mercoledì 23 novembre 2016

Thriller paratattico n. 64: Riepilogo e Verdetto


Nel Thriller paratattico  n. 64 il caporedattore di una famosa rivista romana ci aveva proposto un viaggio di lavoro. 
Nella capitale francese siamo andati in quattro: io, Darius Tred, Glò e Tiziana. 
(Beato fra le donne, Darius!) 

La fiducia di Franco Verres, che aveva commissionato a tutti i thrilleristi paratattici l'arduo compito di intervistare i protagonisti della vicenda di Montmartre, non è stata granché onorata e lo dimostrano due fatti: che in pochi abbiamo accettato di vestire i panni di freelancer e che quei pochi che si sono attivati siano poi rimasti lì, a godersi la bellezza della città per un'altra settimana. Durante il mio soggiorno, ho visitato i luoghi della vicenda, percorrendo in lungo e in largo i vicoli bui della giovane donna; ho persino intravisto una luce provenire dalla scala interna di un palazzo. Superfluo dire che non mi sono avventurata, anche perché sentivo degli schiamazzi provenire da lassù, che mi hanno messo i brividi addosso. E poi mi sono goduta lo spettacolo della Parigi by night sopra un battello che navigava lungo la Senna (ancorché infestata di ratti.)

Pazienza, il numero di questo mese della rivista "La coltre oscura del Mandrione" troverà altri intervistatori più volenterosi, mentre delle nostre versioni rimarrà solo un bel ricordo: io, intanto ho riso di gusto con l'intervista di Glòho apprezzato l'originalità di Darius e la professionalità di Tiziana. 
Bravi tutti.

Va da sé che il buon Verres mi abbia mandato a dire che, sebbene ottime prove, nessuno è stato all'altezza delle sue aspettative. Ci saluta e ci augura buon proseguimento. 

Il premio slitta, dunque, alla prossima prova che, come sempre, si riaffaccerà su questi schermi domani.

Intanto, ecco il riepilogo delle nostre interviste.
Buona lettura.

****

Darius Tred

Egregio Dott. Verres, con la presente vorrei sottoporre alla Sua attenzione la mia indagine giornalistica in merito alla vicenda di Montmartre. Probabilmente Si starà chiedendo perché mi permetto di disturbarla scrivendole direttamente aggirando la nota blogger Marina Guarneri da Lei contattata. L'esperienza mi ha insegnato che per le vicende scottanti è sempre meglio non fidarsi mai di nessuno. E questa, purtroppo, è una vicenda che scotta molto. Mi duolerebbe tediarLa con gli arcinoti dettagli del misfatto: mi permetto quindi di tralasciarli. Sicuramente sua Eccellenza ha già avuto modo di esaminare le innumerevoli versioni dei vari mitomani che, ahimè, si sono susseguiti finora.
Purtroppo ho dovuto far fronte alla concorrenza di diversi sedicenti giornalisti a caccia di scoop di infimo livello. Avrà senza dubbio saputo che tutti si sono fiondati a intervistare la povera ragazza e il malcapitato dentista. Qualcuno ha persino avuto l'alzata di ingegno di intervistare gli ubriachi che stavano ancora con il bicchiere in mano... Io ho preferito fare ricorso ai miei contatti e alle mie risorse, che vanno ben oltre il tacco a spillo e il "sobrio" decolleté (come ama definirlo Lei...).
Le anticipo solo che la vicenda in realtà è molto più articolata. Direi insospettabilmente articolata. Ho avuto modo di sapere che è tutta una montatura il cui scopo è quello di ammettere aspiranti scrittori nel cerchio magico degli ambìti circoli letterari ed intellettuali della Parigi-bene. Sono riuscita a mettermi in contatto con un ghost-writer che da anni tenta invano di essere ammesso. Inutile dire che il poveretto, oltremodo frustrato, ha insistito per rimanere anonimo. La lascio all'intervista. Cordiali saluti.

D: Dunque signor T...
R: No, che fa? Le ho detto niente nomi, per cortesia.
D: Sì, certo. Mi perdoni. Dunque lei mi conferma che non è mai esistito nessun reale misfatto dietro a tutta questa storia?
R: Certo! Confermo tutto. Non esiste nessun dentista, nessuna donna, nessuna vicenda di questo tipo. E' solo un esercizio di scrittura. Circola da decenni. I più esaltati dicono addirittura da secoli ma giurerei che sono solo dicerie messe in giro per puro vanto da chi è riuscito a risolvere questo enigma.
D: Ecco il nocciolo della questione: quindi possiamo dire che sia un enigma, un enigma in codice?
R: Lei vuole aggiungere sale alla mia piaga...
D: Nient'affatto, la prego continui.
R: Ebbene, lo ammetto. Di recente - mi scusi se abbasso la voce - il livello si è alzato parecchio. L'ultimo esercizio che ho visto prima di gettare la spugna riguardava una scala con parole numerate. Ci pensa? Una scala con parole numerate! Enigmistica pura, narrativa mistica, sottili sofismi intellettuali messi per iscritto! Eppure qualcuno ci è riuscito. E come se non bastasse molti vi hanno partecipato.
D: Quindi pare che ci sia dietro qualcosa di grosso se la partecipazione è sempre così numerosa.
R: Mi duole ammetterlo, ma temo proprio che sia così.
D: E cosa succede a chi risolve l'enigma?
R: Allora lei vuole infierire! Come faccio a saperlo se non l'ho mai risolto?
D: Eppure, secondo altre mie fonti ho saputo che si viene ammessi a circoli letterari molto esclusivi...
R: E va bene. Confermo di aver sentito anche queste voci...
D: Ma poi che succede?
R: Ho sentito dire che chi vince l'esercizio riceve un libro. Un libro che non sempre ha un valore artistico. Addirittura ho sentito dire che l'ultima volta è stato assegnato il libro di Fabrizio Corona...
D: Forse intende Mauro Corona. Altrimenti io dubiterei dell'effettiva serietà di tali circoli. Non crede?
R: Lei non capisce. Il libro che si riceve è solo un pretesto per inviare informazioni in codice. Così dicono. Ha mai letto Il codice Rebecca di Ken Follett?
D: Sì.
R: Bene. Allora ha capito cosa intendo. I messaggi in codice vengono passati basandosi su un certo libro. Per comunicare si indicano numero pagina, numero riga e numero parola. Qualcosa del genere.
D: E dopo che succede?
R: Lei è un insolente. Glielo dirò quando riuscirò nell'impresa. Addio!


Marina

Io: Buongiorno mademoiselle, posso farle qualche domanda?

Mademoiselle: ...

Io: Buon     giorno.

M: ...

Io: ('nnamo bene, questa manco saluta) Mi chiamo Marina, vengo da Roma e collaboro con una rivista italiana che si sta occupando del suo caso. Sono qua per proporle un'intervista.

M: ...

Io: capisco, forse non è un buon momento, ma giusto due cosette per capire... Lo sa che lei, per tutti, è la giovane donna di Montmartre?

M: ?!#%~?!

Io: okay, il suo sguardo è molto eloquente. Lo schock è comprensibile: camminare per quei vicoli stretti, avvolta solo dal silenzio e dall'oscurità...

M: _ _ _

Io: Certo è stato solo un brutto incubo, tuttavia i sogni sono talmente realistici, a volte...

M: __ __ __

Io: ... quelle scale che sembravano la salvezza e invece nascondevano l'insidia peggiore...

M: ___ ___ ___

Io: Oddio, tutti quei maniaci: lei ha descritto agli inquirenti così bene quella sensazione che ogni donna, leggendo la sua testimonianza, si sentirebbe le stesse mani addosso, rivivrebbe lo stesso terrore, sentirebbe l'angoscia della corda stretta ai polsi, la paura del volo dalla finestra e...

M: Noooo, non li nomini nemmeno. Non nomini quegli obbrobri pelosi che volevano divorarmi, con quegli occhietti e quei denti malvagi, mentre dondolavo dentro l'acqua con il respiro annullato e la sensazione di soffocamento. 

Io: Scusi davvero io...

M:... e quel vile che mi ha svegliato, con quel sorriso tutto denti e i miei, invece, tolti a uno a uno. 

Io: _ _ _ 

M: e a che prezzo, poi! Uomo ignobile e senza dignità: mi ha addormentato con un anestetico scaduto, mi ha fatto rubare la borsetta e violentare da uomini ubriachi...

Io: __ __ __

M:... e mi ha fatto pure pagare mezza corona.

Io: Si calmi! Si calmi mademoiselle!

M: ?!#%~?!

Io: Ma allora è tutto vero!

M: /:#%^*+ %^<\~>$!? O-O

Io: okay, okay, vado via! Pessima idea quella di intervistare la diretta interessata. 
(Magari provo a fare un paio di domande al dentista)


Glò

La mia indagine giornalistica non ha prodotto alcun elemento che possa aiutare nella ricostruzione dei fattacci brutti: la posto ugualmente, presentandomi come outsider :P

Glò: Scusassero, Loro sono i signori Topi del paratattico?
Topo 1: Amilcareeee, n'è arrivata un'altra...
Topo 2: Cosa l'è? Un'altra da mangiare? Che dieta pesante tocca fare!
Topo 1: Ma nooo, la Marina c'ha mandato 'sta accolta di giornalisti, ci vogliono intervistare, ricordi?
Topo 2: Ma cosa vuoi che ricordi, son mesi che siamo impantanati in questo delirio. Ho fatto le analisi del sangue: colesterolo alle stelle. E ci credo, dieta iperproteica, la Marina ci vuol far un bello scherzetto, te lo dico io.
Topo 1: Oh Amilcare, ma di che vaneggi? 
Topo 2: Oh vedrai, tu! Finito 'sto para-thriller ci venderà a qualche istituto di ricerca e sperimentazione, saremo topi da laboratorio, hai capito adesso??? E sennò perché ci ingrassa???
Glò: Ehm, scusassero... io sarei qui per un'eventuale intervista, se Loro fossero disposti...
Topo 2: Ma chi è lei???
Topo 1: Amilcare, è l'inviata della Marina, e dai! Senta lei, niente gossip, niente domande su poteri occulti e nessuna accenno ai party proibiti: avrà avuto soffiate, di sicuro!
Glò: Ma veramente... io non sarei effettivamente una giornalista... Loro devono sapere che sono una blogger sconosciuta.
Topo 2: Cosa l'è?
Topo 1: Amilcare, alla faccia della dieta iperproteica, tu sei proprio rincoglionito!
Glò: Ho l'impressione di aver disturbato Lor Signori...
Topo 2: Ma no, venga qua! Sa, l'Amilcare vede cose, sente voci... non ci faccia caso! E che cosa vorrebbe domandarci?
Glò: Ecco, io sono Glò de la nostra Libreria, un piccolo blog che ha come tematica i libri e il panorama editoriale a tutto tondo.
Topo 2: Uh che palle!
Topo 1: Amilcare! E non essere scortese, perbacco! Continui prego!
Glò: Insomma... mi farebbe piacere se Loro volessero gentilmente, ma solo se non disturbo eh, rispondere ad alcune domande di carattere generale.
Topo 1: Ma prego, ma prego! Però ci scusi, la invitiamo a sederci al bar, sa quello di sopra... si sale la scala...
Topo 2: ...e ci ritroviamo con gli 'mbriachi!
Topo 1: Ma che dici Amilcare! Son le nove del mattino! Allora saliamo, signora blogger?
Glò: Maaaa... a me va bene anche rimanere qui, in strada, non vorrei disturbare... Poche domande e me ne vado.
Topo 2: Quintino... secondo me questa ha paura! 
<i>Seguono squittii divertiti</i>
Topo 1: Va bene, dai! Facciamo l'intervista qui. Ma poi dove ci pubblicano?
Glò: Ehm, cioè, sul mio blog... una cosa simpatica ed estemporanea...
Topo 2: 'na cagata insomma, ahahahahah!
Topo 1: Amilcare e trattieniti, perdiana! Vai con la prima domanda, gioia, posso darti del tu no?
Glò: Sì certamente signor Quintino, se ho capito bene. Allora io vorrei iniziare con una domanda topica... ops, scusate.. Dunque, dicevo la domanda... [Ma porca miseria!!! <i>Tra sé</i>]
Quando avete interpretato i topini in Cenerentola, vi siete sentiti sfruttati per il ruolo oggettivamente legato alla classe lavoratrice sottopagata dal padrone capitalista?
Topo 2: Quintino, ma questa è più rincoglionita di me...
Topo 1: Senti... l'interpretazione marxista anche no! Ma quando ve lo metterete in testa che son storie per passare due ore in allegria? Essù! <i>Occhi al cielo, roteandoli più volte</i>
Glò: Ma io pensavo... lo sfruttamento degli animali... come metafora... No eh. Passiamo alla domanda successiva. Mickey Mouse è il topo più famoso del mondo: quanto vi ispirate a lui nell'interpretare il vostro ruolo nel thriller paratattico?
Topo 1: Gioia, forse siamo più ispirati dalle gesta del nostro confratello che fa cose efferate in American Psycho, che dici?
<i>Seguono squittii diabolicamente divertiti</i>
Glò: Ecco, sì... Ora l'ultima domanda, devo assolutamente prendere la prossima corsa della metropolitana, mi scuserete...
Topo 2: Quintino, l'abbiamo terrorizzata ahahahahah!
Topo 1: Vero Amilcare, ci vengono a leggere la vita, a noi!
Glò: Ma no, volevo soltanto riferirmi a topi illustri, per dare lustro... [Ma che cazz..!!! <i>Tra sé</i>]
<i>Squittii infernali</i>
Glò: Ultima domanda, avete mai pensato di prendere lezioni di cucina dal famosissimo chef Rémy di Ratatouille per rendere più varia la dieta cui vi costringe Marina?
<i>Silenzio totale, rassegnazione</i>
Topo 1: Gioia... quello è un cartone animato, una finzione...
Topo 2: Sicura che non vuoi salire al bar, sopra? Ti farebbe bene un goccetto eh???
<i>Squittii infernali ad libitum</i>

Così finisce la mia avventura à Paris, in compagnia dei Signori Topi... a gambe levate! Mi hanno letteralmente boicottata... e terrorizzata! :O


Tiziana

INTERVISTA ESCLUSIVA AL DENTISTA PIERRE VOILÀ

Pierre Voilà è un rinomato  dentista di Mormartre. Gode di grande fama; arrivata ad estendersi per tutta Parigi. Trasferitosi vent'anni fa nella capitale francese, è figlio dei chirurghi  Jean Antoine Voilà e Cecile Sartois. La passione per la medicina è stata trasmessa ben presto dai suoi genitori, anche se la sua specializzazione si è riversata in campo odontoiatrico. Al suo attivo ha clienti illustri. Tipo riservato, ci ha concesso un’ intervista esclusiva che uscirà mercoledì sul nostro settimanale.
Sono onorata di intervistare il  dottor Voilà e parlare della sua storia dopo il linciaggio mediatico delle scorse settimane. La cronaca di Parigi si è interessata al caso di Amelie Dior, una giovane donna affetta da narcolessia. I genitori della ragazza avevano esposto denuncia verso il dentista perché la loro figlia era caduta improvvisamente in un sonno profondo. La colpa era stata attribuita all’anestesia effettuata nella clinica “Marie Sofie” di Pierre Voilà.Il processo si è concluso nei giorni scorsi con una assoluzione piena da parte dell’imputato perché il fatto non sussiste. In Amelie Dior è stato riscontrata la diagnosi di narcolessia. Il sonno frequente non è quindi imputabile al lavoro del dentista .
Per la minore età della signorina, prossima ai diciotto anni, il nome apposto è di fantasia .

T: Benvenuto signor Voilà.
Innanzitutto la ringrazio per la sua completa disponibilità.

V: Grazie a voi per avermi dato la possibilità di poter dire finalmente la mia.

T: Come prima domanda vorrei chiederle cosa ne pensa degli attacchi iniziali ricevuti, in cui le imputavano un  eccesso con l'anestesia.

V: Dico che non conoscevano bene i fatti e si erano affrettati a dare un giudizio errato nei miei confronti e del mio equipe. L' anestesista ha trent'anni di esperienza, mai intaccati da errori a livello professionale. Non era quindi possibile un suo sbaglio, né il mio nel dirigere il lavoro di estrazione dentale, che è di routine.

T: Sapeva che la sua paziente era narcolettica? Come pensa di prevenirsi dopo questo spiacevole caso?
V: No, non sapevo che fosse affetta da narcolessia. In futuro mi tutelerò chiedendo ai pazienti di firmare un foglio in cui non si abbiano problemi con anestesie e di dichiarare che non si è narcolettici o altre malattie riconducibili all’ intervento. Nel caso in cui non ci siano le condizioni per operare, ci asterremo dal lavoro verso i pazienti.
T: Crede che questo eviterà altri casi come quello di Amelie ?
V: Certamente. Solo con la conoscenza dello stato di salute del paziente, che confermerà comprovando la documentazione scritta, saremo sicuri di non incappare nella situazione di denuncia. Inoltre è una sicurezza, non solo nel tutelarci, ma anche nel sapere quando poter intervenire su un paziente. La non informazione di salute, crea problemi gravi intaccando la riuscita dell’ operazione.
È un procedimento drastico, ma con la salute non si scherza.
T: Questa vicenda avrà scosso un po’ tutti anche per la giovane età della paziente. Ha ripercosso sulla vostra immagine?
V: Credevamo di sì. In realtà è stata chiarita subito la nostra estraneità al malessere della signorina. I nostri pazienti conoscono la nostra professionalità e non hanno mai dubitato in un nostro errore.
T: Se n’era accorto, dopo l’estrazione dentale che la signorina avesse dei problemi di questo genere?
V: No, assolutamente no. Dopo il risveglio ha raccontato di essersi persa e di essere stata vittima di uomini che volevano abusare di lei. Legata da questi individui e gettata in mare con topi che volevano morderla. Insomma un incubo mentre dormiva. Nulla di anomalo.
T: Poi cosa è successo ?
V: La ragazza è tornata a casa con i genitori e più tardi si è addormentata all’ improvviso. Non essendo a conoscenza della malattia della figlia, i genitori hanno sporto denuncia verso di noi.
T: Ha mai pensato per un attimo che fosse stato un eccesso di anestesia ?
V: No. Lavoriamo con una professionalità che ci ha fatto conoscere non solo a Parigi, ma anche a livello nazionale. Ero sicuro di me e del mio equipe.
T: Dopo il processo ha incontrato la famiglia Dior?
V: Sì, ed è stato un incontro liberatorio per entrambi. Ci siamo parlati molto e chiariti. La fiducia nei miei confronti è aumentata e questo, mi creda è un sollievo. Un conto è sapere dentro di te di aver fatto un buon lavoro e non aver provocato danni ai pazienti, un conto è avere la conferma dagli altri e ancor di più dalla famiglia Dior.
T: Concludendo, cosa sente di dire ai familiari e ad Amelie ?
V: Sento di dire che fortunatamente ad Amelie è andata bene; dovrà convivere purtroppo con la malattia , ma saperne dell’esistenza non creerà più incertezze , anzi preverrà che si possa far male . La preoccupazione e tutela nei confronti della figlia è normale , anch’io da genitore avrei agito così . La cosa più importante che vorrei dirgli è di continuare a starle vicino come ora. Ad Amelie direi di essere forte e che ha una grande famiglia che l’ appoggerà sempre .
T: La ringrazio per la sua disponibilità nel concederci l’ esclusiva. Sappiamo la sua riservatezza e apprezziamo maggiormente la sua collaborazione nell’ averci dato informazioni più dettagliate.
V: Grazie a voi.




15 commenti:

  1. Troppo difficile fare il giornalista, per me, troppo fuori della mia portata.

    PS: Peccato per i corsivi di Glò, persi tra i tag html di italic "minore-i-maggiore"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Così com'è pare più lisergico, in armonia col mio brano XD

      Elimina
  2. E' tutto un bluff, un bluff paratattico!
    Ho comprato oggi l'ultimo numero de La Corte Oscura del Mandrione e le interviste sono state tutte pubblicate!!!

    Verres ha fatto finta di non essere interessato perché non vuole pagarci!

    :-D

    RispondiElimina
  3. Io alla fine ero anche riuscita a scriverla un'intervista, ma non ero soddisfatta. Non potevo presentarmi a Franco Verres con uno scritto che non mi convinceva. Bacioni.

    RispondiElimina
  4. Eh ma metti in palio un premio e poi non lo assegni... non si fa! :P

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh, qua o si vince col botto o niente! Una filosofia thrilleristica del tutto arbitraria. :P

      Elimina
  5. Non comprendo i gusti di Verres, ma per me ha vinto Glò, in barba a quei topastri! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. W Glò. Ormai è diventata una garanzia! *__*

      Elimina
    2. Grazie mille! ^^
      Ho scherzato col fuoco: quei topastri... :P

      Elimina
  6. Grazie per aver definito il pezzo professionale.

    RispondiElimina
  7. Mi sono divertita moltissimo a Parigi, con voi tutti! Lo sa, quel Verres, che abbiamo gozzovigliato abbondantemente extra tutto? ^_^

    RispondiElimina