giovedì 20 giugno 2019

L'eco #4 - Archivio di ricordi


Ho abitato a Morena, i primi tre anni della mia nuova vita a Roma. Vivevo in una casa con veranda e giardino, al piano terra di un’elegante palazzina. La zona era tranquilla, lo spazio esterno vitale, i vicini di casa belle persone, con l’unica eccezione della zitella del piano di sopra ossessionata dal pianoforte suonato da mio figlio: giovane, eh, perché quando uno dice “zitella” l’idea immediata è quella di una vecchia pettegola, invece questa aveva persino meno anni di me, eppure rompeva i maroni come una che ha superato l’esame in materia con il massimo dei voti. E comunque, dicevo... abitavo lì fino a tre anni fa. 

domenica 9 giugno 2019

Quando “mai dire mai” trova la sua dimora

Da un po’ di tempo a questa parte, sto leggendo di tutto e quando dico “di tutto” sto dicendo tutto.

La follia è partita lo scorso agosto con la saga di Harry Potter che ha monopolizzato la mia estate, dal primo libro letto con scetticismo in una settimana, al settimo ultimato la prima di settembre, con la spinta di un motore a propulsione spaziale (non è un caso che stia usando questa espressione, oggi.) 
Da allora ho aggiunto alla mia wish list titoli che ho smaltito subito, dandogli addirittura la precedenza su libri in coda da anni: mi sono buttata nel mondo del fantasy, del distopico, del romanzo storico e, accidenti, sono sopravvissuta! Non avrei scommesso un centesimo sulla mia “idoneità” alla lettura di questi generi letterari. 
Poi, ho superato il re dei pregiudizi (o, se vogliamo, dei gusti soggettivi) e ho approfittato di una proposta di lettura condivisa, partita da uno scambio di commenti in questo post del blog Webnauta: ho letto “Guida galattica per autostoppisti" di Douglas Adams e mi sono divertita.

Così, il motivo della mia incursione domenicale è proprio quello di suggerirvi un libro gradevole (se  non lo conoscete ancora), di fantascienza, sì, ma una fantascienza umoristica, non “strong”, nel qual caso, forse, il mio slancio sarebbe stato meno coraggioso.

Io, Barbara e Darius Tred lo abbiamo letto insieme e dalla condivisione sono venute fuori opinioni, che Barbara ha raccolto e raccontato in questo suo post.
Se avete giusto due minuti...




giovedì 6 giugno 2019

Scrittura cinebrivido


Nei primi anni di università cominciai a leggere un libro che abbandonai al capitolo due. Ricordo che l’illeggibilità dell’incipit mi fece sbroccare subito e ci rinunciai con il rimpianto di non aver saputo riconoscere un capolavoro. 
Parlo di “Arancia meccanica”, il romanzo di Anthony Burgess, che ho riapprocciato di recente, attribuendogli una malia sotterranea capace, alla fine, di condurmi all’ultima pagina con grande trasporto.