Ancora una volta prendo spunto da un’opera già citata in un precedente post, “Come Proust può cambiarvi la vita” di Alain de Botton, per fare una riflessione su come la lettura di un’opera o la conoscenza di un autore possano spingerci verso forme di limitante idolatria.
giovedì 28 maggio 2020
giovedì 21 maggio 2020
E dunque, dove eravamo rimasti?
La finestra socchiusa all’inizio della fase 2 della pandemia, adesso si è aperta un po’ di più: riconquistiamo gli spazi di quotidianità rubati dal coronavirus, in attesa di potercene rimpadronire del tutto. Se da giorno 4 maggio nulla è veramente cambiato per me, dal 18, una parvenza di ritorno alla normalità mi è parsa possibile: mi sono fatta un paio di chilometri a piedi per andare in libreria, senza avere violato alcuna regola e martedì scorso, in fila al supermercato, sono arrivata a leggere soltanto un capitolo del libro che mi porto sempre dietro, anziché finirlo, come sarebbe accaduto in un ordinario pomeriggio di spesa in lockdown. Piccole riconquiste: li sento lontanissimi i tempi in cui toh, mi mancano un paio di cosette, corro un attimino a comprarle! Adesso sono felice se davanti a me ci sono solo venti cristiani e non i duecento di qualche giorno fa. Evviva la fase 2 e mezzo!
giovedì 7 maggio 2020
Caffè, poesia e torta
Appuntamento mensile con “Il caffè di Luz e Marina.”
Ne parlai già una volta, dalle pagine di questo blog e lo feci con motivato distacco.
Mi piace calpestare il terreno della prosa, scrissi. L’arte evocativa per eccellenza non mi coinvolge più.
Nessun feeling fra me e la poesia, dunque. Questo era il punto allora ed è rimasta la premessa da cui è partita una bella conversazione con Luana Petrucci del blog Io, la letteratura e Chaplin, nel secondo appuntamento della rubrica mensile “Il caffè di Luz e Marina”.
giovedì 23 aprile 2020
Pandemia 2020 - La metamorfosi
giovedì 16 aprile 2020
Pandemia 2020 - E infine il tramonto
È trascorso il primo mese di arresti domiciliari e, facendo un bilancio, ammetto che l’abbrutimento da clausura forzata ha avuto anche i suoi aspetti positivi: la pelle del viso, senza trucco, respira; non lavo continuamente la roba dei miei figli, il che accorcia i tempi dei miei pomeriggi con in mano il ferro a vapore; non riceviamo gente in casa, dunque nessuno lamenta la presenza dell’asse da stiro in postazione fissa, ormai, piazzata in salone in modo da armonizzarsi con la libreria e la credenza; e non parliamo del tavolo trasformato in scrivania da lavoro: interamente invaso da fogli, agende, penne, ha un (dis)ordine che mio marito non vuole alterato. E chi osa metterci mano!
giovedì 9 aprile 2020
Pandemia 2020 - Le alternative
Non ho mai dato così tanta importanza, come in questo periodo, alle “alternative”, perché questi sono tempi in cui devi affidarti alle possibilità che sostituiscono le impossibilità, ai modi “altri” di fare le cose, alle scelte che offrono soluzioni. Trovarle è, spesso, difficile tanto quanto fronteggiare il problema che le rende necessarie, però, quando non è la fantasia a venire incontro, è il comune, dominante, senso pratico a farlo.
giovedì 2 aprile 2020
Pandemia 2020 - Diamoci un taglio
Sul tavolo della cucina, c’è una scatola nera, con un’immagine che leva ogni dubbio e una scritta bianca: “Calibro zero - Professional hair clipper.”
Il dado è tratto.
giovedì 26 marzo 2020
Pandemia 2020 - Tutto smart, tranne il WiFi
Sono le sette. Mio marito deve alzarsi per andare a lavorare. Malvolentieri, sposta il peso del corpo tutto su un fianco, poi lo affida a un gomito puntellato sul materasso, infine si mette in piedi e si avvia verso il bagno come un automa, programmato per lavarsi/sbarbarsi/vestirsi in un quarto d’ora. Puntualissimo, anche questa mattina, mi saluta, mentre io cincischio ancora un po’ a letto e gli auguro una buona giornata.
venerdì 20 marzo 2020
Pandemia 2020 - Oggi al supermercato vado io!
Il signore che mi precede nella fila indossa un giaccone imbottito. Gli anziani sono atermici, si sa e sorrido, pensando a quanto sia cretina la mia osservazione in un frangente in cui abbiamo tutti le facce sterili, ligi al dovere e attenti che nessuno faccia un passo che accorci le distanze anti-contagio fra noi.
martedì 3 marzo 2020
“Infinite Jest": il mio personale “Samizdat”
È stato già detto tutto sull’infinito capolavoro di David Foster Wallace. Se io, adesso, voglio parlarne non è per ribadire che è considerato un libro cult della letteratura americana contemporanea, monumento letterario progettato per denunciare tutte le forme di dipendenza (da quelle legate all'uso di sostanze stupefacenti, farmaci, alcol a quelle indotte dal capitalismo consumistico), romanzo profetico, precursore del nostro tempo così acriticamente assuefatto ai mass-media e asservito alle logiche del marketing.
Io voglio parlarne per disintossicarmi.
Perché questo è, per me, “Infinite Jest”: una droga.
giovedì 20 febbraio 2020
Adesso tocca a noi
Adesso tocca a noi dimostrare di essere genitori che sostengono le aspirazioni dei figli; che sanno essere complici, non oppositori; fautori di speranze, non causa di rimpianti. Tocca a noi ragionare, capire, condividere, senza imporre un “no” che metta un punto a tutte le discussioni.
domenica 9 febbraio 2020
L’eco della domenica
Ieri stavo cercando un testo nella mia libreria e, scorrendo la fila di volumi del ripiano destinato alla saggistica, il dito si è soffermato sul dorso di un manuale di Antonio Cassese, “I diritti umani nel mondo contemporaneo”. Sono stata subito investita da un ricordo che evaporava ancora dalle pagine sottolineate, ingiallite dal tempo, che d’istinto ho preso a sfogliare. Allora sono scesa in garage per recuperare una vecchia agenda, che contiene uno sfogo riferito a un momento della mia vita collegato in qualche modo proprio a quel libro.
Così, l’eco di oggi risale agli anni post laurea, esattamente al giorno in cui portai con me il diario sotto un albero, in campagna, per smaltire quello che tutt’ora considero il mio più grande rimpianto.
giovedì 30 gennaio 2020
Il racconto del racconto
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T. de Lempicka - Ragazza alla finestra |
giovedì 23 gennaio 2020
Luoghi comuni: la lezione di Marcel Proust
“Un giorno, uscendo da un concerto in cui avevamo ascoltato la Corale di Beethoven, canticchiai vagamente delle note che credevo esprimessero l’emozione che avevo appena provato, ed esclamai, con un enfasi di cui solo dopo capii la ridicolaggine: «È splendido questo passaggio!» Proust si mise a ridere e mi disse: «Ma no, mio piccolo Lucien, non è il vostro pum pum pum che può rendere questa meraviglia! Sarebbe meglio cercare di spiegarlo!» Al momento la cosa non mi fece molto piacere ma avevo appena ricevuto una lezione indimenticabile.”
Questo è un aneddoto raccontato da Lucien Daudet, il giovane scrittore francese che ebbe una relazione sentimentale con Marcel Proust.
giovedì 9 gennaio 2020
Il silenzio che cerco
Fuori, il caos.
Le auto imbottigliate nel traffico sbuffano, sussultano davanti ai semafori, che hanno il rosso con attese bibliche e il verde che dura il tempo di uno starnuto. Lungo le carreggiate urbane, trattate da autostrada, è tutto uno strombazzare di clacson e bestemmie lanciate dai finestrini aperti: dichiarazioni di guerra contro chi guida con prudenza e intralcia la foga altrui, persino contro chi osa attraversare nel pieno esercizio del diritto - negato - di transitare sulle strisce pedonali.
Le auto imbottigliate nel traffico sbuffano, sussultano davanti ai semafori, che hanno il rosso con attese bibliche e il verde che dura il tempo di uno starnuto. Lungo le carreggiate urbane, trattate da autostrada, è tutto uno strombazzare di clacson e bestemmie lanciate dai finestrini aperti: dichiarazioni di guerra contro chi guida con prudenza e intralcia la foga altrui, persino contro chi osa attraversare nel pieno esercizio del diritto - negato - di transitare sulle strisce pedonali.
martedì 31 dicembre 2019
Buon 2020!
Quando l’anno corrente smaltisce i suoi ultimi giorni e ci si prepara ad accogliere quello nuovo con una vagonata di propositi sempre uguali (mai che si realizzassero una volta), non possiamo fare a meno di comunicare al pubblico, obbligatorio come il discorso del Presidente della Repubblica, immancabile come lo spumante nelle feste di capodanno, l’elenco dei libri letti nei 365 giorni ormai a finire.
Rischio di sembrare antipatica, lo so, ma io, nel 2019, mi sono sparata quaranta libri: dovrei elencarli tutti? Penso non sia interessante sapere che ho letto “Fiorirà l’aspidistra” di George Orwell, mentre mi infilavo nelle trame ordite dai Lannister per ottenere il Trono di Spade.
Ho, tuttavia, il piacere di dare ai libri una visibilità alternativa, omaggiando, attraverso questo post, coloro che hanno pensato a me in un modo speciale.
giovedì 19 dicembre 2019
Toh, un Grinch nell’armadio!
Il Natale non piace più.
Troppe luci, troppe canzoncine, troppi addobbi. Un’atmosfera nella quale si fa fatica a entrare, presi come si è da problemi, malinconia, demotivazione, stanchezza.
Solo gli occhi di un bambino riescono ancora a cogliere la magia di un momento dell’anno tanto speciale, quelli attenti che i pacchi sotto l’albero aumentino o che nelle letterine a Babbo Natale ci siano scritte le cose giuste, se no chissà cosa arriva, che magari non è voluto.
Solo gli occhi di un bambino riescono ancora a cogliere la magia di un momento dell’anno tanto speciale, quelli attenti che i pacchi sotto l’albero aumentino o che nelle letterine a Babbo Natale ci siano scritte le cose giuste, se no chissà cosa arriva, che magari non è voluto.
A noi adulti il Natale svuota i portafogli, ai più piccoli insegna che il valore di una festa si concentra su un pacco regalo.
giovedì 12 dicembre 2019
La mia cinque giorni (meno uno) a “Più Libri Più Liberi” 2019
L’ultimo ricordo che ho della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria risale al 2017, quando, accodata a una fila di persone, che dai cancelli di entrata del Roma Convention Center avanzava verso l’ingresso con la lentezza di una processione, recitavo l’om per tenere al guinzaglio la calma.
domenica 1 dicembre 2019
Il Pifferaio magico
Ci sono scrittori, ancorché poco noti, che, per me, sono stati una rivelazione e scrittori, conosciuti in altre vesti, che hanno messo alla prova il mio pregiudizio (ricordo la raccolta di racconti di Ligabue, che mi ha spiazzata per l’originalità, costringendomi a sconfessare il mio scetticismo.)
Così, anche questa volta, con lo spirito del “vediamo se saprai sorprendermi!” ho letto un libro, proposto da Sandra Faè per una lettura condivisa e, ancora adesso, mi sto interrogando su come recuperare la stima che avevo di Pierfrancesco Diliberto, dopo la disastrosa esperienza di lettura del suo primo (e spero ultimo) romanzo:
martedì 19 novembre 2019
Che spettacolo triste!
È deprimente seguire l’evoluzione di un evento drammatico e verificare la pochezza di gente che ride e scatta foto per guadagnare like sui social!
La natura che s'incazza fa spettacolo: l’Etna che erutta la sua bile infuocata è uno straordinario gioco di luci nella notte; i terremoti, che radono al suolo intere città e le valanghe che travolgono alberi, cose e uomini sono straordinarie calamità che fanno la fortuna dei giornalisti; le esondazioni di fiumi, le bufere che scoperchiano tetti e uccidono persone sono straordinari spunti per allestire piazze televisive in cui i soliti ospiti col bollino blu ciarlano e si accusano, ciarlano e scaricano colpe, ciarlano e si dichiarano solidali, usando le solite parole di appoggio morale ed enunciando i soliti buoni propositi, chiusi dentro bolle di sapone.
Tutto straordinario, tutto solito. Tutto visto centinaia di volte.
Tutto straordinario, tutto solito. Tutto visto centinaia di volte.
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