Istantanee bavaresi
Alle 14:30 scendo dall’aereo e, dopo avere attivato il roaming dati nel cellulare, dò ufficialmente inizio alla mia nuova avventura da expat, a Monaco di Baviera.
Mai come adesso desidero scrivere.
L’hotel in cui siamo momentaneamente alloggiati è singolare: la hall si trova al quattordicesimo piano, le vetrate panoramiche sfidano la fobia di chi soffre di vertigini. Tutto molto carino, ambiente curato, personale efficiente. Alla reception c’è un giovane col codino, la barbetta, il viso italiano: infatti è sardo e sono fortunata a potermi rivolgere a lui senza dovere farfugliare frasi in inglese (in tedesco so dire danke e mi sento già avanti!)
Riccardo mi dà qualche dritta, per esempio che posso salire ancora più su, al venticinquesimo piano, dove un super rooftop diventa una sfida ancora più grande per chi ha un problema serio con le altezze, mentre è un luogo d’incanto per chi ama sorvolare sul mondo. Oh, da qui ho tutta Monaco sotto gli occhi: vedo le guglie neogotiche che svettano in mezzo ai palazzi del centro storico e le cupole rotonde di alcune chiese, che sembrano palline di gelato montate su un cono. Mi pare che l’atmosfera magica di questa città arrivi fin quassù.
Mi godo il silenzio di un orario in cui la terrazza non è frequentata; immagino che si popoli dopo il tramonto, quando un calice di prosecco consumato a un tavolino vista Monaco, sotto la luna che accende le luci della città, diventi l’occasione per un brindisi speciale. Ho già adocchiato l’angolo in cui io e mio marito ci augureremo una permanenza serena nel Paese europeo che ci ospiterà a lungo.
Torno in stanza e mi dico ancora: che hotel singolare, questo! Scosto le tende della parete a vetri, al nono piano, e mi godo lo spettacolo più insolito che abbia mai visto:
sul tetto del palazzo di fronte, un imprenditore - genio - ha allestito un’area verde, una sorta di micro fattoria verticale con un gallo cedrone, tre galline dal bizzarro piumaggio e tre pecore che avevo scambiato per cani pastore del Caucaso, prima di informarmi e scoprire che appartengono alla razza svizzera del “Walliser Schwarznasenschaf” (è inutile che proviate a leggerlo, nella nostra lingua è la razza del “Naso Nero del Vallese”). Scatto qualche foto e una Walliser pare accorgersi della mia presenza. Alza il muso dall’erba che sta brucando e mi rivolge un lungo, delicato, sentito, Beeeeeeeeh.
Lo prendo come un benvenuto.
Direi, da questo esordio, che la terra germanica promette bene. :) Un vero e proprio giardino-aia sul tetto con tanto di ovino tipico... Sembra materia di romanzo.
RispondiEliminaSono contenta che tu abbia desiderio di scrivere. Forse la scrittura in questi anni ti rivelerà altro dei suoi innumerevoli segreti e tu che sai praticarla troverai in essa un conforto fondamentale. Considerando che l'esperienza di vita di un altro paese significa anche conquistare nuove visioni, orizzonti, allora posso solo immaginare quanto sarà preziosa. Come sai, mi troverai qui a non perdermi (del resto, come sempre) una parola.
È vero, la scrittura per me resterà sempre un conforto fondamentale. Non mi fa mai sentire la solitudine, mi tiene compagnia, mi rilassa, mi diverte e mi fa sempre piacere condividere i pensieri nel blog, dove trovo amici che apprezzano. Chissà che tutto questo non sfoci in una scrittura più impegnata e impegnativa, il tempo qui lo avrei!
EliminaGrazie Luà, non vedo l'ora di raccontarti molto di più di presenza. 🤗
L'ho detto io che Un'Italiana a Monaco funziona bene! :D
RispondiEliminaCerto che pure "La pecora svizzera del nono piano" mi sembra un titolo interessante per un romanzo. Ma di che genere potrebbe essere? Un moderno cozy crime? E dove lo troveremo il cadavere? Spunteranno due gambe dalla porta della casetta, con la povera pecora che belerà forte tutto il suo disappunto? ;)
Ahah, e se fosse la pecora l'assassina? Vista l'ubicazione della fattoria "volante" io mi butterei sul fantasy! Comunque, alzarmi al mattino e trovarmi la pecora dal muso coso davanti mi ha divertita, ma anche inquietata, eh! 😂
EliminaCredo che agli esordi tutto faccia meraviglia.. ma tu ne vai incontrando davvero di originali!.. sicura che il portiere di origini sarde non ne sappia nulla del pascolo sul palazzo di fronte?! ;)
RispondiEliminaProprio lui ci ha forniti di depliant illustrativi della cosa: ci ha spiegato che lo stabilimento di fronte, prima era una fabbrica di patate, poi il proprietario si è inventato sta genialata, con tanto di visita guidata (abbiamo visto molti gruppi alternarsi sul tetto e seguire le spiegazioni di non so cosa). Producono pure il miele e hanno un negozio con i gadget tutti a forma di pecorella svizzera 🤩
EliminaBrava Marina, continua così, lo ci farai un libro, un abbraccio
RispondiEliminaPer ora raccolgo materiale, chissà...
EliminaVedrai che ti troverai bene. Oltre ai luoghi più noti della città che puoi trovare su qualunque guida, il mio consiglio è una visita alla chiesa di San Gaetano (Theatinerkirche) e un weekend fare a una "gita fuori porta" a Rothenburg (non è proprio vicinissimo, ma è un paesino davvero grazioso).
RispondiEliminaOh, ma io ho fatto il giro delle sette chiese 😄, quelle del centro le ho esplorate tutte (compresa quella che mi hai segnalato), poi ho aggiunto chiese sparse durante le mie passeggiate. Aggiungo che abbiamo cercato (e trovato) pure un paio di chiese che fanno messe in italiano. Io felicissima, come puoi immaginare.
EliminaInvece ascolterò il tuo ultimo consiglio😉