traduzione in sovrimpressione. E se vuoi la mia, hai fatto bene a scegliere Storia della musica, una gran bella materia! ;)

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  7. Spero di non leggere i prossimi tuoi post in lingua inglese: mi metteresti in gravi difficoltà. E, credo, non sarò il solo. A parte gli scherzi, ti invidio un pochettino. L'inglese per me è stata ed è una lingua ostica sin dai tempi del liceo classico. Infatti, prediligo molto di più la lingua latina e quella greca.

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    1. Io ero bravina, illo tempore, in inglese. Mi sarebbe bastato praticarlo di più. Devo farti parlare con mio figlio, che di latino e greco antico è, si può dire, "madrelingua"! 😁

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  8. Quant'è bello il British English e che splendore la Union Jack! La domanda però resta una soltanto: con tutto quello sperma di cui la vita ti riempirà a jasma, non conviene usare la bandiera almeno come fazzoletto? :D

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  9. "Ahahah, mi hai fatto ridere con il 'semen to jasma'! Però dai, almeno ci provi, e questo è già tanto. Io al posto tuo avrei già mandato tutto a quel paese dopo il primo 'semanticism'. 😂

    Comunque, capisco benissimo la frustrazione di dover rispolverare una lingua che sembrava sepolta chissà dove nel cervello. Anch'io ogni volta che provo a parlare in inglese sembro uscito da un film comico. E poi, diciamocelo, Joyce con l'Ulisse non ha fatto favori a nessuno, figurati a te che devi pure pronunciare 'thread' e 'threat' senza minacciare nessuno. 😅

    Forza, continua così, che prima o poi lo 'semen to jasma' diventerà 'enthusiasm'... o almeno ci andrai vicino!

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    1. Ahahah, ottimo, essere in buona compagnia è consolatorio.
      Da quel giorno mi sto allenando severamente a pronunciare l'intera espressione "same enthusiasm". Io a Jasma non ci voglio andare, ahahah!

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  10. Ciao Marina, non so come ma riesco a commentare di nuovo con il mio profilo Google (anche dall’iPad), mistero. A parte questa notizia di cui importa solo a me, mi hai fatto sganasciare con questo post, ero rimasta indietro con la lettura!
    Sull’inglese sono messa come te, una volta ero arrivato a un buon livello (anche perché avevo dovuto studiare due anni intensamente per superare l’esame all’università che era molto difficile con un esame diviso in tre parti) poi come tutti coloro che non utilizzano l’inglese nella vita quotidiana ho dimenticato tutto. L’inglese scritto lo capisco abbastanza (oppure ricorro a Google traduttore se trovo una parola del tutto sconosciuta) il vero problema é ascoltarlo capendolo.
    Ultimamente, su suggerimento di un’amica, ho scaricato una app che si chiama Duolingo e che uso (quasi) ogni giorno per 5 minuti o poco più per una breve lezione. È simpatico perché ascolti la pronuncia e si imparano nuove parole…

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    1. (non parliamo di profili e riconoscimenti, che io sono ancora ferma al mio annoso problema e posso rispondere col mio account solo dal pc!)
      Esattamente con Duolingo io sto provando a riprendere confidenza con l'inglese :) E come sono tutta contenta quando raggiungo l'obiettivo giornaliero! :D

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