domenica 6 luglio 2025

Scripta Ludus: ho fatto il bis!


È accaduto ancora. Un piacevolissimo gioco letterario, il desiderio di non mancare anche al nuovo appuntamento, l’ora di svago per partorire un’idea e Scripta Ludus del blog Io, la letteratura e Chaplin è divenuta la mia seconda occasione di vittoria. Stavolta divisa ex aequo con un altro partecipante, Franco Battaglia del blog Postodibloggo, (al quale, tra l’altro, avevo dato il mio voto).

Stavolta le immagini erano tre, tutte molto belle. Le ho osservate con attenzione, aspettando che una di esse mi dicesse: scegli me. Ho interrogato la prima, a seguire le altre due, poi l’ispirazione è caduta sulla foto numero uno: è stata lei a imporsi, a chiedermi di raccontare la sua storia o meglio l’incipit di una storia possibile.


Mi ha colpito lo sguardo della donna seduta col cane in grembo: dimesso, un po’ assonnato, forse rassegnato e, a ritroso, ho immaginato gli attimi antecedenti al momento immortalato in quella posa.

Ecco, concludo in bellezza e con soddisfazione questa stagione di blogging; ho programmato l’ultimo post per la prossima settimana (prima delle vacanze che per me, quest’anno, saranno parecchio insolite), quindi ringrazio chi ha dato la preferenza al mio incipit che, di seguito, riporto, esortandovi a cimentarvi anche voi, la prossima volta, in questo esercizio letterario. 

Più siamo, più ci divertiamo, più la competizione si fa interessante:



Si svegliò con il primo sole del mattino. I raggi, timidi, si aprirono un varco in mezzo ai mobili e la stanza, per qualche minuto, godette ancora della fissità della notte, prima di lasciare entrare il nuovo giorno. I pensieri l’avevano tormentata a lungo e avevano scavato dentro di lei un tunnel talmente profondo da non consentirle di vedere la luce, nemmeno quella che le accarezzava il viso dal taglio verticale della tenda lasciata un po’ aperta. Si alzò malvolentieri e, dopo avere gettato un’occhiata distratta al lato vuoto del letto, si trascinò fino al bagno, si guardò allo specchio con la stessa scarsa attenzione con cui si era accertata dell’assenza del marito, indossò la vestaglia e a passi misurati andò nella camera da pranzo. 

Se solo gli avesse detto come stavano veramente le cose! Se solo avesse trovato il coraggio di affrontare una situazione che l’aveva esasperata al punto da indurla in errore! Era solo colpa sua? Non ne era sicura, le colpe sono un carico diviso a metà. I fogli della lettera giacevano ancora sparpagliati sullo scrittoio.

“Soltanto tu mi capisci!”, disse al cane che le scodinzolava dietro, assecondando il suo passo stanco.

Si sedette davanti alla finestra con il fedele amico sulle gambe e con gli occhi chiusi provò ancora una volta a immaginarsi lontana da quella strada desolata  in cui si era smarrita. Sapeva cosa fare e lo avrebbe fatto presto.


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