sabato 31 dicembre 2016

FELICE 2017


Buoni propositi, bilanci, promesse mantenute o da portare nel nuovo anno, impegni presi, aspettative che si rinnovano, i miei sogni non hanno cambiato abito, restano gli stessi: desidero solo che una meravigliosa normalità continui a caratterizzare la mia vita.

Alle 00:00 alzerò il calice di spumante e penserò a ognuno di voi.



AUGURI, AMICI


giovedì 22 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 69 - BUON NATALE


Una giovane donna si trova sperduta nel quartiere parigino di Montmartre, intorno a lei vetrine piene di luci sfavillanti. 
La giovane cammina osservando la cura con cui sono stati allestiti gli alberi di Natale nei vicoli, è felice, entra finalmente in una casa. Sale le scale, comincia a intravedere una luce, si trova nel mezzo di un centro commerciale dove uomini vestiti da Babbo Natale distribuiscono regali ai bambini. Gli uomini si avventano su di lei con entusiasmo: la vogliono riempire di doni, forse convincerla a cantare Jingle bells con loro. La donna urla di gioia, gli uomini panciuti le fanno indossare la divisa rossa, le legano attorno alla vita una fascia nera, le buttano allegramente un po' di brillantina dorata nei capelli, aspettano che si schiarisca la voce. La donna sprofonda in un sogno come quando da bambina cantava nelle recite a scuola, comincia a dondolare al suono della musica. Si sente un groppo alla gola. Una mano la scuote, si sveglia. Il dentista è stato così delicato durante l'intervento! Le rivolge un sorriso natalizio: "Tutto fatto signora. Quest'anno potrà abbuffarsi di panettoni. Mezza corona, prego! E buone feste: ci rivediamo all'anno nuovo. Ma non pensi che io sia sempre così buono."

MUHUHAHAHAHAH!






mercoledì 21 dicembre 2016


21 dicembre 2016

Caro diario, 
sono tornata in quel posto maledetto, lo faccio spesso da quando lo psicologo mi ha detto che per dimenticare devo affrontare le mie paure. Non è stato facile per me riprendermi dallo shock di un incubo che mi ha cambiato la vita. Da allora, non riesco più a entrare in un bar, gli occhi degli uomini presenti mi terrorizzano, entro nel panico quando vedo le corde delle chiatte ormeggiate nel molo della Senna e quanto odio questo fiume putrido, lo odio, lo odio, LO ODIO.

martedì 20 dicembre 2016

Caffè con Barbara


Metto in coda i miei impegni, ma non li dimentico mai. Come le letture: libri su libri impilati in ogni angolo di casa (ormai la libreria trabocca) e io che, pur non tenendo il passo, mi riprometto di leggerli tutti e lo faccio, nel tempo. 

Così è passato un mese, ma io ho soltanto rimandato, non trascurato, l'appuntamento con la nomination ricevuta da Webnauta per il Liebster Award e oggi ho invitato Barbara a bere un caffè per fare quattro chiacchiere insieme, mentre rispondo alle sue domande. 
Ho ricevuto questa nomina e ho pensato: toh, un Liebster Award, finalmente! 😜

giovedì 15 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 68 - Caro diario...


Ho cominciato a scrivere quando in quinta elementare, per il compleanno, mi regalarono il diario di Holly Hobbies, un quadernetto quadrato con fogli non rigati e chiusura con il catenaccio. Ogni giorno mi sedevo, prendevo il diario dal cassetto della scrivania e raccontavo: ero piccola e la mia era una semplice cronaca della giornata scolastica o erano piccoli sfoghi su persone che mi stavano antipatiche. Poi, quell'abitudine è diventata un appuntamento fisso della mia quotidianità e nel tempo ho cominciato a riempire agende vere, quelle da lavoro, con date e calendario: ogni anno mio padre ne riceveva diverse e lui le passava a me sapendo di farmi felice. Il famoso "diario personale" è diventato un raccoglitore di pensieri, racconti di episodi vissuti, riflessioni su situazioni e persone, un rifugio in cui mi isolavo tutte le volte che potevo.
Scrivere una pagina che sapevo non avrebbe letto nessuno mi spingeva a lasciarmi andare senza badare a linguaggio, modi, espressioni: scrivevo quasi in trance, guidata solo dall'irresistibile desiderio di svuotare la mente.

Anche i protagonisti del Thriller tengono un diario personale, non lo sapevate? 

mercoledì 14 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 67: Riepilogo


Questa settimana ci siamo persi a Montmartre in un dedalo di vicoli intricatissimo, dove ogni stradina buia e desolata aveva il nome di un verbo desueto che abbiamo inserito nella storia del Thriller paratattico n. 67.
Che s'ha da fà pé campà - ha pronunciato la giovane donna parigina mentre adonestava, cavagnava, locupletava, avellava, barbugliava e traccheggiava nella speranza di trovare presto una via di uscita dal labirinto... e da questo esercizio.😛

Chi si è prestato al gioco ha scritto delle versioni divertenti e l'ultima, in versi, ha offerto a quei vocaboli la dimora a essi più congeniale. Chi meglio di Michele Scarparo poteva riuscire in questa impresa.

Non avevo idea dei significati dei verbi che ho scelto, sono andata per suoni evocativi, quello che mi è piaciuto di più è stato "cavagnare"; "avellere", alla fine, non è che il tempo infinito del più comune participio passato "avulso" e "traccheggiare", nel mio dialetto siciliano, è in uso con il termine "tracchiggiu" che ha lo stesso significato.

I verbi sono questi:

ADONESTARE: fare apparire onesto, giustificare
CAVAGNARE: scavare buche nel terreno per piantare alberi
LOCUPLETARE: arricchire, rendere ricco.
AVELLERE: togliere via, strappare.
BARBUGLIARE:parlare in modo interrotto e confuso, senza riuscire a pronunciare distintamente le parole.
TRACCHEGGIARE: temporeggiare, mandare per le lunghe una trattativa o altro, in modo da non prendere o ritardare una decisione, o comunque per guadagnare tempo.

E queste le versioni di questa settimana:

martedì 13 dicembre 2016

Il momento è ancora delicato?


"Una delle prime cose che ho imparato facendo il mestiere dello scrittore è che i racconti non vendono, anzi i racconti non fanno una lira, visto che era il lontano 1995."

Sono le prime righe dell'introduzione della raccolta di racconti "Il momento è delicato" di Niccolò Ammaniti, pubblicato nel 2012.

Venti anni fa Gian Arturo Ferrari, allora capo della Mondadori, voleva ripubblicare con la grande casa editrice il primo romanzo di Ammaniti, "Branchie", uscito sotto l'etichetta Ediesse. Poiché la transazione con i detentori dei diritti sul libro non andò a buon fine, chiese all'autore se avesse pronto un altro romanzo e lui rispose che no, in quel momento non ne aveva, ma aveva disponibili dei racconti. La controproposta fu rifiutata, anche se poi, con l'aggiunta di uno racconto lungo, la raccolta di Ammaniti fu pubblicata con il titolo di "Fango".
Nonostante le soddisfazioni, questo dei suoi è il libro che ha venduto di meno.
Perché i racconti non sono appetibili. I racconti non portano guadagno alle case editrici, i racconti non piacciono quanto i romanzi.
Ma è ancora così?

giovedì 8 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 67 - Perdersi a Montmartre


Oggi, la nuova proposta del Thriller paratattico è una prova di intrattenimento narrativo. Voglio dire che ci eserciteremo come al solito nella scrittura, ma lo faremo divertendoci con le parole, con alcune parole.
Ho pensato a un esercizio per il quale sarà necessario mettere in moto gli ingranaggi della fantasia, ma con una mano sul vocabolario.

La giovane donna parigina si è smarrita. Ha abbandonato la strada principale e si è addentrata nei vicoli bui di Montmartre. 
È quello che faremo anche noi: ci perderemo.

mercoledì 7 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 66: Riepilogo


"Prometto di non andare più a Montmartre" è una raccolta di racconti, un saggio, un compendio di esercizi di stile, un libro di scrittura creativa interattivo. Nella nostra fantasia è stato tutto ciò e le quarte di copertina, oggetto della prova della settimana scorsa, hanno tentato di sottolineare il valore dell'opera in ognuna di queste vesti.

Mi sono immaginata in libreria a sfogliare il manuale. 
Cosa mi aspetterei di trovare scritto dietro un titolo del genere?

martedì 6 dicembre 2016

Imparare dai racconti

di due grandi scrittori: James Salter e Edna O'Brian


Da un po' di tempo, ormai, le mie letture si sono fermate alla formula "short story", racconti di autori che hanno scritto pregevoli "opere brevi" e che ho apprezzato in modi e per motivi diversi.

Di recente ho letto "L'ultima notte" di James Salter, e sto ancora smaltendo i racconti di Edna O'Brian, contenuti nella raccolta "Oggetto d'Amore", citata nel post di martedì scorso, nell'ambito di una riflessione che, tuttavia, non le ha reso giustizia.

La scoperta più interessante di questa mia esperienza di lettura è stata riconoscere come stili così diversi e opposti schemi narrativi mi abbiano coinvolto in egual misura, soddisfacendo le mie esigenze di lettrice ma, soprattutto, il mio instancabile desiderio di attingere le tecniche di scrittura più valide direttamente da autori maestri di narrazione.

domenica 4 dicembre 2016

Domenica si racconta - La recita di Natale


Con questo racconto partecipo all'iniziativa lanciata da Barbara Businaro per festeggiare il primo anno di vita del suo blog Webnauta: "Un compleanno, un contest... un premio."
E poiché una borsa di libri fa sempre gola, mi sono segnata le coordinate di viaggio e ho provato a seguire la rotta.
Nonostante non abbia utilizzato le parole nel loro ordine, sono comunque giunta in porto con i miei 7995 caratteri, un risultato apprezzabile dopo essere intervenuta a suon di lima e forbici su un racconto che andava ben oltre il limite degli 8000 previsti dal regolamento. 

Le parole NAVIGATORE - CHEESECAKE - MANOSCRITTO - FRESIA sono entrate dentro una scuola durante i preparativi per... 

giovedì 1 dicembre 2016

Thriller paratattico n. 66 - Ripartiamo in quarta


Sta per uscire in tutte le librerie il thriller "Prometto di non andare più a Montmartre" di AA.VV e già il libro presenta le caratteristiche per salire in vetta alle classifiche. 
Le testate giornalistiche lo definiscono il più grande caso editoriale degli ultimi anni, fioccano offerte da ogni parte del globo e le case editrici estere si sono coordinate per un lancio in contemporanea mondiale.
Con il Thriller paratattico gli autori hanno fatto centro e il libro è salutato come il nuovo fenomeno dell'anno.
Ma che storia racconta?
Se il libro venderà tanto è perché, accanto al martellante passaparola, una squadra di esperti sarà stata in grado di scrivere una quarta di copertina coi fiocchi.
E la squadra di esperti siamo noi!
Di quarte di copertina siamo diventati ormai pratici, grazie alla rubrica curata nel blog "Scrivere per caso", adesso che il lancio del libro si fa prossimo dobbiamo pensare di scriverne una per il thriller.

mercoledì 30 novembre 2016

Thriller paratattico n. 65: Riepilogo e Verdetto



Ovunque la collochiamo, la nostra giovane donna se la cava sempre bene, persino nei luoghi estremi scelti da alcuni anonimi partecipanti: nello spazio e agli inferi. Sono questi, infatti, i brani che mi sono piaciuti di più, dopo avere chiesto, nella presentazione del Thriller della scorsa settimana, di dare una nuova ambientazione alla storia.

martedì 29 novembre 2016

La carezza in un pugno

Pudicizia - scultura di Antonio Corradini

L'esigenza di catturare subito il lettore con un inizio forte non sempre fa di un incipit un capolavoro di scrittura. Anche quella di esporre la propria visione delle cose senza filtri o sfumature ha qualcosa di estremo che fa a pugni con la mia idea di bellezza narrativa. 

Qualcuno si convince, guidato dall'istinto o da un'idea presa in prestito, che la riuscita di un testo passi necessariamente attraverso la rappresentazione concreta di una realtà vista a occhio nudo, invece io trovo più accattivante una lente d'ingrandimento che allarghi particolari, un angolo da svoltare, una porta socchiusa che lasci intuire cosa accade al di là. 
Per "vedere" io voglio immaginare, costruire un percorso tutto mio, non fotografare e avere tutto già confezionato. La storia può raccontare in modo esplicito, ma deve orientarmi in mezzo alle parole, deve solleticare la mia curiosità, accarezzare il mio istinto; se mi disturba so già che la metà delle potenzialità di quel libro è sfumata insieme al mio interesse per il suo contenuto.

domenica 27 novembre 2016

Domenica: INSIEME RACCONTIAMO 15


Settimane impegnative le ultime, sempre di corsa, con più cose da fare, meno tempo a disposizione e un'influenza (già passata, per fortuna) che mi ha costretto a muovere le chiappe pure con la febbre alta.

Meno male che c'è il blog Myrtilla's house ad allietare, come ogni mese, le mie domeniche! 

La sua rubrica "INSIEME RACCONTIAMOscade il 30 novembre e io, come al solito, ho approfittato per dare il mio piccolo contributo narrativo.

L'iniziativa ha sempre le solite regole: aggiungere all'incipit un finale di 200/300 battute oppure di 200/300 parole. 

Di seguito l'INCIPIT di Patricia (scritto in corsivo) e il mio FINALE.

giovedì 24 novembre 2016

Thriller paratattico n. 65 - Nuova ambientazione


Sappiamo bene, noi che siamo narratori, che uno degli elementi di cui si compone una storia è la sua ambientazionedove quando i personaggi vivono e interagiscono.

Il luogo in cui si svolge l'azione è importante, sembra quasi un accessorio, invece è ciò che maggiormente contribuisce a dare credibilità a quello che stiamo raccontando, che condiziona l'agire dei nostri personaggi, perché chi legge un libro nello scomparto di un treno avrà un comportamento, chi lo fa seduto sul divano di una casa solitaria, un altro e non possiamo fare togliere le scarpe al primo (cioè potremmo, ma dovremmo contestualizzare il suo gesto) né ipnotizzare il secondo con i rumori che lo circondano. Questo per dire. 
Il tempo non è meno importante: gli abiti, il linguaggio, la descrizione di un ambiente interno devono rispettare l'epoca in cui è collocata la storia. Non sono dettagli, sono le regole richieste dalla narrazione, che possiamo reinventarci ma solo a rischio di risultare scrittori poco credibili.

Nel Thriller l'ambientazione favorisce la nostra immedesimazione: la scura coltre di buio, i vicoli sperduti di Montmartre, le scale da cui si intravede una luce, l'atmosfera è coerente con quanto accadrà dentro il bar malfrequentato dai pervertiti ubriachi e la mezza corona finale è una moneta che ci fa pensare a qualcosa di altri tempi (la vecchia Inghilterra, forse?) oppure a una nazionalità specifica: il dentista sarà danese, per esempio? 

Tornando al nostro esercizio, qualcuno, nella scorsa edizione, ha fatto notare che in questo periodo, a Parigi, fa freddo e che forse la povera donna francese meriterebbe di vivere la sua drammatica esperienza in un posto più caldo.
Ho raccolto il suggerimento e questa settimana la mia proposta è la seguente.

mercoledì 23 novembre 2016

Thriller paratattico n. 64: Riepilogo e Verdetto


Nel Thriller paratattico  n. 64 il caporedattore di una famosa rivista romana ci aveva proposto un viaggio di lavoro. 
Nella capitale francese siamo andati in quattro: io, Darius Tred, Glò e Tiziana. 
(Beato fra le donne, Darius!) 

La fiducia di Franco Verres, che aveva commissionato a tutti i thrilleristi paratattici l'arduo compito di intervistare i protagonisti della vicenda di Montmartre, non è stata granché onorata e lo dimostrano due fatti: che in pochi abbiamo accettato di vestire i panni di freelancer e che quei pochi che si sono attivati siano poi rimasti lì, a godersi la bellezza della città per un'altra settimana. Durante il mio soggiorno, ho visitato i luoghi della vicenda, percorrendo in lungo e in largo i vicoli bui della giovane donna; ho persino intravisto una luce provenire dalla scala interna di un palazzo. Superfluo dire che non mi sono avventurata, anche perché sentivo degli schiamazzi provenire da lassù, che mi hanno messo i brividi addosso. E poi mi sono goduta lo spettacolo della Parigi by night sopra un battello che navigava lungo la Senna (ancorché infestata di ratti.)

Pazienza, il numero di questo mese della rivista "La coltre oscura del Mandrione" troverà altri intervistatori più volenterosi, mentre delle nostre versioni rimarrà solo un bel ricordo: io, intanto ho riso di gusto con l'intervista di Glòho apprezzato l'originalità di Darius e la professionalità di Tiziana. 
Bravi tutti.

Va da sé che il buon Verres mi abbia mandato a dire che, sebbene ottime prove, nessuno è stato all'altezza delle sue aspettative. Ci saluta e ci augura buon proseguimento. 

Il premio slitta, dunque, alla prossima prova che, come sempre, si riaffaccerà su questi schermi domani.

Intanto, ecco il riepilogo delle nostre interviste.
Buona lettura.

martedì 22 novembre 2016

La bellezza dimenticata


Le serate davanti alla tv sono ormai una noia e il palinsesto deludente non è quasi mai all'altezza del mio tempo di relax (preziosissimo, visto che è molto sudato durante il giorno). Allora leggo oppure scelgo di scorrere le pagine di Facebook perché so che, fra tante sciocchezze e notizie per me inutili, scovo sempre qualcosa che merita attenzione, che sia il tutorial di una ricetta culinaria o la riflessione su un argomento di mio interesse. 

Qualche giorno fa ho, così, pescato un articolo, pubblicato nel 2014 on line ne "lastampa.it" e ancora condiviso, di Alessandro D'Avenia, che io conosco come autore di diversi romanzi (ho letto "Bianca come il latte, rossa come il sangue"), ma che interviene qui nella sua veste di professore di italiano, greco e latino al liceo. Con le idee molto chiare.

mercoledì 16 novembre 2016

Cartolina da Montmartre


Beh sì, che ve lo dico a fare: Paris est Paris! e io ho approfittato per prolungare il mio soggiorno nella Ville Lumiere.

Chi glielo dice adesso a Franco Verres che i soldi del Fondo per la libera informazione sul territorio sono serviti a finanziare una bella vacanza fuori programma? Vabbè, però io ho la coscienza a posto: torno con la mia intervista. Qualche altro giornalista occasionale si è lanciato nell'avventura, altri possono ancora cimentarsi nell'impresa, visto che da freelancers per un giorno siamo diventati freelancers per una settimana.

Questo, in pratica, vuol dire tre cose:
1)  Oggi niente verdetto e riepilogo. Saranno entrambi spostati a  mercoledì prossimo.

2) Domani nessun aggiornamento del Thriller paratattico, che rimarrà invariato per un'altra settimana.

3) Chi volesse provare a intervistare i protagonisti della storia più trita e ritrita del web può  ancora farlo: ci sono biglietti disponibili per Parigi ed è un vero peccato che vadano sprecati! 

Adieu mes amis!



martedì 15 novembre 2016

Quattro righe di niente

Scrittura inutile - opera di Sergio Bellotto
Ieri parlavo con un'amica al telefono (mi piace aggiornarla sulla mia vita, da quando sono a Roma) e lei, a un certo punto, mi ha detto: "ma fai un sacco di cose. Non ti fermi mai". Le ho candidamente dato ragione, con un calzino in mano e una molletta per attaccarlo allo stendino. 
Mettetemi il cellulare in tasca, le cuffiette alle orecchie e divento un'arma da guerra casalinga: mentre chiacchiero (e sarei capace persino di trovare spunti nuovi di conversazione se mi capitasse di risentire la stessa persona dopo ventiquattr'ore) rifaccio i letti, metto in ordine il tutto indistinto lasciato nella stanza dai miei figli (ci provo a schioccare le dita e a cantare "Basta un poco di zucchero e la pillola va giù...", ma niente, Mary Poppins non viene in mio aiuto e mi lascia gestire il caos senza magia), ricarico la lavatrice, lavo i bagni. L'unica cosa che non posso fare, mentre sono al telefono, è usare l'aspirapolvere, ma che magnifiche stirate mi sparo mentre racconto a un'amica cosa significa "Thriller paratattico" o il mitico incontro romano con alcuni compagni di liceo che non vedevo da... nemmeno lo dico: mioddio, qui si invecchia!

giovedì 10 novembre 2016

Thriller paratattico n. 64 - Freelancer per un giorno

Ieri sono stata contattata da Franco Verres, caporedattore della rivista  "La coltre oscura del Mandrione". Come non la conoscete! Male, malissimo, perché è una delle testate giornalistiche più note qui a Roma (devo ricordarmi di spedire al vincitore una copia dell'ultimo numero.)
Non volevo crederci: è venuto a sapere che da un paio di anni a questa parte un gruppo di blogger diversamente scrittori, coadiuvati da una squadra di collaboratori esterni, si sta occupando, in modo trasversale, di un fatto di cronaca irrisolto, divenuto ormai un caso internazionale: la storia della sventurata donna che, nella capitale francese, è stata vittima di una presunta truffa a opera di un sedicente dentista.
Le numerose ricostruzioni della vicenda non sono mai state del tutto convincenti e il minuzioso lavoro di ricerca e raccolta di notizie inerenti al caso, ancora, non ha prodotto i risultati sperati. La storia resta avvolta nel mistero. 
Così Verres dedicherà l'edizione speciale della rivista, in uscita il prossimo mese, al thriller più famoso del web e ha pensato di realizzare delle interviste paratattiche ai personaggi coinvolti nella vicenda per ridestare l'attenzione dell'opinione pubblica. 
E veniamo alla sua proposta che mi è cosa gradita comunicarvi a stretto giro di posta:

mercoledì 9 novembre 2016

Thriller paratattico n. 63: Riepilogo e Verdetto


E così la nostra mademoiselle è uscita finalmente dallo studio dentistico. Le abbiamo fatto varcare la porta del suo "aguzzino" e l'abbiamo consegnata a sorti analoghe o peggiori.
L'esercizio previsto nel Thriller n. 63 spostava, infatti, la storia un po' oltre la chiusura immaginata nel brano originario e aveva una nuova battuta conclusiva: a "Tutto fatto signora. Mezza corona, prego" abbiamo aggiunto: "Adesso grattami la schiena. Grazie".
Com'è finita?

martedì 8 novembre 2016

Parole come note

Flaubert e la "mot juste"


Se c'è una cosa su cui mi fisso quando scrivo è la ricerca delle parole giuste, quelle appropriate, soprattutto quelle che regalano musicalità alla narrazione. 

giovedì 3 novembre 2016

Thriller paratattico n. 63 - Un passo oltre la mezza corona


Questo Thriller è un déjà vu. Ogni settimana la nostra giovane donna si perde a Montmartre, dove ad aspettarla ci sono maniaci e topi e la conclusione della storia è un sollievo per lei, mentre per noi è solo il momento in cui riavvolgiamo il nastro fino al punto di partenza. 
Non sembra quasi un disco incantato? Arrivati a "Mezza corona, prego", stin! sentiamo la puntina saltare sullo stesso solco. Oppure un meccanismo che si inceppa: catene che si avvolgono su carrucole che stac! a un certo punto non camminano più.
Ma non siamo curiosi di sapere cosa c'è oltre la porta dello studio dentistico? Che farà la donna dopo il terribile incubo vissuto sotto l'effetto dell'anestesia? E poi, siamo sicuri che l'incubo sia veramente finito? 
Ecco cosa faremo questa settimana.

mercoledì 2 novembre 2016

Thriller paratattico n. 62: Riepilogo e Verdetto


E io che pensavo di avere architettato un esercizio impossibile.

Invece faccio i complimenti a tutti. Alla fine abbiamo reso musicale  persino un incubo e dato al brano paratattico una veste lirica niente male.

domenica 30 ottobre 2016

Domenica: INSIEME RACCONTIAMO 14


Un'altra domenica dedicata alla rubrica del mese del blog Myrtilla's house"Insieme raccontiamo", giunta al quattordicesimo appuntamento.

Le regole sono sempre le stesse: scrivere un finale di 200/300 battute o 200/300 parole su un incipit fornito da Patricia Moll.

Non so se l'ispirazione per questo miniracconto mi sia venuta come contraltare alla festa di Halloween, che trovo lontana anni luce dalla mia cultura e dalle mie tradizioni, in ogni caso approfitto dell'occasione e rivolgo a tutti un augurio per la festa di Ognissanti prossima.

giovedì 27 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 62 - Gioco enigmistico


Ogni tanto la giovane donna di Montmartre si appoggia al lungo muro, invece di costeggiarlo impaurita, e si ferma. Stanca della sua attività onirica e del mal di denti che, nonostante i ripetuti interventi del dentista, non passa (non sarà il caso di cambiare medico?), questa volta ha deciso di non essere una pedina della nostra fantasia, ma di assistere soltanto alle nostre performance, al limite suggerendoci qualche strategia.
Oggi, infatti, il Thriller entra nuovamente in modalità enigmistica.

mercoledì 26 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 61: Riepilogo e Verdetto


Ieri sera mio marito guardava la tv spaparanzato sul divano, mentre io rileggevo i pezzi del thriller n. 61 seduta al tavolo di fronte a lui. Ogni tanto sollevava l'occhio nella mia direzione distratto dalle mie sghignazzate e alla fine la curiosità ha avuto la meglio sul suo interesse televisivo: ha voluto sapere il motivo delle risate. Da lì m'è venuta l'idea.
Ho chiamato i miei figli, li ho fatti sedere accanto al padre e ho detto a tutti e tre: "vi leggerò questi brani e dalle vostre reazioni giudicherò qual è quello più divertente". 
In pratica, il vincitore di oggi è stato decretato da una signora giuria.

martedì 25 ottobre 2016

Le due facce del mio pregiudizio


Esiste un pregiudizio che vivo da lettrice e uno, invece, che subisco da scrittrice. 
Il primo è il presupposto per una stimolante sfida, il secondo un nemico che combatto.

giovedì 20 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 61 - Facciamoci una risata


Questo è un thriller.

Ogni singola frase paratattica descrive una scena che noi immaginiamo: il buio cala nelle strade di Montmartre, la giovane donna cammina sola e sperduta per i vicoli del quartiere parigino. 
La sua paura è anche la nostra: che fine farà? che accadrà? 
E cresce la suspense: una casa, delle scale. Cosa troverà lassù, oltre la porta chiusa? Le figure losche del bar creano ansia, le loro reazioni ci terrorizzano, Dio solo sa cosa faranno alla povera, inerme, fanciulla! E come se non bastasse i ratti nel fiume ci inorridiscono, sprofondiamo e soffochiamo insieme alla sventurata per risvegliarci sul lettino di un dentista in lacrime e sotto shock. 
Un incubo.

Ma ce la vogliamo prendere una bella settimana di pausa da tutto questo orrore? 
Via la tensione, via le angosce, niente stress. 
L'ultima prova non è stata una passeggiata di salute, ha richiesto notevoli sforzi e massimo impegno. 
A questo punto, farei sbollire il fastidio e il disagio provocati dall'esercizio precedente e mi farei una bella risata insieme a voi. 
Anzi, sarete voi a fare ridere me.

mercoledì 19 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 60: Riepilogo e Verdetto


Giro tiepido, questo, del Thriller n. 60

Lo so, gli ubriachi, nel bar malfamato di Montmartre, non sono personaggi rassicuranti e cadere nella loro trappola può avere inibito l'immaginazione di tutti.
L'esercizio richiedeva fantasia, ma anche quella giusta dose di immedesimazione per provare a vivere un momento drammatico insieme alla giovane donna parigina che ne era protagonista.
Mi sarebbe piaciuto vedere come ve la sareste cavata alle prese con i verbi "avventarsi", "rapinare", "abusare", quali immagini avreste creato per mostrare una scena tanto spaventosa.
Chi ha scritto ha dato una gran bella lettura dell'esercizio e ha usato molto bene la lente d'ingrandimento. Alle tre persone che si sono avventurate faccio i miei complimenti. La quarta ero io.

martedì 18 ottobre 2016

Anonima scrittori - parte 2: Il momento "no" della mia scrittura


È da un po' di tempo che rifletto sul perché la mia voglia di scrivere abbia subito un'improvvisa battuta d'arresto. Sto indagando sulle cause, ho chiesto a qualcuno di aiutarmi a vedere quello che probabilmente, pur essendo sotto i miei occhi, non riesco a mettere a fuoco. Parlo di difetti, di limiti, perché la superficie della mia scrittura mi premia quasi sempre, la superficie, eh, quella che balza subito agli occhi: è corretta, è scorrevole e non sto usando questi aggettivi per vantare una capacità. Al contrario, li sto ponendo da una parte del campo per sottolineare gli antagonisti, dall'altra parte, che sono più forti: insoddisfacente, manchevole, incompleta. Ecco gli aggettivi giusti che connotano la mia scrittura.

Una botta di autostima, insomma.

giovedì 13 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 60 - La lente d'ingrandimento


Dall'architettura all'arte. La scorsa settimana abbiamo progettato scale, oggi ci travestiamo da pittori bohémien, come quelli che un secolo e mezzo fa, con i loro cavalletti piazzati lungo i marciapiedi di Montmartre, ritraevano gli scorci più suggestivi del famoso quartiere parigino a testimonianza di una passione che si faceva stile di vita.
Pennelli per dipingere un particolare, un dettaglio studiato e interpretato secondo il proprio, personale, modo di sentire.
E noi, come moderni impressionisti scrittori, cui non servono pennelli intinti nei colori a olio, ma penne immerse nell'inchiostro, analogamente usiamo le parole per intrecciare trame e raccontare emozioni.

Quando un pittore si siede davanti alla sua tela fotografa una porzione di ciò che vede e usa l'occhio come una lente d'ingrandimento.
È quello che faremo anche noi.

mercoledì 12 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 59: Riepilogo e Verdetto


Siamo arrivati al verdetto finale, spostato il mercoledì, relativo alla prova richiesta la scorsa settimana nella puntata n. 59 del Thriller paratattico.

Devo ringraziarvi per la partecipazione e per avermi fatto muovere un bel po': salire e scendere dalle scale mi ha tenuto in allenamento. Su qualcuna, tuttavia, ho inciampato: i gradini non erano architettonicamente perfetti. 
L'esercizio apparentemente facile, nella resa presentava delle difficoltà: bisognava rimanere in tema, utilizzare parole che nell'insieme avessero una bella sonorità, ma soprattutto era determinante garantire l'effetto visivo "a scala".

Questa volta, pur essendo le versioni identificate secondo l'ordine di apparizione nei commenti, ho voluto disporle nella pagina in modo da separare quelle che ho scartato da quelle su cui ho formulato il mio giudizio.

martedì 11 ottobre 2016

La protesta silenziosa


La domanda più ricorrente, ormai, negli ambienti letterari, come in quelli scolastici, è perché si legga di meno. 

Se lo chiedono gli insegnanti che si accorgono di una disaffezione crescente dei giovani alunni verso la lettura e provano a motivarli suggerendo titoli che scoraggiano già in partenza. Spronarli a dodici anni con "Niente di nuovo sul fronte occidentale" di E.M Remarque o sensibilizzarli con "Sotto il burka" di D. Hellis non credo sia il massimo delle strategie vincenti.
L'amore per la lettura va educato e sono convinta, come in tutti gli esempi della vita, che prima di correre si debba imparare a camminare.

domenica 9 ottobre 2016

Scrivere un best seller in 57 giorni?

Non l'ho letto, però chi lo ha fatto sostiene che Come scrivere un best seller in 57 giorni di Luca Ricci sia un libro arguto, scritto con la giusta dose di ironia, in grado di raccontare bene come fama e soldi spesso siano l'unico "movente" di chi scrive a scapito di una buona letteratura che impone regole diverse: non soluzioni facili per raggiungere un rapido successo commerciale, ma passione, trasporto emotivo, gli unici motori che dovrebbero animare la scrittura.



Il blog da dove sto scrivendo ne ha parlato ieri dopo avere proposto, nel corso delle settimane scorse, alcuni stralci di questo che non è un saggio sulla scrittura con le solite regole, bensì un romanzo con una storia che a me incuriosisce molto e che sicuramente leggerò (apprezzando l'autore anche per altre sue pregevoli produzioni letterarie).

E adesso il motivo di questa incursione domenicale:

giovedì 6 ottobre 2016

Thriller paratattico n. 59 - La scala


Questa settimana il thriller si è munito di un copione e ha fatto "recitare" gli attori in campo attraverso il dialogo. Abbiamo partecipato in otto e le preferenze per la struttura della conversazione immaginata si sono suddivise in parti uguali: quattro brani si sono espressi con lo schema tipico di una sceneggiatura, solo battute e nessun altro intervento esplicativo e quattro, invece, hanno prediletto il dialogo inserito in un contesto narrativo più ampio, arricchito di informazioni e commenti.
Intanto complimenti a chi si è messo in gioco anche questa volta con un esercizio non semplice.