giovedì 9 maggio 2024

La svolta

Da piccola avevo un problema, comune a tanti bambini: mi ammalavo sempre. Colpa della scuola, si diceva, del contatto deleterio con i compagni di classe, che avevano il naso sempre moccoloso: una colonia di germi che proliferava tra mani, quaderni e banchi, e si diffondeva a una velocità impressionante. Ci si ammalava e si guariva a circuito continuo, soprattutto nei mesi freddi. Bisognava aspettare maggio per vedere un po’ di lustro, un accenno di resistenza maggiore dell’organismo, difese immunitarie incoraggiate da un inverno di (finta) prevenzione con integratori a base di echinacea e vitamina C. 

Ma le stagioni, nel mio caso, non avevano alcun ruolo; a me bastava un colpo d’aria, uno sbalzo di temperatura, una gita fuori porta ed era subito febbrone con gola irritata e deglutizione dolorosa. Facilissima la diagnosi del medico, perché quella è l’età, un classico dell’infanzia: chi di voi non ha mai avuto le tonsille infiammate? Due stronzette arroccate ai lati del cavo orale, che s'infettavano e si gonfiavano sempre nei momenti meno opportuni: feste saltate, vacanze compromesse... Le signorine Tonsille, presentate dal dottore come amiche del mio organismo (una sorta di protettrici pronte a immolarsi per difendermi dalle aggressioni di virus e batteri), per me non erano altro che due implacabili Erinni: se sgarravo con accorgimenti e cautele mi presentavano il conto. E qualche volta pure salatissimo, quando arrossamento e gonfiore si complicavano con quelle vescicole di pus biancastro liquidate come placche alla gola.

Vista la frequenza delle mie ricadute e l’impossibilità di addomesticare le due “vedette” linfoghiandolari (a nulla potendo gli sciacqui con acqua e sale, le gocce di limone spremute direttamente in gola, le caramelle ai propoli - per non ricorrere sempre ad antinfiammatori e antibiotici), i miei genitori si erano quasi convinti che fosse necessario asportarle: un’operazione comune, che mi avrebbe garantito per qualche giorno solo pasti a base di gelato (che goduria!), eppure l’intervento risolutivo del mio problema non è arrivato da un bisturi, bensì dal consiglio di un dottore avveduto, che, prima ancora di privarmi di organi, nonostante tutto, utili all’organismo, mi ha spedito al mare. Al mare, sissignore! Lunghe estati a contatto con aria marittima e salsedine: ecco la cura per le mie insulse tonsilliti. Iodio, potassio, magnesio, cloruro di sodio in grandi quantità e le vie respiratorie, con annesse patologie, ne avrebbero beneficiato.

A quel punto i miei genitori meditarono una decisione che di lì a poco rappresentò un’autentica svolta nella nostra vita e questo per dare a me la possibilità di tenermi le tonsille, senza più patirne le infezioni: acquistarono una roulotte. Cioè noi, dal 1975 fino al 1986, diventammo viaggiatori itineranti, nel mese di luglio e clienti stanziali di un campeggio sul mare, in agosto, per non deludere la fiducia di un medico ottimista e per coltivare la speranza che avesse ragione. 

La nostra era una quattro posti Roller Rembrandt, con il telaio bianco martellato e la fascia celeste centrale (molto diffusa all’epoca): dentro, gli armadietti erano arancioni, avevano una maniglia a scatto, che ad apertura e chiusura produceva un timbro particolare (se mi concentro, la mia mente sa riprodurlo ancora alla perfezione); la tappezzeria della dinette (la combinazione divanetti/tavolini, che si trasformavano in letti) era blu, le tendine alle finestre bianche e il pavimento di linoleum chiaro.

Mio padre prendeva le ferie a luglio, che era il mese dei viaggi (avevamo la roulotte? a ‘sto punto la sfruttavamo al meglio); in agosto, invece, lui tornava a lavoro e parcheggiava il rimorchio in un camping a Cefalù (da allora, sempre lo stesso), passato alla storia, perché è stato il campeggio dei miei anni migliori e quelle trascorse lì le vacanze più belle della mia vita.


Mia madre, insegnante, tornava a scuola i primi di settembre, così stavamo a mare fino alla fine del mese estivo e mio padre ci raggiungeva tutte le volte che poteva, soprattutto nei fine settimana. 

La vacanza in roulotte prevede un'organizzazione spartana, spazi ridotti e vita all’aperto, ma con il pregio unico di regalare una delle sensazioni più ambite da chiunque: la libertà. Libertà da tutti i vincoli sociali: il mio outfit era il costume da bagno, la sola responsabilità che avevo era farmi vedere ogni tanto da mia madre (per il resto stavo sempre in giro tra bar, piazzole dov’erano parcheggiate le roulotte degli amici e spiaggia). Senza orari, con poche, essenziali, regole: non allontanarmi dal campeggio e non correre rischi. Un piatto di pasta al volo, consumato sotto il tendalino parasole e poi l’appuntamento con altre bambine (cui le mamme affidavano lo stesso mio incarico di fare la cucina) nell’apposita area dei servizi igienici adibiti al lavaggio delle stoviglie, con le bacinelle cariche di piatti e bicchieri in melamina (il nostro set da campeggio era verde) e il “Sole piatti” sotto braccio. E poi, giù, in spiaggia, in acqua per ore, la mattina presto e nel tardo pomeriggio, a respirare lo iodio sprigionato dal mare e io che a ogni inalazione dicevo: “crepate, brutte bestioline!”, immaginando le tonsille avvizzirsi sotto la folata di aria salmastra.


Sì, quella. in primo piano sono io
Qualche anno fa, su Facebook, ho raccolto l’invito a entrare nel gruppo chiuso “Camping Sanfilippo anni 74/90” e una gioia famelica mi ha investito come un goloso di fronte a un tavolo pieno di cannoli siciliani: per giorni mi sono abbuffata di ricordi, ho ritrovato vecchie conoscenze e amicizie di quegli anni passati, rivisto foto vecchissime di noi bambini con il marchio della spensieratezza stampato nei sorrisi. 

Il mare e i suoi effetti: i giochi in spiaggia, le camminate sugli scogli per raggiungere quello dei tuffi, le nuotate fino alle mete più ambite (lo scoglio palla e lo scoglio elefante, per i più audaci solo perché era distante, ma noi eravamo piccoli e ci sembrava irraggiungibile); i falò notturni, le grigliate di carne e di pesce, la nostalgia delle ripartenze, a fine estate.


E sono passati quarant’anni, anche di più! Nel tempo che, inesorabile, è andato avanti non ho più rivisto molte di quelle persone, ho cessato di trascorrere le vacanze in campeggio (non sono nemmeno più tornata al Camping Sanfilippo) e abbiamo venduto la mitica roulotte. Ma posso dire, senza tema di smentita, che mai acquisto fu più azzeccato. Il consiglio del medico era corretto: il sole e il mare hanno agito da ricostituente naturale per la mia salute cagionevole; le tonsille sono ancora al loro posto, vecchiette e rassegnate, ma solo i miei genitori hanno avuto la lungimiranza di trovare il modo per renderle del tutto inoffensive.

E mi hanno consegnato una storia da raccontare nel giorno del mio compleanno.



*Le foto sono alcune fra le tante condivise nel gruppo Fb di cui ho parlato, pubblicate da noi, membri, inseguendo i ricordi più belli.










22 commenti:

  1. Mi ha fatto ridere il tuo spaccato sulla scuola e sui nasi "colanti": è proprio così. Noi maestre abbiamo anticorpi a gogò.
    Un post davvero piacevole da leggere, per tutti i ricordi, i vissuti belli che ti sono rimasti nel cuore e nella mente. Buona giornata :)
    sinforosa

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    1. Grazie Sinforosa!
      Immagino immagino! In fondo in prima linea ci siete sempre voi maestre: povere voi! :D :D

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  2. Ma è il tuo compleanno?! Auguri allora!!! ..e che belle le estati al mare!! ..noi senza roulotte ma sempre in affitto nella stessa casa.. e anche io ho le tonsille al loro posto, anche se tutto il sole mi ha regalato un melanoma sotto forma di neo.. tolto in tempo per fortuna.. e sì.. le vacanze, l'adolescenza, la giovinezza, gli amori, i casini.. la libertà come sottolinei, la spensieratezza soprattutto.. tempi andati ma per sempre presenti, indelebili.. una bellezza che ci ha aiutato a crescere e a saperla riconoscere.. ;)

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    1. Ecco, la spensieratezza è quella che mi manca di più, quei momenti di beata libertà che pagherei oro per riviverli. Una macchina del tempo per tornare a quegli anni, non per sempre, giusto un tuffo, perché comunque ogni cosa che ci proietta nel futuro diventa un ricordo, la vita è piena di momenti che si fanno passato e creano ricordi. Bisognerebbe raccontarli più spesso!

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  3. https://francobattaglia.blogspot.com/2013/07/scauri.html?m=1
    ..preso dalla nostalgia mi sono andato a rispulciare vecchi post con accenni di estati passate.. te possina!! 🤗🤗🤗

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    1. Settembre a Scauri; bello! Lo vedi: finiamo per scrivere, prima o poi, di tutto ciò che in passato ha rapito il nostro cuore!

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  4. Primo: Auguri!!! :D
    Secondo: che invidia! Tutti quelli che da ragazzini hanno avuto l'occasione di andare, e tornare ogni anno, in campeggio raccontano sempre di tempi felici. Non che i miei siano stati di meno, niente roulotte, ma monolocale con letto matrimoniale e letto a castello, con cucinotto in veranda, da dividere con i genitori oppure con i nonni, per lo più con i nonni. Però sono state poche le estati, l'ultima a 10 anni, poi nonno si è ammalato, ahimè. A me mancava la compagnia di bambini della stessa età, non sempre li si trovava nello stesso edificio oppure stazione balneare dove c'erano ombrelloni e lettini affittati. Il campeggio è proprio diverso.

    PS. "mi ha spedito a mare." AL mare, spero. Ovvero ti ha consigliato di andare in vacanza al mare. Che spedire A mare significa gettare in mare qualcuno. :P
    Lo so, è un regionalismo del Sud. L'ho imparato molto tempo fa da un'amica di Bari. Non capivo perché si buttava A mare! XD

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    1. In campeggio il vantaggio è che quegli spazi condivisi diventano la casa di tutti: giravamo e ci fermavamo ora presso la roulotte di uno ora di un altro e non ci si sentiva mai di troppo. E la bellezza era questa libertà di circolare senza restrizione alcuna, sembrava che le giornate non avessero mai fine... Comunque sono certa che tutti ricordiamo con nostalgia le vacanze della nostra infanzia: se sono state belle non importa dove e con chi le abbiamo trascorse, si piazzano nei ricordi e rimangono lì per sempre.

      Ahahah, sì, è un regionalismo, hai ragione! vado a correggerlo!

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  5. Da piccolo io passavo due settimane al mare e due in collina, ma senza roulotte: il mare ce l'abbiamo a due passi, e in collina prendevamo in affitto per un mese una casale (due settimane noi e due settimane i miei zii).
    Io pure mi beccavo l'influenza con estrema facilità (nonostante il mare) però questa costante infantile della settimana a letto con la febbre e il mal di gola deve avermi in qualche modo temprato perché poi, dai quindici anni in poi, l'influenza stagionale l'avrò presa tre volte in tutto nel corso dei decenni.

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    1. Sono diventata una bomba anch'io sul versante influenza stagionale, ma con i miei figli ho ripercorso la trafila; li ho sempre portati al mare ed entrambi hanno ancora le tonsille. :P
      Bello il casale in affitto!

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  6. Tanti e tanti auguri di buon compleanno, Marina, anche se ormai in ritardo!
    Bellissimi i tuoi ricordi. Io non ho fatto esperienze di campeggio, ma da bambina ho avuto lo stesso tuo problema curato esattamente con l'aria di mare!

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    1. Il mare salvifico! Grazie, Annamaria. Devi sapere che dopo tanti anni di campeggio e roulotte, ho sposato un uomo che non ne vuole sapere manco a fucilate e non abbiamo mai fatto vacanze in camping. Un po' mi dispiace per i miei figli: secondo me si sono persi una gran cosa!

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  7. Queste tue pagine di diario scorrono che è un piacere. Anche se in ritardo, ti faccio tanti auguri. A me le tonsille le hanno tolte. Ho un ricordo stranissimo della cosa. Penso sia un falso ricordo perché abbastanza brutto... o forse no. Chissà. Ero con questa cartelletta in mano seduto con un camice verde insieme ad altri bambini e poi ricordo, ma deve essere un falso ricordo, queste pinze enormi infilate in gola tipo film dell'orrore. Non lo so come è andata davvero, ero piccolo per poter conservare memoria.
    Hai una capacità di raccontare veramente accattivante. Forse, se mai riprendessi in mano l'idea di una storia, dovresti scriverla in forma di ricordi, di diario.
    Alla prossima.

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    1. Grazie, Giovanni, del consiglio. Magari ne terrò conto, ogni tanto mi viene in mente l'idea di ributtarmi in qualche progetto più corposo. Chissà!
      Il tuo racconto collima con quello di una mia amica che mi ha raccontato la sua traumatica esperienza di tonsillectomia. Sono stata fortunata ad avere incontrato quel medico avveduto! :D

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  8. Buon compleanno! Come a Giovanni, sopra, annche a me le tonsille le hanno tolte. Ero piccolo e lo ricordo bene, quel giorno. Sono entrato in quello stanzino di ospedale, ma non avevo paura, né piangevo come tutti gli altri, prima e dopo di me. Ero solo un pò preoccupato, soprattutto quando ho visto, lì sul lavandino, alcune palline sanguinolenti (le tonsille) già asportate. Ho aperto la bocca, hanno infilato in gola una sorta di tenaglia e...zac: le tonsille non c'erano più. "Ma quanto è bravo questo bambino": furono le parole del medico. Pensavo al gelato, che mi era stato promesso...e alla bicicletta. :)

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    1. Ahahah, me le ricordo anch'io le promesse dei genitori per tenere a bada le ansie di noi figli! A me avevano promesso la piscina di Barbie, ma visto che poi non se ne fece nulla sono rimasta all'asciutto! :D :D però felice di non avere subito quell'operazione! Meglio il mare. Ho rimediato la piscina, poi, per un Natale! :D

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  9. Fortissimo questo medico! Chissà se ancora oggi ce ne sono di tal pasta.
    Anche mia madre ha preso la roulotte dopo essersi separata da mio padre. Fino a quando ho avuto due anni, andavam in campeggio libero su una spiaggia del nord della Sardegna, prima che, negli anni successivi, orde di turisti occupassero detta spiaggia con teli e ombrelloni. Avevano una tenda famigliare, cioè con le stanze. C’erano pure mio fratello e mia sorella adolescenti, che mio padre aveva avuto dalla prima moglie. Credo che dopo la separazione mia madre abbia a modo suo voluto continuare la tradizione del campeggio. Solo che mio padre era un selvaggio e un pescatore. Mia madre affittava un posto per la roulotte in un campeggio di Desenzano del Garda, dove si stava fissi e si avevano tutte le relative comodità. La cosa che ricordo di più è quando mi sono rotto l’incisivo sinistro cercando di impennare in curva con la bici. Me l’hanno ricostruito col laser, ma poi ho avuto modo di romperlo altre due volte negli anni. Oggi è ancora scheggiato.

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    1. Wow, il campeggio libero, fighissimo! Noi avevamo la roulotte, ma ricordo che avevo una curiosità fortissima di vivere dentro una di quelle tende a stanze di cui parli e poi a 18 anni ho trascorso la mia prima vacanza da sola con mia cugina in tenda. Esperienza indimenticabile. A Favignana.
      E niente, il dente e il suo destino! Ahahah!

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  10. Ottima scelta quella dei tuoi genitori e ti hanno salvato le tonsille!
    Anch’io ho avuto dei gravi problemi di tonsilliti però durante l’adolescenza, a sedici anni ebbi la febbre per 15 o 20 giorni, con le tonsille infiammate, quando finalmente guarii si ipotizzò di toglierle, ma un dottore disse ai miei che era meglio tenere le tonsille perché erano una “barriera” contro infezioni più profonde…
    Esistono due categorie di medici: quelli pro e quelli contro l’utilità delle tonsille, io trovai il primo e, visto che ero grandicella, decisi di non volermi operare. Sembra incredibile ma da quella volta non mi ammalai mai più di tonsillite, non so dirti perché…però il mare fa sicuramente bene

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    1. Io ho incontrato entrambe le categorie di medici, ma sulle due ha prevalso quella del "non si toccano"... e mi è andata bene! Fare discendere l'acquisto della roulotte da questa esigenza mi è sembrato bellissimo :)

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  11. Uno dei tuoi post migliori, Marì. Mi ha commosso e cullato in ogni riga. E tutto questo mi fa pensare ancora una volta a quanto si facciano vibranti i nostri ricordi quando raggiungiamo la mezza età. Ci sembra di sentire quei rumori, le voci, il frastuono di estati fatte di tuffi, gelati, giochi sulla sabbia, cenette fresche preparate dalle mamme. Io pure, malgrado non mi sia mai spostata da ragazzina perché abitavo già dinanzi al mare, vivevo questa esperienza ogni anno. Era bellissimo ricongiungersi alla comitiva. Da bambini che eravamo diventammo adolescenti, poi come sempre accade tutto finisce, cambia, si trasforma. E ogni tanto capita di rivedersi da adulti quali siamo oggi e fare due risate al ricordo di certi pomeriggi. Mi capita di dire ad Alessandro che quanto ci siamo divertiti noi oggi loro non sono in grado di divertirsi. Abbiamo avuto la fortuna di vivere un tempo così bello, spensierato, indimenticabile.

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    1. Tempi splendidi, vero. Forse è proprio perché abbiamo attraversato il cambiamento che ci capita di guardare al passato con questa intensità: adesso che è tutto diverso, che il divertimento è altro rispetto a come lo concepivamo noi, la rivalutazione della semplicità è un pregio di cui possiamo andare fieri. Ai miei figli tramando ricordi, peccato che la realtà in cui sono immersi non consente loro di immedesimarsi nella bellezza di quei tempi!

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