domenica 12 novembre 2023

Sabato 11 novembre 2023


Sono le 2:47. Cinque minuti fa ho ricevuto il dlindlin del messaggio che aspettavo: atterrato

Non ho più sonno e decido che questo è un buon momento per scrivere. Mi metto seduta nel letto, con l’abat-jour che spezza un cerchio di luce fra tetto e parete. Sopra il comodino ho lasciato il nuovo quaderno color rosa cipria, con il filo segnapagina di raso della stessa tinta e una scritta dorata che esprime tutto, meno il pensiero simbolo del mio stato d’animo, quando l’ho acquistato.

Ma come si fa a non sorridere, alle 3:05, nel vivo del sonno totalmente perduto, della mia minchionaggine! 

Vi spiego.

L’orario attesta che è domenica, ma per me adesso è solo la continuazione di un sabato speciale, che racconto perché se c’è una cosa che la scrittura sa fare bene è offrire una via di fuga quando si rimane incagliati nella rete dei pensieri malinconici. La scrittura e lo shopping terapeutico. Quel quadernetto che ho qui, accanto a me, è la finalizzazione del secondo espediente curativo.


Ieri (ormai devo dire così), mi sono preparata per andare a messa. L’occasione era gradita per due motivi: uno, mi avrebbe distratta dal pensiero di Luca in volo verso una meta molto lontana, due perché la chiesa di San Salvatore in Lauro celebrava, questo sabato, i dieci anni dalla morte del cardinale Domenico Bartolucci, compositore e direttore del Coro della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” e oggi ospitava il coro dell’omonima “Fondazione Bartolucci” in cui canta un amico di mio figlio. 

Sono uscita alle 16:30 con l’intenzione di andare in metro e scendere alla fermata Barberini, per poi farmi il resto della strada a piedi fino a Via dei Coronari. Il santuario si trova là, nel cuore di Roma, tra Piazza Navona e Castel Sant’Angelo. Mi piace camminare, mi aiuta a liberare la mente da tutti i pensieri molesti (il viaggio durerà cinque ore e culminerà in mezzo al deserto kuwaitiano... Non sono abituata alla tua assenza prolungata!) e, poiché ho il passo veloce, mi sono accorta che avevo ancora del tempo a disposizione prima dell’orario in cui sarebbe iniziata la funzione religiosa. 

Non amo girare per negozi, lo faccio giusto quando mi serve qualcosa e se voglio dedicarmi una coccola mi butto su spese semplici: quasi sempre un libro, uno smalto per unghie, una crema per il corpo, un ammennicolo qualunque scaccia pensieri. Così, sono passata davanti a uno dei numerosi punti vendita della catena Tiger, un brand internazionale di origine danese, che vende oggetti utili, originali, ma anche inutili sebbene di grande appeal, a prezzi imbattibili. Sono entrata e ho seguito il percorso obbligato fino al mio angolo d’interesse: la zona cancelleria. La faccio breve: ho preso, maneggiato, aperto, sfogliato tutti i vari tipi di taccuini, rubriche e agende: giornaliere, planner, bullet journal, di studio, con diario settimanale, calendario, grandi, piccole, a fogli bianchi, a righe, di cartone riciclato, in carta di riso, con chiusura a elastico, gli adesivi, i post-it allegati... e l’ho visto, il quaderno che volevo portarmi a casa. Fra tutti ho scelto quello del mio colore preferito, con una copertina spessa, plastificata e i fogli che, sovrapposti, formano nei laterali delle righe verticali rosso amaranto, bianco e lilla. C’è una scritta in alto, e io, genio della lingua anglosassone, ho trovato perfetto per me il messaggio: “YOU LOOK BETTER THAN BEYONCÉ TODAY”. Perché l’ho trovato così adatto? E se no, perché avrei riso, dopo, della mia minchionaggine! perché la mia testa mi diceva che Beyoncé doveva essere qualcosa come behind o beyond e anche se, a occhio e croce, mi rendevo conto che in quel contesto non c’entrava un tubo, mi dicevo che boh, poteva pure essere. Il mio scarso livello d’inglese mi garantisce la sicurezza su formule basiche, How are you? I’m sad (e come devo stare!)... e in quella frase io ci ho visto un augurio del tipo: “stai meglio oggi di ieri”... Tipo.

Vabbè, lasciamo per un attimo cadere la cosa, il NO COMMENT cancelli il mio imbarazzo! 

Sono andata, dunque, tutta fiera alle casse e col mio quaderno-coccola, di un pomeriggio che avrei voluto diverso, mi sono riavviata verso l’appuntamento polifonico presso la chiesa di San Salvatore in Lauro. 

Che meraviglia, ascoltare a occhi chiusi il coro intonare l’Alleluja, il Sanctus, il Pater Noster! la musica sacra, per me, è quella che più avvicina l’uomo a Dio. Ho partecipato alla liturgia con profonda immersione, la preghiera sgorgava naturale dentro la melodia cantata da voci maschili e femminili che si inseguivano, si intrecciavano, si sostenevano a vicenda, innalzandosi in un ideale equilibrio espressivo (l’aereo ancora non decolla, lunga l’attesa! Verrei a farti compagnia. Anzi, verrei con te e basta!)

Finita l’occasione di svago ho preso la via del ritorno (no, non puoi essere triste, hai il tuo quadernetto nuovo dentro la borsa, la musica del coro nelle orecchie, i figli che ti aspettano per cenare...) e poi, a casa, ho cenato con i miei figli, raccontato la bellezza della messa cantata, poggiato il quaderno sul comodino. Ho pesato la mancanza di mio marito, accanto a me, nel letto, finché non è arrivato il sonno a interrompere il flusso di pensieri.

Alle 2.42 il messaggio e, a seguire, una chat, notturnissima solo per me (lì, a più di tremila chilometri di distanza, già stava albeggiando), che si è inserita fra la mia veglia e le righe di questa pagina.


Adesso sono le 3:45. Metto un punto al mio racconto, sono più tranquilla e scrivere mi ha aiutata. Proverò a riaddormentarmi. Lo shopping terapeutico mi ha regalato un brivido, ma ora che so che oggi sono più bella di Beyoncé - la cantante - riprendo sonno con un supplemento di conforto, che nemmeno la voce al telefono di mio marito ha saputo offrirmi del tutto.











30 commenti:

  1. È bello leggere un post di un'amica che si racconta. Emerge l'amore verso il marito, l'ascolto della musica sacra, i figli e i luoghi di Roma che io amo.
    Gli acquisti non mancano e nemmeno lo shopping terapeutico.

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  2. Non ce l'ho fatta, mi è scappata una risata. Uno perché nei miei acquisti terapeutici anche a me scappano cose così, sviste, che poi risultano simpatiche (ho un paio di ciabattine da piscina del Decathlon, loro marchio, che io chiamo "nabagigi" - perché in veneto i "bagigi" sono le arachidi - ci ho messo tipo cinque anni a leggere che c'è scritto "nabaiji" :P ) Due perché, fidati, è meglio che ci sia scritto Beyoncé. Le altre due potrebbero portare a definizioni molto equivoche. Grammaticalmente scorrette, ma molto equivoche... XD

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    1. Oddio, allora alla fine mi sono portata a casa un paragone tutto sommato sopportabile! :D :D

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  3. Eh beh, quando una persona cara si allontana per un po' di tempo per motivi di lavoro è normale avere una certa tensione/malinconia addosso.
    Tiger lo conosco bene e ci vado spesso più o meno per gli stessi motivi che elenchi tu. A volte però ci vado specificatamente per comprare i waffle olandesi, zozzeria burrosa che non fa per niente bene al mio fegato ma gratifica il mio umore.

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    1. Un tempo mi gratificavo anch'io col cibo che mi rendeva felice solo alla vista, leggi cioccolato; ora soddisfo altri sensi, che qua tocca stare attenti con la dieta! :)

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  4. Che bello lo shopping terapeutico.. e meglio Tiger che Feltrinelli.. ahah le librerie sempre pericolosissime.. poi ho visto Baricco proprio l'altro giorno.. stranamente senza saperne niente prima.. terapeuticissimo!!.. ;)

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    1. Che sorpresa! E dove si trovava? Quanto ai libri, ho talmente tanti desideri da soddisfare che per non scontentare nessuno dei libri in lista, opto per altre soluzioni terapeutiche! :D

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    2. Se ne stava bello in vetrina lui.. con l'ultimo Abel, tra un gerry Scotti e un Carofiglio .. sono entrato a valanga..

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    3. Avevo pensato a un magico incontro con lui in persona, chessò, magari era in vacanza qui, un fine settimana romano, alle volte, un incontro casuale lungo una via, in un museo, a una mostra, in libreria... :)

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  5. Apprezzo molto la tua spontaneità nel raccontarti .... non è da tutti, l'episodio di Beyoncé poi è stato molto simpatico. :)
    Un saluto

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    1. Grazie, la cosa veramente tragicomica è che racconto la verità! :D

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  6. Cavolo, come ideale di bellezza ero rimasto a personaggi tipo Cindy Crawford, Linda Evangelista, Naomi Campbell, insomma, tutte quelle modelle super-gnocche degli anni '90 (Claudia Schiffer non ce l'ho messa perché non mi è mai piaciuta). E invece oggi chi abbiamo? Beyoncé?! Cioè, come ideale di bellezza abbiamo davvero la cantante Beyoncé?
    Bah! Forse sarò io che ho bisogno di una visita oculistica, però tutta sta bellezza non la vedo mica. Ma con questo non voglio dire che Beyoncé sia una brutta donna, eh, anzi, anche lei c'ha il suo perché (soprattutto nel suo "behind" XD). Però dai, in termini di bellezza, se la paragoniamo alle supermodelle degli anni '90, allora, beh, a me verrebbe da dire che il livello si è decisamente abbassato.
    Vabbè, com'è che si dice: non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace? E invece NO! In questo caso NO! Le supermodelle degli anni '90 erano oggettivamente molto più belle, senza se e senza ma (a parte Claudia Schiffer: lei era proprio brutta :P).

    P.S. scusami se sono andato un tantino off-topic, però 'sta cosa di Beyoncé mi ha davvero scosso nel profondo XD

    CIAO CIAO!

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    1. Io manco mi ricordavo che esiste una Beyoncé, che è famosa, pensa come sono messa! Mentre conosco benissimo tutte le modelle che hai citato... Però aspè n'attimo: appunto, quelle sono modelle, questa è una cantante... Dovevi paragonare Beyoncé a Madonna, Mariah Carey, Annie Lennox, che ne so!
      (Comunque, mi sono andata a cercare Beyoncé su Google, poi mi sono guardata allo specchio e mi sono detta: devi fare un enorme sforzo per vederti più bella di lei! :) )
      Ciao Omega, bentornato!

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    2. Eh, ma nella frase riportata sul quadernetto non si fa accenno alle doti canore di Beyoncé, ma bensì al suo aspetto estetico, o no?
      Vabbè, guarda che bel regalo ti faccio: dopo che avrai visto questa foto di Beyoncé senza trucco e parrucco, sono sicuro che "l'enorme sforzo" diventerà minimo:

      images.vanityfair.it/Storage/Assets/Crops/373571/53/198335/beyonce_470x305.jpg

      Di la verità: adesso ti vedi o non ti vedi più bella di Beyoncé? ;)

      CIAO CIAO!

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    3. Uguale. Mi vedo uguale a lei in questa foto! :D

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  7. A me invece è scappata una lacrimina, Marina cara. A me che ho la fortuna di conoscervi di persona, di sorridere e ridere alle battute di Luca e tue. Siete una famiglia meravigliosa, sai quanto voglia bene a tutti e quattro. Luca è nei nostri pensieri e questo periodo alla fin fine trascorrerà, forse volerà, come ti auguro di percepire un giorno, nel ricordo di questa distanza. Al suo ritorno festeggeremo e ci racconterà ogni cosa, già pregusto le risate che mi farà fare. Come ogni esperienza forte, questa è una di quelle che probabilmente forgiano l'uomo e la donna in uniforme. Ho pensato spesso a come debba essere, certamente se la vivessimo noi la sapremmo raccontare in uno o più scritti, in queste parole che, hai ragione, ci sono sempre di conforto. :)

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    1. Sì, io scriverei un diario di questa avventura, conoscendomi!
      Per ora ricevo foto di un posto desolato, il cielo è malaticcio, ha il colore del deserto. Kuwait city è moderna, palazzi alti, però... poca vita, almeno da quello che si vede nelle ore in cui è andato Luca. Poi ti mostro qualcosa dal vivo, tanto ci vedremo presto.
      Ci si abitua a tutto e per noi, che non siamo mai stati troppo lontani, questa è un'esperienza nuova, che vivremo al meglio. In fondo lui, là, ha il lavoro a distrarlo, io qui mi riempio le giornate di tante cose da fare e comunque i miei figli sono una presenza fondamentale.

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  8. Sei grata alla vita e ti accontenti di poco, quasi a vedere l'immagine di te uscire da quel negozio con un pacchettino piccolo tra le mani,piccolo ma grande abbastanza per il senso e il valore con cui le tue parole lo riempiranno.Le "mani",quelle che si raccolgono in preghiera ,che coccolano la famiglia,che sono ancora capaci di costruire e dare un senso pieno alla vita.
    .
    Riuscire a raccontare la semplicità nella verità... già solo per questo sento di dirti "grazie"!
    Forse da questo bisognerebbe ripartire tutti,dando valore alla semplicità e non alla complessità in cui piace ritrovarsi e alzare i toni, come a dire "anche io ho voce ed esisto"...l' illusione di ritrovarsi nel rumore e nel chiasso,quanto è un perdersi!

    Non amo generalizzare ,ma credo che in diversi spazi blog ultimamente si corra il rischio di brutture,ci sono argomenti così delicati che non rientrano negli opinionismi ,nei dibattiti accesi e nei giudizi che impugnano verità non autorizzate ,soprattutto perché fungono da manie di protagonismo per esaltare il proprio ego.Ammetto comunque di fare fatica a ribadire un evidenza e nell'animo mi dico che anche questo deve compiersi ,anche il non senso che non comprendiamo in altri ha il suo senso di esistere,l'unica e valida cosa che si possa fare è farsi cullare dal silenzio ,dalla preghiera,dalla compassione...è lì che senti l'anima tutta.

    Buona serata a te e ai tuoi cari lettori ,tutti:)

    L.

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    1. Grazie a te per questo commento ispirato come sempre. Sono convinta anch'io che la bellezza delle cose e della vita risiedano nella semplicità, in un mondo tra l'altro dove amiamo complicare le cose. In fondo, basterebbe chiedere quanto basta per avere la serenità, anziché rincorrere grandi traguardi che poi non durano o regalano una felicità effimera.
      Sperare che il mondo cambi è un'utopia, ma almeno pregare perché ognuno, nel proprio piccolo faccia il suo, mi sembra sempre una buona cosa.

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  9. E' stato piacevolissimo anche questa volta leggerti nel racconto della tua giornata! Sono piccole grandi cose che riempiono di calore, anche il semplice acquisto di un quadernetto. E poi che meraviglia la passeggiata per Roma ! E alla fine la gioia di condividere tutto coi tuoi ragazzi!
    C'è nel tuo scritto il candore della verità. Grazie!

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    1. Quando sono un po' giù ma anche quando sono pienamente appagata cammino per le vie di Roma. Come puoi immaginare è una città che non stanca mai. L'acquisto medio-compulsivo è un piccolo supporto che qualche volta, nella sua banalità, aiuta. Ho raccontato uno stato d'animo che quel giorno era profondamente mio e l'ho vestito di ironia per sdrammatizzare un po'!

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  10. Bello il quaderno rosa con la scritta, a volte sono le piccole cose che ci danno quel sostegno in più per affrontare la giornata. Immagino sia un’assenza lunga che in un posto così lontano (in termini di km ma anche di stile di vita) rende la distanza più faticosa.
    Tiger tenta spesso anche me con matite e quaderni che finisco per comprare per i nipotini.

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    1. La durata è di sei mesi, cara Giulia, io abituata a vedere e vivermi mio marito ogni giorno non ho gioito di questa cosa, ma il lavoro è quello che è e bisogna accettare che capitino esperienze del genere (non so se ho mai detto che Luca lavora in Aeronautica). Tu regali matite e quaderni ai tuoi nipotini, io li acquisto PER ME, ahahah, questo mi fa sentire giovane dentro! :D

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  11. Scrivendo, riesci a dare valenza letteraria alle cose apparentemente insignificanti. Leggere Proust serve a qualcosa :)

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    1. Oh magari! Però è vero che la lettura di Proust, come mi coinvolge, così in qualche modo m'influenza. Stasera vado a letto contenta, dopo avere letto il tuo commento. Grazie.

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  12. Mi è piaciuto questo racconto, le ore piccole ti fanno bene... Quando sei in assenza di marito pensa a me che non ho moglie e sono abituato alla solitudine (a dosi abbastanza calcolate), hai fatto bene comunque ad abitare la solitudine con qualcosa di sacro, poiché essa, vista come deserto, è sempre stata luogo dell'a-tu-per-tu con Dio. Ciao!

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    1. Solitudine e ore piccole, una bella combinazione per dedicarsi ai propri pensieri. Abitare la solitudine è una bellissima espressione, la faccio mia e provo a starci comoda dentro, quando la vivo con particolare intensità.

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  13. Mi è piaciuto molto il tuo post! Il tuo stile di scrittura è coinvolgente. Non vedo l'ora di saperne di più!

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