giovedì 7 agosto 2025

Diario di una expat a Monaco - #2

Istantanee bavaresi

Dentro la valigia, che ho portato con me con tutto ciò che pensavo mi servisse nei dieci giorni di permanenza in albergo (prima di prendere possesso della casa in cui abiteremo a Monaco), ho stratificato canotte, t-shirt, maglie di cotone a manica lunga, gonne e pantaloni estivi; ho incastrato sandali, ciabatte a infradito e piazzato un telo mare più un costume, il mio preferito. Basterà, mi sono detta, tanto quest’anno non ho bisogno di alternare bikini e pezzi interi per stazionare sotto l’ombrellone, in una spiaggia di bagnanti: dovrò solo spanzarmi qualche mattina nel solarium dell’hotel e nuotare nella splendida piscina al coperto che già, visionata in rete, mi faceva gola, mentre mi preparavo al viaggio di sola andata. Il resto della roba è  stipata negli scatoloni, dentro il camion per il trasloco.
Ho portato tutto quello che ritenevo utile per trascorrere i mesi di luglio e agosto a Monaco, ma prima di chiudere la porta di casa, ho agito d'istinto: “Questo lo portiamo” e ho infilato dentro la borsa - non si sa mai - un ombrello tascabile.


Monaco, al nostro arrivo, ci saluta con un cielo barbino modello Milano fino a maggio, meglio: Londra tutto l’anno! Alzo gli occhi e una coltre grigia sovrasta la città, con una compattezza che non lascia speranza: per la prima passeggiata al centro tiro fuori dalla borsa lo strumento di salvezza, che stavo per dimenticare a Roma. Da allora è il compagno fedele delle nostre uscite, perché qui, da quando ho messo piede nella capitale bavarese, non ha smesso di piovere un solo attimo. Piove a tutte le ore del giorno fino a sera.

 



Si va dalla pioggerella azzuppa viddano (inzuppa contadino), leggera ma costante, agli acquazzoni improvvisi e intensi, che limitano la visibilità lungo le strade e lasciano deserte le piazze.








La gente del luogo non si scompone: si vedono adulti e bambini in bicicletta, con i poncho di plastica addosso, pedalare come se le gocce sferzanti siano un simpatico diversivo (ma c’è anche chi, spavaldamente, con una mano stringe il manubrio e con l’altra l’ombrello, mentre non rinuncia a cavalcare il sellino) e atleti della domenica in canotta e pantaloncini che si beano a grondare acqua, durante il footing per le strade cittadine. Noi, invece, al primo accenno di pioggia, siamo già sotto l’ombrello e al secondo ci rifugiamo ovunque ci sia un riparo. Pure la temperatura si è abbassata: siamo passati dai trentacinque gradi di Roma ai quindici di Monaco e nella valigia io ho solo canotte, t-shirt, maglie di cotone a manica lunga, gonne e pantaloni estivi, sandali, ciabatte a infradito, telo mare e il mio costume preferito, quando qui occorrono impermeabili, calosce, berretti, se non addirittura giacche a vento e piumini. 
Il costume! Già, lo cullo con occhi nostalgici, lo accarezzo come si fa con i peluche, me lo porto vicino alla guancia, gli dico: e vabbè, su, per quest’anno è andata così! poi lo nascondo dentro un cassetto e butto uno sguardo al cielo che, inconsolabile, non smette di scaraventare su Monaco secchiate d’acqua. Niente solarium, niente piscina, saluto anzitempo l’estate e mi rassegno al fatto che qui, a fine luglio, è già autunno.





4 commenti:

  1. A Milano non piove così, sei stata troppo ottimista. Ma rimane una bella città

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  2. Ci sono persone qui in Italia che boccheggiano per il caldo e quasi quasi ti invidiano :-D

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  3. Che sfortuna per te! Estate anomala, assai piovosa nell’Europa continentale e a ridosso delle Alpi, speriamo che agosto sia più clemente :)
    massimolegnani

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  4. Ma la piscina coperta visionata in rete? Un fake?! Dai che qualche grammo di sole uscirà prima o poi!! .. noi gli ombrellini li abbiamo portati pure in grecia.. ahah.. però per il sole sarebbero serviti, stile giapponesi in città, (precursori di una nuova moda, come fecero già con le mascherine in tempi non ancora sospetti.. )

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