Ci sono vizi capitali che sappiamo individuare meglio in noi stessi: l’Avarizia non è uno di questi. Scommetto che nessuno si sente “avaro” nel senso stretto del termine: forse pochi ammetterebbero con serenità di essere ossessionati dal desiderio di avere; non si ha mai abbastanza e si cerca sempre una scusa per volere di più. Che poi, ostinarsi nel possesso significa quasi sempre essere carenti di generosità. Ma, in verità, non è poi così difficile sentirsi distanti da questo “peccato”!
Attaccamento morboso al denaro? Amore sfrenato per l’accumulo di beni materiali o altro (il più delle volte non strettamente necessari)?
In che modo/misura ci appartiene questo tarlo che inaridisce il cuore?
Io le mie risposte le ho date nel Caffè con Luana di questo mese: come sempre, una piacevole e sincera chiacchierata sul tema, ma qui voglio aggiungere una piccola confessione.
Oggi, più che mai, mi sento avara di pensieri e di parole.
Non ho voglia di condividere con nessuno le mie idee, voglio raccogliere benessere e tenerlo solo per me, accumularne tanto senza pormi il problema della condivisione.
Se non mi vedete più in giro è per questo: quello che sta accadendo mi ha cambiata, ha reindirizzato i miei interessi, ha operato una selezione fra le cose che sento di fare e quelle alle quali mi sono disaffezionata. Non mi trovo più a mio agio fra le persone, serpeggia nei rapporti una nuova, fastidiosa, latente, diffidenza che trovo deleteria per il modo in cui sono fatta.
Allora mi tengo un po’ lontana, perché mi conosco e so di cosa ho bisogno. Conservo le mie certezze e acquisisco incessantemente energie provenienti da altre fonti: il mio mondo creativo, ormai lo sapete, è vasto ed è anche "altro" dalla scrittura. Per ora c’è spazio, nella mia vita, solo per pochissime cose buone e non le trovo più in rete o frequentando con assiduità i social.
Ho detto “cose buone”?
Ecco, così chiudo in dolcezza la parentesi seriosa.
Mentre chiacchieriamo amabilmente, io e Luana ci gustiamo una fetta della mia Torta alla macedonia, preparata con tanta frutta.
Eccovi, come di consueto, la semplicissima ricetta:
2 uova
120 g zucchero
50 g olio semi
200 g yogurt greco
Buccia limone
200 g farina 00
Mezza bustina di lievito
Frutta a volontà
- Preparate una macedonia classica con la frutta che volete (preferibilmente di stagione)
- Lavorate insieme uova e zucchero con lo sbattitore elettrico
- Incorporate a uno a uno gli altri ingredienti
- Infarinate uno stampo da 24 cm e versate il composto
- Aggiungete la macedonia (ci vorrebbe anche la frutta secca, mandorle, noci, pistacchi, ma qui, in famiglia, abbiamo gravi problemi di allergie!)
- Cuocete in forno statico a 170° per 25/30 minuti
Un post molto riflessivo. In effetti non si è avari solo di danari e ricchezze materiali, si può essere avari anche di conoscenze e pensieri e questo direi che è un bene, anche se ho conosciuto persone che se pur avare di conoscenza, non la condividevano, se la tenevano per sè, esattamente come uno spilorcio che deve offrire un caffè.Però capisco il tuo caso, in giro c'è troppa diffidenza, troppa ignoranza da non riuscire quasi più a trovare il confronto.Ognuno è convinto delle proprie idee e non ascolta più nemmeno l'altro. Con la pandemia, poi, il mondo è peggiorato. Non mi riferisco, però, al blog, ma a social come Facebook. E così finisce che uno se ne sta per conto proprio. Complimenti per la torta e grazie per la ricetta.
RispondiEliminaQuello che a me davvero dispiace è il non riuscire ad avviare un confronto costruttivo anche con le persone con cui pensavo di potermelo permettere. Sto solo cercando una dimensione (terrena) dove vivere meglio... e mi addolcisco sfornando torte! 😁
EliminaAnch'io percepisco una spaccatura nelle relazioni, in generale ci siamo divisi fra coloro che si sono allineati e coloro che resistono alle norme. Lo percepisco ad esempio con mia sorella, con la quale ho da sempre un rapporto molto aperto. Nei giorni in cui sono stata con lei, quando ci parliamo al telefono, sentiamo assalirci una certa tensione quando ci confrontiamo da due punti di vista nettamente opposti. Io sono sempre stata molto diretta con lei, altrettanto dall'altra parte. E si finisce col terminare la telefonata dicendo "ora vado a fare altro, ciao". Poi siccome ci vogliamo ugualmente un mondo di bene, tutto torna come prima.
RispondiEliminaSlurp... ottimo dolcetto per il nostro caffè. :)
E pensa che io ho un fratello e una madre e un padre, tutti i parenti e la maggioranza degli amici che non la pensano come me. E va bene avere idee diverse, ma trasformarle in giudizi definitivi sulla persona no, quello mi disturba. Gli affetti non diminuiscono, ma la comunicazione è sempre più carente, le affinità piene di crepe. Ho la fortuna di credere in me stessa e nelle mie risorse: me le faccio bastare, non ho molta scelta!
EliminaLa torta sembra ottima!
RispondiEliminaPer le tue riflessioni che dire, capisco benissimo, viene sempre più voglia di restare per conto proprio, tenendo i pensieri per sé
Alla fine, tenere a distanza tante vecchie abitudini mi sta dando un sacco di benefici: è come una disintossicazione, che non credevo potesse essere così necessaria e salutare.
EliminaBeh, un po' di "chiusura" verso gli altri può capitare in certi periodi della vita. Essere "avari di se stessi" con gli altri ci può stare per periodi brevi, basta che non diventi un'abitudine, perché poi è difficile perderla (io ne so qualcosa...)
RispondiEliminaComunque le ricette le condividi con tutti noi, non sei avara per questo genere di condivisioni :-D
Fosse per me, aggiungerei sempre nuovi posti a tavola! 😊
EliminaLo so, Ariano, hai ragione su certe scelte che, se si consolidano, diventano cattive abitudini... È anche un mio timore sincero: non riuscire più a recuperare la spensieratezza di una volta. Ovviamente non mi augurerò mai che ciò accada, ma la mia quotidianità, per ora, reclama uno spazio diverso da quello che finora le ho dato. Mi concederò tutto il tempo necessario per rimettere in sesto tutto.
La torta ha come sempre un aspetto molto invitante, brava! Ho letto e commentato il post di Luz e poi approdo qui e leggo la tua riflessione. Chissà a quante e quanti è capitato di avere bisogno di tenere qualcosa per sé, dopo il lungo periodo di pandemia che in fondo ha privato ciascuno di noi di qualcosa! Goditi i tuoi pensieri e le tue parole. Chissà cosa diventeranno :*
RispondiEliminaQuelli buoni mi fanno compagnia mentre creo manufatti artigianali (sui quali mi sono nuovamente buttata con rinnovata passione); quelli cattivi li comprimo cercando di ignorare tutto ciò che mi circonda: ho uno spiccatissimo istinto di sopravvivenza e un sofisticato meccanismo di autodifesa.
EliminaChissà se basteranno a superare questa fase della mia vita!
Io non mi sento avaro, al massimo parsimonioso, perché davvero non do molto peso alle cose materiali. Preferisco possedere una lettura o l'ascolto di una canzone che un oggetto fisico.
RispondiEliminaQuanto alle tue riflessioni, sono più che legittime, ma direi che applicare certi protocolli comportamentali potrebbe far sì che quegli stessi protocolli gli altri decidano poi di applicarli a noi, col rischio di scoprire che non ci piacciono affatto. Secondo me nei rapporti amicali e non, compresi quelli in rete, dobbiamo cercare la massima apertura possibile: ricercare la sintonia, rifuggire dai fondamentalismi, non costruire muri, ma edificare ponti.
Poi, detto questo, ognuno faccia quel che vuole. Solo, a posteriori, non abbia a lamentarsene.
Ho un carattere che mi porta a fare esattamente quello che suggerisci: cercare sintonia, allontanarmi da ogni spunto polemico, venire il più possibile incontro, anziché lasciare dietro chi non è come me. E sono una persona estremamente paziente: è raro che io arrivi ai limiti per oltrepassarli. È proprio per questo che, in certe occasioni, allento un po’ la presa: quando percepisco che questa mia pazienza è minacciata, invece di lasciare che le cose accadano, mi adopero perché nulla tracimi. Il mio mettermi momentaneamente da parte ha solo questo scopo e non è un gesto “altruistico”, anzi è molto egoistico, perché per nessun motivo voglio stare male, per nessun motivo voglio esporre la mia mente a uno stress che poi possa riversarsi sul corpo.
EliminaCerco il benessere dove so di trovarlo e chiudo le porte a tutto ciò che, invece, me lo sottrae.
E poi, caro Marco, chi vivrà vedrà!
Mi ero accorta del tuo silenzio in rete, speravo in realtà ci fosse dietro una ritrovata spensieratezza in presenza. Purtroppo, in questo momento più che mai, Facebook sta mostrando come effettivamente aumenti la visibilità delle conversazioni ostili e delle fake news proprio per aumentare accessi e introiti pubblicitari. E infatti negli Usa si preannuncia un'altra battaglia legale.
RispondiEliminaIn quanto all'avarizia, io sono fin troppo generosa, e talvolta mi prendo la riconoscenza direttamente sui denti... capita con i parenti, con gli amici, sul lavoro, in condominio e in rete, nei social e anche nel blog. Tuttavia, vivo meglio io con la mia generosità che tanti altri che stan lì a far le punte agli stuzzicadenti. :)
Perfetto. Sono combinata anch’io così: grandi slanci, manica larghissima e riconoscimenti zero. Non che agisca per ottenere consensi e gratitudine, però mi dispiace che spesso mi si neghi la soddisfazione di avere un buon carattere! 😋 (Di superbia abbiamo già parlato, vero? 😆)
EliminaIl tuo periodo di allontanamento dalla rete è del tutto condivisibile, Marina. Ci sono alcuni periodi in cui si sente il bisogno di disintossicarsi. A questo proposito preferisco una bella chiacchierata con un'amica in carne e ossa che gli scambi su fb o instagram. E, a questo proposito, mi piacerebbe che la torta esca dallo schermo per poterla assaggiare. ;)
RispondiEliminaHai già due torte messe da parte (una era quella del caffè di Robespierre, la torta Charlotte, ricordi? 😁)
EliminaAnch’io preferisco la chiacchierata dal vivo, forse ora come ora ancora più difficile che in tempi ordinari!🙁 Comunque, trovo sempre il modo di vivere in meravigliosi “giardinetti”: spazi miei, che mi godo lontano dalla socialità virtuale, che comincia a starmi veramente stretta.
Eh sì, la torta Charlotte, come dimenticarla? :)
EliminaI cambiamenti di questi ultimi mesi - ormai anni! - stanno sicuramente lasciando il segno su noi tutti. Forse non è un male. Nei momenti difficili c'è qualcosa che somiglia alla cascola degli alberi da frutto: ciò che è precario cade, ciò che è saldo resta (più o meno). Credo sia meglio assecondare questo processo, piuttosto che aggrapparsi alle cose-com'erano. Quindi ti capisco e apprezzo la tua scelta.
RispondiEliminaNon è un male, no. Addirittura penso che certi processi siano necessari per ripristinare un equilibrio un po’, come dire, slabbrato. Aspettando tempi migliori e nuove risorse, ho trovato una dimensione di serenità che, per ora, mi tengo stretta, perché, se guardo fuori, mi sembra tutta una pericolosa involuzione.
Elimina