giovedì 25 febbraio 2021

Il caffè di Luz e Marina: di scuola e di insegnanti

 Appuntamento mensile con “Il caffè di Luz e Marina.”


Siamo entrati in periodo di Quaresima e io, di solito, cerco di contenere il mio peccato di gola, che normalmente mi induce in tentazione.

Ma non potevo presentarmi a mani vuote al caffè con Luz: una buona chiacchiera fra amiche si fa tra un sorso e un morso, siamo d’accordo tutti, no? È il rituale per un buon momento di relax e anche questo mese, io e Luana non ci siamo fatte mancare l’ora di ricreazione.

giovedì 18 febbraio 2021

Buona la decima!

Avevo un compagno, al liceo, che, durante il compito d’italiano in classe, non spostava gli occhi dalla parete di fronte, come se quella superficie imbiancata gli dettasse le idee e poi, nell’ultima mezz’ora, chinava la testa sul foglio vergine e cominciava a ruzzolare parole senza tornare mai indietro a correggere un solo pensiero. Consegnava direttamente l’unica versione scritta, priva di scarabocchi, cancellature o asterischi, mentre tutti noi ci affannavamo a ricopiare il testo in bella copia, guardando l’orologio con l’incubo di non riuscire a trascrivere il tema per intero. E, alla fine, lui prendeva sempre voti alti, noi incrociavamo le dita per arrivare almeno al sette.


Non sono invidiosa. Non desidero negli altri le cose che mancano a me, non muoio dentro se qualcuno arriva ai traguardi che io non sono in grado di raggiungere né gioirei del fallimento di chi ha goduto di una soddisfazione a me negata... 

Diciamo che non invidio nessuno, ma con un'eccezione.

giovedì 11 febbraio 2021

365 giorni... da dimenticare

Un po’ perché siamo arrivati al Giovedì grasso, un po’ perché domenica prossima è San Valentino, ho pensato a qualcosa di speciale per voi.

Mettetevi comodi: oggi vi regalo dieci minuti di puro intrattenimento soft core. 

giovedì 4 febbraio 2021

L’italiano è vivo, viva l’e-italiano

Chi doveva dirmelo che, alla mia età, mi sarei ancora imbattuta in novità linguistiche alle quali abituarmi gioco forza, per non sembrare una barbosa conservatrice, poco aperta al cambiamento. 

Basta avere due figli adolescenti e non c’è scampo: si viene risucchiati in una quotidianità fatta di termini brutti a sentirsi, ma efficaci nella resa, che hanno trasformato il linguaggio dei giovani in un codice e quello di noi vecchi in una decontestualizzata e desueta prova dialettica.

Ormai, in casa mia, come mi muovo mi muovo, agisco da “boomer”; non vi dico le filippiche di mio figlio, seguite dall'ovvio sfottò, quando gli mando un messaggio col cellulare, con tutti i segni d’interpunzione al loro posto e in un italiano da Accademia dell’Arcadia: il messaggio si finisce senza punto fermo e non ci sono virgole e le abbreviazioni sono consentite. Il messaggio dev’essere diretto, breve e percepito, non è un tema d’italiano.

Quando scopro che pure un’esperta lessicologa editoriale dà ragione a queste giovani generazioni entro in crisi.