Torno a Firenze, approfittando del fine settimana libero da impegni. Della città ho il ricordo prezioso di una vacanza fatta assieme alla mia famiglia, da piccola, quando viaggiavamo con la roulotte e visitavamo i più bei capoluoghi d’Italia, parcheggiando la nostra casa ambulante nei campeggi.
In Piazza della Signoria il “Perseo con la testa di Medusa” di Benvenuto Cellini mi rammenta un episodio di quella infanzia: mi rivedo piccola, (avevo forse otto/nove anni) mentre alzo gli occhi e m’impressionano tutti quei torciglioni pietrificati penzolanti dal collo del mostro e la spada di Perseo lunga, affilata, appuntita. Vivevo sempre lo stesso incubo ogni volta che, chiudendo gli occhi, la mia fantasia (turbata) mi riproponeva la testa piena di serpenti, decapitata ed esibita trionfalmente dal valoroso eroe giustiziere di una delle più temute Gorgoni della mitologia greca. Ero una bambina, cosa potevo capire allora di tutta l’arte, la bellezza, la magnificenza delle opere scultoree e di tutto il bendidio esposto nella Galleria degli Uffizi. A distanza di anni - di parecchi anni - rivisito gli stessi luoghi e ammiro tutto quello che in tenera età non mi aveva deliziato.
La Galleria degli Uffizi è un posto magico, già solo per la struttura architettonica con i due lunghi e ampi corridoi collegati da una loggia più corta che si affaccia su uno dei più affascinanti scenari di Firenze attraversata dall’Arno. Le sale delle esposizioni garantiscono un’immersione nell’arte più rappresentativa del Rinascimento fiorentino; sono ambienti in cui è possibile soffermarsi ad ammirare le opere di Giotto, Botticelli, Raffaello, Filippo Lippi, Gentile da Fabriano, Leonardo Da Vinci, in un silenzio talvolta contemplativo, con luci soffuse che aiutano la concentrazione e mettono in evidenza i particolari di ogni opera d’arte. Ammiro il Botticelli più conosciuto, quello della “Primavera” e della “Nascita di Venere” (sono, infatti, le sale più affollate), ma rimango rapita dalla bellezza di tanto altro e quando giungo dinnanzi alla “Madonna con bambino e due angeli” di Filippo Lippi, mi pianto davanti al quadro, guardo e riguardo il profilo della donna in atteggiamento di preghiera, le pieghe del vestito scuro, quelle del velo sopra la testa e torno indietro nel tempo, a un ricordo che è dentro l’eco di questo giovedì pre-natalizio.
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C’è stato un periodo nella mia vita in cui amavo il découpage e non era solo un hobby nel tempo libero, quando per conto mio occupavo la cucina di casa per lavorare con carta, colla vinilica e rullo, ma un’attività arte-terapeutica intrapresa nel laboratorio “Creazioni Ali di Carta”, condiviso a Caltanissetta con due amiche artiste. I nostri corsi erano un modo per insegnare come realizzare un manufatto artigianale, ma anche una bella occasione di incontro e soprattutto di benessere.
Come basi per i nostri lavori utilizzavamo ogni sorta di materiale: tessuti, legno, cartone, ceramica e ci sporcavamo le mani con cementite, gesso, resina, colori acrilici. I contenitori riposti con le relative etichette sugli scaffali traboccavano di strumenti utili per creare effetti speciali sulle superfici trattate: spugne di ogni forma e grandezza, lana d’acciaio, pagliette abrasive; nel garage/laboratorio l’odore dolce del flatting si mescolava a quello pungente dell’acquaragia, che serviva per pulire i pennelli dalle vernici e dalle cere usate per le finiture e noi indossavamo dei grembiuli cuciti dalla sottoscritta, personalizzati con le iniziali dei nomi ricamate sulla pettorina davanti: erano i nostri “costumi di scena”.
Ho decapato su tutto: contenitori di latta, vasi di terracotta, oggetti per la casa, poi ho fatto degli esperimenti a tema religioso e con due di essi, riusciti particolarmente bene, realizzati su legno intarsiato con finiture in oro, ho partecipato a una mostra di prodotti artigianali - correva il Natale 2008. Fu in quell’occasione che un estimatore, entusiasta delle due icone, mi commissionò una tela con soggetto mariano, incarico che accettai di buon grado.
Fino ad allora mi ero occupata di découpage classico, ma questa nuova sfida mi entusiasmava non poco e ricordo ancora come fosse ieri la fervida ricerca di immagini sacre da destinare al progetto. Presso la libreria Paoline trovai la stampa di un’opera molto bella: quella citata di Filippo Lippi, così mi misi subito a lavoro.
Per potere incollare la carta con la tecnica del découpage è necessario che essa sia molto sottile (per rendere minimo il “gradino” rispetto alla superficie, così da agevolare il lavoro di carteggiatura), mentre i poster sono riprodotti su carta lucida e spessa, dunque la prima mossa da fare è ridurre a poco più che una velina l’immagine (si tiene il foglio in ammollo per qualche minuto, finchè non si arrotola su se stesso, segno del discioglimento della colla che lo irrigidisce).
Ho impiegato parecchi giorni per arrivare al prodotto finito, perché non ho soltanto incollato il ritaglio su una tela ovale, ma ho dovuto riadattarlo in base alla dimensione richiesta, intervenire con un restauro di colori, “anticarli” con la tecnica del craquelé (una sorta di screpolatura che appare come un reticolato di crepe, poi scurite con il bitume) e, in ultimo, incorniciarlo, inventandomi una rifinitura realizzata con cementite e foglie oro. Il giorno in cui poggiai l’opera sacra su un cavalletto nel laboratorio, fui orgogliosa del risultato ottenuto: mi piaceva, me la sarei portata a casa, l’avrei sostituita a quella già esistente come capezzale del mio letto matrimoniale, invece era lì, in attesa che il committente venisse a portarsela via.
Evidentemente il desiderio di tenere per me la Madonna decapata con soddisfazione ebbe la meglio sul piacere di venderla a qualcuno, perché quando provai a contattare la persona incontrata alla mostra di Natale, familiarizzai per diversi giorni con la voce registrata che mi ripeteva “spiacente...” e quella irraggiungibilità petulante del numero chiamato, dopo avere rappresentato il clou di una grande fregatura, divenne invece una bella opportunità.
Mi regalai il quadro, che adesso è affisso a una parete della mia camera da letto e da lì mi ringrazia di essere finita nelle mani di chi l’ha voluta per davvero. Ogni mattina la guardo e sento che il viso dolcissimo della Madonna con le mani giunte mi sta augurando la buona giornata.
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Nella sala 8 della Galleria degli Uffizi ho il quadro originale davanti agli occhi, non il solo dettaglio della Madonna, ma tutta l’immagine per intero: ovviamente è un’altra cosa! La riproduzione fittizia che ho in casa non rende giustizia alla perfezione dell’opera, ma la confidenza che sento di avere maturato con essa negli anni e quel volto ormai così familiare, me la rendono particolarmente cara, pure se è divenuta mia per defezione altrui.
Immortalo l’opera di Lippi in una foto, emozionata e contenta di avere riempito lo sguardo di tanta bellezza, poi mi sposto: cedo ad altri lo spazio da cui ho rimirato il dipinto, con i ricordi che in un istante si richiudono nel tempo che li preserva.
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Eh beh, Firenze merita sempre una visita. Io ci sono stato varie volte ma, ahimè, ho sempre beccato giornate in cui visitare gli Uffizi era praticamente impossibile causa fila chilometrica.
RispondiEliminaIl découpage piace anche a mia moglie, anche lei lo ha praticato per molto tempo, ma negli ultimi anni ha smesso.
Ho smesso anch'io quando ci siamo trasferiti qui, a Roma. Però ho la cantina che trabocca di strumenti d lavoro, tutti conservati rigorosamente: i colori e il flatting saranno induriti, ormai, peccato, ma la carta è sempre intatta e le ceste piene di legno e di cornici... Che nostalgia!
EliminaA Firenze sono andata un mese fa, questo è un post scritto allora e pubblicato adesso: una gita bellissima, come la città che merita sempre.
Aspetta, rientro dall'entusiasmo che ogni volta mi coglie quando scrivi. Mi coglie e poi leggo quello che scrivi e quel ricordo me lo sono riservato a voce, cogliendo la fragranza della "rimembranza". Una passeggiata fra le meraviglie fiorentine, poi l'innesco, la detonazione dinanzi a uno dei capolavori. E non è un ricordo da poco. Non sapevo di questo tuo manufatto, ma lo voglio guardare bene quando capiterò di nuovo a casa tua. Ti è venuto benissimo, è una bella opera sacra che hai saputo valorizzare. Io ho realizzato qualcosa in découpage, mi aveva colto la passione una ventina di anni fa, ma poi finì lì. Fra i miei modesti manufatti, m'è venuta bene una scatola, te la mostrerò. Sai che mentre ti leggevo mi fioccava in mente un'idea? E se coniugassimo letteratura e découpage, per creare stupendi oggetti e l'occasione, una specie di piccolo gruppo magari da quattro in tutto che si riunisce per dare forma alla bellezza? :D
RispondiEliminaOrmai scrivo e ti penso, ricordandomi di tutte le volte in cui, negli ultimi tempi, mi hai spronato a farlo nel blog, ma io lo so che vado a periodi, che la mia voglia di scrittura è ciclica, non mi abbandona mai veramente. Dunque grazie (anche per la finestra dei commenti, che - non l'ho detto - ma è un problema che mi hai risolto tu).
EliminaLa tua idea è fantastica: è inutile dire che m'inviteresti a nozze. Parliamone.
(Sai che sabato scorso, quando siete venuti qui a cena, questo articolo era già scritto e volevo mostrarti proprio il quadro descritto, ma poi me ne sono dimenticata? Ce ne ricorderemo la prossima volta ;)
Non sapevo si potesse fare découpage sacro. Ma in effetti ora che ci penso, nel mio piccolo caminetto c'è un quadretto in legno, che è proprio una sezione di albero, intagliata in ovale, e sopra c'è "incollata" (?) una stampa dell'ultima cena, è la bomboniera di una cresima. Ma la stampa è talmente fine (non sapevo della tecnica dell'ammollo!) che sembra stampato sul legno. Poi c'è anche dell'oro, presumo quello in foglie da incollare, che fa da cornice.
RispondiEliminaOra, come dice Luz, c'è da provare il découpage letterario. Le citazioni più belle dei classici riportate su... tutti gli oggetti che trovi. :D
Un'opera di decoupage letterario ce l'ho, mi piacerebbe mostrartela, ma qui non posso: alla prima occasione, anche su fb, te la faccio vedere. Ho riportato una frase dell'Infinito di Leopardi su un agenda che ho trattato/indurito/invecchiato...La tenevo su un supporto (tipo quello dei piatti da esposizione, hai presente?) in salone, poi trasferisciti qua trasferisciti là, l'ho messa via. Però anche questa resta una bella idea: dai, facciamo risorgere il laboratorio artigianale senza perdere di vista la nostra passione letteraria!
EliminaBello questo ricordo, forse dovresti riprendere a fare il decoupage, sei molto brava Marina.
RispondiEliminaFirenze è una città che merita sempre una visita, io sono stata agli Uffizi due volte, ed è una bella esperienza, purtroppo spesso un po’ troppo affollata, comunque va bene così, non si riesce a fare diversamente. Buon proseguimento di festività!
Ho ancora tutto il materiale, me lo sono portato dietro, in ogni trasloco effettuato, ma dopo tanti anni (e ormai sono 10, eh!) colori acrilici e vernici si saranno seccati e poi, forse, è venuto meno un po' lo spirito, però è bello, divertente, anzi per me soprattutto rilassante, chissà, con questa scusa...
EliminaCon gli Uffizi siamo stati fortunati: prenotazione on line e ingresso senza coda.
Auguro anche a te buone feste, cara Giulia!
Lovely blog you haave
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