giovedì 28 gennaio 2016

L'ispirazione è


L'ispirazione  è l'urgenza di espellere un pensiero.

L'ispirazione è svegliarsi alle cinque del mattino con un'idea che ti martella il cervello e non ti dà tregua finché non ti alzi a scriverla.

L'ispirazione è sognare di avere sotto le coperte un registratore che possa memorizzare l'immediatezza di un pensiero notturno.

L'ispirazione è abbandonare i pacchi della spesa all'ingresso perché devi correre a fissare un appunto importante per la storia che stai progettando.

L'ispirazione è fermarsi ai bordi della strada, mentre stai guidando, per frugare dappertutto alla ricerca di qualunque cosa ti consenta di scrivere.

L'ispirazione è fare la fila alla cassa del supermercato e usare lo scontrino fiscale per non dimenticare il pensiero in transito.

L'ispirazione è aspettare con insofferenza che finisca la riunione alla quale stai partecipando perché sta rubando spazio all'unica cosa che vorresti veramente fare.

L'ispirazione è appoggiare sull'asse da stiro il ferro caldo giusto il tempo di scrivere il pensiero che altrimenti si spiana insieme alle lenzuola e rimane intrappolato dentro le camicie piegate.

L'ispirazione è trovare un oggetto per casa e scoprire che è il tassello mancante per fare quadrare una scena finita in un vicolo cieco.

L'ispirazione è ascoltare musica e vedere i tratti del tuo personaggio delinearsi dentro una nota.

L'ispirazione è vedere in un gesto quotidiano lo sviluppo di una storia.

L'ispirazione è "aspetta aspetta, devo scrivere una cosa prima che me ne dimentichi, poi continuiamo il discorso"

L'ispirazione è "mamma, ti richiamo io fra cinque minuti"

L'ispirazione è "una penna, mi serve subito una penna. Chi ha una penna?"

L'ispirazione è "ma questo è proprio il tipo con le caratteristiche fisiche che sto cercando per il mio protagonista"

L'ispirazione è guardare dalla finestra e vedere le ombre degli alberi  farsi palcoscenico.

L'ispirazione è rinunciare a qualche ora di svago per scrivere.

L'ispirazione è l'unico svago cui vorresti abbandonarti, mollando tutto il resto.

L'ispirazione è il malessere passeggero che non vuoi curare.

L'ispirazione è la più bella malattia di chi è ossessionato dalla scrittura.

L'ispirazione è...

Cos'altro?

Ditemelo voi.

E poiché me lo avete detto, allungo l'elenco con le vostre considerazioni:

L'ispirazione è follia, schizofrenia, essere altro in altri luoghi. Benvenuta, agognata pazzia.

L'ispirazione è vedere la tua storia che vive di vita propria nella tua mente, senza aspettare che tu la scriva. Senza aspettare che tu la pensi.

L'ispirazione è distrazione continua in ufficio, fino a quando prevale, apri una nuova pagina word e scrivi. È arrosti bruciati.

L'ispirazione è... è... Ecco, non mi viene niente!

L'ispirazione è qualcosa di improvviso e folgorante. Non questo mio continuo essere qui e altrove. Sempre. A volte più qui, a volte decisamente più altrove. Una sorta di mezzo rapimento costante, invece che folgorazioni improvvise...

Ispirazione è  E dai molla un attimo quel quaderno e torna tra noi mortali!

Ispirazione è Ma dai, almeno quando sei a tavola lo posi quello smartphone? (Si.. si... un secondo soltanto che finisco di scrivere una cosa che poi la dimentico!)

Ispirazione è trovare nuovi modi di chiamare le cose, di descrivere il mondo; è vedere qualunque cosa per la prima volta.

Ispirazione è energia dinamica.

Ispirazione è un sorriso luminoso sulla faccia che dura giorni e giorni come quando sei innamorata e nessuno capisce perché stai sorridendo.

Ispirazione è l'abbraccio dell'immaginazione.

Ispirazione è non riesco a smettere, non posso più fermarmi... (non fermatemi, per favore.)

Ispirazione è intercettare con le antenne qualcosa che passa nell'aria.

L'ispirazione è scrivere quasi un intero capitolo su dieci post it mentre stai partecipando a una riunione in cui qualcuno espone cose che tu sai già a memoria...

L'ispirazione è l'ascolto silenzioso della propria coscienza divina.

L'ispirazione è l'espressione di una creatività pura, senza l'intervento ingannevole del mentale.

L'ispirazione è qualcosa che va oltre la scrittura e può contaminare ogni attività quotidiana. 

Vivere seguendo l'ispirazione significa vivere secondo natura. Tutto il resto è un costrutto sociale.


L'ispirazione è qualche cosa che puoi curare con uno smartphone e una app per prendere appunti (anche vocali).


L'ispirazione è tirare fuori il cellulare con uno scatto nervoso, iniziare a digitare, e rispondere con un imbarazzato diniego quando la persona che ti sta accanto ti chiede se può dare un'occhiata al "messaggio" che stai "whatsappando"...


L'ispirazione è qualcuno che ti sussurra all'orecchio. Chiunque sia.

L'ispirazione è vedere qualcosa che pensavamo di conoscere a memoria e trasformarlo in qualcosa di straordinario.

















martedì 26 gennaio 2016

Da Alfa a Omega: genesi e riscrittura di un racconto


"Parteciperai a questo concorso" - mi aveva scritto in una mail. io ho accettato la sfida.

Chi mi ha scritto?
Un amico, una persona che crede nelle cose che dice e ama le cose che fa; un consulente? come posso chiamarlo... beh, in questa occasione, semplicemente maestro, perché è stato guida e supervisore di uno stimolante esercizio di riscrittura.

L'idea: inviare un racconto per il concorso organizzato da Vib - Spazio Vibrissae (tra i promotori anche il consulente editoriale Giulio Mozzi) seguendo un lavoro scientifico fatto di versioni e successive revisioni rimbalzanti dalla mia mail a quella del maestro, fino alla realizzazione di un testo valido da inviare per la competizione.

giovedì 21 gennaio 2016

Il sapore del romanzo (Stagioni, Narrativa e Arte)

Cosa vi colpisce, di solito, quando leggete un romanzo, a parte la storia, ovviamente?
Di solito i personaggi sono determinanti per ottenere l'immedesimazione richiesta dalla lettura; l’ambientazione è fondamentale: l'azione ha bisogno di uno spazio e di un tempo, che devono essere individuati nel modo migliore. Cos’altro? Indovinare il linguaggio e formulare dialoghi credibili. 

Scrivo e so che queste sono le basi su cui impiantare la struttura di un buon libro; ma leggo, anche, e so che, al di là di personaggi, ambientazione, linguaggio e dialoghi, c'è qualcosa che mi risucchia dentro una storia raccontata ed è il suo sapore.

Sapore? Che parola poco consona all'argomento!

La cosa imbarazzante è che non so come farvi capire cosa voglia dire esattamente con "sapore del romanzo", ma proverò a spiegarmi.

martedì 19 gennaio 2016

L'esordiente e la sindrome de "La volpe e l'uva"


L'esordiente si sente sempre un po' vittima di qualcosa, mi sbaglio?
Non è compreso, non è considerato, gli editori lo scansano come la peste, i lettori lo guardano con sospetto, il pubblico lo snobba perché non ha un Nome.
Io sono un'esordiente: ho esordito con la pubblicazione di un romanzo che è parcheggiato nello scaffale virtuale della libreria di Amazon ormai da qualche anno e ho capito che sognare di scrivere il libro del secolo è solo un modo per credere ancora in una capacità che penso di avere; una bella favola che mi racconto ogni volta con uno slancio nuovo, per non lasciarmi scoraggiare dalla realtà, quella personale e quella oggettiva che non offre ampi panorami. Lo sappiamo bene che, quando pensiamo che scrivere sia il nostro desiderio più grande, non è sufficiente sognare: occorre lavorare, sudare, impegnarsi con costanza, determinazione, cose che ci diciamo spesso e che ricordiamo nelle nostre intenzioni ogni inizio di anno nuovo. 
E poi? 

giovedì 14 gennaio 2016

Pour parler (futilità musicali di un giovedì qualunque)


Questo è il lato B del post di martedì scorso.

Non un approfondimento, dunque, serio e formale come il precedente, ma un dietro le quinte del mio rapporto con la musica, meno impegnativo e a servizio del puro svago. 
La premessa è sempre la stessa: la musica distrae, agevola il flusso di pensieri, ricorda momenti della vita, attuali o del passato, fa venire in mente persone, conoscenze occasionali e amicizie importanti. 
La musica ha un forte potere evocativo. Come le parole, se usate bene.

martedì 12 gennaio 2016

Pagine e Note musicali


Musica e letteratura si sono sempre intrecciate nel corso della storia; conosco cantanti e band che si sono ispirati a opere letterarie importanti (naturalmente attingo dai miei gusti musicali): i Led Zeppelin hanno composto "Moby Dick", brano strumentale riferito all'omonimo libro di Melville;  i Nirvana hanno tratto spunto dal romanzo di Suskind "Il profumo" per scrivere "Scentless Apprentice", "Killing an arab" dei Cure è un omaggio a "Lo straniero" di Camus, David Bowie si è ispirato al romanzo "1984" di Orwell per comporre l'album "Diamond dogs" e i Muse hanno fatto lo stesso nel loro "The Resistance"
In questo post, tuttavia, la mia considerazione inverte le parti: non letteratura che si fa musica, ma musica che genera letteratura.

martedì 5 gennaio 2016

Per fare l'albero ci vuole il seme


Ogni 31 dicembre è sempre la stessa storia: cosa lascio nell'anno che si chiude? Cosa mi aspetto da quello nuovo? E lo so che non è di grande auspicio affermare che io non mi aspetto mai nulla e che addirittura mi accosto alle novità sempre con occhio guardingo, ma  è così. Non sono pessimista, giuro! Sono soltanto una persona che ama sognare guardandosi i piedi, perché ho imparato a dosare aspettative e possibilità e a non chiedere troppo. 
È vero, a voi ho augurato denaro, successo e felicità, perché sono altruista e agli amici non faccio mancare niente, eh! invece io mi accontento di non perdere quello che la vita già mi ha dato. Se proprio devo coltivare un desiderio, vorrei riuscire a gestire meglio il tempo che ho a disposizione: non ho traguardi indispensabili da raggiungere, forse solo tappe che, tuttavia, non voglio prendere come sfide. Le sfide sono lunghi viaggi, sono impegnative, richiedono valigie piene di risorse, necessitano di tanta pazienza e una buona dose di caparbietà: la pazienza non mi manca e la caparbietà, qualche volta, si nasconde dietro mille scuse, quando non le do la priorità che meriterebbe. 
Io, ogni anno, pianto semi. Ecco cosa faccio.