martedì 12 gennaio 2016

Pagine e Note musicali


Musica e letteratura si sono sempre intrecciate nel corso della storia; conosco cantanti e band che si sono ispirati a opere letterarie importanti (naturalmente attingo dai miei gusti musicali): i Led Zeppelin hanno composto "Moby Dick", brano strumentale riferito all'omonimo libro di Melville;  i Nirvana hanno tratto spunto dal romanzo di Suskind "Il profumo" per scrivere "Scentless Apprentice", "Killing an arab" dei Cure è un omaggio a "Lo straniero" di Camus, David Bowie si è ispirato al romanzo "1984" di Orwell per comporre l'album "Diamond dogs" e i Muse hanno fatto lo stesso nel loro "The Resistance"
In questo post, tuttavia, la mia considerazione inverte le parti: non letteratura che si fa musica, ma musica che genera letteratura.

La gran parte delle persone che amano scrivere trova la propria ispirazione ascoltando musica e molti scrittori citano nelle proprie opere canzoni che aiutano anche il lettore a entrare nella giusta atmosfera, un po' come la colonna sonora accompagna le scene di un film. 
Ho letto storie molto belle che ho apprezzato ancora di più ascoltando i suggerimenti musicali citati dagli autori; mi è sembrato di accedere nel loro mondo, di coprire gli stessi loro spazi mentali, di attraversare i loro pensieri. E non è solo una questione di gusti, ma di capacità, che in genere ha chi legge, di lasciarsi coinvolgere dalle suggestioni dello scrittore fino a riconoscere il fascino che lo ha guidato nella narrazione.
A me è capitato con il romanzo di Nicholas Butler "Shotgun Lovesongs", dove le note del folk del midwest americano mi hanno fatto viaggiare in mezzo alle campagne del Wisconsin così lontane dalle realtà metropolitane dei grandi grattacieli. L'autore prende spunto dalla carriera di un suo reale compagno di scuola, divenuto un musicista famoso con il suo gruppo, i Bon Iver e quando Lee (il nome del cantante nella finzione del libro) ha intonato il brano di Elvis Presley “Can’t Help Falling In Love”, invitando gli ospiti di un matrimonio a cantare con lui, sono subito andata ad ascoltare la canzone su Youtube per sentirmi partecipe della cerimonia, in mezzo al coro di voci, dentro quell'atmosfera.
A memoria, posso fare altri esempi eclatanti: ricordo il libro "Alta fedeltà" di Nick Hornby, letto anni fa, in cui la musica è protagonista assoluta e le citazioni spaziano da Bon Marley e Bruce Springsteen, fino ai Rolling Stones, Clash, Nirvana e un mare di altri nomi (roba da drogare le orecchie di suoni e la mente di immagini). E poi il grande Haruki Murakami, che chiama uno dei suoi romanzi di maggiore successo, "Norwegian Wood", con l'omonimo titolo di una canzone dei Beatles per poi riempire le pagine di note (Simon & Garfunkel, Doors e tanta musica classica); e lo fa anche in altri suoi libri (dopo avere letto l'ultimo, "L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio", ho ascoltato la colonna sonora richiamata spesso durante la narrazione: "Années de pèlerinage" di Franz Listz e mi è venuto naturale ripercorrere con la mente le tappe del viaggio offerto dall'autore). Luca Ricci in "Mabel dice sì" cita il compositore Glenn Gould, e c'è un esordiente, Marco Di Nicola, che nel suo libro "Il vero oro nero" infarcisce la storia di bellissimi riferimenti musicali.
Insomma, si direbbe quasi che Nietzsche, nell'affermare che la vita senza la musica sarebbe un errore, abbia ragione da vendere!
Qual è il valore aggiunto che essa garantisce all'ispirazione di uno scrittore?
La musica mette a nudo sentimenti ed emozioni, raggiunge gli antri più nascosti della mente, aiuta a conservare ricordi, fotografa attimi del presente, del passato, costruisce trame per il futuro. È la colonna sonora delle idee che nascono spontanee dentro il suono e diventano armonia sul foglio.
L'ispirazione indotta dalla musica è il più soggettivo degli strumenti che chi scrive utilizza per raccontare qualcosa: Chopin può piacere o annoiare; i Deep Purple possono coinvolgere o stressare; Duke Ellington può ipnotizzare o essere la più sottile tortura per orecchie profane, ma è nel risultato finale che si apprezza l'importanza del suono evocatore: se esso ha dettato pagine memorabili, se ha abbellito un'idea, se l'ha plasmata dandole il carattere della perfezione poi riconosciuta dentro un libro, allora ha ottemperato al suo nobile compito, quello di esprimere l'indefinito dell'anima per dirlo con le parole di Leopardi. E a proposito del poeta di Recanati, questi aveva definito la musica "la più universale delle bellezze" assoggettando a essa la sua produzione poetica e io, sua fan liceale, ricordo la mia emozione quando leggevo "Alla luna" con il sottofondo di "Al chiaro di luna" di Beethoven (che, tra l'altro, sapevo suonare io stessa): "O graziosa luna, io mi rammento che, or volge l'anno,..." e le prime struggenti note del pianoforte in do diesis minore a sottolineare la bellezza di quel componimento.
E chissà che Manzoni non abbia immaginato le sue opere e i suoi personaggi lasciandosi guidare dalle suggestioni indotte dalla musica di Verdi!

Dietro ciò che scrivo c'è sempre una colonna sonora che agisce come collante di idee. Molte di esse sono il punto di arrivo di un'ispirazione che viaggia dentro la musica. C'è una coincidenza tra parole e note, una simbiosi perfetta fra pulsioni interiori e melodia. 
Per esempio, anni fa scrissi un racconto che parlava di una mia amica, morta all'età di ventotto anni in un incidente stradale, uno degli eventi più traumatici della mia giovinezza. Le dedicai un pensiero sulle note di "This is not America" di David Bowie. Ancora adesso, quando ascolto questa canzone penso a lei e a ciò che di bello abbiamo condiviso al liceo. 
A voi non è mai capitato di scrivere sotto l'influsso esercitato da una particolare musica?

Così, questa volta, il mio post ha una sigla finale, un omaggio ai miei ricordi e al "Duca bianco" del rock, scomparso qualche giorno fa.





















44 commenti:

  1. La musica come sai nel mio romanzo è molto importante, non solo in merito alle citazioni che creano atmosfera (e che comunque sono tante, coerentemente con il punto di vista dominante, che è quello di N.) ma in relazione al percorso del protagonista stesso.
    Per quel che riguarda me, la musica è innanzi tutto un modo per entrare in contatto con il personaggio principale: ascoltando canzoni appartenenti al genere che ho scelto per lui, riesco a sintonizzarmi meglio con le sue emozioni.
    Però la musica aiuta anche me a sancire i momenti di pausa. Spesso, diventa una guida per la visualizzazione delle scene, perché mi consente di staccarmi dal mentale e sintonizzarmi sulle mie emozioni più autentiche, quelle poi che sono alla base della creatività. :)

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    1. Sarà, allora, per la presenza dei Nirvana che sono entrata subito in sintonia con N. ;)
      Anch'io mi sono sintonizzata, a suo tempo, sulle emozioni del personaggio del mio romanzo ascoltando alcune canzoni che me lo hanno proprio "disegnato" nella mente.
      Musica e creatività sono assolutamente complementari, verissimo!

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  2. Non riesco proprio a scrivere ascoltando musica, mi distrae. Però condivido il discorso che fai sull'esistenza di una colonna sonora anche non esplicita all'interno di ciò che scrivo. Un bacio Sandra

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    1. No, anche per me la contemporaneità fra ascolto e scrittura è controproducente: io prima lascio che le emozioni mi investano mentre ascolto musica, poi, in assoluto silenzio, metto tutto per iscritto.

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  3. Post intenso e ben scritto: complimenti. Io non ho l'abitudine di ascoltare la musica mentre lavoro o scrivo perché la mia mente tende a farsi trasportare. Uno dei tanti poteri della musica è proprio quello di farti viaggiare con la mente o, almeno, a me accade così. Se la mia mente viaggia per altri mondi non riesco a star sul pezzo che sto scrivendo. Le immagini evocate dalla musica si mischiano con le immagini che voglio evocare scrivendo. Se poi ascolto una canzone che conosco tendo anche a ripercorrerne mentalmente le parole. Ma la musica ricarica, dona energia alla mente. Per questo motivo tendo ad ascoltarla prima di scrivere. E sempre per questo motivo sul mio retroblog ho creato una pagina in cui raccogliere man mano i video di Youtube delle canzoni per me significative...

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    1. Grazie.
      Bravo, si tratta proprio di un viaggio mentale, un bellissimo viaggio mentale!
      Andrò a cercare nel tuo retroblog la pagina dei video, curiosa di scoprire i tuoi gusti musicali. :)

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    2. ...Temo la troverai un po' scarna: ho cominciato a metterla insieme da poche settimane... :-(

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  4. Le colonne sonore nei romanzi sono un problema, specialmente per gli esordienti. Lo sono perché su citazioni e testi si pagano i diritti, aumentando un costo che una casa editrice vuole tenere il più basso possibile. Sui titoli, invece, non credo ci siano problemi. Ad ogni modo, meglio informarsi bene prima. Murakami, ovvio, non ha questi problemi. :)
    La musica è un modo molto potente di esprimere emozioni; ci sono musiche che posso ascoltare mentre scrivo e musiche che mi distraggono, richiamando la mia attenzione. Però senza musica non si può vivere...

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    1. C'è il diritto di citazione! C'è una percentuale del testo sotto la quale si può riportare il testo senza pagare. Una strofa di canzone non costa nulla. Magari un album intero trascritto sì, ma una strofa è per tutti...

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    2. Grazie per la precisazione! Io ho letto solo un po' di cose, in giro. Per lo più in inglese. Il che significa che rispetto alla legislazione italiana forse ci sono delle differenze; sarebbe bello avere qualche informazione certa sul funzionamento della cosa. Tipo: quanto è lunga una strofa citabile "a gratis"? :)

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    3. No, senza musica non si vive.
      E tu, che ascolti di bello?

      Quando ho scritto "31 dicembre" la mia mente era una torta farcita di musica, però per evitare ciò che tu dici a proposito dei diritti d'autore, cioè per non sapere né leggere né scrivere, ho camuffato con un nome d'invenzione quello del gruppo musicale cui mi riferivo, inventando anche il nome del brano in questione. In realtà si trattava di "Nuotando nell'aria" dei Marlene Kuntz (non sai che felicità averli ripescati per il Thriller! :))

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    4. Bene, Antonella, buono a sapersi! Basta sapere entro quali limiti è lecito fare le citazioni. Ho provato a chiedere a un amico di intervenire, vantando una certa competenza in materia. Vedremo...

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    5. Mi pare che ci sia sul sito della SIAE, se ben ricordo per testi poetici/ di canzoni è una percentuale del totale. Controllai secoli fa, ma ricordo che con una strofa si andava sul sicuro.

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    6. ciao Marina e buonasera agli intervenuti. Come la padrona di questo blog sa, nel mio primo romanzo, a forti tinte musicali, non ho certo lesinato in citazioni varie e più raramente strofe o pezzi di canzoni. Ovviamente mi ero informato presso un avvocato, ma già sapevo che la cosa era fattibile. Ho in ogni caso, per completezza e per correttezza (oltre che per ulteriore scrupolo), in fondo al libro elencato tutti i pezzi e gli artisti citati nel romanzo. Diverso credo sia in effetti se a essere riproposti siano interi testi di canzoni. Spero di esservi stato utile, alle prossime.. ciao da Gianni

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    7. Non posso dire di essere monomaniaco. Sul mio lettore c'è musica classica, qualche aria d'opera e operetta, canti gregoriani e musica fiorentina del 200, musica etnica (in particolare africana e mediorientale), salsa, crooner, jazz, molto hard rock, punk e heavy metal. E una manciata di varie ed eventuali :)

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    8. Ciao Gianni, è vero, il tuo libro "Verrà il tempo per noi" è un tripudio di citazioni musicali. Grazie per essere intervenuto a dare conforto ai nostri dubbi. Ti sei pure rivolto a un avvocato, più sicurezza di questa! :)

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    9. Bene, Michele, il mio occhio si è soffermato su hard rock, punk ed heavy metal, eppure, scusami... ma immaginarti mentre ascolti la musica fiorentina del 200... è un divertimento cui non so sottrarmi! :P

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    10. Io ho pogato sotto al palco degli Slayer, per dire, e i gruppi grossi li ho visti tutti, dai Metallica agli AC/DC. E sono stato in monastero, dove i canti gregoriani li cantano ancora oggi, a cantare con i monaci. In latino, naturalmente.
      Una vita varia, la mia ;)
      La musica fiorentina del '200 è bellissima, anche se spesso la spacciano per musica antico-romana o giù di lì. Qui c'è una versione "rimodernata":
      https://www.youtube.com/watch?v=WQILvRxj7rs

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    11. Non conoscevo gli Slayer e li ho cercati sul tuo migliore amico Google: beh... ! Pensarti in monastero mi fa meno impressione!
      Invece la musica del 200 rimodernata non è male!
      Sai, un tempo anch'io ho passato periodi di grande "varietà": ballavo sulla musica dei Rage Against the Machine e poi mi perdevo nella bellezza di Chopin, passando per i Carmina Burana. :)

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    12. scusate se mi inserisco qui, ma attingo a piene mani queste preziose informazioni sulle citazioni musicali :-)

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  5. Ascolto parecchia musica di generi spesso molto diversi tra loro: da brani classici al pop, da temi di colonne sonore al metal.
    Nella lettura mi suscitano curiosità (anch'io se leggo un romanzo in cui si cita una certa canzone ho la curiosità di ascoltarla). La musica, diceva Walter Pater (citato spesso da Borges) è la forma d'arte alla quale tutte le altri dovrebbero aspirare poiché nella musica forma e contenuto si fondono in un'unità inscindibile (ovviamente musica classica, o comunque base musicale di una canzone escludendo però il testo che può assolvere al ruolo di "contenuto").
    Come scribacchino ricordo di averla usata come parte integrante di una narrazione solo in un racconto in cui "On the run" dei Pink Floyd diventa una sorta di allucinazione volontaria del protagonista.

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    1. In molti si sono espressi sull'importanza della musica come forma d'arte ed è vero che si crea, grazie a essa, una sorta di simbiosi tra ciò che elabora la mente e quanto viene percepito dal cuore. È un bellissimo gioco, no? che aiuta e stimola la creatività.
      Anche io, una volta, ascoltando "Hey you", ho scritto un pezzo che tengo ancora conservato. Fortemente evocativi, i Pink Floyd!

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  6. Io sono una grande amante dei cantautori italiani. Così, anche se non è una regola fissa, è assai probabile che il sottofondo musicale (che mi aiuta a isolarmi dal mondo, magari con le cuffie, se non sono sola in casa), sia quello. Tra l'altro amo alla follia la capacità di scrittura di De André e di Guccini e credo che il loro stile narrativo (soprattutto quello di Guccini, che è meno poeta e più prosatore già nei testi delle sue canzoni) è in qualche modo filtrato nel mio. Nel romanzo su cui sto (di nuovo...) lavorando, c'è una canzone di De André che ha un'importanza particolare, al punto che ho voluto iniziare citandone una strofa.
    In altri casi, invece, devo documentarmi sul mondo mentale dei miei personaggi. Holmes mi ha lasciato una cultura sulle sonate per violino del primo '800 tedesco (gran sorpresa per me scoprire in mille accenni nei racconti che Holmes preferisce il primo '800 tedesco. La scoperta ha cambiato completamente la mia visione del personaggio).

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    1. Credo sia più che giusto affrontare ricerche anche in campo musicale, quando un racconto lo richiede. Non è soltanto una questione di ispirazione che aiuta la narrazione, ma di conoscenze che siano utili per ricreare un ambiente o un'atmosfera. Nel caso di Holmes dev'essere stato anche stimolante farsi una cultura sulle sonate per violino dell''800.

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  7. Bello e intenso questo post. Da parte mia, sento in modo molto forte l'associazione tra musica e scrittura. Non riesco a concepire di mettermi a lavorare a qualche romanzo senza una colonna sonora, scelta per lo più in base all'atmosfera più affine a quella della storia. Si può dire anche che molte musiche hanno ispirato dei pezzi di trama, così che ormai l'associazione mentale è indissolubile!
    Mamma mia, che brutta storia invece quella della tua amica, posso solo immaginare cosa hai passato...

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    1. Grazie, M. Teresa. Posso chiederti qual è la colonna sonora che ha ispirato "Bagliori nel buio"? Sono molto curiosa.

      (Ornella, si chiamava così la mia amica!)

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    2. Lo scoprirai venerdì, perché non ho resistito alla tentazione di farne un post!

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  8. Io ormai da molto tempo preferisco scrivere immerso nel silenzio, senza musica di sottofondo, ma infarcisco comunque tutto quello che scrivo di note musicali.
    In Solve et Coagula ci sono (in alcuni casi alla lettera, con brano incorporato nel testo): Marilyn Manson, Brian Eno, Genesis, Haendel, Bach, Brahms, Fauré.

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    1. Marilyn Manson e Bach, Genesis e Brahms, sacro e profano, Solve et Coagula... che meraviglia! :)

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  9. Se è musica strumentale può fare da piacevole sottofondo, ma tendo a non farmi influenzare. Non metto un brano triste se devo scrivere una scena triste, da questo punto di vista sono abbastanza "impermeabile". Però ho scritto un racconto sulla falsa riga del testo di una canzone (Where did you sleep last night) :-D
    PS: sto leggendo 1Q84 e anche lì Murakami dosa (bene) alcuni titoli di brani musicali :-)

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    1. Se sono triste non mi serve ascoltare una musica che accompagni il mio stato d'animo (non essendo masochista, tendo a evitare, in genere, eccessivi spargimenti di lacrime), però mi capita il contrario, cioè se ascolto un brano particolarmente malinconico, allora mi piace scrivere qualcosa che lo sia altrettanto.
      Peccato che i Nirvana abbiano attraversato soltanto un periodo della storia della musica!

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  10. Io praticamente non riesco a scrivere se non ho la musica nelle orecchie; stranamente, inoltre, anche quando navigo ascolto quasi sempre qualcosa, mi aiuta a leggere e a non distrarmi troppo. Credo anche che molte delle atmosfere delle mie storie derivino dalla musica che ascolto, sia quelle più tranquille che quelle più drammatiche. Quindi si, mi ritrovo a scrivere spesso sotto l'influsso della musica :D !

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    1. La cosa curiosa è che io, come ho avuto già modo di precisare, non so ascoltare musica nello stesso momento in cui mi dedico alla scrittura, mentre faccio tutto il resto con la musica alle orecchie: quando guido è un imperativo categorico... e quando stiro, mi aiuta a fare bene le pieghe delle camicie di mio marito! :D

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  11. Certi brani musicali lasciano il segno, a volte senza motivi apparenti.
    Per me fu Space Oddity, in modo quasi casuale, ma non ci ho mai scritto nulla, forse un giorno lo farò.

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    1. Bellissima Space Oddity! Ma il segreto è tutto lì: sentirsi rapiti da un suono, da una melodia e non sapere perché!

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  12. Dopo che ho terminato di scrivere una o più storie, ma molto dopo, mi capita di pensare se e quali canzoni possono essere usate per entrare nel clima.
    Avevo pensato di farci persino un post, ma poi ho lasciato perdere...

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    1. Invece dovresti farlo. Io, per esempio, per alcuni dei tuoi racconti ascolterei i Radiohead, chissà, potere della suggestione... o delle erbacce! :)

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  13. La musica ha il potere di risvegliare ricordi e creatività, io amo moltissimo ciò che la musica può suscitare dentro di me. Tra l'altro proprio questa canzone di David Bowie mi ricorda un periodo della mia vita che rimpiango un po' . Ogni tanto mi piace scrivere sotto l'influsso musicale di un repertorio che amo. Mi piace anche citare le canzoni in un romanzo. Infine mi capita anche che ascoltando una canzone mi venga in mentre lo sviluppo di un pezzo della trama.

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    1. Pensare allo sviluppo di una trama ascoltando musica è quello che capita a me; è come la spinta giusta, come mettere il turbo alle idee.
      Cosa ascolti tu, Giulia?

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    2. Musica italiana un po' di tutto, una volta prediligevo i cantautori, Dalla, De Gregori, Guccini, De André, Battisti, Paoli, Mina e tanti altri.
      Inoltre adoravo i Pink Floyd, Bruce Springsteen
      Adesso ho ampliato con Ligabue, Vasco Rossi, Mannoia, Mango, Tiro mancino, gli Stadio, Rem, Editors, Muse. Qualcuno magari l'ho dimenticato, direi che musicalmente sono onnivora anche se seguo spesso il momento in cui mi trovo.

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    3. Beh sì, diciamo che spazi in più generi. Delle tue preferenze acchiappo al volo Pink Floyd, Rem e Muse.
      Io, invece, non amo i cantautori italiani (ma lo dico sottovoce, se no rischio il linciaggio! ) :)

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