giovedì 21 gennaio 2016

Il sapore del romanzo (Stagioni, Narrativa e Arte)

Cosa vi colpisce, di solito, quando leggete un romanzo, a parte la storia, ovviamente?
Di solito i personaggi sono determinanti per ottenere l'immedesimazione richiesta dalla lettura; l’ambientazione è fondamentale: l'azione ha bisogno di uno spazio e di un tempo, che devono essere individuati nel modo migliore. Cos’altro? Indovinare il linguaggio e formulare dialoghi credibili. 

Scrivo e so che queste sono le basi su cui impiantare la struttura di un buon libro; ma leggo, anche, e so che, al di là di personaggi, ambientazione, linguaggio e dialoghi, c'è qualcosa che mi risucchia dentro una storia raccontata ed è il suo sapore.

Sapore? Che parola poco consona all'argomento!

La cosa imbarazzante è che non so come farvi capire cosa voglia dire esattamente con "sapore del romanzo", ma proverò a spiegarmi.

Avete in bocca un cioccolatino che vi gustate finché non si scioglie. Si esaurisce la causa di quel piccolo piacere, rimane il suo effetto: sul palato, sulla lingua, quella patina di sapore al cacao è ancora lì a solleticare le papille gustative, finche, poi, lentamente, va sparendo.
È quello che accade a me dopo la lettura di un bel libro (e l'esempio del cioccolatino risponde solo al mio più amato peccato di gola): capisco che mi ha conquistato quando ho ancora la mente rapita dalle sensazioni che mi ha suscitato e dalle atmosfere che ho respirato (più che dal contenuto in sé); cioè la storia si è sciolta come il cioccolatino in bocca, ma il suo sapore è rimasto attaccato alle pareti della mia corteccia cerebrale come il gusto nel palato.

Così, ho raccolto un invito rivoltomi da due blogger, che ne hanno fatto un bel post nelle rispettive case virtuali, Ivano Landi e Cristina M. Cavaliere (autrice della bella iniziativa) e ho pensato anch'io a un'associazione fra stagioni, arte e narrativa. Loro, a dire il vero, sono stati professionali, completi, dettagliati, la mia è stata più una ricerca di sapori memorizzati, perché è quello che, alla fine, mi rimane veramente di un libro che mi è piaciuto: dimentico la trama, dimentico i nomi di personaggi e città, ma ricorderò sempre l'effetto che hanno avuto su di me.
Ci sono romanzi che nel mio immaginario hanno il sapore di una stagione, seppure non siano ambientati solo in un periodo particolare dell'anno, romanzi che ho letto in passato o di recente di cui non saprei recuperare parti da citare, ma che mi fanno pensare ai colori della primavera, mi trasmettono la malinconia dell'autunno, mi fanno sentire sulla pelle il caldo dell'estate o il freddo dell'inverno.
E dunque vi presento il risultato del mio esercizio di memoria con connesse rappresentazioni artistiche.

INVERNO
Luce d’estate ed è subito notte - Jon Kalman Stefansson

In questo caso l’associazione mi è venuta spontanea, essendo la storia scritta da un autore islandese e ambientata in un paesino di quattrocento anime della campagna nordeuropea.
L’inverno è la stagione del silenzio: la natura si addormenta, i colori neutri, il bianco della neve, il nero delle fredde notti, riempiono il campo visivo; il chiaro di luna è a volte trasparente. La lontananza dal rumore del mondo apre la finestra sulla vita dei protagonisti, inchiodati nel campo magnetico delle abitudini, che vivono immersi in questa realtà così distante e diversa dalla nostra e lo fanno in un modo talmente intenso da portare il lettore ad ascoltare il suono dell'oscurità invernale che si addensa contro i vetri (le frasi in corsivo sono alcune di quelle che ho ricopiato nel mio taccuino durante l'affascinante lettura).

A questo libro ho abbinato:

C. Monet
La Charrette, route sous la neige a Honfleur







PRIMAVERA
Il veleno dell'oleandro - Simonetta Agnello Hornby

Ci sono paesaggi della mia terra, la bella Sicilia, che meriterebbero pagine intere di descrizioni; il romanzo di questa autrice, nata a Palermo, ma britannica di adozione, mi ha portato nel paese immaginario di Pedrara, nella zona montuosa degli Iblei, dove, fra intrighi e suspense, si svolge la complessa vicenda legata alla famiglia Carpinteri. Al di là della trama coinvolgente, io ne ricordo i colori della primavera: la costa ricca di agrumeti, il pergolato di glicine, la vista della valle bianca e rosa con il suo tappeto di mandorli in fiore. Ho registrato il percorso fatto in automobile dalla protagonista che torna nel paese siciliano, dopo avere appreso della malattia della madre, salendo lungo stretti tornanti e strade che attraversano campi di melograni e boschi di lecci. La stagione tiepida assaporata all’ombra delle querce, sotto il getto schiumoso di una sorgente che si riversa su una cavità di calcare.

Per questo libro ho pensato a: 

Camille Pissarro
Coin De Jardin A Eragny














ESTATE
Il grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald

E non vi ricordate, forse, la carica narrativa espressa dal capolavoro di F.S. Fitzgerald, quando racconta la misteriosa e ambigua figura di Jay Gatsby, inquadrandolo dentro il mito del “sogno americano”, nel periodo del proibizionismo? Ho letto il romanzo, credo, una ventina di anni fa e ancora ricordo l’estate torrida descritta dall’autore con quei puntuali riferimenti al caldo infernale, alle finestre spalancate, alle strade roventi. Lo lessi in campagna, in agosto ed è stato un bel gioco di immedesimazione, con tanto di effetti in 4D, regalati dai 40° all’ombra e dai sudori profusi.

L’abbinamento è con questa opera:

Vincent van Gogh
Champ de blé au faucheur













AUTUNNO
La foresta in fiore - Yukio Mishima
A dire il vero, un po’ tutta la letteratura giapponese ha per me il sapore dell’autunno. Ci sono storie che sono come la stagione delle foglie cadenti, dove la lettura ti porta a respirare la malinconia, la solitudine, qualcosa di grigio nella vita dei protagonisti e, dunque, degli autori, che percepisci, senti sulla pelle. 
Ho amato l’introspezione di un autore tanto discusso come Mishima, uscito di scena e dalla vita con un suicidio meditato e fortemente voluto. Qui, ho voluto ricordare una raccolta di racconti scritta in età adolescenziale, che ruota attorno al “desiderio” che si insinua, sottile e struggente, nel cuore dei personaggi, oltreché ai temi a lui più cari.
Sono passati anche in questo caso diversi anni dalla lettura del libro, ma, riprendendolo dalla libreria, ho scelto di trascrivere un piccolo brano tratto dal  primo racconto che dà il titolo all’opera:
Ogni volta che venivo qui in cerca di solitudine, il silenzio a poco a poco mi penetrava nell’anima, liberava la mia mente da ogni pensiero, lasciando spazio solo alla bruciante nostalgia del passato.

Per rappresentare questa sensazione ho scelto 

Shiro Kasamatsu
Kinokunizaka in the Rainy Season












Che dire, ho impiegato un po' di tempo per organizzare le idee e rintracciare le opere, ma mi sono divertita!

31 commenti:

  1. Grazie mille della citazione, Marina. E che ricca introduzione! Rimango con il dubbio del tipo di cioccolatino che hai assaporato con la mente; nel mio caso si è trattato, mentre leggevo il post, di uno al gianduia.
    In particolare, è stata dura leggere il paragrafo sull'inverno, perché qua dalle mie parti in questi giorni fa un freddo cane. Inoltre faccio molta fatica a udire "il suono dell'oscurità invernale che si addensa contro i vetri", ma questo dimostra solo quanto possano essere diverse tra loro le sensibilità di chi scrive.
    Del post mi è piaciuta in particolare la sezione primavera, anche se devo dire che non sono mai stato in Sicilia (mi sono fermato sulla punta estrema della Calabria).

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    1. Guarda, Ivano, il cioccolato per me va bene in qualunque sua forma, gusto, dimensione: gianduia, fondente, con le nocciole... è un amore eterno (anche se preferisco sempre l'extra-fondente). ;)
      Io, invece, amo il freddo invernale: la concentrazione di studio, durante il periodo scolastico e di coccole, al calduccio di coperte dentro il letto, con il freddo e la neve è maggiore!
      La Sicilia ha i colori e i profumi più belli al mondo (sarò un po' di parte?). Organizza un bel viaggio per rendertene conto! :D

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    2. Anche nel mio caso il cioccolato preferito è l'extra-fondente, ma il tuo post chissà perché mi ha richiamato il gianduia ;D
      Beata te poi che riesci a concentrarti con il freddo, a me invece si intorpidiscono tutte le facoltà mentali e devo fare il doppio di fatica per tutto, compreso scrivere i post.

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    3. Okay, allora devi per forza venire sotto il sole della Sicilia! :)

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  2. Molto belli gli abbinamenti, anche per uno a cui non piace il cioccolato (eccomi!) :D
    Se posso espormi, il mio preferito è l'autunno :-)

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    1. Non ci siamo, Cabassi! Il cioccolato è poesia per il palato! :)

      Esponiti pure, lo faccio anch'io: sono d'accordo, le letture dal sapore autunnale restano comunque le mie preferite.

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    2. Eh lo so che è una battaglia persa ma non è colpa mia. Preferisco il caffè (amaro s'intende) :P

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    3. Questione di amarezze! :)

      Non c'entra, ma te lo dico qui: è il turno del tuo Pelicula, sul mio comodino da questa sera! ;)

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  3. Questo è il secondo post di fila che mi suggerisce un "meme", anche se non so quando perché il post di stasera è già abbozzato e parla di libri, per le prossime settimane ho già delle idee (fra cui "vizi e virtù", sempre ispirato da te)...
    ...Va beh, prima o poi lo scrivo! :-p

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  4. Ti ringrazio molto per questo post, perché non ho letto nessuno dei quattro libri che hai citato (l'ultimo, in particolare, mi ispira parecchio)

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    1. Yukio Mishima per me resta un mito, anche perché la sua storia è complessa. Poi scrivere in un certo modo all'età di sedici anni (questi racconti sono più o meno risalenti a quel periodo) aggiunge valore alle sue tematiche e alla sua personalità.

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  5. Dei libri che nomini ho letto solo Il grande Gatsby, che però non mi è piaciuto granché: al di là dell'ambientazione, il ricordo che ne ho è freddo e cupo. Per il resto il cioccolato mi fa male, ma quando me ne concedo un pezzetto che sia nerissimo e amarissimo :)

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    1. Sì, sono d'accordo su Fitzgerald; poi letto d'estate, quando il caldo ti fa sognare di essere in bikini al Polo Nord... Me ne ricordo soprattutto per questo!
      Nerissimo... amarissimo...buonissimo..., il cioccolato!

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  6. Molto interessante, questo quasi me.me. sta permettendo a noi frequentatori reciproci abituali di scoprire libri e quadri interessanti.
    Domani mi unisco anch'io al gruppo ;-)

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    1. Bello, dai! Nuove proposte, nuovi abbinamenti. Sono molto curiosa. :)

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  7. Ho letto e amato il Grande Gatsby, gli altri no. Cioccolato sì, solo fondente ma anche ripieno e comunque in mille modi, anche cioccolata in tazza. Dio mio. Ho capito perfettamente cosa intendi col sapore di un libro, è quello appunto che ti rimane addosso, a volte in maniera indelebile e quando accade è davvero fantastico, una delle motivazioni per cui la lettura è LA LETTURA. Che ci ripensi e sorridi tra te e te come una cretina. Bacione Sandra

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    1. Ci ripensi, sorridi, piangi, vorresti essere lì, abbracciare un personaggio, ammazzarne un altro, vivere in prima persona... e poi finisce tutto... e ti consoli con una tazza di cioccolata fumante! ;)

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  8. Molto bello questo post Marina, mi piace molto l'abbinamento delle stagioni con i libri, me ne è venuto in mente uno che ho letto e che associo all'inverno, quasi quasi mi unisco al meme, se ci riesco. Dei tuoi quattro libri non ne ho letto nessuno, sono attratta dalla primavera, il veleno dell'oleandro. Capisco molto bene il senso del 'sapore' di un romanzo, anche per me certi libri che leggo mi lasciano dentro sensazioni e retrogusto indelebili. Buona giornata!

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    1. Spero che tu possa aggregarti a questo affascinante meme, anche perché, a questo punto, voglio conoscere il titolo del libro che hai abbinato all'inverno!
      Il veleno dell'oleandro a me è piaciuto, nonostante le opinioni discordi che si evincono dalle recensioni. È scritto bene ed è una storia avvincente.

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  9. Bello! *__* A parte i suggerimenti per future letture, mi colpisce parecchio la personalizzazione del "meme", davvero interessante!
    Penso che - non a breve - riuscirò a pubblicare anche la mia versione ^^
    La Agnello Hornby e Stefansson fanno parte della lista "autori ancora da provare", mentre Mishima mi ha già incantata (ma ho letto pochi suoi libri, da riprendere!). Il grande Gatsby è una delle mie letture preferite in assoluto *__*

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    1. Stefansson è particolare, ma è una lettura che mi ha conquistato subito; invece con la letteratura giapponese vado sul sicuro su ogni fronte: mi piace tutta, come il cioccolato! ^_^
      Leggerò volentieri il tuo meme (che sta facendo un bel giro!) :)

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  10. Ma che bel post hai scritto, Marina, molto raffinato! Grazie innanzitutto della citazione, non pensavo che questa idea avesse tanto successo. Del resto le arti sono come vasi comunicanti, ho sempre pensato che fosse un delitto tenerle separate. I quadri che hai abbinato sono semplicemente perfetti.

    Inoltre questo gioco permette di scoprire nuovi autori.
    Dei tuoi libri ho letto solo "Il Grande Gatsby", mentre avevo letto "Confessioni di una maschera" di Mishima. Mi attira molto il primo romanzo "Luce d’estate ed è subito notte" di Jon Kalman Stefansson.

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    1. Grazie a te e benvenuta, Cristina!
      È un esercizio che mi è piaciuto moltissimo, questo. Potrebbe essere ciclico, magari stagionale: ci rivediamo in primavera, che dici, con nuovi testi e nuove opere d'arte.
      Stefansson va letto, non ho dubbi e di Mishima ho letto quasi tutto, compreso il tuo.
      Speriamo che il vaso continui a comunicare. ^_^

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    2. Mi sembra un'ottima idea rendere ciclico questo esercizio. Anzi, mi sono venute in mente delle altre idee, ma un po' diverse. A presto!

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    3. Bene, aspetto le novità, allora.
      A presto!

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  11. Ciao, stavo per perdermi questo post... è bellissimo, Marina. ^_^ Le tue scelte mettono curiosità, non ho letto nessuno dei libri da te indicati. Di Fitzgerald, però, ho letto: "Il diamante grosso come il Ritz", "Tenera è la notte" e " Belli e dannati" e devo dire che mi sono piaciuti.
    Prenderò spunto per nuove letture.

    P.S. A me la cioccolata piace al latte, dolcissima e con le nocciole. ^_^

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    1. Con tutte le segnalazioni sui libri che non abbiamo mai letto avremmo bisogno di non so quanto spazio su comodini e librerie!
      Poi con il cioccolato riempirei una dispensa intera! :)

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  12. Adoro tutti i quadri che hai inserito, e li trovo anche molto calzanti!
    Riguardi al 'sapore della storia' capisco perfettamente cosa vuoi dire. Quando un libro ti piace puoi enumerare un sacco di aspetti positivi, ma anche tutti assieme non bastano a descrivere la sensazione che una bella storia suscita. Quel non so che, che non sappiamo spiegare e che è pure la parte migliore, che lega tutto, è il sapore della storia!

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    1. Mi hai capito al volo: quel non so che, che non si può spiegare ma è tutto! Non sono sensazioni che provo spesso, ma quando mi capita me le ricordo molto bene e mi portano a considerare quei libri parte integrante della mia vita. :)

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