Settimane impegnative le ultime, sempre di corsa, con più cose da fare, meno tempo a disposizione e un'influenza (già passata, per fortuna) che mi ha costretto a muovere le chiappe pure con la febbre alta.
Meno male che c'è il blog Myrtilla's house ad allietare, come ogni mese, le mie domeniche!
La sua rubrica "INSIEME RACCONTIAMO" scade il 30 novembre e io, come al solito, ho approfittato per dare il mio piccolo contributo narrativo.
L'iniziativa ha sempre le solite regole: aggiungere all'incipit un finale di 200/300 battute oppure di 200/300 parole.
Di seguito l'INCIPIT di Patricia (scritto in corsivo) e il mio FINALE.
Guardava la pioggia che dietro ai vetri cadeva incessante. Gocce fitte, allungate come tagli arrivavano da un coperchio nero che sovrastava la città.
Formavano una cortina così fitta da isolarla dal resto del mondo. Sparite le altre case. Via il campanile che di solito si ergeva contro l’orizzonte come un guardiano silenzioso e severo. Solo acqua, tuoni e fulmini. Per il resto, buio completo. Notte in pieno giorno. Una notte improvvisa e strana. Nata in cinque minuti. Senza preavviso.
Poi, accadde.
Il suo dolore prese forma.
Allungò una mano e sfiorò da dietro la finestra le lacrime di acqua che avevano finito la loro corsa contro il vetro e adesso scivolavano placide seguendo traiettorie irregolari. Con un dito finse di guidarne una e si stupì nell'accorgersi che la goccia si era fatta punta di una matita invisibile e adesso disegnava qualcosa. Un'altra, subito dopo, definì il tratto di un volto e, come in una danza, tutte le altre gocce, a una a una, si disposero lungo i bordi di quella sagoma trasparente.
Quando la figura fu completa rimase a fissarla pochi secondi, poi il disegno di acqua si animò, scollandosi dalla superficie del vetro. Il viso tridimensionale si protese verso di lei, aveva occhi lucidi e labbra liquide e le disse: "non piangere più", in un silenzio magico, che solo lei era in grado di ascoltare. Si avvicinò per toccare l'immagine, ma questa, al contatto con le sue mani, si sciolse e, fra le dita, si fece di nuovo pioggia.
Durò il tempo di un ricordo, lo spazio di un rimpianto, poi anche la notte svanì negli stessi minuti in cui senza preavviso era scesa nella sua vita. E il campanile tornò a farsi guardiano silenzioso e severo dell'orizzonte.
Davvero ben riuscito e molto evocativo, Marina. Il viso tridimensionale che si allunga dal vetro poi, mi ha ricordato la scena di un film che credo fosse "Abyss".
RispondiEliminaÈ una citazione non intenzionale visto che non ho visto il film. Più banalmente, ho visto un video in cui erano le stelle a formare una sagoma e animarsi e m'e venuta l'ispirazione. :)
EliminaBello. :-)
RispondiElimina:-)
EliminaMolto bello Marina
RispondiElimina:-)
EliminaOhibò. Una domenica di queste dovrò passare da Myrtilla's house anch'io. ;)
RispondiEliminaPerché no, partecipa, è divertente, si fa gruppo, si allena la fantasia che è sempre un'ottima cosa. :)
EliminaMolto, molto, molto bello. Bravissima Marina. Complimenti davvero.
RispondiEliminaDirei ipnotico quel momento.
RispondiEliminaBrava, bellissima descrizione.
Grazie Marina e..... BELLISSIMO!
RispondiEliminaUn ricordo doloroso che la pioggia rende vivo.... fantastico!
Ps scusa il ritardo ma riesco a collegarmi solo ora
Grazie a te: è sempre una gradevole parentesi quella di Insieme Raccontiamo. :)
EliminaNe sono felice! :)
EliminaChe bel finale, rassicurante e pieno di speranza! Una bellissima immagine quella che hai tratteggiato *_*
RispondiElimina*__*
EliminaComplimenti Marina. Mi piace. Anche tu hai una vena fantasy! :-D
RispondiEliminaColpa del contagio! ;)
EliminaQuando c'è la salute... ops! ��
EliminaChe brava marina!!!! Bellissimo!
RispondiEliminaGrazie, Azzurrocielo! :-)
EliminaBella la tua ispirazione e descritta benissimo, complimenti. ♥
RispondiEliminaGrazie, Verbena, mi ha molto colpito anche il tuo finale.
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